Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La pace è la nostra unica via - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:43

366

Stampa

La pace è la nostra unica via

Dimensione del testo AA

Il premio Nobel per la pace Betty Williams incontra il presidente Ikeda

Resasi conto che la violenza genera solo violenza, Betty Williams, irlandese di madre cattolica e padre protestante, nell’agosto del 1976 organizza assieme a Mairead Connigan una serie di manifestazioni pacifiste per contribuire al superamento delle lotte tra cattolici e protestanti nell’Irlanda del Nord. Per questo, nello stesso anno, le due donne vengono insignite del premio Nobel per la pace.
Lo scorso 6 novembre, dopo aver tenuto un discorso all’Università Soka, Betty Williams si è incontrata con il presidente Ikeda per consegnargli un riconoscimento del World Centers of Compassion for Children International, organizzazione per l’infanzia della quale è fondatrice e attuale presidente. Nel corso della loro conversazione hanno toccato argomenti cari a entrambi come la pace, l’educazione, la forza delle donne.
Riferendosi alle ragioni che l’hanno spinta ad agire con tanta veemenza in favore della pace, Ikeda ha osservato: «Lei è riuscita a trasformare una giusta ira contro la violenza nella motivazione per operare per la pace. Il Buddismo insegna che la collera può avere sia un aspetto negativo che uno positivo. Apprezzo il valore delle sue azioni in quel contesto: l’indignazione contro un grande male è un grande bene».
Betty Williams ha detto: «La pace non è qualcosa di statico… Innanzitutto i leader devono dare l’esempio, quindi passare nelle retrovie e spingere tutti avanti. […] È come spingere un masso su per una salita, come camminare all’indietro su tacchi vertiginosi».
Nel sostenere che la nonviolenza è l’arma migliore contro il conflitto, Betty Williams ha citato l’esempio del loro comune amico Oscar Arias Sánchez che, da presidente del Costa Rica, ha smantellato l’esercito e negoziato la pace con tutti gli stati del Centro America, riuscendo a disarmare quattro paesi e trasformare l’assetto di quell’area.
Alla domanda di Ikeda su cosa secondo lei possa fermare il circolo vizioso della violenza, ha risposto: «Posso solo operare restando fedele ai miei principi e amando il mio avversario fino a conquistarlo» e ha riferito l’episodio di un uomo che la aggredì verbalmente. Lei rimase impassibile fino alla fine dello sfogo. Quando, stanco, lui fece per andarsene, lei gli gridò: «Ti voglio bene!». Due mesi dopo l’uomo divenne un operatore di pace.
Infine, Ikeda le ha chiesto un messaggio da condividere con i bambini. «È un messaggio che ho ricevuto da lei – ha concluso Williams – non c’è altra strada, la pace è l’unica via».
Cristina Sereni

• • •

Ipotetico conflitto, dialogo possibile

L’Istituto partecipa a Sansepolcro a un dialogo interreligioso

Dialogo, conoscenza dell’altro, armonica convivenza e pace come unico valore possibile sono stati i temi trattati nel corso dell’incontro “Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo, dialogo possibile e possibile conflitto?”. L’evento si è tenuto lo scorso 11 novembre al teatro Inpdap di Sansepolcro (AR) ed è stato inserito all’interno dell’VIII edizione del premio nazionale “Cultura della Pace-Città di Sansepolcro” e “Nonviolenza”. Vi hanno partecipato Rossana Battista, rappresentante dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Gualtiero Bassetti, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Elzir Izzedin, presidente della comunità islamica di Firenze e della Toscana mentre Marco Fineschi, responsabile della comunità ebraica di Firenze, non potendo presenziare, ha inviato un suo scritto.
Come rappresentante dell’Istituto Rossana Battista ha spiegato gli scopi dell’organizzazione incentrandosi su pace, cultura ed educazione. Con parole incisive ha poi trasmesso all’affollata platea il senso dell’impegno di Daisaku Ikeda ponendo l’accento sulla sacralità della vita, sul potenziale presente nell’essere umano e sul rispetto che, alla stregua del bodhisattva Fukyo, bisognerebbe tributare a ognuno. Ha concluso, infine, ribadendo la necessità di azioni di pace per la felicità di ogni individuo. Nel corso dell’incontro, condotto dal giornalista Michele Casini di fronte al Consiglio comunale al completo, sono stati numerosi gli interventi di personaggi appartenenti al mondo della cultura e dell’associazionismo e in particolare di Leonardo Magnani, promotore del premio e responsabile dell’Associazione Cultura della Pace.
Fra gli altri anche Adriano Roccucci, segretario generale della Comunità di S. Egidio, dal momento che a vincere l’VIII edizione del premio “Cultura della Pace-Città di Sansepolcro” è stato proprio il fondatore di questa comunità, Andrea Riccardi. Il premio “Nonviolenza” è invece andato a Francesco Calogero, membro del Pugwash Council che nel 1995, proprio sotto la sua presidenza, ottenne il premio Nobel per la pace.
Rita Olivieri

