In questo capitolo si rievocano gli incontri, negli anni Settanta, con i membri di Fukushima, sede della centrale nucleare danneggiata gravemente durante il terremoto e lo tsunami del 2011, nella regione del Tohoku. Shin’ichi dedica particolare attenzione ai giovani, dicendo che non dobbiamo limitarci a spiegare loro il significato della propagazione e aspettarci che riescano subito nel loro intento. Un modo efficace è che gli adulti trasmettano l’energia della propria esperienza
Il Nuovo Rinascimento presenta alcuni estratti dal volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun. Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
L’11 marzo 1977, Shin’ichi Yamamoto si recò a Fukushima per visitare il nuovo Centro culturale. Shin’ichi pensava: «Il Tohoku si è trovato a dovere far fronte al gelo, alla siccità e agli effetti del terremoto cileno e dello tsunami del 1960. Ecco perché voglio che il Tohoku trasformi il suo karma e rifiorisca, diventando più felice e prospero di qualunque altro luogo. Mi sto recando nel Tohoku proprio per proclamare questa nuova alba».
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Shin’ichi si rivolse al responsabile della prefettura di Fukushima, Norio Shiba, e al responsabile della regione del Tohoku, Kakuji Tone, con voce energica: «Cominciamo a costruire una nuova Fukushima e un nuovo Tohoku! Da oggi, daremo l’avvio a una nuova fase».
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Norio Shiba era della prefettura di Miyagi, aveva trentacinque anni e mostrava di possedere qualità apprezzabili come lo spirito di iniziativa e una certa propensione al rinnovamento. Shin’ichi voleva parlare con lui molto concretamente sulle cose da fare. «Signor Shiba, per costruire davvero una nuova era per il nostro movimento Soka a Fukushima non sarà sufficiente concentrarsi solo sui programmi a breve termine, su progetti appropriati e nuove linee guida per le diverse attività. Delle solide fondamenta si creano attraverso la trasformazione del comportamento di ciascun membro, per consentire a ognuno di loro di rinnovare e rivitalizzare la propria vita. È di vitale importanza che lei faccia crescere dei veri campioni, che vadano orgogliosi del loro luogo di provenienza e si dedichino a kosen-rufu.
«Il motivo per cui la Soka Gakkai è cresciuta a Fukushima, fino al punto in cui è arrivata oggi, è che i membri nella fase pionieristica hanno lottato con tutte le loro forze.
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«Quando le circostanze iniziano a essere prive di problemi e ad assestarsi in positivo, le persone tendono ad abituarsi e a dare le cose per scontato, dimenticano il duro lavoro fatto dai membri durante la fase pionieristica, e quando si imbattono anche nella minima difficoltà, tendono a lamentarsi e contemporaneamente le loro vite iniziano a ristagnarsi.
«Quindi il primo punto è accettare, senza la minima esitazione, più sfide possibili e accogliere anche le dure lotte proprio durante il periodo della gioventù. Niente è più preoccupante del vedere i giovani diventare svogliati e apatici. Kosen-rufu è una lotta eterna. Nichiren Daishonin dichiarò coraggiosamente: “E tuttavia non sono scoraggiato” (RSND, 1, 664). Egli continuò a combattere per condividere gli insegnamenti corretti del Buddismo con le altre persone, senza mai arrendersi di fronte a ogni persecuzione di cui è stato vittima. Questo è lo spirito del Daishonin e della Soka Gakkai.
«Molti dei nostri membri hanno abbracciato questa fede cercando di diventare felici, proprio mentre si trovavano nel bel mezzo di situazioni disperate, che potevano essere malattie, conflitti familiari, così come innumerevoli altre difficoltà della vita. L’unico modo per superare i problemi e costruire uno stato di felicità indistruttibile è praticare per noi stessi e per gli altri. Proprio come scrive Nichiren Daishonin: “Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri” (RSND, 1, 342). Mentre studiamo il Buddismo e ci impegniamo nella recitazione del Daimoku, abbiamo anche bisogno di dedicarci allo shakubuku, condividendo questo insegnamento con gli altri e mantenendo così la fiaccola della propagazione sempre accesa.
