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La pace, concretamente - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:48

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La pace, concretamente

In occasione di un riconoscimento dall’Università Statale Russa per gli Studi Umanistici, il presidente Ikeda parla di Tolstoj. Sottolineando le affinità fra la filosofia buddista e il pensiero dello scrittore russo, Ikeda ricorda come egli individuasse nelle positive azioni concrete la causa di una vera felicità e l’opera più gioiosa che una persona possa compiere

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In occasione di un riconoscimento dall’Università Statale Russa per gli Studi Umanistici, il presidente Ikeda parla di Tolstoj. Sottolineando le affinità fra la filosofia buddista e il pensiero dello scrittore russo, Ikeda ricorda come egli individuasse nelle positive azioni concrete la causa di una vera felicità e l’opera più gioiosa che una persona possa compiere

Oggi siamo qui riuniti grazie a J. Forbes Munro, professore emerito di storia economica internazionale dell’Università di Glasgow. Ho composto una poesia in suo onore e vorrei umilmente fargliene dono esprimendo la mia gratitudine per il meraviglioso discorso che ha appena tenuto.
Vorrei anche esprimere il mio più profondo ringraziamento al rettore Efim Pivovar dell’Università Statale Russa per gli Studi Umanistici e agli altri rappresentanti di questa insigne istituzione educativa, che così gentilmente hanno fatto questo lungo viaggio fino in Giappone per offrirmi un dottorato onorario. Prego con profondo desiderio per un futuro luminoso e pieno di speranza sia per la grande nazione della Russia che per l’Università Statale Russa per gli Studi umanistici. Rivolgiamo un applauso pieno di gioia alla Russia!

La missione dei responsabili centrali

Guardando al futuro, desidero concentrarmi a incoraggiare i giovani. È vitale che assumiamo questo tipo di iniziativa. La chiave per ogni singola vittoria dipende dall’incoraggiamento dato alle persone dotate di talento e capacità. Toda guidava sempre le riunioni dei responsabili con la più grande rigorosità e severità. Si comportava così perché sapeva che il futuro della Gakkai è determinato dal livello di impegno che i suoi responsabili hanno verso quei membri che forniscono sostegno e lavorano per la crescita dell’organizzazione. Questo è il motivo per cui dedicava grande importanza ai responsabili centrali e alle riunioni a loro dedicate. Ne consegue quindi che tutti i responsabili riuniti qui oggi hanno un preciso compito nel prendere l’iniziativa e aprire la strada per kosen-rufu. Fin dai tempi di Toda questa è stata la guida principale a loro riservata durante queste riunioni di responsabili.
Non dimenticate mai che i responsabili più alti della Soka Gakkai esistono per proteggere con devozione i nostri membri. Non devono mai considerare i membri come trampolini di lancio per trarre vantaggio dalla loro posizione. Il fallimento attende qualunque leader che ritenga normale che i membri non debbano esprimere la loro opinione: egli si allontana dai membri che si stanno sforzando in prima linea nelle attività.
I nostri leader sono stati scelti e nominati per adempiere a una profonda missione sul bastione di kosen-rufu. Devono mantenersi raggianti e pieni di energia nel corso della loro esistenza, liberandosi di ogni traccia di pigrizia o arroganza. Prima di morire, Toda disse: «È fondamentale che i leader centrali siano fonte di un profondo e potente slancio per la Gakkai e kosen-rufu. Essi devono essere la forza trainante fondamentale per creare una storia di grande vittoria per il nostro movimento». Per il bene dei membri, spero che i responsabili progrediranno in qualità di nobili campioni di kosen-rufu.
Vorrei confermare insieme a voi l’obiettivo delle riunioni dei responsabili centrali.
Per prima cosa, queste riunioni rappresentano un luogo di discussione in cui riflettere su come possiamo raggiungere gli obiettivi della nostra attività con la massima efficacia.
Secondo, ci danno la possibilità di creare un canale di comunicazione e rafforzare i legami in qualità di compagni di fede per ottenere i nostri rispettivi obiettivi.
Terzo, sono occasioni per dare vita a una profonda unità e solidarietà verso la vittoria, grazie alla guida del maestro e alle direttive delle figure centrali.
Quarto, sono luoghi in cui creare la forza ideale per kosen-rufu basata su “diversi corpi, stessa mente” (itai doshin), dato che ci conosciamo di più l’uno con l’altro e approfondiamo i nostri legami di amicizia e il nostro impegno per kosen-rufu.
Quinto, devono essere luoghi dove discutere i modi in cui rafforzare la coope­razione e mettere i membri in grado di impegnarsi efficacemente nelle attività per kosen-rufu basate sull’impegno condiviso di maestro e discepolo.
Lavoriamo tutti insieme per far sì che questo diventi realtà. Spero che queste riunioni stimoleranno costantemente in noi nuovi progressi verso la vittoria.