• • •

Il Volo: acceleratore di crescita

Cosa significa fare attività per il Volo Continuo? Dal confronto con alcuni redattori sparsi per l’Italia è emersa una matrice comune: la rivoluzione umana.

L’obiettivo del Volo Continuo è trasmettere l’intento del presidente Ikeda ai giovani membri, i quali, in sintonia con lo spirito della fondazione della Soka Gakkai, si impegnano nella propagazione dell’insegnamento di Nichiren Daishonin. Il Volo Continuo, con le sue sedici pagine vuole contribuire a kosen-rufu approfondendo, pagina dopo pagina, il corretto insegnamento di Nichiren in cui i giovani trovano sostegno nell’affrontare le difficoltà quotidiane. D’altra parte non va sottovalutata l’importanza che può avere anche per gli adulti leggere le esperienze dei giovani.
Sono molte le persone che contribuiscono con il loro sforzo all’uscita puntuale di ogni numero. Sforzo è un altro modo per dire rivoluzione umana, e la rivoluzione umana di chi collabora con il Volo Continuo avviene quotidianamente, durante la preparazione degli articoli e delle fotografie, l’impaginazione, la correzione delle bozze, la raccolta delle esperienze dei membri e, in generale, l’organizzazione della vita di ogni redazione locale.
I risultati del continuo sfidarsi nelle attività redazionali sono visibili nelle esperienze personali dei collaboratori. Chi si è impegnato per il Volo ha accelerato la propria rivoluzione umana, facendo i conti con difficoltà e limiti, ma allo stesso tempo sperimentando gioia e benefici.
Come racconta Sara Albolino, della redazione di Firenze, questo tipo di attività richiede costanza. Dopo la chiusura di un numero non ci si può rilassare, ci si ritrova subito di fronte al successivo. Di conseguenza è facile vivere con senso di fatica ogni fase di lavoro e scontrarsi con i “colleghi” di attività. Ma questo senso di fatica si trasforma in allegria e gioia tutte le volte che si decide di ripartire dal Daimoku e di impegnarsi sinceramente per il giornale. Con questo obiettivo comune, l’impegno per il giornale diventa un’occasione per trasformare l’arroganza in apprezzamento della diversità di ognuno, e si stabiliscono legami di amicizia.
Giorgia Renosto, della redazione di Torino, ha dovuto fare i conti con la sua tendenza a “fermarsi all’undicesimo giorno”, a non andare, cioè, fino in fondo nella propria vita. L’attività nel Volo ha significato per lei soprattutto allenarsi a gestire diverse cose contemporaneamente, visti i tempi molto stretti del giornale.
Giorgia ha imparato, mettendo al primo posto il Daimoku, ad andare avanti, a non fermarsi, anche quando le cose non sembrano risolversi. L’attività è stata per lei un allenamento, che ha portato un effetto eclatante nella sua vita. Dopo un mese di attività nel Volo, ha vinto una borsa di studio che le permetterà di studiare canto, la passione della sua vita, negli Stati Uniti
Come ci ha raccontato Ricardo Trois, della redazione di Cagliari, ogni volta che si raccoglie del materiale per la chiusura di un numero si studia più in profondità l’argomento e questo porta, inevitabilmente, a praticare meglio e a maturare un desiderio più grande: offrire un incoraggiamento che sostenga le persone nei momenti critici, nella quotidianità e le porti a voler condividere le proprie esperienze.
Questa attività è fatta da tanti giovani che, in ogni angolo d’Italia, hanno dato vita a piccole e grandi redazioni, sempre in lotta contro il tempo. Ma il pensiero di quanto ciascun numero del giornale possa incoraggiare i lettori, spinge i giovani a sfidarsi sempre più, per portare, a chi pratica e non, allegria e vitalità.
Lo spirito che accomuna tutti è quello della Nuova rivoluzione umana, dove Daisaku Ikeda scrive: «Lo spirito della Soka Gakkai è avere il coraggio di scartare il superficiale e cercare il profondo. È dedicarsi altruisticamente alla propagazione della Legge, anche a costo della propria vita. È lottare incessantemente con devozione, come si legge nel Sutra del Loto. È sforzarsi coraggiosamente e vigorosamente con passione e determinazione. È possedere il grande potere della perseveranza che mette in grado di resistere serenamente a qualunque persecuzione. È praticare in accordo con l’insegnamento del Budda, lavorando per kosen-rufu come insegna il Daishonin. È confutare il falso e rivelare il vero, senza lasciare il minimo spazio all’ingiustizia. È percorrere il sentiero dell’unicità di maestro e discepolo, la vera corrente della fede corretta. È sostenere la vera unità di itai-doshin (diversi corpi, un unico scopo). È lo spirito di mostrare agli altri lo stesso rispetto che si mostrerebbe al Budda» (NRU, 10, 62-63).
Luigi Di Iorio e Anna Scarfato