«È perché la Soka Gakkai e i suoi membri hanno fatto così, che tante persone hanno ricevuto grandi benefici e hanno mostrato la prova concreta con la loro felicità autentica. Questo è il motivo per cui l’organizzazione della Soka Gakkai nella prefettura di Fukushima e nella regione del Tohoku sono cresciute e si sono sviluppate così tanto». Shin’ichi sottolineò: «Non importa quanto belle possano essere state in passato le nostre realizzazioni, se la nostra organizzazione perde lo spirito combattivo e ognuno di noi tralascia la pratica coraggiosa dei primi tempi, kosen-rufu inevitabilmente comincerà a tramontare. Se ciò dovesse accadere, le persone non sarebbero più in grado di trasformare il proprio karma, e sarebbe ugualmente impossibile assicurare il corretto insegnamento per la pace del paese.
«La nostra vera lotta è quella che si trova davanti a noi. Sono intenzionato a incoraggiare quei grandi pionieri con tutto il cuore in modo che non si indietreggi di un solo passo né tantomeno si arretri nella lotta per la realizzazione di kosen-rufu. Se ci fermiamo o smettiamo di sforzarci, allora tutto l’impegno che ci abbiamo messo finora sarà stato vano. Come scrive il Daishonin: “Se ti fermi a metà strada non potrai mai far scaturire il fuoco dalla pietra focaia” (RSND, 1, 283). Non possiamo adempiere al grande voto del conseguimento della Buddità in questa esistenza, se rinunciamo proprio a metà strada. Tutto quello che abbiamo conquistato finora con tanta fatica svanirà come la spuma sulle onde del mare. Niente potrebbe paragonarsi a una sfortuna più grande o a una perdita così immane. Questo è ciò che vorrei ricordare a ogni persona, per il bene del futuro.
«Come insegna Nichiren: “La vita è limitata, non dobbiamo lesinarla. Ciò a cui dobbiamo principalmente aspirare è la terra del Budda” (RSND, 1, 187). I nobili maestri e i nobili discepoli Soka devono continuare a lottare con tutte le forze fino all’ultimo istante di vita. Come sapete, questo è ciò che hanno fatto Makiguchi e Toda. E anch’io lo farò. Coloro che continuano ad avanzare, indipendentemente da tutto, saranno veramente felici. Sono vincitori nella vita. Sono Budda e Bodhisattva della Terra».
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Shin’ichi cominciò poi a parlare delle qualità che hanno le diverse generazioni di membri: «La generazione attuale, che è giunta ora alla trentina, costituisce il nucleo centrale della nostra organizzazione qui nella prefettura di Fukushima come nelle altre prefetture. La Divisione giovani, che ha fatto la sua comparsa sul palcoscenico di kosen-rufu, è piena di vigore e di energia. Loro sono tutti miei discepoli preziosi, che ho sostenuto e incoraggiato fin dal giorno in cui sono stato nominato terzo presidente. Molti di loro sono diventati responsabili solo dopo che la nostra organizzazione era stata fondata e di conseguenza non hanno mai sperimentato le dure prove degli albori del nostro movimento, quando i membri venivano spesso evitati, o addirittura non rispettati a causa dei loro sforzi nello shakubuku.
«Di conseguenza, alcuni responsabili devono ancora sviluppare le capacità dei pionieri di kosen-rufu, trovarsi cioè in mezzo alle circostanze più avverse. Pur essendo persone intelligenti e in gamba, a un livello più profondo non hanno forgiato una convinzione incrollabile nella fede, e non hanno ancora assimilato del tutto il vero spirito di shakubuku. Anche se possono essere bravi a mandare avanti l’organizzazione, quando si troveranno di fronte a una grande sfida, inizieranno a esitare e con ogni probabilità vi rinunceranno. Per vincere una battaglia molto difficile, abbiamo bisogno di avanzare senza paura ed essere pronti a dare il massimo. Non potrà mai emergere un vero campione della propagazione del Buddismo tra coloro che sono indecisi e mancano di uno spirito pionieristico.