Vincere con coraggio

«Il coraggio è la garanzia della vittoria». Così scriveva il grande autore russo Lev Tolstoj (1828-1910) in Guerra e pace, esprimendo una precisa filosofia per vincere in ogni settore della vita. «Vincere con coraggio!»: vorrei trasmettere questo ruggito del leone ai membri della Divisione giovani. Ci vuole coraggio per conquistarsi la felicità, trionfare sulle privazioni dell’esistenza, aiutare gli altri e intraprendere azioni in nome della pace. Il coraggio è la fonte di azione, impegno e successo. La mancanza di coraggio è il tratto comune di tutti coloro che sono privi di spina dorsale, ambigui ed egoisti. I più meschini di tutti sono quelli che cedono alla debolezza personale, sacrificano la propria integrità e si celano dietro una falsa apparenza. Non permettete che questo succeda a voi. Decidete di vincere con coraggio.

Valori umanistici

Due grandi storici, un mentore e il suo discepolo, hanno coraggiosamente lasciato il segno nel campo della storia russa. La loro fu una dichiarazione di valori umanistici, il rifiuto della tendenza di considerare le persone come strumenti per un fine, come semplici rotelle di un ingranaggio. Hanno dichiarato di considerare gli esseri umani come oggetto del massimo rispetto, e il benessere umano come il criterio principale in tutte le cose. Sto parlando delle nobili convinzioni sostenute dal rettore Pivovar e dal suo defunto maestro, il noto studioso V. Z. Drobizhev (1931-89). Pivovar si definisce con orgoglio allievo di Drobizhev e ha coraggiosamente parlato e agito in nome degli ideali che condivide con il suo mentore. I grandi individui hanno sempre grandi mentori o maestri. È il discepolo che rende grande il mentore, non ci sbagliamo su questo. Senza questo spirito, non abbiamo futuro.
Il futuro della Soka Gakkai può essere affidato solo alla gioventù. Ci saranno sempre delle sfide di fronte a noi, che siano nella Gakkai, nella vita o nella società. Vinceranno coloro che nutrono convinzione, dedizione e coraggio. Spero che tutti i nostri giovani avanzeranno con la consapevolezza di essere i precursori del nostro movimento. Pivovar ha confermato un nobile impegno nell’insegnare gli studi umanistici basati sulla dignità della vita umana, portando la USRSU attraverso la turbolenza dello smantellamento dell’ex Unione Sovietica e consentendo alla sua scuola di raggiungere una notevole crescita. Nello stesso anno in cui divenne rettore della USRSU (nel 2006), Pivovar coordinò anche in maniera significativa eventi che commemoravano la nascita del suo mentore, il dottor Drobizhev. È un esempio illuminante di una bella storia di vittoria del maestro e del discepolo. Lo sforzo congiunto di maestro e discepolo non è solo una questione di parole, richiede azione e risultati.
La USRSU fu fondata nel 1930 e, come la Soka Gakkai, quest’anno festeggerà il suo settantasettesimo anniversario. Lo scorso 6 giugno è stato il centotrentaseiesimo compleanno del fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, che ha dato la sua vita per la pace. Makiguchi aveva il più grande rispetto e ammirazione per la tradizione di studi umanistici in Russia, e in questo spirito considero un grande privilegio poter dedicare il dottorato onorario consegnatomi oggi a Makiguchi. Vi prego di accettare il mio più profondo apprezzamento per questo onore.

