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La pratica di rispettare gli altri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:04

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La pratica di rispettare gli altri

Nel corso del 2024 le riunioni del Gruppo donne della terza settimana si ispirano al libro “Il mondo del Gosho”. A febbraio il materiale di riferimento è il capitolo XII, “La pratica di rispettare gli altri”
NB: Il capitolo XI “I tre casi in cui il Daishonin «si distinse»” non è compreso nel programma delle riunioni donne

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Di seguito una sintesi dei punti principali del dodicesimo capitolo:

  • Dopo la persecuzione di Tatsunokuchi il Daishonin cominciò a spiegare che nella propagazione si dovrebbero impiegare, secondo la situazione, i due metodi di shoju e shakubuku. Shoju è il metodo adatto a un tempo in cui «il paese è pieno di persone ignoranti e malvagie» mentre shakubuku ha la precedenza in «un’epoca in cui le persone dalle vedute perverse offendono la Legge». Il Daishonin raccomanda shoju fintanto che le persone non hanno perso di vista l’obiettivo di rivelare la propria e altrui natura di Budda. Ma all’inizio dell’Ultimo Giorno della Legge quest’obiettivo fondamentale era stato dimenticato. Perciò, oltre ad affermare l’insegnamento corretto, il Daishonin riteneva che fosse necessario refutare la natura demoniaca dei vari insegnamenti provvisori. Shakubuku è una battaglia fra la tendenza a rispettare gli esseri umani e quella a sminuirli.
  • Il ventiseiesimo patriarca Nichikan Shonin afferma che le azioni del Daishonin per stabilire l’entità della Legge da propagare nell’Ultimo giorno corrispondono a «shakubuku dell’entità della Legge». Propagare il Gohonzon nella società attraverso il proprio comportamento umano e mettere in grado una persona dopo l’altra di abbracciare la fede rappresenta «shakubuku della concretizzazione».
  • Il Daishonin cita come esempio di shakubuku la pratica del Bodhisattva Mai Sprezzante (Fukyo), che consisteva semplicemente nell’inchinarsi di fronte agli altri in segno di rispetto. Il capitolo Il Bodhisattva Mai Sprezzante è l’unico punto del Sutra del Loto in cui Shakyamuni descrive le proprie pratiche in una vita precedente.
  • Il Daishonin afferma che chi si impegna coraggiosamente per la realizzazione di kosen-rufu come il Budda insegna, senza temere le persecuzioni, riceverà il beneficio di «ottenere l’illuminazione nella propria forma presente» e «purificare i sei organi di senso». Riceviamo benefici e realizziamo la nostra rivoluzione umana nella misura in cui ci sfidiamo coraggiosamente per far progredire kosen-rufu.
  • Rispetto a shoju, che era il metodo di propagazione principale nel Primo e Medio giorno della Legge, shakubuku enfatizza l’aspetto della confutazione, cioè l’importanza di sfidare e sconfiggere la natura demoniaca in se stessi e negli altri.

Nichiren Daishonin, spinto dal desiderio di riuscire assolutamente a condurre gli altri alla felicità, portò avanti per tutta la vita la pratica di shakubuku con coraggio e compassione. Egli diede espressione concreta all’insegnamento fondamentale del Sutra del Loto «Questo è il mio pensiero costante; come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla Via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?» (SDLPE, 319).
Leggendo il capitolo “La pratica di rispettare gli altri” de Il mondo del Gosho  (pagg. 520-528), attraverso  l’esempio del bodhisattva Mai Sprezzante che si inchinava in segno di rispetto davanti a ogni essere vivente riconoscendo la sua innata natura di Budda, possiamo noi stessi comprendere l’atteggiamento corretto nel portare avanti la pratica di shakubuku. Consapevoli che è proprio questa la via diretta per il conseguimento della Buddità di tutte le persone, la nobile pratica che ci permette di realizzare una felicità autentica e duratura sia per noi che per gli altri, impegniamoci nel dialogare con le persone intorno a noi per far conoscere la visione umanistica del Buddismo.

da pag. 520 a pag. 528
(La pratica di rispettare gli altri, capitolo 12, pagg. 520-528, ultima edizione in un unico volume)

IKEDA: Alla radice della pratica di shakubuku del Daishonin c’era la sua immensa compassione di aprire gli occhi delle persone ingannate dagli insegnamenti errati e condurle all’illuminazione. La nostra pratica di shakubuku deve ispirarsi alla sua stessa compassione e sorgere dal desiderio di riuscire assolutamente a condurre gli altri alla felicità.

