“Impariamo da La nuova rivoluzione umana” è un podcast de Il Nuovo Rinascimento.
Con le puntate di questo podcast ripercorreremo tutti i trenta volumi che compongono l’opera.
Online la trentesima puntata del podcast che parla del ventinovesimo volume de La nuova rivoluzione umana, a cura di Giulio Forges Davanzati e Massimiliano Garrone.
Musica e montaggio a cura di Massimiliano Mascaro e Francesco Mancuso.
Di seguito la trascrizione della trentesima puntata
Max: Bentrovati e bentrovate con questo nuovo appuntamento del nostro podcast! Ciao Giulio!
Giulio: Ciao Max! Pronti per il nostro focus sul ventinovesimo volume?
Max: Certo! Ci troviamo tra ottobre 1978 e febbraio 1979 quando la Soka Gakkai stava affrontando una raffica di critiche da parte di alcuni preti della Nichiren Shoshu. Shin’ichi Yamamoto, sulla base di questi eventi, pensò alla persecuzione di Atsuhara del 1279, quando alcuni seguaci del Daishonin subirono attacchi ed intimidazioni da parte del vice capo del tempio Tendai, intimorito dalle loro fruttuose attività di propagazione.
Giulio: Queste ostilità ebbero fine con l’arresto di alcuni contadini seguaci del Daishonin, tra i quali spiccavano Jinshiro, Yagoro e Yarokuro, accusati ingiustamente e successivamente giustiziati poiché, anche di fronte alla morte, si rifiutarono di abbandonare la loro fede. Alla luce di questo episodio Shin’ichi giurò che una situazione simile non si sarebbe mai più ripetuta e che se fosse stato necessario avrebbe sacrificato la sua vita in nome di kosen-rufu, fermamente deciso a schierarsi in prima linea per proteggere i compagni di fede.
Max: Shin’ichi si immerse in una profonda riflessione. Scrive: «Lo sviluppo della Gakkai e la grande espansione del movimento di kosen-rufu nel dopoguerra si sono potuti realizzare unicamente grazie al maestro Toda e ai compagni di fede che hanno fatto proprio lo spirito di “propagare la Legge a costo della vita».
Giulio: È proprio così! Grazie a Sensei Ikeda siamo stati in grado di aprire le porte all’attuale epoca di kosen-rufu mondiale. I suoi sforzi per portare avanti lo spirito dei presidenti Makiguchi e Toda di prendersi cura e incoraggiare ogni singola persona e di non lesinare la propria vita per propagare la legge, ci incoraggiano ogni giorno a non arrenderci mai di fronte alle avversità.
Max: E parlando di determinazione e di “propagare la legge a costo della vita” sempre nel primo capitolo di questo volume si legge: «Solo consolidando dentro di noi questa condizione vitale di eternità, felicità, vero io e purezza possiamo manifestare la vera “felicità in questo mondo”. In sintesi: «La consapevolezza di “propagare la Legge a costo della vita” significa decidere che lo scopo fondamentale della propria esistenza è kosen-rufu e dimostrare, attraverso l’atteggiamento e il modo di vivere, la prova concreta del potere del Gohonzon e la verità di questo Buddismo, non solo per interesse personale, ma per poterlo trasmettere agli altri».
Giulio: Ci spostiamo poi nel 1978, anno in cui Shin’ichi viaggiò in dieci regioni del Giappone, dall’isola di Hokkaido fino alla regione del Kyushu, viaggi durante i quali compose trenta canzoni per i vari gruppi della Soka Gakkai. Nonostante fosse stato “un anno estremamente movimentato e tempestoso” in cui i membri affrontarono la prima questione con il clero, egli riuscì in quell’anno “a costruire una nuova storia” e a perseverare e proteggere fino alla fine la fiaccola della Soka.
Max: Esattamente. Ovunque andasse, Shin’ichi sottolineava l’importanza di tornare al punto di partenza, basare la propria vita sulla fede nel Gohonzon, recitare Daimoku qualsiasi cosa accada. Spiegava inoltre che un responsabile dovrebbe essere in grado di “alimentare la fede di tutti i membri, ricercando i consigli di compagni con più esperienza di pratica con una forte fede, stimolarsi a migliorare insieme e continuare sempre a crescere”. Fino a che punto un responsabile può ispirare i propri compagni di fede ad agire per kosen-rufu? Fino a che punto può impegnarsi insieme ai membri per far avanzare il nostro movimento? Durante i suoi viaggi di incoraggiamento Shin’ichi sottolineava con tutti coloro che incontrava che questa è la missione di un responsabile, esortandoli a comportarsi con tale consapevolezza e senso di responsabilità.