• • •

A Oristano, religione è donna

Da una lezione di matematica a una riunione con quattrocento partecipanti

Lorena impartisce lezioni private di matematica ed è un membro dell’Istituto Buddista. Una delle sue alunne studia presso l’Istituto Magistrale Benedetto Croce di Oristano, sa che Lorena è buddista e così le chiede se la sua religione può essere rappresentata a un dialogo interreligioso che si terrà di lì a breve presso la sua scuola. Il tema dell’incontro sarà “La donna nella società moderna”. In breve si organizza il tutto: la data è fissata per lunedì 27 novembre.
Dopo un primo intervento di don Antonio, professore universitario alla facoltà di Teologia di Cagliari, ha preso la parola un rappresentante dell’Istituto Buddista, Paolo Melis, responsabile della Divisione uomini per l’area Sardegna.
Melis ha spiegato il significato di Nam-myoho-renge-kyo, delle otto sofferenze e ha introdotto le origini del Buddismo a partire da Shakyamuni. In più ha chiarito il significato buddista del rispetto, prendendo come esempio il bodhisattva Mai Sprezzante, in risposta a un’alunna che chiedeva come sia possibile rispettare gli altri anche quando questi si comportano male o ci fanno soffrire. Beatrice Cilla poi, responsabile delle giovani donne del territorio Oristano, si è soffermata sull’argomento dell’incontro, prendendo spunto da alcuni discorsi di Daisaku Ikeda. Ikeda, ha detto Beatrice, sottolinea l’importanza della presenza delle donne nella società, ma la cosa più importante è come la donna possa influenzare la società con il “potere morbido” che le deriva dalle sue caratteristiche. Beatrice ha così invitato le ragazze a credere in se stesse manifestando, come suggerisce Ikeda, il “proprio colore”. L’intervento si è concluso con una frase di Rosa Parks, tratta dal libro Forza silenziosa: «Trovo che se sto pensando troppo ai miei problemi, e al fatto che a volte le cose non sono come desidero che siano, non faccio alcun progresso. Ma se mi guardo attorno e vedo cosa posso fare, e lo faccio, io progredisco».
In chiusura, don Antonio ha invitato a far sentire il suono dell’invocazione, recitando alcuni Daimoku con tutti gli intervenuti. Così un coro di 400 persone ha chiuso in bellezza questo incontro.
Donatella Marchi

