In queste pagine offriamo alcuni spunti per lo zadankai da utilizzare in modo creativo per stimolare il desiderio di sperimentare la pratica buddista e lo scambio di esperienze tra i partecipanti alla riunione. Continuate a mandarci i vostri suggerimenti scrivendo a: nuovo.rinascimento@sgi-italia.org
Cosa si legge nel Gosho:
«Ma, anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga a ovest, non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta»
da Sulle preghiere (RSND, 1, 306)
Daisaku Ikeda commenta:
Il Daishonin ha donato al genere umano dell’Ultimo giorno della Legge la pratica suprema della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo affinché ogni individuo possa gioire pienamente e liberamente dell’illimitato potere della Legge mistica nella propria vita. Le preghiere del praticante del Sutra del Loto sono preghiere in cui viene formulato il voto di compiere la propria rivoluzione umana e di trasformare il proprio karma, il voto di conseguire la felicità per sé e per gli altri e realizzare l’ideale del Daishonin di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. (NR, 574, 4)
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Cosa si legge nel Gosho:
«È il cuore che è importante. Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede. Considera prodigiosa la tua sopravvivenza. Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra»
da La strategia del Sutra del Loto (RSND, 1, 889)
Daisaku Ikeda commenta:
“La strategia del Sutra del Loto” si riferisce alla fede nel Gohonzon. È la fede che combatte l’ignoranza e l’illusione, sconfigge il karma negativo e conduce senza dubbio alla vittoria attraverso una preghiera piena di convinzione e grazie all’infinito coraggio e alla saggezza che scaturiscono da una tale preghiera. Indipendentemente dalla situazione, se ci basiamo sulla Legge mistica, la Legge fondamentale dell’universo, non ci troveremo mai a un punto morto. […] Il fondamento di tutti i nostri sforzi, delle nostre attività e sfide – sia che si tratti di stare in buona salute, condurre una vita appagante e mostrare la prova concreta guadagnando la fiducia della nostra comunità – è la strategia del Sutra del Loto o in altre parole una forte fede.
per approfondire:
D. Ikeda, Gli insegnamenti della speranza, esperia, pag. 144
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Espandere la preghiera
D. Ikeda, NR, 576, 8
Nel luogo in cui viviamo, incoraggiandoci l’un l’altro, realizziamo una grande espansione, offrendo alle persone occasioni di creare relazioni con il Buddismo e allargando la rete delle nostre amicizie, dei giovani e delle persone di valore. Quali sono i punti fondamentali per realizzare questo?
Primo: espandere la preghiera
Secondo: espandere la propria condizione vitale
Terzo: espandere il coraggio
La preghiera, la condizione vitale e il coraggio: espandendo questi tre aspetti avanziamo con gioia e con tutta la forza in una nuova era della nostra vita, della nostra comunità e del mondo intero!
Nichiren Daishonin scrive ai suoi discepoli: «Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone» (RSND, 1, 885).
Con il cuore del re leone affrontiamo senza alcun timore qualsiasi “inverno di sofferenze e avversità”, espandiamo una brezza primaverile di felicità e facciamo emergere una meravigliosa primavera di pace per il nostro pianeta e per tutta l’umanità.
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Un Daimoku risonante
D. Ikeda, BS, 119, 29
La nostra voce che recita il Daimoku è la “voce della fede incrollabile e dello spirito di ricerca” che demolisce l’oscurità interna dell’ignoranza e dell’illusione e spazza via qualsiasi ostacolo o funzione demoniaca. È anche il coraggioso “ruggito del leone” che scaturisce dalla Buddità che abbiamo rivelato come effetto del Daimoku.
La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo non è solo la “voce della fede” delle persone comuni, è anche la “voce della Buddità”. Per questa ragione dovremmo sempre cercare di recitare un Daimoku risonante, con un ritmo vibrante e vigoroso come quello di un cavallo al galoppo.
Recitare Daimoku è un’azione con la quale affermiamo di essere intrinsecamente entità di Myoho-renge-kyo. È una lotta per fare ritorno alla nostra vera identità originale e attingere la forza vitale innata che possediamo sin dal tempo senza inizio.
Il Daishonin dice: «Non c’è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo». Questa felicità è la “gioia senza limiti della Legge”. La gioia della Legge è l’incrollabile felicità e pace interiore che è intrinseca alla vita e all’esistenza stessa. Sperimentare questa gioia equivale a gustare e godere pienamente dell’infinita forza vitale che è una sola cosa con la Legge mistica. Il Daishonin afferma che l’unico modo che abbiamo per assaporare la gioia della Legge mistica è recitare Nam-myoho-renge-kyo.
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Per adempiere al voto di kosen-rufu
D. Ikeda, NR, 574, 4
«Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo per la nostra e l’altrui felicità, la Legge mistica penetra nel profondo della nostra vita e affiora in noi naturalmente il desiderio di condividerla con altre persone per far sì che diventino felici. Grazie a questa pratica possiamo superare qualsiasi difficoltà della nostra vita e trovare una soluzione efficace ai problemi che affliggono la società». Noi recitiamo Daimoku per adempiere al voto di kosen-rufu. Recitando Nam-myoho-renge-kyo facciamo apparire la nostra Buddità, e quando incontriamo altre persone e parliamo con loro le aiutiamo a formare un legame con il Buddismo del Daishonin. Anche se dovessimo non essere più attivi fisicamente per via di una malattia o dell’età avanzata, possiamo comunque raggiungere il cuore degli altri attraverso il Daimoku. Vinciamo dunque su ogni ostacolo e continuiamo ad arricchire con allegra e fresca energia la nostra raccolta di dialoghi gioiosi che brillerà per sempre come «il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (RSND, 1, 58).
