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La sintesi delle lezioni del Corso europeo di studio giovani 2023 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:54

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La sintesi delle lezioni del Corso europeo di studio giovani 2023

In questo articolo presentiamo la sintesi delle due lezioni tenute durante il corso: una sul Gosho “Lettera da Sado” (trasmessa anche in diretta streaming nel pomeriggio di domenica 27 agosto) e una incentrata sulla figura di Nanjo Tokimitsu, discepolo di Nichiren Daishonin che rappresenta un fulgido esempio di giovane successore

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Giovani, vincete con il “cuore del re leone!”

Di seguito una sintesi della prima lezione tenuta durante il Corso europeo di studio giovani 2023 sul Gosho Lettera da Sado, in cui Nichiren incoraggia i suoi discepoli a sviluppare un cuore di leone, a vincere sul loro karma superando ogni difficoltà e a diventare felici.
La lezione è stata tenuta anche in diretta streaming in tutta Italia nel pomeriggio di domenica 27 agosto

Lettera da Sado è considerato il “Gosho della Soka Gakkai”, poiché è uno scritto che i tre presidenti fondatori Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda hanno inciso profondamente nei loro cuori. 
Il maestro Ikeda afferma che anche da giovane, nei momenti più difficili, leggeva e rileggeva questo Gosho. Perché è così importante? 
In questa lettera scritta dall’isola di Sado, dove si trovava in esilio, è infuso il cuore di Nichiren Daishonin, il suo desiderio di proteggere l’insegnamento corretto del Buddismo con lo spirito di non lesinare la propria vita. Egli incoraggia i suoi discepoli che stavano affrontando aspre persecuzioni spiegando loro alcuni principi fondamentali come il “cuore del re leone” e la “trasformazione del karma”, con la ferma determinazione che nessuno di loro abbandonasse la fede. E questo stesso spirito è stato ereditato dai tre presidenti fondatori della Soka Gakkai: è lo spirito della lotta condivisa di maestro e discepolo.

«Perciò vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera», scrive il Daishonin (Lettera da Sado, RSDN, 1, 272)

I discepoli di Kamakura devono aver ricevuto questa lettera da Sado come un raggio di luce nell’oscurità, e si saranno riuniti più volte per rileggerla insieme.
Percependo il risoluto ruggito di leone del loro maestro, che non si arrendeva di fronte a nessuna difficoltà per affermare la verità e la giustizia, risposero al suo appello risvegliando una fede coraggiosa e facendo emergere a loro volta il “cuore del re leone”, determinati a lottare al suo fianco.
Questo è lo stesso spirito che i maestri Makiguchi e Toda hanno fatto rivivere impegnandosi nella lotta condivisa di maestro e discepolo durante la Seconda guerra mondiale. E portando avanti il loro impegno, Ikeda Sensei ha diffuso ampiamente il movimento di kosen-rufu aprendo il cammino alla realizzazione della pace in ogni parte del mondo.

L’Ultimo giorno della Legge è un’epoca corrotta in cui i valori del Buddismo basati sul rispetto della dignità della vita, che dovrebbe essere il fondamento della società, vengono rovesciati generando caos e confusione. In un’epoca del genere le persone sagge diventano oggetto di persecuzioni. Ma proprio per questo è anche l’epoca di shakubuku, la pratica che rende le persone capaci di discernere l’insegnamento corretto. 
Nel seguente passo il Daishonin dichiara la sua potente determinazione di lottare facendo emergere il “cuore del re leone” per proteggere la Legge, senza lasciarsi intimorire da nessuna persecuzione: 

«Quando un governante malvagio si allea con preti che sostengono insegnamenti errati, per distruggere l’insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità. Così ha fatto Nichiren. Non dico questo per arroganza, ma perché sono animato dalla forte volontà di preservare il corretto insegnamento» (Ibidem, 267)

Sta mostrando attraverso il suo esempio cosa vuol dire portare avanti la pratica buddista nell’Ultimo giorno della Legge e, allo stesso tempo, esorta i discepoli di Kamakura ad affrontare le avversità con la sua stessa determinazione. Quindi non solo mostra ai discepoli la propria condizione vitale, ma li esorta a seguirlo.
Pur partecipando alle sofferenze dei suoi discepoli, spiega loro che l’unico modo per superare tali persecuzioni è far emergere il “cuore del re leone”, proprio come ha fatto lui. Infatti, quando maestro e discepolo condividono lo stesso cuore, divenendo una cosa sola, non c’è ostacolo che non possa essere superato. Le parole «Così ha fatto Nichiren» rappresentano un appassionato appello rivolto ai suoi discepoli. Il presidente Ikeda spiega:

«Il desiderio del re leone – il Budda – è trionfare su ogni tipo di funzione demoniaca e mettere in grado chiunque di realizzare la propria felicità attraverso il grande ruggito che ha il potere di muovere ogni cosa in direzione positiva. Qui il Daishonin insegna che l’essenza di questo ruggito del leone è la lotta condivisa di maestro e discepolo.
Il mio maestro Josei Toda non solo ruggì lui stesso come un leone per difendere apertamente la verità, ma spesso esortava anche i giovani a farlo: “Kosen-rufu è una battaglia verbale, quindi anche voi dovreste parlare instancabilmente!”, “Noi siamo nel giusto, perciò dichiariamo la verità così com’è!”. Kosen-rufu è una lotta spirituale per sconfiggere gli impulsi distruttivi che risiedono nella profondità della vita e ci rendono infelici. […] Il grande ruggito congiunto di maestro e discepolo ci permette di sconfiggere l’oscurità fondamentale o ignoranza e di far emergere con forza la natura fondamentale dell’Illuminazione, o natura del Dharma» (BS, 192, 26)

Nel momento cruciale, chi si ergerà come discepolo per compiere la missione di diffondere la Legge mistica?
Nel capitolo “Esortazione alla devozione” del Sutra del Loto, i Bodhisattva della Terra, i discepoli originali di Shakyamuni, rispondono all’appello del maestro pronunciando il voto solenne di vincere i tre potenti nemici e propagare la Legge mistica per il bene dell’umanità. Questo voto pronunciato dai discepoli è definito nel sutra come “il ruggito del leone”.
In questo caso l’espressione “ruggito del leone”, che originariamente indicava la predicazione del Budda, indica qui, per la prima volta, il voto dei discepoli. Ciò significa che il desiderio del Budda non potrà essere realizzato a meno che i discepoli non si alzino con risolutezza in nome dello stesso voto. Solamente quando i discepoli lottano portando avanti il voto del maestro questo voto diventa eterno. Si tratta di un messaggio fondamentale, il cui spirito permea tutto il Sutra del Loto.
La lotta condivisa di maestro e discepolo è l’altro nome dell’indissolubile legame di maestro e discepolo che condividono lo stesso voto.

Nell’ultima parte di Lettera da Sado il Daishonin incoraggia i suoi discepoli spiegando loro il principio buddista della “trasformazione del karma”:

«Una bella spada si ottiene battendo il ferro incandescente», scrive (RSND, 1, 269)

Quando il ferro viene messo sul fuoco, martellandolo ripetutamente le sue impurità interne affiorano e vengono eliminate. Grazie a questo processo si ottiene un materiale molto più resistente. È un’analogia per indicare come attraverso ostacoli e difficoltà stiamo “martellando” il nostro karma negativo e temprando la nostra vita.
Questo è il principio della “trasformazione del karma” nel Buddismo di Nichiren Daishonin.
Una vita ben temprata può superare qualsiasi difficoltà aprendo le porte a un’esistenza felice e vittoriosa.
Il Daishonin descrive il principio dell’alleggerimento della retribuzione karmica per cui, grazie alla pratica buddista, si ricevono gli effetti del karma negativo formato nel passato in una forma più leggera in questa vita. Ciò significa che credendo nella Legge mistica, proteggendola e insegnandola agli altri possiamo trasformare il nostro karma negativo.
Il maestro Ikeda spiega: 

«Quando il sole sorge, disperde l’oscurità e illumina il mondo. Allo stesso modo, quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo facciamo sì che il sole della nostra Buddità intrinseca dal tempo senza inizio risplenda in noi. Come effetto, l’oscurità dell’ignoranza fondamentale svanisce, il karma passato si trasforma e in noi emerge il potere innato di vincere ogni sofferenza o difficoltà. In quel momento il karma cambia significato. La nostra esistenza segnata dalle sofferenze karmiche compie una trasformazione radicale diventando una vita in cui sfidiamo il karma e dimostriamo l’autentico valore e la dignità dell’essere umano. Questa è l’essenza del Buddismo di Nichiren, che insegna il principio della trasformazione del karma, il fattore chiave per rivitalizzare la nostra esistenza e creare un futuro migliore» (BS, 219, 6)