Costruire ponti di amicizia

Come molti di voi sanno, trentatré anni fa (nel 1974), al culmine della Guerra Fredda e nel mezzo delle crescenti tensioni tra l’Unione Sovietica e la Cina, ho visitato la Russia per la prima volta. La mia decisione di andarvi suscitò proteste, dato che la gente pretese di sapere perché mi stavo recando in visita in uno stato comunista. Risposi sottolineando il fatto che la popolazione dell’Unione Sovietica è composta da esseri umani come noi e che il dialogo è l’unico modo di costruire la pace.
Affrontando opposizioni provenienti da molti ambienti, mi sono impegnato da semplice cittadino per creare legami tra la Russia e il Giappone, la Russia e la Cina, e per collegare la gente nel mondo. E quando le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba erano ridotte ai minimi storici, ho visitato entrambi i paesi e ho cercato di costruire un ponte che li mettesse in comunicazione in termini di amicizia.
Non sono mai stato spinto da un desiderio di riconoscimento, ho agito solo in nome della determinazione di fare tutto ciò che era in mio potere per promuovere la pace nel mondo in un modo concreto e, per questo motivo, la popolazione della Russia è stata straordinariamente gentile con me. La prima università che mi ha conferito un dottorato onorario è russa: l’Università Statale di Mosca. Il grande e vasto paese della Russia abbonda di tesori spirituali che tutta l’umanità dovrebbe amare e da cui dovrebbe imparare. La famiglia di Mikhail Sokolov dell’Università Statale di Mosca, che si trova con noi oggi, è stata per generazioni legata alla famiglia Tolstoj e ha dato significativi contributi nel campo dell’educazione e della medicina in Russia.
Tolstoj, che nutriva un vivo interesse per il Buddismo, una volta scrisse che una vita vera è quella dedicata alla ricerca della felicità, che può essere raggiunta vivendo in armonia con le leggi della ragione. Era un pensatore straordinario. Tolstoj credeva inoltre che vivere significasse anche sforzarsi di aiutare quelli che stanno soffrendo e si adoperano per eliminare le idee errate che sono alla radice di quella sofferenza. Affermava che simili azioni portano una vera felicità e sono l’opera più gioiosa che una persona può compiere. Sono completamente d’accordo.
Parlando di grandi scrittori russi, ricordo con affetto i momenti passati seduto a parlare con il premio Nobel per la letteratura Mikhail Sholokhov (1905-84) nel suo modesto appartamento di Mosca (nel 1974). Anche se si trovava in vacanza nella sua città natale nel sud della Russia, intraprese un lungo viaggio fino a Mosca per incontrarmi. Il nostro fu un incontro molto importante.

L’importanza dei buoni libri

Le idee di Tolstoj sulla pace ebbero una profonda influenza su molti esempi di giustizia del ventesimo secolo come il Mahatma Gandhi, Martin Luther King Jr. e Albert Einstein. Il mio amico Nelson Mandela, l’ex presidente del Sud Africa, lesse Guerra e pace di Tolstoj mentre si trovava in prigione. L’anno in cui venne liberato, Mandela fece visita in Giappone e chiese di incontrarmi – cosa che facemmo a Tokyo (nel 1990).
Tolstoj è uno dei miei autori preferiti. Ricordo che da giovane leggevo Guerra e pace per tutta la notte da giovane, e la profonda impressione che mi fece rimane vivida nel mio cuore. A proposito, sin da giovane sono stato un avido lettore e ho donato la mia collezione personale di settantamila libri all’Università Soka.
L’epilogo di Guerra e pace sottolinea le speranze dei personaggi principali che cercano di vivere bene e di creare delle famiglie felici e una società sana dopo la vittoria russa di fronte all’invasione di Napoleone. Come creare una famiglia e una società felici è una questione di primaria importanza. Ho trovato particolarmente significativo questo passo: «Penso semplicemente che se le persone malvagie si uniscono insieme creando una forza, allora la gente onesta deve fare la stessa cosa». Questo invito alla gente onesta di unirsi per combattere l’ingiustizia può sembrare abbastanza ovvio, ma è molto importante. Un altro passo del romanzo afferma: «Coloro che amano ciò che è giusto si uniscano, mentre noi stringiamo un solo vessillo – il vessillo dell’azione e della virtù». Spero che tutti voi avanziate con l’orgoglio e la fiducia che la nostra associazione Soka sia un gruppo unito di persone di buon cuore come quelle che Tolstoj si augurava e desiderava.
Nei suoi ultimi anni Tolstoj visse nella sua residenza a Yasnaya Polyana a sud di Mosca, dove si dedicò non solo alla scrittura ma anche all’educazione e al benessere sociale. Nell’approfondire la sua ricerca sulla natura della vita, si imbatté nella visione buddista dell’esistenza, che lo impressionò e insieme lo ispirò.
Tolstoj aveva lottato a lungo contro l’oppressione delle autorità religiose e nel 1901, all’età di settantadue anni, fu scomunicato dalla chiesa ortodossa russa. Non ne fu minimamente scosso. In realtà la gente comune russa, i giovani e le persone di tutto il mondo presero le sue difese. Lungi dal danneggiare Tolstoj, finirono per essere criticate le stesse arroganti autorità religiose.
La guerra russo-giapponese esplose nel 1904, quando Tolstoj aveva settantacinque anni. Lui vi si oppose con fermezza, dichiarando che avrebbe solamente inflitto dolore e sofferenza alla popolazione di entrambe le nazioni. Negli ultimi anni Tolstoj fu ammirato dalla gente di tutte le nazioni e fedi come simbolo di fratellanza universale. Il suo ottantesimo compleanno fu ampiamente festeggiato sia in Russia che nel mondo. Tolstoj affermò negli anni seguenti: «Vivere è gioia, ma anche la morte lo è». Nel mio secondo discorso presso la Harvard University nel 1993, parlai della prospettiva buddista della gioia insita sia nella vita che nella morte. Sotto questo aspetto, possiamo vedere che il pensiero di Tolstoj riprende gli insegnamenti del Buddismo.