«Se gli attuali responsabili giovani smettono di cercare di crescere e svilupparsi, la Soka Gakkai andrà a decadere. Kosen-rufu è uno sforzo continuo per “pionieri della frontiera inesplorata”. Non dobbiamo aspettarci che sia un’impresa facile. Coloro che sono egoisti, codardi, di debole entusiasmo, negligenti o disonesti indeboliscono il loro potenziale. In tutto quello che facciamo, compresa la propagazione e i consigli nella fede, la vittoria si ottiene affrontando con tutte le nostre forze ogni compito che abbiamo davanti. Buttiamoci a capofitto nel sostenere ogni singolo membro, con sincerità e con tutto il cuore. Questo è il comportamento di un vero campione».
Il nostro impegno sincero per kosen-rufu si esprime nello sforzo che mettiamo per migliorare la nostra vita.
Shin’ichi continuò a parlare con Norio Shiba: «Toda attribuiva un grande valore ai giovani e lo faceva con molto affetto. Il viaggio per kosen-rufu è lungo. Si tratta di una impresa imponente, che si estenderà per generazioni. Ecco perché dobbiamo sostenere i giovani successori. Come responsabile di prefettura è fondamentale che lei si dedichi a questo compito. La Soka Gakkai ha continuato a progredire nel corso degli anni, perché abbiamo aiutato i giovani a crescere. Dal giorno in cui sono stato nominato presidente della Soka Gakkai, all’età di trentadue anni, ho riversato tutte le mie energie a incoraggiare i giovani».
Uno dei responsabili domandò a Shin’ichi: «Su cosa bisogna puntare per far crescere i giovani?».
«Questa è una buona domanda. Io ho sempre preso l’iniziativa di parlare con i giovani e di incoraggiarli. I responsabili non devono essere presuntuosi e distaccati, né tantomeno essere individui che ignorano i giovani. Dovrebbero invece intervenire con un atteggiamento aperto e disponibile. Per esempio, se un giovane si precipita dal lavoro, ma arriva solo quando la riunione di discussione sta giungendo al termine, dovremmo incoraggiarlo con tutto il cuore dicendogli: “Grazie per essere venuto. Deve essere stato parecchio difficile venir via dal lavoro. Sei stato bravo! Dai, continua a fare del tuo meglio!”. Allora la persona si sentirà rassicurata e deciderà di partecipare anche al meeting successivo.
«Ma se lo guardiamo con un’espressione che trasmette solo: “Come ti permetti di arrivare così tardi?!” e poi non gli rivolgiamo nemmeno la parola, egli non vorrà tornare alla riunione successiva. La lode è un aspetto fondamentale per incoraggiare qualunque persona». Tutti annuirono in maniera esplicita.
«Inoltre, pur sostenendo e abbracciando i giovani, io ho affidato loro grandi responsabilità, perché la miglior maestra è l’esperienza. E anche nel caso in cui i membri della Divisione giovani non riuscivano o sbagliavano, io mi assumevo la piena responsabilità di tutto».
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«È cruciale che i successori della Divisione giovani acquisiscano tanta esperienza nella propagazione di questo Buddismo. La Soka Gakkai è nata come un’organizzazione dedita allo shakubuku, per realizzare il testamento di Nichiren Daishonin, cioè la realizzazione di kosen-rufu. I successori Soka, i giovani, devono essere incoraggiati a diventare campioni imbattibili nella propagazione, altrimenti la Gakkai non avrà un futuro».