Giulio: Il terzo capitolo del ventinovesimo volume, “Fresco rinnovamento”, è ambientato all’inizio del 1979. Dopo aver compiuto un grande progresso l’anno precedente, Shin’ichi salutò il nuovo anno con la rinnovata determinazione di avanzare ulteriormente. Il 1979 fu l’anno che concludeva il primo ciclo delle “sette campane” e rappresentava inoltre «un importante punto di partenza per il movimento di kosen-rufu».
Dato che sarebbe stato il suo ventesimo anno come presidente della Soka Gakkai, e le basi di kosen-rufu in Giappone erano sempre più solide, Shin’ichi decise di concentrare i propri sforzi nello sviluppo di kosen-rufu mondiale. Partì con un nuovo slancio, visitò a febbraio Hong Kong e l’India. In piedi sulle rive del fiume Gange, l’11 febbraio – il compleanno del suo maestro – egli dichiarò nel profondo del suo cuore: «Maestro, io vado avanti, aprirò il grande sentiero di kosen-rufu come lei ha affermato, il mondo sarà il mio palcoscenico! Osservi la lotta coraggiosa del suo discepolo!». Successivamente determinò davanti alla fotografia del presidente Toda che portava sempre con sé di intraprendere una grande lotta per kosen-rufu.
Un «importante punto di partenza per il movimento di kosen-rufu» inizia dal discepolo che formula un voto al suo maestro.
Come descritto nel quarto capitolo, “Flusso originario”: «Dal maestro al discepolo, e ancora ad altri discepoli. La realizzazione di kosen-rufu è possibile solo attraverso la trasmissione di questo voto, e di quest’azione concreta»
Max: È proprio così Giulio. Il dialogo è alla base di tutto, come era già stato descritto nel ventunesimo volume, dove venivano riportati alcuni dialoghi di Shin’ichi con figure di spicco di tutto il mondo tra il 1978 ed il 1979 tra cui l’incontro con il dottor John Kenneth Galbraith, economista e professore emerito all’Università di Harvard avvenuto nell’ottobre del 1978: argomento del loro dialogo fu la natura della certezza e dell’incertezza. Shin’ichi chiese al suo interlocutore quali fossero i princìpi guida che l’umanità avrebbe dovuto seguire in un’epoca di incertezza. Galbraith affermò che tutti gli sforzi umani devono essere costantemente modificati e corretti se devono servire al loro scopo di rendere la vita umana più sicura, pacifica e saggia. Shin’ichi gli rispose condividendo la propria convinzione: «Per sviluppare la capacità di dare giudizi precisi è fondamentale volgere i propri sforzi alla crescita, al miglioramento e all’elevazione spirituale».
Giulio: Nel gennaio 1979, Shin’ichi incontrò anche il dottor Bryan R. Wilson, un sociologo dell’Università di Oxford, con cui ebbe uno scambio di opinioni sulla missione e il ruolo della religione nel futuro. Nel terzo capitolo “Fresco rinnovamento” Shin’ichi riaffermò la sua personale convinzione che la religione dovrebbe esistere esclusivamente per consentire alle persone di diventare felici e creare una società prospera e un mondo pacifico.
Il suo dialogo con il dottor Wilson sulla ragion d’essere della religione continuò tramite corrispondenza. Successivamente, i due si incontrarono in diverse occasioni, sia in Giappone che in Europa. In quanto privato cittadino e buddista dedito a percorrere il cammino dell’umanesimo, Shin’ichi si impegnava a costruire ponti di dialogo tra le differenze di natura religiosa e ideologica. Promuovere il dialogo è infatti la vera missione di coloro che si definiscono buddisti. Nel testo leggiamo: «Solo attraverso il dialogo, una religione continua a vivere brillando nel suo compito di rivitalizzare le persone».
Max: In quest’epoca di incertezza, in cui è difficile prevedere cosa ci riserverà il futuro, mentre la società globale si sforza di trovare un equilibrio, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per star vicino a coloro che stanno lottando: impegniamoci nei dialoghi e facciamo brillare la “luce della rivitalizzazione”. Questo è il momento di manifestare il vero potenziale della nostra rete Soka.
Giulio: Che meraviglia! Con queste parole siamo arrivati alla fine del nostro appuntamento. Grazie Max
Max: Grazie a te Giulio e grazie a tutti e tutte voi. Ci risentiamo qui tra due settimane sempre con il podcast di Il Nuovo Rinascimento.