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La formula per vincere sempre
D. Ikeda, www.ilvolocontinuo.it
«Poiché la vita non dura che un momento, il Budda ha esposto i benefici che derivano da un singolo istante di gioia [per avere udito il Sutra del Loto] » (RSND, 1, 56).
È fondamentale il presente, l’ichinen di questo preciso momento. Non pensate a come è stato fino a ora, pensate a cosa fare da ora in avanti perché il futuro racchiude infinite possibilità. Perciò affrontate ogni sfida cominciando con Gongyo e Daimoku, decisi a lottare giorno dopo giorno. Quando incontrate una grossa difficoltà sfidatevi con coraggio e determinazione per superarla. Questo è lo spirito dei giovani. Anche se oggi non ottenete il risultato desiderato, sfidatevi ancora domani! Coltivando ogni giorno un atteggiamento fermo, risoluto e gioioso, forgiate uno spirito indomabile e non sarete mai sconfitti.
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La preghiera nel Buddismo di Nichiren Daishonin
www.sgi-italia.org/buddismo/Preghiera.php
Nella pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin la preghiera ha un’importanza centrale. Gli appartenenti alla SGI raccontano esperienze riguardo al “pregare dal profondo del cuore”. Parlano anche di “risposta” alle loro preghiere. Che cosa intendono con tali affermazioni? […]
Sembra che l’umanità si sia dedicata a qualche forma di preghiera fin dagli albori della specie. Man mano che l’essere umano sviluppava la consapevolezza della propria impotenza di fronte alle forze della natura, alla precarietà dell’esistenza e alla mortalità, cominciò a esprimere intensamente sentimenti di supplica, lode o ringraziamento. […] Anche la preghiera buddista può essere considerata come un’espressione concentrata di questi sentimenti di aspirazione, ricerca e apprezzamento. Si distingue, però, per il fatto che il Buddismo colloca il “divino” all’interno della vita del singolo praticante.
Lo scopo fondamentale della preghiera buddista è dunque quello di risvegliare le innate capacità interiori di forza, coraggio e saggezza e non invocare forze o divinità esterne.
Inoltre è importante un’espressione “fisica” della preghiera che, per i praticanti del Buddismo di Nichiren, si concretizza nella lettura, mattina e sera, di due parti del Sutra del Loto e nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. […]
Il fatto che la recitazione sia intonata sonoramente esprime il concetto che nel Buddismo di Nichiren Daishonin la preghiera non è puramente una meditazione rivolta all’interno della propria vita, ma un atto che rende manifeste delle qualità interiori potenziali, facendole apparire nel mondo reale. I buddisti rivolgono la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo a un oggetto di culto, il <Hpl:=Gohonzon: questo è un mandala, cioè una rappresentazione simbolica dello stato ideale di Buddità, o Illuminazione, in cui tutte le tendenze e gli impulsi della vita, dai più bassi ai più nobili, agiscono in armonia per realizzare felicità, creatività e saggezza. Non è un idolo o un dio da supplicare o da ingraziarsi, ma uno strumento per riflettere e un catalizzatore per un positivo cambiamento interiore.
[…] Il Buddismo del Daishonin evidenzia l’inseparabilità dei desideri terreni dall’Illuminazione. Nichiren ha affermato infatti che “bruciando” la “legna” dei nostri desideri attraverso l’azione della preghiera, riusciamo a sviluppare la “fiamma” di una rinnovata energia e la “luce” della nostra saggezza. La preghiera buddista rappresenta quindi il processo attraverso il quale i desideri e le sofferenze vengono trasformati in compassione e saggezza.
Questo percorso implica una riflessione su di sé, e passa necessariamente attraverso il confronto, talvolta doloroso, con le proprie tendenze negative più radicate. […] I praticanti sono incoraggiati a legare strettamente la preghiera con le azioni e il comportamento nella vita quotidiana. La preghiera è sincera solo se coerente con l’azione. Per trasformare concretamente la propria vita è necessario quindi attivare determinazione e preghiera, impegno e sincerità.
Secondo l’insegnamento del Daishonin, attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo si può attivare la condizione vitale più elevata: la natura di Budda. Questo potenziale, presente in ogni forma di vita, è la stessa Legge mistica che permea l’intero universo.
La preghiera è il costante processo di riallineare le nostre singole vite (piccolo io) con tutti i loro impulsi e desideri, con il ritmo dell’universo (grande io). Durante questo percorso, definito anche “rivoluzione umana”, vengono attivate capacità, fino ad allora poco utilizzate o del tutto inespresse, quali conoscenza di sé, saggezza, vitalità e perseveranza. E poiché nella filosofia buddista non esiste separazione tra il mondo interiore degli esseri umani e il loro ambiente, i cambiamenti che avvengono dentro di noi si riflettono anche fuori di noi, nelle situazioni esterne. Sperimentare una “risposta” alle preghiere è il risultato concreto e visibile di questo processo.
Daisaku Ikeda ha scritto che la forma più alta di preghiera è il voto di contribuire alla felicità degli altri e allo sviluppo di una convivenza pacifica sul pianeta. Questo voto, e le azioni che ne conseguono, armonizzano profondamente le nostre vite con l’infinita vita dell’universo e fanno emergere il nostro io più elevato e nobile.