Scrive il Daishonin: «Da quando sono nato a oggi, io, Nichiren, non ho avuto un momento di tregua: ho solo pensato a propagare il Daimoku del Sutra del Loto» (RSND, 1, 857). La grande strada della fede buddista consiste nel dedicare la propria vita alla propagazione facendo proprio questo spirito. Gli anziani nella fede non solo devono incoraggiare i più giovani a parlare di Buddismo alle altre persone, ma è anche importante che spieghino loro l’importanza della propagazione in maniera approfondita e da tanti punti di vista. Shakubuku è un aspetto fondamentale per conseguire la Buddità in questa esistenza, una condizione contraddistinta da una assoluta felicità. Il Daishonin afferma: «Chi recita anche una sola parola o una sola frase del Sutra del Loto e ne parla a un’altra persona è l’inviato del Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti» (RSND, 1, 294). Nichiren dichiara altresì: «Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne: se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku» (RSND, 1, 341). Se recitiamo Daimoku e propaghiamo il Buddismo, colleghiamo la nostra vita a quella del Budda e adempiamo così la funzione di inviati del Budda, vivendo come Bodhisattva della Terra. In altre parole, attraverso questo cammino della pratica per sé e per gli altri, si sprigionerà il potere del Budda da dentro di noi e pulserà nel nostro cuore lo stato vitale dei Bodhisattva della Terra. Saremo traboccanti di gioia, avremo l’irrefrenabile desiderio di aiutare gli altri esseri viventi e la nostra vita cambierà.
Così facendo, portiamo avanti la nostra rivoluzione umana e trasformiamo il nostro karma, in modo da costruire una condizione vitale di assoluta felicità. Introdurre gli altri al Buddismo del Daishonin, oltre a rappresentare la pratica della massima compassione, consente di risolvere le sofferenze a un livello più profondo e indica la via per raggiungere uno stato di felicità indistruttibile. Questa è sicuramente l’azione più nobile che possiamo fare per permettere anche ad altre persone di sperimentare i benefici ed è anche l’azione per conseguire il bene supremo. Così si potranno creare delle vere amicizie e legami eterni di amore familiare. Sostenere i giovani crea un brillante futuro. Questo è il motivo per cui Shin’ichi aveva parlato della Divisione giovani così dettagliatamente ai responsabili di prefettura. «È molto importante, non solo per la propagazione, ma per tutte le attività, chiarire bene l’obiettivo, senza stancarsi di ripeterlo alle persone interessate. Questo consentirà a tutte loro di tirar fuori il proprio potenziale, facendole progredire senza allontanarsi dal cammino che hanno intrapreso. Tuttavia, è fondamentale rendersi conto che non possiamo semplicemente spiegare ai giovani – che non hanno grande esperienza nello shakubuku – il significato della propagazione, incoraggiandoli a fare del loro meglio, e aspettarsi che riescano subito nel loro intento. Tuttora sono ancora tante le persone che non si sentono capaci di farlo. Con il nostro esempio dobbiamo mostrare loro come parlare agli altri di Buddismo. Un modo efficace è che gli anziani nella fede, i membri delle Divisioni uomini e donne, raccontino la propria esperienza di come hanno trasmesso il Buddismo ad altre persone.
«È anche necessario di tanto in tanto andare insieme ai giovani, quando parlano agli altri di Buddismo tramite il nostro esempio mostrare loro come fare. Dando loro la possibilità di osservarci in azione, penseranno: “Capisco. Ecco come si fa. Posso farlo anch’io. Ci voglio provare!”. Quando la gente pensa che una determinata cosa è oltre le proprie capacità, esiteranno ad agire. Ma se pensano di essere capaci di fare qualcosa, si attiveranno». Come scrive il Daishonin: «Insegnare qualcosa a un altro è come oliare le ruote di un pesante carro così che possano girare, o come far galleggiare una barca sull’acqua così che possa procedere senza difficoltà» (RSND, 1, 963). L’incoraggiamento e la guida personale servono a identificare la cosa che ci frena, a rimuovere l’ostacolo e a risvegliare il nostro coraggio.
«Quando i giovani si impegnano a diffondere il Buddismo, dovremmo appoggiarli totalmente e sostenerli in modo tale che essi possano riuscirvi. E anche se non dovessero ottenere subito una vittoria, se li lodiamo per avere piantato comunque il seme per un successo futuro, questo darà loro una grande fiducia in se stessi. Questa fiducia è la forza trainante per la loro crescita. I giovani si sviluppano rapidamente se vengono incoraggiati. Cresceranno rapidamente come i germogli di bambù».