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La scuola: un mondo di relazioni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:38

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La scuola: un mondo di relazioni

Una rete compatta di educatori può contribuire in modo significativo a un reale cambiamento. In Campania e in Abruzzo gli educatori si sono interrogati su come migliorare la qualità dell’insegnamento e far sì che i ragazzi crescano come autentici esseri umani

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Una rete compatta di educatori può contribuire in modo significativo a un reale cambiamento. In Campania e in Abruzzo gli educatori si sono interrogati su come migliorare la qualità dell’insegnamento e far sì che i ragazzi crescano come autentici esseri umani

Napoli – A Scampia, quartiere di Napoli, un dipanarsi di stradoni grigi tra palazzoni grigi, luogo privilegiato di disagi e violenza, si parla di valore. Nel centro territoriale Mammut, presidio culturale attivo della zona, il 20 aprile è stato organizzato un incontro sul metodo educativo e la personalità di Tsunesaburo Makiguchi, fondatore dell’antesignana Soka Kyoiku Gakkai (Società educativa per la creazione di valore). L’incontro dedicato a insegnanti, della Soka Gakkai e non, è nato dalla decisione di parlare del pedagogista giapponese proprio in questo quartiere, il più popolato da giovani d’Ita­lia, da parte di Maurizio Braucci, scrittore e sceneggiatore che da anni si dedica ai giovani: «Proprio qui – racconta – io e altri ci adoperiamo per trasformare la realtà intorno a noi, come testimonia con le sue attività il centro Mammut». La scuola per Makiguchi, come ha raccontato Rosanna Pensabene, non è solo un luogo in cui si insegnano concetti, ma soprattutto si dovrebbe trasmettere come imparare a vivere una felicità profonda che nasce dal creare valore, dal riuscire a esprimere, anche con sforzo e impegno, il proprio potenziale. Attraverso lo sviluppo della creatività. Un potenziale che non resta solo beneficio del sé, ma viene messo a disposizione dell’intera società, di cui ognuno è parte. Il problema della scuola di oggi viene additato proprio nel puntare solo sull’aspetto cognitivo, tra scadenze e programmi, e non sull’idea che sia parte di formazione alla vita.
A metà seminario un evento nell’evento: una videoconferenza con i membri del dipartimento “Makiguchi em Ação” della Soka Gakkai brasiliana che da vent’anni si dedicano a formare e stimolare gli insegnanti delle scuole pubbliche al metodo Makiguchi. Non agiscono quindi sugli alunni ma sul far conoscere il metodo agli insegnanti, incoraggiandoli nel loro lavoro. Il punto è, come ha sottolineato Marita Bombardieri, agire proprio nel luogo in cui sembra impossibile il cambiamento, seguendo le orme di Daisaku Ikeda. È proprio incoraggiandosi l’un l’altro, creando una rete compatta di educatori come ha sottolineato Anna Bambino che si può creare un reale cambiamento verso il valore. Spunti importanti da cui gli educatori campani intendono rilanciare il loro impegno quotidiano e nell’attività educatori.

Ilaria Varriano

Il gruppo degli educatori d’Abruzzo si è incontrato il 5 maggio a Giulianova (TE), località balneare che si affaccia sul mar Adriatico. La coordinatrice, Alberta Viola, ha ricordato ai membri dell’Istituto Buddista e agli ospiti presenti che la felicità è lo scopo della vita umana e a maggior ragione deve esserlo dell’educazione. Durante la riunione di inizio anno era stato stabilito lo scopo degli educatori d’Abruzzo: portare la felicità in classe. A questo proposito Alberta, Sandra e Lorenzo hanno raccontato di come, utilizzando la pratica buddista, siano riusciti a trasformare il loro rapporto non solo con gli allievi ma anche con i loro genitori, i colleghi e i dirigenti scolastici, applicando la visione in cui «la felicità del singolo sorge dalla consapevolezza della rete di relazioni che legano fra loro tutti gli esseri umani e questi con l’ambiente naturale» (BS, 90, 18). E quando l’alunno è particolarmente irrequieto? Anche in questo caso, la risposta appare scontata: recitare Daimoku con il cuore per sostenere sia l’alunno che la famiglia. Se il fine ultimo dell’educazione è la felicità dell’allievo-individuo, occorre il coraggio di saper ascoltare, senza dare giudizi preconfezionati, mettendo al centro la pazienza perché dietro l’atteggiamento aggressivo di un allievo c’è sicuramente un sintomo di malessere e negare il valore dell’alunno a priori, corrisponde a negare contemporaneamente il valore dell’educatore. «Se vogliamo porre fine alla violenza nelle scuole abbiamo bisogno soprattutto di coraggio – dice Daisaku Ikeda – di quel tipo di coraggio che non ci farà né cedere né rimanere passivi di fronte al male. Quando mostriamo questo tipo di coraggio, la prepotenza e tutte le altre forme di violenza vengono inevitabilmente respinte».

Tina Zante

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Incontro sulle nuove dipendenze a Cagliari
Il Centro culturale del capoluogo sardo ha ospitato la prima di un ciclo di tre conferenze sui temi della salute per parlare di tossicodipendenze classiche e delle nuove forme

6 aprile – Organizzato dal gruppo Sanità regionale dell’Istituto Buddista in collaborazione con il dottor Massimo Diana, responsabile del SerD (Servizi per le dipendenze) di Cagliari, il dibattito sulle dipendenze – come ha sottolineato in apertura Piera Solinas, membro del gruppo Sanità e medico con una lunga esperienza nel campo delle dipendenze – è stato pensato con la volontà di affrontare l’argomento in chiave tecnico-scientifica e buddista, analizzandone le cause e le possibili soluzioni.
Quando parliamo di dipendenze – ha detto Diana – non ci riferiamo solo alle dipendenze classiche, ovvero a quelle da sostanze stupefacenti, alcool e sigarette, ma anche a quelle più strettamente comportamentali, sempre più diffuse, quali disturbi della condotta alimentare, gioco d’azzardo, internet, shopping compulsivo e televisione. Le cause – ha continuato – sono da ricercare in molteplici aspetti: fattori psicologici, predisposizioni personali, contesti sociali e stili di vita che incidono in maniera determinante sul comportamento dell’individuo e ne aumentano la vulnerabilità. In particolare, tali fattori esercitano un’influenza maggiore sull’essere umano proprio a partire dall’adolescenza, quando l’individuo, per formazione del cervello, non ha ancora sviluppato alcune facoltà, come la volontà, necessarie per affrontare il problema con maturità e capacità di scelta o reazione. Spesso, inoltre, pesa sulle cause la formula del “self medication”, cioè sperimentare le sostanze per risolvere problemi di ansia o depressione, proprio perché disattivano certi meccanismi celebrali, quali quelli che ci fanno soffrire.
A questo proposito Afra Carubelli, medico e membro del gruppo Sanità che ha parlato della questione nell’ottica buddista, ha aggiunto che la pratica di Nam-myoho-renge-kyo non si pone in antitesi all’approccio scientifico, ma è uno strumento in più per trasformare, appunto, la tendenza dell’essere umano a cercare qualcosa al di fuori di sé per essere felici.
Qualunque strumento si scelga di utilizzare – ha concluso Diana – è importante sviscerare sempre le cause e lavorare sui percorsi “motivazionali” che portano una persona a voler decidere di smettere. Tuttavia, oltre che puntare esclusivamente sulla cultura terapeutica, che in Italia è ancora la più diffusa, è necessario prendere sempre più coscienza di quanto sia importante diffondere la cultura della prevenzione o meglio della “promozione” alla salute. Questo in particolare deve avvenire nelle scuole dove i soggetti sono per natura più a rischio e dove tutti possono e devono essere protagonisti.

Barbara Parodo

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Il programma dello studio mensile per il secondo semestre

Luglio
Risposta a Yasaburo
(RSND, 1, 733)

Settembre
I tre ostacoli e i quattro demoni
(RSND, 1, 567)

Ottobre
Persecuzione con spade e bastoni
(RSND, 1, 854)

Novembre
Risposta al prete laico Takahashi
(RSND, 1, 537)

Dicembre
Gli argini della fede
(RSND, 1, 557)

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Dedicato alle messaggere di pace

Daisaku Ikeda non perde occasione di lodare le donne, da lui definite «madri di kosen-rufu» anche se non hanno figli o vivono da sole, perché «svolgono un ruolo significativo nel far crescere il rispetto per la dignità della vita e nel diffondere una cultura di pace».
Da tempo le donne italiane chiedevano un libro loro dedicato. Donne, forza della terra raccoglie saggi, editoriali, discorsi e poesie del presidente Ikeda rivolti alla Divisione donne fra il 2001 e il 2013.
La figura femminile che ne emerge è quella di una persona solida e generosa, la cui forza, come dice il titolo, è la stessa della terra. Le donne svolgono il compito di messaggere di felicità, pace e giustizia delle loro comunità, e contribuiscono a far crescere nella società la fiducia nel movimento di pace promosso dal Buddismo. Grazie alla loro compassione, le donne sono una stabile e solida terra anche per i giovani, sulla quale possono crescere e svilupparsi come alberi possenti.
Ci auguriamo che questa raccolta di testi ispiri sempre più donne a sviluppare se stesse nel luogo in cui si trovano, perché, come dice il presidente Ikeda, scavando dove siamo, proprio lì troveremo una copiosa fonte.

D. Ikeda, Donne, forza della terra, Esperia, 216 pagine, € 8,00.

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