Nel rapporto fra i discepoli di Nichiren e la comunità nella quale vivono, si trova il significato di “iniziare il movimento di kosen-rufu con una singola persona” . I discepoli sono “gli inviati del Budda” di cui si parla nel Sutra del Loto
«Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia. I semi della Buddità germogliano in risposta alla causa esterna; perciò si espone l’unico veicolo» (Le proprietà del riso, RSND, 1, 991)
Dove ha inizio il movimento di kosen-rufu? Dalla nostra comunità.
E sarà attraverso le forti preghiere e le azioni mirate allo sviluppo della nostra comunità e alla formazione di persone capaci all’interno di essa che l’espansione del movimento di kosen-rufu potrà realizzarsi sicuramente. Josei Toda disse: «L’importante è sentire dove poggiamo i piedi. Qualunque cosa possa accadere, non dobbiamo mai perdere la calma, il contatto con la realtà e, tenendo alto il vessillo della Legge mistica, dobbiamo sempre rimanere ben radicati al suolo e mantenere una visione realistica delle cose».
In questo Gosho, Le proprietà del riso, Nichiren Daishonin insegna che il movimento di kosen-rufu inizia da una singola persona che vive all’interno di una comunità: «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia. I semi della Buddità germogliano in risposta alla causa esterna; perciò si espone l’unico veicolo».
È un brano importantissimo e famoso. Si ritiene che la lettera sia indirizzata a Takahashi Rokuro Hyoe Nyudo, ma le opinioni a questo proposito sono divergenti. Infatti, esiste anche l’ipotesi che fosse rivolta a un credente laico che svolse un ruolo centrale nella propagazione del Buddismo in un periodo che va dall’era Kenji (1275-1278) all’era Koan (1278-1288).
In quel periodo, nel distretto di Fuji i seguaci del Daishonin, guidati da Nikko Shonin, si stavano impegnando con energia nell’attività di propagazione. Chi era al potere cominciò a perseguitarli e l’esempio più spietato fu la persecuzione di Atsuhara, nel 1279. Si suppone che la lettera sia stata inviata nel periodo in cui l’oppressione si faceva più violenta. Per “provincia” il Daishonin intende tutte le comunità dove vivevano i suoi fedeli. Dicendo: «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia», affidava ai suoi discepoli un incarico di enorme responsabilità: quelle parole estremamente fiduciose del maestro, che in pratica diceva “conto su di voi”, sicuramente saranno state per loro uno sprone potente a rialzarsi con coraggio e lottare per kosen-rufu.
Questo è il profondo affiatamento che esiste tra il maestro e il discepolo: un legame inconcepibile per i preti arroganti, vissuto invece quotidianamente dai membri della Soka Gakkai che si adoperano per la felicità della gente. I discepoli coraggiosi che fanno proprio il cuore del maestro e prendono coscienza della missione individuale sono i veri leader di kosen-rufu nelle rispettive comunità.
Nel brano precedente a questo il Daishonin loda la fede di chi, pur immerso in gravi difficoltà, aveva deciso di percorrere coraggiosamente fino in fondo la via di maestro e discepolo, e scrive: «Può essere che il Budda Shakyamuni o i Bodhisattva della Terra siano entrati nel tuo corpo?» (Ibidem).
Il Budda Shakyamuni o i Bodhisattva della Terra non esistono in qualche luogo remoto, ma si manifestano nella nostra vita quando, in circostanze critiche, decidiamo di far sgorgare con coraggio il potere della fede.
Nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto “Esortazione alla devozione” si legge: «Saremo gli inviati dell’Onorato dal Mondo e affronteremo le moltitudini senza paura» (SDL, 255). Noi stiamo lottando per la causa di kosen-rufu in qualità di inviati del Budda: non dobbiamo quindi lasciarci intimidire da nessuno. Questa dichiarazione, in cui si afferma che in qualità di inviati del Budda possiamo avanzare a testa alta propagando la Legge mistica, ci riempie d’orgoglio. Una persona che percorre la via di maestro e discepolo non conosce timore nella vita. Dobbiamo quindi avere sempre fiducia in noi stessi ed essere risoluti nelle azioni.
Sempre nel Sutra del Loto, nel capitolo “Emergere dalla terra”, si racconta che i Bodhisattva della Terra apparvero sul «suolo di migliaia di milioni di paesi del mondo di saha» (SDL, 280). Il mondo di saha è il mondo in cui gli esseri umani vivono affrontando dolori e sofferenze. La Legge buddista non esiste in qualche luogo remoto, lontano dalla realtà della società. I Bodhisattva della Terra appaiono sicuramente nel paese, nella comunità, in cui essi adempiono alla loro missione.
Seguendo la giusta orbita tracciata dal Sutra del Loto, i maestri e i discepoli della Soka Gakkai hanno sempre portato avanti l’ideale di kosen-rufu, ovvero il desiderio ultimo del Daishonin e di Shakyamuni.