• • •

Il Nuovo Rinascimento: tante voci dall’Italia

Mantenere attiva (ed entusiasta) una rete di corrispondenti che raccolgano notizie dalla propria regione o zona d’attività è una sfida che parte dal cuore e si materializza, nero su bianco, al momento di andare in stampa.
Per coinvolgere quante più persone a collaborare (mettendosi in contatto con gli inviati sparsi sul territorio) abbiamo pensato di cominciare da noi, di presentarci con le nostre facce, sogni e determinazioni per il futuro.
Ognuno ha iniziato inviando un articolo che magari sulle prime non è stato accettato, oppure è stato corretto come non ci si aspettava succedesse. Ma continuando a offrire tempo e convinzione si è formata una squadra con un unico intento, quello di raccontare le iniziative dei membri buddisti di tutt’Italia.

Ho iniziato quest’attività per vincere la tendenza a prendere e pretendere, dalla vita e dagli altri, e uscire dal mondo di Avidità. Iniziando a dare. Dare notizie, per esempio.
Claudia Mazzucco, Vercelli

Quando mi sono messo a recitare Daimoku per avere più occasioni di fare attività, immediatamente è venuta fuori la possibilità di collaborare alla pagina delle notizie de Il Nuovo Rinascimento. E siccome in quel periodo ero molto critico nei confronti delle pubblicazioni dell’Istituto, mi sono detto «Bene, è un’occasione per trasformare questo modo di fare sterile in qualcosa di costruttivo». D’altra parte si dice che il modo “buddista” di criticare sia quello di fare meglio…
Alberto Forni, Milano

In un giornale buddista c’è nutrimento spirituale, sfida e calore… farne parte significa decidere di crescere oltre ogni limite. E la responsabilità è grande. Ogni volta che decidiamo di scrivere attingiamo a tutto il nostro potenziale per poter parlare a coloro che leggeranno. Ogni volta che decidiamo di ascoltare gli altri per poi condividerne le esperienze sul giornale, raccogliamo la grande potenzialità della Legge. Questa è l’incredibile occasione che abbiamo. Questo è l’impegno. Questa è la responsabilità.
Marinella Giangreco, Sestri Levante, Antonella Mastrorilli e Alessandro De Falco, Genova

Scrivere per Il Nuovo Rinascimento è un modo di portare avanti la propria lotta e di trasmetterla. È tradurre in azione la propria convinzione, per farla arrivare il più lontano possibile. È intrecciare, attraverso la parola, dei legami con chi legge. L’occasione per mettere il mio mestiere di giornalista a disposizione di una grande causa. Per la mia vita è anche e soprattutto una prova di umiltà e di sincera dedizione. In futuro sogno di lavorare per un settimanale di attualità di ispirazione buddista!
Anna Di Biase, Bologna

Da quando faccio questa attività mi sento come una nuvola in movimento, senza angoscia. La mia vita è cambiata, è migliore. Sono più felice e mi diverto a notare come tutto si incastra alla perfezione. L’occasione di partecipare a numerosi eventi e poter avvicinare molte persone attive all’interno della Sgi mi ha fatto sviluppare capacità che non credevo di avere. Per me è fonte inesauribile di conoscenza e coraggio ascoltare ciò che hanno da dire le altre persone. In quel caso il mio cuore prende la direzione giusta e io non smetto mai di stupirmi.
Maria Paparazzo, Firenze

La collaborazione con questo periodico ha rappresentato per me il trampolino di lancio verso la mia nuova attività lavorativa. Fin da ragazza ho sempre voluto fare la giornalista, e questo sogno, rimasto nel cassetto tanto tempo, ha trovato una via di realizzazione quando ho messo le mie capacità e soprattutto la mia buona volontà, a disposizione della Soka Gakkai. Spero di riuscire, con il mio contributo, a incoraggiare chi ne ha bisogno.
Laura Gilardi, Roma

