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La pace da imparare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:14

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    La pace da imparare

    Dal progetto ambizioso di aprire il primo corso di laurea in Scienze per la pace in Italia, all’incontro col Buddismo. La filosofia del massimo rispetto verso ogni essere umano ha dato a Enza quel tassello spirituale che le mancava. Membro del comitato scientifico della mostra italiana SenzAtomica, delinea i prossimi obiettivi per diffondere ancor più la cultura di pace

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    Dal progetto ambizioso di aprire il primo corso di laurea in Scienze per la pace in Italia, all’incontro col Buddismo. La filosofia del massimo rispetto verso ogni essere umano ha dato a Enza quel tassello spirituale che le mancava. Membro del comitato scientifico della mostra italiana SenzAtomica, delinea i prossimi obiettivi per diffondere ancor più la cultura di pace

    Per chi – come me – è nato negli anni ’60, l’impegno politico e sociale è stato, in età giovanile, un percorso quasi naturale. Non immaginavo, però, che l’impegno sociale sarebbe nel tempo diventato una componente essenziale del mio lavoro e della mia vita.
    Dopo la laurea in giurisprudenza e il dottorato, ho iniziato la carriera universitaria: insegno dal 1995 nella facoltà di giurisprudenza di Pisa. Nel 2001 alcuni colleghi di altre facoltà mi hanno coinvolta in un progetto ambizioso: dare vita a un corso di laurea in Scienze per la pace, sviluppando finalmente anche nel nostro paese a livello universitario la ricerca e la didattica sulla pace. Nel 2002 uno studente mi ha fatto conoscere il Buddismo e le attività per la pace della Soka Gakkai (di cui mi aveva in verità già detto qualcosa un po’ di tempo prima una ex compagna di università): il tassello che fino ad allora era mancato – quello spirituale – è andato a occupare il posto giusto nella mia vita!
    Il progetto alla base del corso nasce da una domanda semplice ma importante: nel corso dei secoli “le scienze” hanno contribuito alla guerra (ad esempio la fisica allo sviluppo delle armi nucleari); ora è giunto il momento di domandarsi cosa possono fare le scienze a favore della pace. Le difficoltà sono state e sono ancora enormi: le reazioni dell’ambiente accademico sono state in alcuni casi di opposizione e derisione; le risorse economiche a disposizione sono inesistenti (noi docenti teniamo i corsi gratuitamente); alcuni esponenti politici hanno apertamente preso posizione contro il corso di laurea. Tutte queste difficoltà, però, sono solo servite a fare emergere una determinazione ancora più forte, che ben presto è stata premiata da importanti successi: gli studenti hanno mostrato di apprezzare questa nuova offerta formativa, iscrivendosi al nostro corso; alcuni laureati hanno trovato lavoro presso ONG o hanno partecipato a progetti del ministero degli Esteri italiano. Dal 2005 dirigo il Centro per i diritti umani che cura numerose iniziative, coinvolgendo le scuole, il carcere, le comunità straniere, i medici e gli infermieri attivi in progetti umanitari, le donne straniere vittime della tratta e della riduzione in schiavitù.
    Un anno fa sono stata chiamata a fare parte del comitato scientifico per l’allestimento in Italia della mostra della Soka Gakkai Internazionale sul disarmo nucleare. Attraverso immagini e testi su pannelli, la mostra stimola una riflessione sul duplice piano del disarmo nucleare (per ciò che concerne le relazioni tra i popoli) e del “disarmo interiore” (nelle relazioni interpersonali). Le armi nucleari sono infatti la concretizzazione di un modo di pensare che occorre sradicare dalle coscienze: l’idea cioè che ci sia spazio – come metodo di risoluzione dei conflitti – per l’opzione “annientamento totale dell’altro”.
    La responsabilità sociale della scienza, la responsabilità nei confronti delle generazioni future, l’impatto ambientale dei test nucleari, le spese per gli armamenti: questi temi saranno anche oggetto di conferenze che l’Istituto Buddista organizzerà in collaborazione con università e associazioni. Inoltre, dal momento che sono una giurista, sto approfondendo i profili giuridici della proposta di pace presentata nel 2010 da Ikeda all’ONU, con particolare riguardo al potenziamento degli strumenti legali per il disarmo previsti dalla Carta delle Nazioni Unite: il mio obiettivo è organizzare in Italia un congresso internazionale con la International Association of Lawyers Against Nuclear Arms (IALANA).
    Mi reputo una persona straordinariamente fortunata: la mia vita spirituale, il mio lavoro, il mio impegno sociale, sono così strettamente legati che non è possibile distinguerli. Attraverso il mio lavoro manifesto il mio impegno sociale, vivificato da una forte dimensione spirituale.

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