Fissare una data, un traguardo generalmente predispone all’idea che l’obiettivo sia arrivare fino a un punto preciso. Il 18 novembre 2013 per la SGI invece è il punto da cui ripartire, ciascuno nella propria vita, nella propria pratica, perché da “qui in poi” ognuno possa essere cosciente del senso originale della propria esistenza
Com’è noto, il 18 novembre di quest’anno rappresenta un appuntamento particolarmente importante per la Soka Gakkai: la tanto attesa inaugurazione della nuova sede centrale a Tokyo, il “castello di kosen-rufu mondiale”, segna infatti l’inizio di una nuova fase per la SGI come movimento religioso che offre speranza all’umanità. E in sintonia con questo clima di rinnovata decisione, alla riunione dei responsabili del 6 ottobre – di prossima pubblicazione – è stato annunciato il tema del 2014 come “Anno dell’apertura di una nuova era di kosen-rufu nel mondo”.
Ma qual è il significato di questa data nella vita di ognuno?
Il nome giapponese del nuovo edificio è Daiseido, i cui ideogrammi significano: grande (dai); voto, giuramento (sei); edificio principale (do). La nuova sede centrale rappresenta quindi il luogo dove ognuno rinnova la sua promessa di realizzare il grande voto di kosen-rufu.
«Questo 18 novembre – afferma il direttore generale Tamotsu Nakajima – rappresenta il momento di ritornare al desiderio del Budda originale della felicità di ogni singola persona, nessuna esclusa, di chi pratica e di chi non pratica, di risvegliare nella nostra vita questa grande compassione. Nichiren Daishonin ci ha lasciato il Gohonzon e il Daimoku, che sono il mezzo per trasformare il karma dell’umanità.
«Tutto ciò che facciamo, per esempio lo studio, le riunioni, ogni cosa serve per trasmettere la Legge alle altre persone. Facendo shakubuku seriamente, noi stessi iniziamo a comprendere il Buddismo».
Nel Gosho si legge: «Poiché ha ascoltato il Sutra del Loto che conduce alla Buddità, ha ricevuto il seme e sicuramente diventerà un Budda» (RSND, 1, 784). Josei Toda lodava più di tutti i compagni di fede che dialogavano sul Buddismo con ogni persona dicendo: «I membri della Gakkai che fanno shakubuku stanno portando avanti l’opera del Daishonin. Sicuramente tramite il Gohonzon potremo far emergere una potente forza vitale e incommensurabili benefici e buona fortuna» (Avanziamo anche oggi per kosen-rufu insieme al nostro maestro, 6 ottobre 2013, ilvolocontinuo.it).
«In Giappone – racconta Tamotsu Nakajima – ci sono tanti anziani che avvicinano molte persone al Buddismo. Sono persone semplici, senza responsabilità nell’organizzazione ma che hanno sempre uno stato vitale molto alto. Qualsiasi problema abbiano incontrato nella vita, hanno continuato ad avanzare credendo nel Gohonzon e seguendo le guide del presidente Ikeda, perché hanno sempre mantenuto vivo questo legame diretto con il maestro e con i compagni di fede. In questo modo gli aspetti della vita si realizzano più velocemente. A volte i responsabili che hanno una posizione più “alta” dimenticano facilmente questo spirito di stare vicino alle persone, di fare attività nei gruppi e nei settori».
Ritornare al punto di origine della Soka Gakkai significa dunque decidere di prendersi cura della felicità di ogni singola persona. Ma perché è così importante approfondire la consapevolezza dello spirito che sta alla base della nostra organizzazione?
In uno scritto del 2006 (vedi riquadro nella pagina) Daisaku Ikeda ci invita a riflettere su questo punto prendendo in esame la storia dell’Impero Romano: «Perché cadde l’Impero Romano? Secondo lo scrittore francese André Maurois (1885-1967) appena Roma cessò di rispettare i valori sui quali era stata costruita, crollò. Questa è una regola immutabile della storia. E sulla base di questa verità, Toda ammoniva severamente: “Quando si dimentica lo spirito della fondazione di un’organizzazione emergono cricche e fazioni, proliferano le lotte per il potere e il disordine regna sovrano. Il nucleo essenziale della nostra organizzazione dedita all’ampia propagazione del Buddismo di Nichiren Daishonin sta proprio nel continuare a sostenere e rafforzare sempre più lo spirito di maestro e discepolo, che è il punto di partenza della Soka Gakkai”» (NR, 363, 3).
Lo spirito che sta all’origine della fondazione della Soka Gakkai e la via di maestro e discepolo, essenzialmente, sono una sola e identica cosa. Ricambiare il debito di gratitudine sforzandoci di praticare ogni giorno come insegna il nostro maestro, sfidarci con uno spirito giovane, pregare più di chiunque altro per far crescere successori, studiare, agire e rivoluzionare noi stessi creando meravigliosi legami tra compagni di fede: questo è l’impegno che ognuno di noi può riportare nella propria vita decidendo di partecipare da protagonista – da discepolo – a questa “nuova partenza”, esattamente nella situazione che sta vivendo, nel luogo in cui si trova. Come afferma il presidente Ikeda: «Questo è il momento per ognuno di noi di costruire un castello di grande buona fortuna nella propria vita» (Avanziamo anche oggi per kosen-rufu insieme al nostro maestro, 1 settembre 2013, ilvolocontinuo.it).