MORINAKA: Il Daishonin cita come esempio di shakubuku la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante descritta nel Sutra del Loto. Nell’Apertura degli occhi scrive: «Ma nell’epoca in cui ci sono persone dalle vedute distorte che offendono la Legge, allora shakubuku deve avere la precedenza così come viene descritto nel capitolo Mai Sprezzante».

SAITO: La pratica del bodhisattva Mai Sprezzante consiste semplicemente nell’inchinarsi di fronte agli altri in segno di rispetto. In un’epoca malvagia in cui la Legge sta per estinguersi, nonostante le critiche e le calunnie delle persone di scarsa comprensione, il bodhisattva Mai Sprezzante continua con grande convinzione la sua pratica di riverire gli altri, salutandoli con la frase costituita dal Sutra del Loto in ventiquattro caratteri: «Nutro per voi un profondo rispetto; non oserei mai trattarvi con disprezzo o arroganza. Perché? Perché voi tutti praticherete la via del bodhisattva e sarete allora in grado di conseguire la Buddità». Viene così chiamato perché nella traduzione cinese di Kumarajiva consiste di ventiquattro caratteri. Delle tre versioni del sutra, generale, abbreviata ed essenziale, corrisponde al «Sutra del Loto abbreviato».

IKEDA: È chiamato Sutra del Loto abbreviato perché l’intero insegnamento del sutra è condensato in quest’affermazione di ventiquattro caratteri. Tutti gli esseri viventi hanno la natura di Budda, sono dotati del mondo di Buddità. Ed è a questa Buddità intrinseca che il bodhisattva Mai Sprezzante rende omaggio. Il termine «natura di Budda» non appare nel Sutra del Loto ma, attraverso la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante, il sutra spiega chiaramente che tutti gli esseri viventi posseggono questa natura illuminata. La natura di Budda non viene descritta in termini teorici ma tramite il comportamento del bodhisattva Mai Sprezzante. È una maniera impareggiabile di esprimere la sacralità della vita.

SAITO: Il filosofo buddista indiano Vasubandhu, considerato un maestro corretto della Legge nel Primo Giorno, spiega nel suo Trattato sul Sutra del Loto che la pratica di rispetto e venerazione svolta dal bodhisattva Mai Sprezzante sta alla base dell’affermazione del Sutra che tutti gli esseri viventi posseggono la natura di Budda.

MORINAKA: T’ient’ai commenta in Grande concentrazione e visione profonda che il passo in cui Mai Sprezzante riverisce le persone con il Sutra del Loto in ventiquattro caratteri rivela la «natura di Budda innata».

IKEDA: Tutti coloro che vengono considerati maestri corretti della Legge hanno compreso questo punto. Il Sutra del Loto inoltre spiega che anche i nemici del Sutra e coloro che vi si oppongono sono tutti nobili «figli del Budda».

MORINAKA: Qualcuno può non essere consapevole della Buddità innata nella propria vita ma questo non cambia il fatto che la sua vita è una nobile entità dotata di quel potenziale. Ciò induceva Mai Sprezzante a inchinarsi in segno di rispetto davanti a ogni persona. Lo spirito del Sutra del Loto, che apprezza la dignità e la sacralità della vita, non genererà mai violenza.

SAITO: Il capitolo Il bodhisattva Mai Sprezzante non dice niente di particolare rispetto alla refutazione del male. Piuttosto è Mai Sprezzante che subisce violente critiche e persecuzioni. Se lo considerassimo unicamente dal punto di vista di aiutare le persone ad abbandonare le proprie illusioni e a liberarsi dai tre veleni, cioè il terzo e il quarto metodo di predicazione, non sarebbe del tutto chiaro il motivo per cui il Daishonin lo consideri un esempio di shakubuku.

IKEDA: Penso che si debba considerarlo alla luce del quarto metodo di predicazione, la diretta rivelazione della verità fondamentale. Il Sutra del Loto in ventiquattro caratteri esprime sinteticamente lo spirito fondamentale del Sutra del Loto, cioè il rispetto per gli esseri umani. E il Daishonin definisce la pratica di Mai Sprezzante come shakubuku perché quest’ultimo esprimeva questo spirito e si sforzava di insegnarlo agli altri. Come abbiamo ricordato all’inizio dei nostri dialoghi, nel Gosho I tre tipi di tesori il Daishonin afferma che il profondo rispetto per le persone è di per sé il nucleo della pratica del Sutra del Loto e lo scopo dell’apparizione nel mondo del Budda Shakyamuni.

