In ogni numero de Il Nuovo Rinascimento troviamo la rubrica dei suggerimenti per gli zadankai che possono essere di grande aiuto per i responsabili di gruppo. In alcuni casi però la preparazione diventa quasi uno studio dell’argomento togliendo energia e determinazione allo shakubuku: accogliere le persone nuove, amici, parenti e conoscenti affinché possano creare un legame con il Buddismo, è lo scopo fondamentale degli zadankai.
Ognuno di noi si è avvicinato alla pratica buddista proprio grazie a queste riunioni: sfidarci in prima persona accompagnando una persona nuova e condividendo la “prova concreta” delle nostre esperienze per dimostrare la validità del Buddismo è il modo più efficace per rivitalizzare noi stessi e rendere sempre più gioiosi e incoraggianti questi incontri
Il punto centrale della preparazione
Nello zadankai l’argomento è uno strumento di supporto che a volte può anche non essere necessario: ad esempio quando ci sono ospiti vengono fuori domande a cui è importante dare una risposta, ed è essenziale trasmettere la profondità del Buddismo tramite le nostre esperienze.
Sicuramente è centrale tutto ciò che concerne la cura e la felicità di ogni singola persona.
Avere a mente ogni membro e simpatizzante del gruppo e recitare Daimoku per la felicità di tutti, anche di coloro che non partecipano da qualche tempo, agire concretamente incontrandosi per fare Daimoku insieme e creare legami, incoraggiarsi reciprocamente e sfidarsi nell’invitare gli amici agli zadankai, sono tutti ingredienti per un’ottima preparazione. Purtroppo a volte si utilizzano solo le chat per restare in contatto con le persone, ma questo non è sufficiente per creare legami…
Una buona conoscenza reciproca, obiettivi comuni condivisi e una forte preghiera per la felicità di ogni persona sono elementi che messi insieme rendono gioiose le riunioni.
Concentrare troppo l’attenzione sull’argomento di cui parlare può portare alla tendenza a “spiegare” il Buddismo piuttosto che trasmetterlo con la propria vita. In questi casi il rischio è che la riunione diventi a tratti noiosa e priva della vitalità che nasce dalle esperienze di fede.
Naturalmente, avere esperienze da raccontare e amici da accompagnare implica una grande rivoluzione individuale. È come scrive il presidente Ikeda: «Sforzarsi di incoraggiare gli altri a parteciparvi [alle riunioni] è molto importante e porterà un grande beneficio. Possiamo affermarlo perché questi sforzi assicurano un progresso verso kosen-rufu» (Ai miei cari amici italiani, IBISG, 12).
L’importanza degli obiettivi
Prendiamo in considerazione il nostro obiettivo nazionale di 100.000 membri entro il 2017.
Sicuramente ognuno di noi avrà una percezione diversa e di conseguenza una propria decisione, oppure può non conoscerne l’esistenza e in alcuni casi addirittura una forma di allergia all’idea stessa.
Tuttavia, avendo deciso di praticare il Buddismo del Daishonin, non possiamo dimenticare che abbiamo avuto questa fortuna grazie al primo grande scopo di 750.000 famiglie di praticanti stabilito dal presidente Toda, e a quello successivo di 3 milioni di membri deciso dal presidente Ikeda.
L’obiettivo di 100.000 membri in Italia entro quest’anno potrebbe essere percepito distante dalla vita di tutti i giorni.
Riuscire a creare una determinazione comune è una grande sfida e fissare degli obiettivi intermedi a livello locale, di gruppo, settore, capitolo ecc. può essere molto efficace per realizzare lo scopo finale.
A proposito dell’importanza di stabilire degli obiettivi, Ikeda scrive: «Se vogliamo vincere nei nostri sforzi sia di parlare agli altri del Buddismo, sia di aumentare il numero dei membri, dobbiamo per prima cosa fissare un obiettivo, raccogliere la nostra determinazione e recitare Daimoku sinceramente. Poi dobbiamo tirar fuori la nostra saggezza e affrontare coraggiosamente la sfida compiendo azioni risolute» (NRU, 8, 36).
Una chiave per la realizzazione
Facciamo un esempio: se un capitolo fissa lo scopo di un certo numero di persone nuove per un determinato mese, e poi comunica i risultati a tutti i membri, si potrebbe accendere una competizione “umanitaria” tra i vari gruppi e settori del capitolo, e i membri di un gruppo potrebbero sentirsi parte di una comunità locale dove tutti si sforzano per kosen-rufu.
In altre parole, vale la pena decidere insieme una meta e lavorare in armonia per realizzarla, andando anche oltre l’obiettivo di quattro nuovi membri per gruppo!
Come scrive il presidente Ikeda: «Una competizione salutare e piacevole è un fattore importante nelle attività per kosen-rufu. Una rivalità amichevole sprona sia gli individui sia l’organizzazione nel suo complesso» (Ibidem, 35).
In alcuni casi, i membri di un gruppo non conoscono la loro organizzazione locale né quali altri gruppi ci siano nel quartiere, oppure di quale settore o capitolo fanno parte. Senz’altro fornire a tutti informazioni in tal senso aumenta la propria consapevolezza e visione di una comunità ampia, dandoci modo di “espandere” la nostra preghiera in maniera concreta.
Il presidente Ikeda scrive: «Grazie alla pratica della propagazione possiamo compiere la nostra rivoluzione umana. La propagazione è la diretta via per trasformare non solo il nostro destino, ma anche quello della società, e stabilire una pace e una felicità durature. La chiave della propagazione è l’unità» (NRU, 7, 85).
A proposito di unità…
Ne La nuova rivoluzione umana leggiamo: «Nichiren Daishonin utilizza il brano del Sutra del Nirvana che dice “Basati sulla Legge e non sulla persona”. La nostra fede si deve sempre basare sulla Legge. Per realizzare kosen-rufu è necessario unirci con l’unico scopo di promuovere le nostre attività. Coloro che sono incapaci di praticare in unità con la figura centrale a causa di un’avversione personale, o perché pratica da meno tempo di loro, o per altre simili ragioni, non si stanno basando sulla Legge ma sui propri sentimenti personali verso quella particolare persona. Questo è egoismo. Egoismo significa essere sconfitti dalla propria mente col risultato di deviare dal retto sentiero della fede» (NRU, 7, 85).
Uniamoci con lo scopo di realizzare 100.000 membri entro il 2017 avendo cura di ogni singola persona e creando un terreno fertile dove possano crescere giovani e giovanissimi successori, e dove gli amici invitati agli zadankai rimangano così colpiti dalla sincerità e dall’atmosfera gioiosa, da decidere di iniziare a praticare e unirsi alla Soka Gakkai.
In questo modo potremo rispondere alle grandi aspettative del presidente Ikeda e ripagare il nostro debito di gratitudine nei suoi confronti sforzandoci fino in fondo per non avere alcun rimpianto.