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La mia promessa: diventare un esempio di coraggio e felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:12

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La mia promessa: diventare un esempio di coraggio e felicità

Sara Pavesi, Fabbrico (RE)

Era convinta che la famiglia fosse un sogno per lei irrealizzabile, ma il desiderio di ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro l’ha spinta ad agire con coraggio per realizzare la sua vita senza più accontentarsi.
Oggi porta avanti l’attività come referente nazionale delle giovani mamme insieme agli impegni familiari e a un lavoro che si è costruita con le sue mani, a misura dei suoi sogni

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Ho 46 anni e sono mamma di Manuel. Ho iniziato a praticare a 25 anni, dopo una delusione sentimentale. Ero alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse a capire chi ero e fin da subito ho accettato con impegno ogni genere di attività affidatami dalla Soka Gakkai, sperimentando un’accelerazione della vita inimmaginabile che mi ha portata negli anni a  trasformare le relazioni familiari, il karma economico e quello sentimentale.
In particolare, dopo varie esperienze fallimentari mi ero convinta che costruire una famiglia fosse per me un sogno irrealizzabile. Ricordo bene il giorno in cui davanti al Gohonzon decisi che non mi sarei più accontentata di relazioni in cui non fossi felice al 100%. Feci una promessa a Sensei: sarei diventata felice, non avrei più dato spazio a uomini che non volevano impegnarsi e avrei incoraggiato tutte le giovani donne con una grande vittoria al mio passaggio nel Gruppo donne.
Poco dopo conobbi Marco, insieme scoprimmo che avevamo gli stessi obiettivi! Un anno dopo convivevamo e l’anno successivo, emozionati e spaventati, ci scoprimmo in attesa del nostro piccolo. La gravidanza fu un momento magico, Manuel stava crescendo con il suono del Daimoku.
Tuttavia, non ero più felice del mio lavoro e ciò mi portava a lottare con i sensi di colpa, perché in quel posto avevo conosciuto la pratica buddista ed ero cresciuta professionalmente.
Con la nascita di Manuel quella frustrazione passò in secondo piano: ogni giorno determinavo di essere il sole per la mia famiglia, anche quando non mi sentivo proprio splendente… Ma sentivo di vivere in uno stato di perenne rinuncia, sceglievo sempre la cosa giusta per tutti, esclusa me.
Poi arrivò la svolta. Era il 16 marzo 2018, stavo recitando Daimoku davanti al Gohonzon e provavo un profondo senso di fallimento. A un tratto guardai mio figlio giocare e gli dissi: «Abbi il coraggio di realizzare tutti i tuoi sogni!». In quel momento tutto prese una piega diversa. Decisi di essere io il suo esempio di coraggio.
Il mio sogno, soffocato da tempo, era lavorare in campo olistico e sostenere altre mamme. Scrissi di nuovo a Sensei, gli promisi che avrei sostenuto tante altre mamme portando avanti il movimento di kosen-rufu. Compresi che ripagare il mio debito di gratitudine voleva dire realizzare la mia vita a 360°, così diedi le dimissioni senza alcun “piano B”. Fu una scelta molto sofferta ma allo stesso tempo sentivo che volevo investire sul mio sogno.

Dopo poco trovai il locale ideale, uno spazio condiviso con una logopedista e una nutrizionista, e a marzo 2019 inaugurai il mio studio di riflessologia plantare e massaggio psicosomatico. Sensei scrive:

«Il capitolo “Il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo” raccomanda: “Non nutrire mai dubbi nei tuoi pensieri”. Una preghiera fiduciosa si espande potentemente in tutto l’universo. Pregare con mente dubbiosa è come cercare di riempire d’acqua una vasca da bagno senza mettere il tappo, tutta la fortuna e i benefici svaniranno» (La saggezza del Sutra del Loto, vol. 3, pag. 290)

Poiché avevamo la stessa visione, iniziai a promuovere eventi e a collaborare con la nutrizionista creando percorsi integrati. Tutto stava andando a gonfie vele, nel giro di poco tempo la nostra agenda si riempì di appuntamenti.
Nel frattempo organizzavo dei piccoli incontri dal clima sereno e informale insieme alle mamme praticanti e ai bimbi della mia zona. E con mio grande stupore, alla fine dello stesso anno nacque ufficialmente il Gruppo giovani mamme! Mi venne affidata l’attività giovani mamme della mia regione e feci del mio meglio per farla diventare una realtà operativa.
Arrivò però anche la pandemia e dovetti chiudere la mia attività lavorativa.
Contemporaneamente iniziarono le riunioni online che erano per me acqua fresca nel deserto, non cedetti allo sconforto e decisi di impegnarmi al massimo per incoraggiare le persone. Questo impegno, insieme all’offerta per kosen-rufu, si rivelarono un’arma vincente e alla riapertura del locale i miei incassi raddoppiarono!
Passati i due anni di attività come referente delle giovani mamme di regione ero pronta a lasciare a una successora, felice di aver contribuito alla creazione di una realtà in cui le mamme si sentivano accolte e a proprio agio. E invece arrivò la proposta di far parte della squadra nazionale. Pensai che fosse un errore e che per me era “troppo”, mi chiedevo come avrei fatto a portare avanti il mio lavoro, il mio ruolo di madre e insieme l’attività. Non diedi però ascolto ai miei pensieri e rilanciai determinando che il mio impegno non avrebbe tolto niente alla mia famiglia, anzi avrebbe arricchito tutti e portato armonia!
Negli ultimi due anni, insieme alla mia collega nutrizionista ci siamo impegnate a organizzare eventi per la raccolta fondi sulla ricerca dei tumori femminili, e a inizio anno le ho proposto di raccogliere in un libro la nostra esperienza di lavoro integrato. È stato molto impegnativo trovare il tempo per portare a termine anche questo progetto, ma ce l’abbiamo fatta e proprio ora siamo alle prese con la pubblicazione del nostro libro. Inoltre pochi giorni fa mi è stato proposto di far parte di un gruppo di lavoro a sostegno delle madri, a partire dalla gravidanza! Mio marito ha ricevuto un aumento di stipendio e “nella casa dei sogni di Manuel” c’è sempre la sua mamma che recita Daimoku.
Sento una profonda gratitudine per la Soka Gakkai e ringrazio le mie compagne di fede che mi hanno sostenuta nei momenti più bui, aiutandomi anche ad attraversare la sofferenza per la perdita improvvisa di mio padre. Concludo con un incoraggiamento tratto da La nuova rivoluzione umana:

«Il Canto della rivoluzione umana parla dello spirito di vivere la vita con forza, a prescindere dalle prove che si possono incontrare lungo il cammino. A volte ci imbatteremo in grandi difficoltà, in tempeste violente e notti interminabili. Se riusciamo a perseverare nei periodi che ci mettono a dura prova, arriva sempre un nuovo giorno pieno di felicità che spazza via le sofferenze passate, anche se possono averci segnato in profondità» (NRU, 24, 50)

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