Questo significa “trasformare il karma in missione”.
Nel corso della vita nessuno può sfuggire alle quattro sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. In particolare in questa epoca attuale in cui si susseguono difficoltà e crisi a livello personale, sociale e globale, i membri della Soka Gakkai in Europa e in tutto il mondo stanno recitando un potente Daimoku, il coraggioso ruggito del leone del maestro e discepolo che lottano insieme condividendo lo stesso obiettivo, nei rispettivi luoghi della propria missione.
Sensei scrive: 

«Proprio perché l’epoca attuale è pervasa da così tanta confusione e incertezza, come membri della Soka Gakkai uniti dal legame di maestro e discepolo “diamo inizio” a un nuovo ruggito del leone e piantiamo ovunque i semi della Legge mistica nel cuore delle persone facendo sbocciare fiori di pace e felicità in tutto il globo» (BS, 192, 28)

Questa è l’essenza della sfida dell’umanesimo Soka, capace di aprire il futuro dell’umanità alla pace e alla felicità.


Insieme al maestro, con lo spirito di non retrocedere mai, viviamo un’esistenza basata sul voto!

La seconda lezione, di cui riportiamo la sintesi, approfondisce la vita di Nanjo Tokimitsu e le guide che Nichiren Daishonin inviò regolarmente al giovane discepolo per sostenerne la crescita. Emergono diversi aspetti cruciali, da fare propri con l’obiettivo di approndire la fede e la missione di diffondere pace e felicità in tutto il mondo

In ogni epoca, i giovani sono i protagonisti e i pionieri di kosen-rufu. Ikeda Sensei ha sempre nutrito grandi speranze nei confronti dei giovani, incoraggiandoli costantemente, e le sue aspettative nei loro confronti stanno diventando sempre più grandi.
Nanjo Tokimitsu incontrò il suo maestro Nichiren Daishonin quando era molto giovane, e da quel momento condusse un’esistenza volta a realizzare il voto di kosen-rufu. In altre parole, Nanjo Tokimitsu iniziò a praticare come membro del Gruppo futuro di oggi. 
Tokimitsu era un samurai e viveva nella prefettura di Shizuoka. Nel 1265, quando aveva sette anni, suo padre Nanjo Hyoe Shichiro morì, e il Daishonin intraprese un lungo viaggio da Kamakura a Ueno per esprimere personalmente le sue condoglianze alla famiglia Nanjo. Fu in quell’occasione che incontrò per la prima volta Tokimitsu. 
Il padre di Tokimitsu aveva mantenuto la fede fino all’ultimo istante di vita, anche mentre lottava contro la malattia. Tokimitsu sviluppò la sua stessa fede risoluta creando un forte legame con Nichiren Daishonin, e così ereditò la fiamma della fede.
All’età di sedici anni, Tokimitsu incontrò nuovamente il Daishonin, che espresse la sua gioia nel vederne la crescita.

In quel periodo Tokimitsu aveva perso anche il fratello maggiore, Shichiro Taro; era dunque diventato il capofamiglia e si era dovuto assumere molte responsabilità come pilastro della famiglia. Perciò il Daishonin lo incoraggia affermando che mantenendo fino in fondo una fede corretta avrebbe potuto illuminare la sua famiglia con la luce dei benefici e della vittoria. Egli scrive:

«Perciò una persona che sostiene il Sutra del Loto sta ripagando il debito di gratitudine verso suo padre e sua madre. E anche se in cuor suo non pensa di riuscire a farlo, può ripagare il proprio debito grazie al potere di questo sutra» (Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine, RSND, 2, 601)            

Abbracciare e sostenere la fede nella Legge mistica è il modo migliore per ripagare il debito di gratitudine nei confronti dei nostri genitori, perché possiamo trasmettere loro la luce della felicità eterna, della Buddità. 

Quando aveva 20 anni, Tokimitsu affrontò con coraggio la “persecuzione di Atsuhara” che infuriava nella sua zona, proteggendo la Legge mistica e i suoi compagni con una fede più forte che mai. In quell’occasione il Daishonin gli scrisse:

«[Oggi ci sono persone che credono nel Sutra del Loto;] la fede di alcuni è come il fuoco, quella di altri è come l’acqua. Quando i primi ascoltano l’insegnamento, ardono di passione come il fuoco, ma, con il passare del tempo, tendono ad abbandonare la fede. Avere fede come l’acqua significa credere sempre, senza mai retrocedere» (I due tipi di fede, RSND, 1, 600)

La “fede come il fuoco” è tipica di persone che quando ascoltano gli insegnamenti buddisti si sentono ispirate a impegnarsi, ma con il passare del tempo perdono l’entusiasmo.Al contrario, la “fede come l’acqua” è una “fede costante”, una “fede che non retrocede mai”, quella di chi continua ad avanzare mantenendo vivo il proprio spirito di ricerca, proprio come l’acqua che scorre senza mai fermarsi. Avere una “fede come l’acqua” significa rafforzare la fede giorno dopo giorno, oggi più di ieri e domani più di oggi, vivere con risolutezza basandosi sul grande voto di kosen-rufu e continuare a «credere sempre, senza mai retrocedere».
Per continuare ad avanzare senza sosta, è importante tornare sempre al “punto di origine della fede” e rinnovare la propria determinazione.Una volta un membro del Gruppo futuro confidò a Ikeda Sensei di non riuscire a mantenere la determinazione per più di tre giorni, e Sensei rispose: «Anche se la tua determinazione dura solo tre giorni, se la rinnovi dieci volte, questo significa che l’avrai mantenuta per trenta giorni, ovvero un mese intero». In altre parole, la capacità di impegnarsi nella pratica senza mai retrocedere dipende dal riuscire a rinnovare costantemente la propria determinazione. Dobbiamo rinnovare sempre la nostra determinazione nella fede, sfidarci e vincere su qualsiasi ostacolo, continuando a crescere e ad andare avanti. Questa è la fede come l’acqua.

Quali sono dunque i requisiti essenziali per superare tali ostacoli e impedimenti e proseguire lungo la grande strada della nostra missione di kosen-rufu?
Il Daishonin scrive:

«Miei discepoli, formulate un grande voto! Siamo molto fortunati a essere sopravvissuti alla diffusa epidemia dello scorso anno e dell’anno precedente. Adesso, tuttavia, con l’incombente invasione mongola, può darsi che saranno in pochi a sopravvivere. Alla fine, nessuno può sfuggire alla morte. Le sofferenze di quel momento saranno esattamente uguali a quelle che stiamo affrontando adesso. Poiché la morte è la stessa in entrambi i casi, dovresti essere disposto a offrire la tua vita per il Sutra del Loto. Pensa a questa offerta come a una goccia di rugiada che si unisce di nuovo al grande mare, o come a un granello di polvere che ritorna alla terra» (Ibidem, 891)

In questo passo il Daishonin esorta Tokimitsu a dare la vita per il Sutra del Loto con lo spirito di “non lesinare la propria vita per il bene della Legge”. Naturalmente, lo spirito di non lesinare la propria vita non significa trattare la propria vita in modo noncurante o superficiale. Significa impegnarsi con tutto il cuore nella fede con la determinazione di dedicare la vita al bene della Legge. Ikeda Sensei spiega: 

«Per noi, non lesinare la propria vita significa in ultima analisi recitare Nam-myoho-renge-kyo con determinazione, senza paura, impegnandoci con tutto il cuore a dimostrare una prova concreta della fede, per il bene del mondo, del futuro e delle altre persone» (Gli insegnamenti della vittoria, Esperia, vol. 1, pag. 32)

La nostra vita è effimera, ma proprio come una goccia di rugiada che va a unirsi al grande mare, dedicandola al grande voto di kosen-rufu diventa un’unica cosa con la Legge fondamentale che permea il grande universo. 
Lo scopo principale della nostra pratica è diventare felici, ma il vero beneficio emerge quando viviamo dedicandoci al “grande voto”, al grande obiettivo di propagare ampiamente la Legge mistica.
Vivere dedicandosi al grande voto di kosen-rufu significa nel concreto vivere dedicandosi alle attività della nostra organizzazione, pregare per la felicità dei nostri amici e sfidarsi nel parlare agli altri della pratica buddista. Significa fare visite a casa ai compagni di fede che stanno soffrendo e incoraggiarli; significa partecipare agli zadankai ed espandere la nostra rete di dialoghi colmi di speranza.
Quando viviamo per il grande obiettivo di kosen-rufu possiamo espandere il nostro stato vitale, cambiare il nostro karma e realizzare la nostra rivoluzione umana.

Nel 1279 morì all’improvviso anche il fratello minore di Tokimitsu. Il Daishonin lo incoraggiò con la convinzione profonda che, per quanto fosse difficile la situazione in quel momento, in futuro Tokimitsu avrebbe sicuramente vinto, e che «l’inverno si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477).
Fede significa avere un coraggio invincibile. Significa avere la forte determinazione di non arrendersi mai. È questa incrollabile convinzione che trasforma il nostro karma in missione. 
Il Daishonin incoraggia sempre i suoi discepoli condividendo le loro lotte, immedesimandosi nella loro situazione e offrendo incoraggiamenti in accordo con le circostanze personali di ognuno.
Allo stesso modo, Sensei ha sempre continuato a incoraggiare strenuamente la persona che aveva di fronte, fino al punto in cui quella persona e la sua famiglia sarebbero stati in grado di superare i loro momenti difficili e rialzarsi. 
Il carattere giapponese che indica la parola “incoraggiamento” consiste di due parti: man, che significa “diecimila”, e chikara, che significa “forza, potere”. Quindi significa letteralmente “la forza, il potere di diecimila”. Senza dubbio non esiste forza tanto potente quanto quella dell’incoraggiamento.

Dopo aver superato con fede incrollabile così tante avversità, Tokimitsu, all’età di 24 anni, si ammalò gravemente. Il Daishonin gli inviò un altro scritto in cui spiega: 

«Poiché sembra ormai sicuro che conseguirai la Buddità, il demone celeste e gli spiriti maligni stanno cercando di intimidirti per mezzo della malattia. Ma la vita in questo mondo è limitata, non farti minimamente spaventare! E voi, demoni, facendo soffrire quest’uomo, state cercando di ingoiare una spada dalla punta, o di abbracciare un gran fuoco, o di diventare acerrimi nemici dei Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze?» (La conferma del Sutra del Loto, RSND, 1, 984)

La preghiera risoluta del devoto del Sutra del Loto è in grado di trasformare tutto, anche i demoni e le funzioni demoniache in alleati che gli permettono di adempiere la sua missione.
Riguardo alla malattia, Sensei ha dato la seguente guida:

«Permettetemi di chiarire che ammalarsi non è un segno di fede debole o di sconfitta. Nessuno può sfuggire alle quattro sofferenze universali di nascita, invecchiamento, malattia e morte. Se, quando ci ammaliamo, facciamo emergere una fede potente per combattere il demone della malattia, quest’ultima diventerà un’opportunità per realizzare una vita pervasa dalle quattro nobili virtù del Budda: eternità, felicità, vero io e purezza. La malattia può fungere da occasione per rafforzare ancora di più la nostra fede in modo da trionfare sulle funzioni demoniache» (Gli insegnamenti della vittoria, Esperia, pag. 393)

Anche il Daishonin stava combattendo contro la malattia eppure ha continuato a incoraggiare i suoi discepoli con tutto il cuore e la sua grande battaglia non si è mai fermata. 
Come risultato dei suoi incoraggiamenti, Tokimitsu ha trionfato sulla propria malattia. Ha mantenuto il voto formulato in gioventù e dopo la morte del Daishonin ha prolungato la sua vita di molti anni, dedicandosi a kosen-rufu e sostenendo Nikko Shonin.
Nella lezione sul Gosho I due tipi di fede, Ikeda Sensei afferma:                                            

«Il maestro Toda disse: “Kosen-rufu è una lotta per i diritti umani, per la felicità di tutte le persone. È una lotta per la giustizia. Questa è la missione dei giovani della Soka Gakkai!”. Proprio perché la nostra missione è così grande, per realizzarla dobbiamo impegnarci ogni giorno con una fede come l’acqua che scorre. […] Nessuno può eguagliare coloro che hanno continuato tenacemente a scalare il sentiero in salita della rivoluzione umana, un passo dopo l’altro, per dieci o vent’anni; le loro vite emanano la luce dei nobili sforzi che hanno compiuto per adempiere la loro missione. Non retrocedere mai è il massimo onore nella fede» (Ibidem, pag. 684)

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