Qual è la visione della vita e della morte alla luce della Legge mistica? Come si può ereditare concretamente questo modo di vivere? Qual è la missione della Divisione futuro? I responsabili nazionali Mauro Ciullo ed Elena Battistini hanno approfondito questi temi studiando la lezione sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita
Mauro: Nella spiegazione di questo Gosho il presidente Ikeda affronta diversi punti. In particolare, in questa occasione ne sono stati approfonditi due: la prospettiva del Buddismo in merito alla vita e alla morte; come si eredita la Legge fondamentale della vita: il principio di itai doshin basato sulla relazione di non dualità di maestro e discepolo.
Quello della morte non è solo un argomento che un giorno ci riguarderà: affrontarlo adesso ci permette di vivere in modo corretto fin da subito. Daisaku Ikeda scrive nella lezione su questo testo: «La relazione tra la vita, la morte e la Legge mistica può essere descritta come un’onda che appare sulla superficie dell’oceano e poi si inabissa nuovamente. L’oceano rappresenta la Legge mistica, l’onda una singola vita o fenomeno. Il movimento delle onde che emergono dall’oceano e poi vi ritornano corrisponde al ciclo di nascita e morte. Tuttavia quando muoiono, le singole vite non scompaiono nell’oceano della Legge mistica, come accade normalmente alle onde marine. Così come in fondo all’oceano fluiscono numerose correnti invisibili dalla superficie, si può affermare che la differenza fra la vita e la morte è simile a quella fra le onde che appaiono in superficie e le correnti che scorrono nelle profondità dell’oceano. L’essenza vitale di un individuo non si estingue con la morte; vita e morte non sono altro che le fluttuazioni della Legge mistica» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, pag. 38).
Questo dà una prospettiva completamente diversa da quella a cui siamo abituati rispetto alla durata della vita, al significato dell’esistenza. È importante non dimenticare mai il nostro infinito potenziale, proprio come entità della Legge mistica. Sensei ci ricorda di vivere appieno e di creare valore in ogni istante, perché non possiamo sapere quanto durerà la manifestazione dell’onda sull’oceano. Per questo Nichiren afferma che un solo giorno di vita è più prezioso di tutti i tesori dell’universo.
Nessuna differenza fra noi e il Budda
Elena: Questo Gosho si apre con una risposta: Nichiren afferma che Nam-myoho-renge-kyo è la Legge fondamentale di vita e morte trasmessa dal Budda a tutti gli esseri viventi. Successivamente spiega come si fa a ereditare questa Legge, cioè recitando Nam-myoho-renge-kyo con la consapevolezza che fra noi, Shakyamuni e il Sutra del Loto non c’è alcuna distinzione.
Cosa significa che tra noi e Shakyamuni non c’è alcuna differenza? Nel Sutra del Loto Shakyamuni rivela che è sempre stato un Budda e che la sua vita è eterna. Allo stesso modo, Nichiren afferma che noi non siamo diversi dal Budda Shakyamuni e che siamo profondamente uniti: la nostra vita, come quella del Budda, è eterna.
In che senso fra il Sutra del Loto e la nostra vita non c’è alcuna differenza? Sempre nel Sutra del Loto, il Budda espone la strada per l’Illuminazione di tutti gli esseri viventi, affermando che questo è il suo desiderio originale. Il desiderio della felicità di tutti gli esseri viventi è lo stesso che abbiamo originariamente nel cuore, anche se spesso è difficile sentire la nostra Buddità. Dimenticare questo voto originale è la causa dell’illusione, la causa delle sofferenze.
La nostra grande fortuna è partecipare alle attività della Soka Gakkai, che hanno lo scopo di realizzare il desiderio del Budda. Il fatto stesso di partecipare alle riunioni di discussione, di incoraggiare gli amici sono azioni che ci permettono di entrare nel circolo virtuoso della felicità.
L’unità è fondamentale
Elena: Soffermiamoci sul significato di itai doshin: diversi corpi stessa mente. Diversi corpi indica la diversità umana. Per il Buddismo il fatto di avere aspetti e capacità diverse è una ricchezza da utilizzare in modo creativo, e il presidente Ikeda ci insegna che dove c’è omologazione c’è autoritarismo e dittatura. Stessa mente, o stesso cuore, o unità di intenti, si riferisce ad avere scopi comuni. Nel Buddismo questo scopo è ben specificato: il grande voto di kosen-rufu.
L’unità di diversi corpi stessa mente si crea con sforzi coscienti, non è qualcosa che dipende dagli altri. Non possiamo essere passivi: è necessario creare unità con gli altri membri se vogliamo realizzare kosen-rufu. Voi membri della Divisione futuro avete avuto la fortuna di nascere nella stessa epoca del presidente Ikeda. Proprio per questo avete la missione di trasmettere lo stesso cuore di sensei agli altri ed è importante esserne consapevoli per permettere la trasmissione della Legge fondamentale della vita per i prossimi diecimila anni e per tutta l’eternità.
Insieme al maestro, verso il 2030
Mauro: La non dualità di maestro e discepolo è il tassello alla base di tutto. È la chiave per realizzare l’unità e kosen-rufu. Maestro e discepolo sono “due ma non due” e realizzano questa unità perché condividono il voto di kosen-rufu. Ciò significa anche condividere le difficoltà che derivano dal fare questo voto: le difficoltà distinguono ciò che è autentico da ciò che è falso, ci ricorda il presidente Ikeda. Le avversità ci permettono di far emergere il nostro vero valore.
Uniti insieme al maestro possiamo far emergere il potenziale che esiste nella nostra vita, ma che spesso non vediamo. Possiamo influenzare in questo modo il destino di un’intera nazione. Un corso buddista si può definire “storico” in base al cambiamento concreto che esso genera nel futuro. Ognuno di noi ha un proprio percorso, ognuno la sua missione, ma facciamo in modo di rincontrarci nel 2030 per raccontarci le nostre vittorie!