Il potere delle donne per la pace

In questo nostro mondo sempre più inquieto, noi della SGI siamo pronti a sviluppare ulteriormente la nostra amicizia sia con la USRSU che con la nazione russa. Scambi culturali ed educativi sono infatti di importanza fondamentale. Sono strumenti per aprire la strada alla vittoria per il mondo intero. Siamo determinati ad aprire un cammino che conduca al rispetto della sacralità della vita e alla felicità di tutta l’umanità.
Le donne in particolare hanno un potere immenso nel creare la pace nel ventunesimo secolo. Il successo del nostro movimento dipende dal grado con cui rispettiamo le donne e diamo loro la possibilità di utilizzare tutto il loro potenziale. L’epoca del predominio maschile è tramontata. Ora stiamo vivendo nell’epoca delle donne. I nostri responsabili uomini devono essere persone capaci di apprezzare sinceramente le donne; dovrebbero avere lo spirito di caricarsi delle loro sofferenze, se necessario.
La USRSU ha un ottimo museo delle arti annesso a quello che fu aperto dal padre della poetessa e scrittrice russa Marina Tsvetaeva (1892-1941). Essa scrisse che il segreto del grande talento musicale di sua madre era stato la grande passione e soprattutto la sua incrollabile perseveranza. Dichiarò anche che le donne hanno la miracolosa abilità di vincere su qualunque sforzo una volta che si sono decise a compierlo. Vorrei offrire queste parole dell’apprezzata poetessa russa alle due donne illustri e ammirevoli che sono con noi oggi, la vice preside della USRSU Galina Volkova e la dottoressa Tatiana Ryazanova.

L’alba di una nuova era

Sono molto felice di avere l’opportunità di trovarmi riunito qui con il mio caro amico, il professor Munro, illustre studioso di economia. Il 29 maggio egli ha tenuto una splendida conferenza all’Università Soka, per la quale vorrei esprimere la mia profonda gratitudine. Durante la lezione egli ha dichiarato: «La vita, come un fiume, scorre periodicamente come una cascata maestosa che sfida lo spirito, l’intelletto, i talenti e l’iniziativa, rivelandoli in tutta la loro forza e gloria». Con questo spirito intrepido, Munro ha incoraggiato i suoi giovani uditori ad affrontare con coraggio qualunque sfida la vita presenti e a trionfare con determinazione su di essa, proprio come una cascata.
Vorrei concludere condividendo con voi le parole del mineralogista e geochimico russo-ucraino Vladimir Vernadsky (1863-1945): «È fondamentale l’esistenza di un’alleanza di persone con il potere di continuare a creare nonostante le privazioni che possono incontrare» e «Stiamo cercando di aprire le porte all’alba di una nuova epoca». Ha anche detto: «Il futuro dipende da quello che facciamo ora».
Prego sinceramente per un trionfo e una gloria duraturi per la magnifica nazione russa, per la quale ho la più grande ammirazione e rispetto, e per la mia nuova e nobile alma mater, l’Università Statale russa per gli Studi umanistici.

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