MORINAKA: Sebbene fosse attaccato e trattato con disprezzo, Mai Sprezzante perseverava nella sua pratica di venerare gli altri. Allo stesso modo il Daishonin, mentre affrontava le persecuzioni che lo colpivano, non faceva che rafforzare il suo impegno per propagare l’insegnamento corretto.

IKEDA: Nel Gosho Un saggio percepisce le tre esistenze della vita il Daishonin afferma che lui stesso stava coltivando la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante. E nella Profezia del Budda cita tre motivi per cui la sua pratica è uguale a quella del bodhisattva Mai Sprezzante.

MORINAKA: Il passo della Profezia del Budda recita: «I ventiquattro caratteri di Mai Sprezzante e i cinque caratteri di Nichiren differiscono a parole, ma lo spirito è lo stesso. Anche il metodo di propagazione è esattamente lo stesso, sia alla fine del Medio giorno del Budda Re Suono Maestoso sia adesso, all’inizio dell’Ultimo giorno. Il Bodhisattva Mai Sprezzante era una persona allo stadio iniziale di provare gioia e Nichiren è un essere comune allo stadio di udire il nome e le parole della verità».

SAITO: Per prima cosa l’insegnamento è lo stesso, i ventiquattro caratteri di Mai Sprezzante e i cinque caratteri del Daimoku esprimono lo stesso spirito.

IKEDA: Sia il Daishonin sia il bodhisattva Mai Sprezzante esprimono in maniera inequivocabile l’insegnamento corretto.

SAITO: Inoltre c’è accordo anche rispetto al tempo. Il bodhisattva Mai Sprezzante visse alla fine del Medio Giorno del Budda Re del Suono Maestoso. Il Daishonin all’inizio dell’Ultimo Giorno della Legge del Budda Shakyamuni. Entrambe erano epoche malvagie in cui la Legge stava per andare perduta, tempi in cui nel mondo religioso e nella società in genere c’erano tante persone arroganti. Di conseguenza sia il Daishonin sia Mai Sprezzante incontrarono ostilità e persecuzioni che affrontarono battendosi tenacemente per diffondere il corretto insegnamento.

IKEDA: In un’epoca malvagia bisogna combattere senza tregua e senza timore la natura demoniaca intrinseca nella vita.

SAITO: In terzo luogo, il Daishonin e Mai Sprezzante erano allo stesso «livello di pratica». Di Mai sprezzante si dice che fosse al livello iniziale del provare gioia, riferito a coloro che nelle epoche successive alla morte del Budda gioiscono nell’udire il Sutra del Loto. È il primo dei cinque stadi in cui viene suddivisa la pratica della Legge mistica dopo l’estinzione del Budda. Nel Gosho il Daishonin afferma di essere allo stadio di udire il nome e le parole della verità, il secondo dei sei stadi della pratica. Significa aver udito la Legge mistica ed essersi convertiti a essa. Si tratta sempre dello stadio iniziale della pratica poiché il primo dei sei stadi, quello dell’essere Budda in potenza, rappresenta una persona che non è ancora entrata in contatto con la pratica buddista. Di conseguenza sia il livello di coloro che provano gioia sia quello di coloro che ascoltano il nome e le parole della verità corrisponde alle persone comuni che hanno appena iniziato la pratica del bodhisattva.

IKEDA: La nostra è una battaglia per l’illuminazione di tutte le persone, perciò ognuno deve vincere e riuscire a manifestare il meraviglioso stato di Buddità da persona comune. Non si tratta di diventare qualcuno o qualcosa di speciale.

MORINAKA: Il Sutra del Loto identifica il bodhisattva Mai Sprezzante con Shakyamuni in un’esistenza precedente, in cui praticava la via del bodhisattva. Grazie alla sua pratica di shakubuku, che consisteva semplicemente nell’inchinarsi agli altri in segno di rispetto, il bodhisattva Mai Sprezzante condusse ogni tipo di persona alla via del Budda, anche coloro che l’avevano trattato con ostilità. Grazie ai benefici acquisiti con questa pratica si risvegliò alla Legge mistica e conseguire la Buddità.

IKEDA: Il capitolo Il Bodhisattva Mai Sprezzante è l’unico punto dell’insegnamento originale del Sutra del Loto in cui il Budda Shakyamuni, dopo aver spiegato di aver ottenuto l’illuminazione nel remoto passato, descrive le proprie pratiche in una vita precedente. Possiamo concludere che la vera causa del conseguimento della Buddità da parte di Shakyamuni nel remoto passato fu la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante. A questo proposito negli Insegnamenti orali il Daishonin commenta l’affermazione del capitolo Durata della vita del Tathagata «In origine [io] ho praticato la via del bodhisattva» affermando: «La parola “Io” qui si riferisce al Budda Shakyamuni quando stava compiendo la vera causa della sua illuminazione originale. Questo brano su come il Budda “in origine praticò la via del bodhisattva” si riferisce alla pratica del bodhisattva Mai Sprezzante [che rinacque come Shakyamuni]. Perciò esso indica un luogo in cui viene compiuto l’inchino rispettoso». Si può interpretare questo passo come un’affermazione del fatto che Shakyamuni, che praticò la via del bodhisattva per innumerevoli kalpa nel remoto passato per ottenere la sua illuminazione originale, non è altri che il bodhisattva Mai Sprezzante.

SAITO: Il passo «in origine ho praticato la via del bodhisattva» rivela la vera causa che permise a Shakyamuni di conseguire la Buddità nel remoto passato. La Legge di Nam-myoho-renge-kyo, che è l’insegnamento della causa originale per diventare un Budda, è celata profondamente in questo passo. Il Daishonin rivelò questo insegnamento e lo insegnò agli altri, materializzandolo nel Gohonzon delle tre grandi leggi segrete, e dando così la possibilità a tutte le persone di conseguire la Buddità.

IKEDA: Nel remoto passato Shakyamuni si risvegliò alla Legge mistica eterna che è connaturata alla vita di tutte le persone, la praticò e ottenne l’illuminazione. Risvegliandosi alla verità che la vita di tutti è una preziosa entità della Legge mistica egli fu in grado di elevarsi alla suprema condizione vitale, il mondo di Buddità. Negli Insegnamenti orali il Daishonin dice anche che l’inchino rispettoso del bodhisattva Mai Sprezzante è relativo al passo: «Questo è il mio pensiero costante; come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla Via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?».

MORINAKA: Questo passo significa che «costantemente» il Budda sta pregando e anelando all’illuminazione di tutti gli esseri viventi.

IKEDA: Il Budda desiderava l’illuminazione di tutte le persone sia prima di aver ottenuto lui stesso l’illuminazione sia dopo. Perché questo è l’eterno desiderio originario che esiste nel profondo della vita di ogni essere. La determinazione di Mai Sprezzante e questo spirito del Budda sono la stessa cosa. Da ciò comprendiamo che la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante, cioè la pratica di shakubuku, è la via diretta per il conseguimento della Buddità nostra e degli altri, la nobile pratica che permette il raggiungimento di una felicità autentica e duratura sia a noi sia agli altri.

MORINAKA: Ai tempi del Daishonin la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante veniva svolta solo in maniera formale. Sembra che fosse tradizione fare apertamente mostra di rispetto per gli altri in un giorno particolare, ma ciò non aveva alcun legame con la pratica quotidiana. Nel suo Meigetsu Ki (I racconti della luna piena), Fujiwara no Teika, poeta di corte dell’era Kamakura, scrive che il 14 luglio, in occasione della festa tradizionale buddista in onore dei defunti, egli s’inchinava personalmente davanti a chiunque gli capitasse d’incontrare.

IKEDA: In quell’epoca fu il Daishonin a comportarsi davvero come il bodhisattva Mai Sprezzante, comunicando alle persone l’essenza della Legge mistica e affrontando le feroci persecuzioni che minacciavano la sua vita. Dimostrò alle persone cosa significa essere un devoto del Sutra del Loto e praticare esattamente come il Budda insegna. Rifiutando le pratiche costituite ormai soltanto da vuota retorica e formalità, il Daishonin praticò lo spirito della Legge mistica vivendolo concretamente nella sua vita. Con il suo nobile comportamento rese possibile a tutti il raggiungimento della felicità eterna.

MORINAKA: Il capitolo Il bodhisattva Mai Sprezzante tratta dei benefici di sradicare le offese passate e purificare i sei organi di senso. Descrive come il bodhisattva Mai Sprezzante praticò shakubuku pur venendo perseguitato, cancellando così tutte le retribuzioni derivanti dal karma negativo accumulato nelle sue vite passate (sradicare le offese passate). Si dice che all’approssimarsi della morte Mai Sprezzante poté purificare la sua vita (purificare i sei organi di senso) ascoltando la Legge mistica [che qui corrisponde al Sutra del Loto del Budda Re del Suono Maestoso]. Dice inoltre che egli prolungò la sua vita e continuò a promuovere la diffusione di questo sutra. Potremmo affermare che questo è il beneficio di shakubuku.

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