Nei centri, capitoli, settori e gruppi, i nostri compagni di fede della Soka Gakkai che continuano a dedicare i loro sforzi alla felicità dei loro amici e alla prosperità delle loro comunità, sono i veri artefici di kosen-rufu che hanno ricevuto dal Budda originale Nichiren Daishonin un incarico: «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia» e contribuiscono all’adozione e alla diffusione dell’insegnamento corretto.
Sono assolutamente sicuro che non esista vita più ricca. Voi tutti state infatti percorrendo un grandioso cammino, dove la “missione equivale (soku) alla gloria” e la “responsabilità equivale (soku) alla buona fortuna”: una vita che nessun’altra ricchezza, nessun potere, possono eguagliare. Coloro che pregano per la salute e la felicità dei loro amici, che corrono a incoraggiare le persone quando sono in difficoltà, che si assumono la piena responsabilità delle attività, che sono sempre pronti a sostenere la comunità che amano mettendo da parte le preoccupazioni individuali, che lottano e si sforzano per propagare la Legge mistica ben radicati nei luoghi in cui si trovano, sono le persone di maggior valore. Non prendersi la responsabilità delle comunità in cui si vive e scaricare sugli altri ciò che non si ha voglia di fare, sono invece atteggiamenti che contraddicono lo spirito buddista.
È fondamentale riflettere sul modo migliore di incoraggiare una persona della nostra comunità, su come far conoscere il Buddismo a una persona nuova. Ai responsabili di centro, capitolo, settore, gruppo e a tutti i nobili e preziosi amici della Soka Gakkai che avanzano con la forza dello spirito di non dualità tra maestro e discepolo, mia moglie e io porgiamo la massima espressione di rispetto e gratitudine. Ogni mattina e sera recitiamo Daimoku con impegno, per ognuno di voi.
Piantare i semi della Buddità
La frase del Daishonin «i semi della Buddità germogliano in risposta alla causa esterna» contiene un insegnamento profondo per riuscire a realizzare kosen-rufu nella società. La via che porta alla felicità, “il conseguimento della Buddità in quest’esistenza” della persona a cui stiamo parlando di Buddismo, inizia prima di tutto dal dialogo durante il quale piantiamo i semi della Buddità. Questa è l’azione concreta attraverso la quale adempiamo al voto che abbiamo formulato al Budda. Le azioni compiute in questo senso porteranno gli ambasciatori di kosen-rufu a creare cause esterne che aiuteranno un numero sempre maggiore di persone a risvegliarsi alla Legge mistica stabilendo un legame con il Buddismo.
Il pensiero umano muta a ogni istante, a seconda della causa esterna. Nel Gosho Nichiren spiega che «una singola persona, nel corso di un singolo giorno, ha otto milioni e quattromila pensieri» (WND, 2, 307). Le influenze negative ci portano a manifestare condizioni vitali basse, mentre le influenze positive fanno apparire stati vitali meravigliosi. È fondamentale che diventiamo noi stessi potenti cause esterne capaci di risvegliare e attivare la Buddità delle persone a cui parliamo. La voce svolge il lavoro del Budda. «Buongiorno!», questo saluto che i nostri amici “senza corona” scambiano ogni mattina con le persone che incontrano mentre distribuiscono a domicilio il giornale Seikyo può provocare ondate di gioia e freschezza che si propagano nelle città.
Le voci del Budda, che risuonano dal mondo di Buddità dei nostri compagni di fede, basate sulla preghiera e su una forte convinzione, espressione a volte della preoccupazione per la salute degli amici o del desiderio di crescere insieme nella fede, contribuiranno a tessere legami con un numero sempre crescente di persone.
Questo comportamento permetterà sicuramente a chi ascolta la voce del Budda di stabilire un legame con il Buddismo. Anche se ci può sembrare che la persona che abbiamo di fronte reagisca in maniera diversa da come ci saremmo aspettati, e non voglia ascoltare quello che diciamo, nel profondo della sua vita il seme della Buddità viene comunque piantato. Come l’inverno si trasforma in primavera, così col passare del tempo, grazie alla nostra pratica per sé e per gli altri, sbocceranno sicuramente bellissimi fiori di felicità.
È proprio come dice il Daishonin: «[anche se una persona dovesse cadere nell’inferno] poiché ha ascoltato il Sutra del Loto che conduce alla Buddità, ha ricevuto il seme e sicuramente diventerà un Budda» (RSND, 1, 784). Perciò, innanzitutto bisogna rafforzare noi stessi. Qualunque sia la reazione della persona con cui parliamo, noi possiamo diventare delle “cause esterne” e volgere energicamente la sua vita in direzione della felicità. Questa è la forza del Budda. Non bisogna lasciarsi trascinare dalle debolezze, dalle lamentele delle persone. Siamo noi che dobbiamo trascinarle, con il nostro atteggiamento deciso e risoluto.
Josei Toda insegnava: «Per coloro che con coraggio e sincerità incontrano persone per propagare la Legge mistica e per aiutarle a stabilire un legame con il Buddismo, sicuramente, in futuro, quelle stesse persone diventeranno alleati che a loro volta li proteggeranno e li sosterranno».
I legami intessuti attraverso il Buddismo di Nichiren sono eterni. Il Daishonin insegna nel Gosho che «perciò si espone l’unico veicolo» (RSND, 1, 991). Quando giunse il momento, il Budda decise di abbandonare l’insegnamento transitorio (Hoben) ed espose l’unico veicolo per il conseguimento della Buddità. Tutti noi, che abbiamo ereditato lo spirito del Budda, non dobbiamo avere esitazioni nelle nostre attività. Con grande sicurezza, infatti, dobbiamo parlare al maggior numero possibile di persone della via più nobile che possa esistere per l’essere umano, quella che consente di dischiudere lo sconfinato stato vitale del Budda di cui ognuno è originariamente dotato.
Fin da quando ero giovane, approfondendo questo Gosho, ho sempre considerato la comunità di cui ero responsabile come la terra della missione affidatami direttamente dal Daishonin. Pensando in questo modo, ho sempre avuto la forza di fare le azioni che servivano. Mi sono sempre assunto tutte le responsabilità che mi sono state affidate. Mantenendo un legame diretto con Makiguchi e Toda, maestri di kosen-rufu, ho continuato incessantemente a pregare, agire e dialogare, determinando di realizzare nella terra della mia missione un’espansione senza precedenti del movimento di kosen-rufu.
In tutte le cose il primo passo fondamentale è la preghiera sincera davanti al Gohonzon. Il Gohonzon è stato iscritto per permetterci di conseguire la vittoria. Questa è sempre stata la mia grande convinzione. In ogni luogo dobbiamo lottare per trasformare la comunità e “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”.
Non dobbiamo appoggiarci agli altri. L’unico modo per realizzare questi obiettivi è assumerci l’intera responsabilità e lottare fino in fondo con tenacia e perseveranza.
Coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo con la determinazione di vincere a ogni costo nel luogo della propria missione e che, mentre affrontano sofferenze e preoccupazioni promuovono il dialogo con un numero sempre maggiore di persone, sono i veri campioni di kosen-rufu, e attraverso ogni loro battaglia attiveranno sicuramente le funzioni protettive delle divinità buddiste, di tutti i Budda e bodhisattva.
Kosen-rufu a livello mondiale rimarrà un obiettivo irrealizzabile se non ci si impegna nel luogo in cui si vive, nella propria comunità.
In prima persona
Da un paese come il Giappone, in cui dilagano le offese alla Legge, siamo riusciti ad aprire la via al conseguimento di kosen-rufu in tutto il mondo proprio perché, senza alcun timore e senza lesinare la vita, ho dedicato tutti i miei sforzi alla propagazione della Legge.
Tenendo stretta una fotografia del mio defunto maestro, il 2 ottobre 1960 partii per un viaggio che diede inizio a kosen-rufu nel mondo. Il 26 gennaio 1975, in occasione della fondazione della SGI, dissi ai rappresentanti di vari paesi riuniti a Guam: «Vi prego di condurre le vostre preziose esistenze senza pensare ai successi personali, spargendo in tutto il mondo i semi della pace attraverso la propagazione della Legge mistica. Anch’io farò la stessa cosa!». Questa fu la ferma determinazione dei pionieri di kosen-rufu.
È proprio grazie a quei pionieri che insieme a me hanno lottato fino in fondo con questo spirito che oggi la SGI è diventata una grande rete di solidarietà.
Anche nel momento in cui hanno subìto le calunnie e le offese descritte nel Gosho, questi leader che vivono sentendo la passione e l’orgoglio di propagare la Legge mistica, non si sono mai lasciati sconfiggere. Qualunque difficoltà abbiano incontrato sul loro cammino si sono sempre guadagnati coraggiosamente la fiducia delle persone, ripetendo con fermezza nel proprio cuore «tuttavia non sono scoraggiato» (RSND, 1, 664).
Il senso di responsabilità e di missione che deriva dal propagare la Legge mistica sono la prova che una persona è un devoto del Sutra del Loto capace di mettere in atto le parole del Daishonin «affido a te la propagazione del Buddismo».
Oggi i legami con il Buddismo del Daishonin si sono moltiplicati in tutto il mondo, creando una corrente di interesse senza precedenti nei confronti dell’insegnamento buddista. Alla guida di questo movimento ci siete tutti voi.
Nel corso dei miei viaggi in Giappone o all’estero, ho sempre pregato determinando che il Daimoku riuscisse a impregnare la terra di ogni luogo in cui mi recavo. Il Daimoku recitato con forte determinazione può propagarsi come un’onda in ogni angolo di un paese. Ogni passo fatto per allargare la cerchia delle nostre amicizie contribuisce all’espansione dei legami con il Buddismo del Daishonin.
La felicità e i benefici che assaporeremo saranno tanto più grandi quanto maggiori saranno gli sforzi e le difficoltà che affronteremo in questo cammino. La fortuna che otterremo porterà alla vittoria e alla prosperità dei nostri familiari e successori.
Nobili compagni, Bodhisattva della Terra, “emergete” anche oggi pieni di energia ed entusiasmo, con uno stato vitale che vi faccia risplendere della sua forte luce! Come ambasciatori della Soka Gakkai, diffondete con gioia il vento del dialogo, che porterà a stabilire nuovi legami con il Buddismo.