Mi occupo di giornalismo da quattordici anni, un viaggio cominciato proprio grazie all’incontro con il Buddismo. Una valida ragione quindi, per decidere di mettere passione e professionalità a disposizione dei compagni di fede. Il mio scopo è portare più “Sardegna” in questo giornale grazie alle nostre esperienze (ce ne sono tante e molto incoraggianti che aspettano solo di essere conosciute) e notizie sulle attività che portiamo avanti ogni giorno. Confido sulla collaborazione dei tanti lettori sardi del nostro giornale.
Michele Garbato, Cagliari

Scrivere per Il Nuovo Rinascimento è una cosa che ho desiderato da sempre e che ho realizzato quando la fiducia è tornata a bussare alla porta del mio cuore. Sono giornalista, ma per ora non esercito il mestiere. Quando mi arriva la copia del giornale sono felice, so che ho la chiave per risolvere i problemi perché scorrendo tra le righe il mio maestro mi dà l’aiuto che mi serve in quel preciso istante. Il mio desiderio è quello di toccare con la penna il cuore di ogni singolo individuo. Credere di potere è la mia sfida.
Maria Teresa Mezzina, Mestre

Quando mi hanno chiesto di occuparmi delle notizie provenienti dal Friuli Venezia Giulia collaboravo già con questo giornale e a me, che arrivo dalla Liguria, è sembrato un buon modo per radicarmi ulteriormente in una terra che non è la mia. Vorrei che rappresentasse la causa per una reciproca apertura verso gli altri, per sentirci tutti parte attiva della nostra associazione.
ciau!
Gisella Piras, Cividale del Friuli

Fare la corrispondente delle notizie del Nuovo Rinascimento mi permette di “aprire” la mia vita, e siccome c’è quasi sempre della ruggine sulla saracinesca, la cosa risulta un po’ faticosa ma produttiva… Comunque di bello c’è che oltre alla mia vita, si sta aprendo anche quella dei membri umbri che da un po’ hanno cominciato a collaborare inviando esperienze, resoconti di conferenze, meeting, mostre ecc. Che si sia attivato il principio di relazione tra vita e ambiente? Grazie della collaborazione a tutti!
M. Elena Di Cicco Pucci, Spoleto

Il giorno di Capodanno di tre anni fa, rideterminando i miei obiettivi futuri mi uscirono spontanee queste parole: «Voglio fare la giornalista della Legge mistica». L’intento? Usare le parole per creare valore nella vita di tutti i giorni e sostenere la parte illuminata di ognuno. Il desiderio si è realizzato alla lettera: in maniera del tutto inaspettata è arrivata la proposta di fare la corrispondente de Il Nuovo Rinascimento. Da allora ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di utilizzare la scrittura per raccontare, insieme al mio maestro, il potere del Gohonzon.
Ilaria Varriano, Napoli

Pratico da circa sei anni, ho sempre avuto un grande interesse per la scrittura, in particolare per la poesia, ma la sfiducia e il senso d’inferiorità m’impedivano di dare valore e dignità a quello che facevo. Nel 2004 decisi di partecipare a un concorso nazionale di poesia. Al di là del risultato  ero risoluto ad avere la meglio sulla mia negatività. Dedicai il pezzo al Gohonzon, colmo di gratitudine. Mi  fu assegnato il premio speciale della giuria come miglior poesia sperimentale. Da quel momento  decisi che avrei scritto per kosen-rufu. L’attività per il Nuovo Rinascimento mi sta insegnando ad andare fino in fondo e a credere di più nei miei sogni.
Giovanni Schinaia, Taranto

Credo che questa attività sia fondamentale per realizzare kosen-rufu. Mi permette di approfondire lo studio e mi allena a vincere l’arroganza e l’egocentrismo, lavorando dietro le quinte. A volte la distanza geografica mi fa sentire la solitudine, ma poi ridetermino il mio obiettivo: dare voce alla Sicilia per accorciare le distanze e agevolare l’unità con il resto dell’Italia, approfondendo il legame con il maestro. Sogno giornali sempre più accattivanti, sia nella grafica che nei contenuti, con una costante attenzione ai lettori.
Pina Consoli, Catania

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata