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La tartaruga da un occhio solo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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La tartaruga da un occhio solo

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Occhio Solo era una bella tartaruga e ogni tanto ricordava, con nostalgia, l’immensa spiaggia e il buio caldo e piacevole dell’uovo e quando aveva cominciato a stiracchiare le zampe, ad allungare la testa e a muovere la codina. Finché, aperta una fessura nel guscio, ecco la voglia matta di arrancare nella sabbia asciutta con un centinaio di sorelline.
Insieme avevano scavato tunnel lunghissimi per arrivare in superficie. Ma, all’aria aperta, durante la corsa sfrenata, era andata a sbattere su un grande sasso, un dolore fortissimo le aveva tolto il respiro. Si era ripresa e finalmente si era gettata nel mare infinito.
Qualcosa però era cambiato, se ne accorse in acqua quando al suo fianco sentì una voce senza riuscire a vedere di chi fosse: aveva perso la vista a un occhio! La sua amica la consolò spiegandole che erano fortunate ad essere sopravvissute, la maggior parte di loro erano state mangiate da vari mostri. Dopo molti giorni raggiunse il paradiso delle tartarughe, una grande cavità dell’oceano, perennemente riscaldato da una corrente di acqua calda. Purtroppo la sua amica non ce l’aveva fatta: divorata da un orribile mostro d’argento, la medusa.
Occhio Solo rimase in quel mondo di tranquilla serenità finché non si accorse di essere enormemente cresciuta. Ed ecco una nuova nostalgia: poco tempo prima si era accoppiata e ora aveva bisogno di allontanarsi da quell’angolo di mare profondo e rassicurante. Doveva tornare alla spiaggia natale per deporre le uova nella sabbia bianca. Il viaggio fu lungo ma facile: tutto il suo istinto la guidava senza fatica.
Trovò la spiaggia, ma percorrerla fu estremamente faticoso. Arrancava impacciata con le sue grandi pinne. Arrivata nel punto giusto, scavò una buca e vi depose un centinaio di minuscole uova. Estenuata riprese il suo tragitto verso il mare. In quel breve percorso sentì un richiamo: era una medusa rimasta insabbiata, le chiedeva aiuto. Voleva tornare al mare. Occhio Solo rifiutò: lei odiava quelle come lei perché mangiavano le piccole tartarughe indifese. La medusa allora le spiegò il ciclo della vita e di come, le meduse stesse, contribuivano all’equilibrio del pianeta Terra assorbendo il carbonio che inquina l’atmosfera.
Occhio Solo si convinse e la fece salire sul suo grande guscio. Una volta raggiunto il mare la medusa disse alla tartaruga: «So come ti senti: ora la tua pancia scotta come un ferro rovente, mentre il tuo guscio è freddo come le Montagne Nevose». «Sì, rispose Occhio Solo, desidero tanto raffreddare la pancia e scaldare il dorso». «Ecco, io ti posso aiutare: vicino a quest’isola c’è una laguna dove spesso galleggiano tronchi di sandalo. Ne puoi trovare uno con all’interno una cavità e lì salire per riposarti».
«Per me è impossibile percorrere strade nuove, il mio unico occhio non mi aiuta nell’orientamento». Così la piccola medusa guidò la grande tartaruga fino a un tronco che aveva un foro della grandezza perfetta, tale e quale la pancia di Occhio Solo.
L’amica azzurrina faticò non poco a convincere la tartaruga ad entrarvi.
E finalmente Occhio Solo sperimentò la gioia della vita: con il sole che le scaldava il guscio e il mare che le rinfrescava la pancia.
Le due infine si salutarono e le loro strade si divisero di nuovo.
Ecco come grandi nemici possono trasformarsi in buoni amici.

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