Il 14 giugno, la nostra Intesa con lo Stato ha ottenuto l’approvazione definitiva in Parlamento. Per noi è sicuramente un’occasione per rafforzare la nostra fede, per riflettere più profondamente su cosa significhi davvero essere buddisti cercando di vivere come cittadini esemplari. Per quanto difficile sia la nostra epoca, il coraggio dei giovani che agiscono in unità con il maestro ha il potere di trasformare qualsiasi cosa
È arrivato luglio, il “mese della vittoria della gioventù” (NR, 580, 5). In questi giorni i membri della Divisione futuro si riuniscono al Centro culturale di Firenze per il loro corso estivo nazionale: sosteniamoli con un forte Daimoku!
Sia Toda che Ikeda si sono sempre dedicati alla crescita dei giovani, i nostri successori del futuro, e anche il primo presidente Makiguchi li amava profondamente e li sosteneva affinché crescessero e si fortificassero. Viviamo in una società complessa, intrisa dei tre veleni di avidità, collera e stupidità; le nuove generazioni dovranno confrontarsi sempre più con problemi di difficile soluzione, ma è certo che «quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (RSND, 1, 992).
Per poter ribaltare la situazione è necessaria la passione dei giovani. Per quanto difficile sia la nostra epoca, il coraggio dei giovani che agiscono in unità con il maestro ha il potere di trasformare qualsiasi cosa. Nei Precetti per la gioventù Toda afferma: «Saranno la forza e la passione dei giovani a creare un nuovo secolo. […] Grazie alla forza di questo Buddismo, affrontando le difficoltà della vita desideriamo realizzare la nostra rivoluzione umana, permettere a ogni individuo di costruire una vita felice e stabilire la pace nel mondo intero» (NR, 509, 14).
È fondamentale che noi adulti diamo fiducia ai giovani andando verso di loro con il desiderio di farne tesoro e sostenerli, e al tempo stesso che i giovani rispettino gli adulti con il desiderio di migliorare sempre e coltivare la fiducia in sé e negli altri.
«Non esiste modo di vivere più significativo, per la gioventù, che impegnarsi nel migliorare se stessi e la società, e dedicarsi alla pace e al bene del proprio paese» (www.ilvolocontinuo.it) scrive il presidente Ikeda, che nel 1964, con l’obiettivo di valorizzare al massimo i più giovani, ha fondato la Divisione scuole superiori, il primo nucleo della Divisione futuro.
Anche noi cerchiamo di fare altrettanto, non solo a parole, ma creando una meravigliosa famiglia Soka in cui giovani e adulti collaborino armoniosamente insieme. Ciò che conta, in questa nuova era, è la rivoluzione umana di ognuno. Basandoci sul Daimoku, la migliore strategia che esista, mostriamo la prova concreta della fede alle persone intorno a noi, allargando sempre più la nostra cerchia di amicizie e relazioni armoniose a partire dalla famiglia, dai vicini di casa e dal quartiere in cui viviamo.
Un mese fa, il 14 giugno, la nostra Intesa con lo Stato ha ottenuto l’approvazione definitiva in Parlamento. Per noi è sicuramente un’occasione per rafforzare la nostra fede, per riflettere più profondamente su cosa significhi davvero essere buddisti, cercando di vivere come cittadini esemplari.
Ora il nostro comportamento è ancora più visibile nella società, perciò facciamo nostre le parole del Daishonin: «Vivi in modo che tutte le persone di Kamakura lodino Nakatsukasa Saburo Saemon-no-jo per la devozione al suo signore, al Buddismo e per il suo rispetto e attenzione nei confronti degli altri» (RSND, 1, 755).
Sensei ci ricorda spesso che ognuno di noi dovrebbe comportarsi come se fosse il presidente della Soka Gakkai, con un profondo senso di responsabilità. Facciamo quindi dell’Intesa una nuova partenza, un buon motivo per migliorare ogni aspetto della nostra vita e dell’attività, continuando sempre a progredire.
Per concludere vorrei ricordare il messaggio che sensei ci ha inviato in occasione della prima firma dell’Intesa, il 27 giugno del 2015: «[…] per rispondere alle aspettative e alla grande fiducia accordata dalla società italiana, come buddisti nonché come buoni cittadini, siamo decisi a contribuire, con gioia e in maniera ancora più attiva, alla realizzazione della nostra e altrui felicità e della pace di tutto il genere umano, rafforzando la nostra preghiera per la sicurezza e lo sviluppo della società» (NR, 563, 11).