Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La mia Africa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:53

473

Stampa

La mia Africa

Maria luisa Filippone, Torre Pellice (TO)

Partii, sola, con in tasca l’indirizzo di una famiglia di Dakar presso la quale sarei stata ospite. Fu una vera folgorazione, fu come tornare a casa dopo tanto tempo, una specie di ritorno alle origini, una sensazione di familiarità come quando ero piccola e vivevo in Calabria

Dimensione del testo AA

Partii, sola, con in tasca l’indirizzo di una famiglia di Dakar presso la quale sarei stata ospite. Fu una vera folgorazione, fu come tornare a casa dopo tanto tempo, una specie di ritorno alle origini, una sensazione di familiarità come quando ero piccola e vivevo in Calabria

Nel settembre 1987, a trent’anni, partecipai alla mia prima riu­nione di Buddismo. Sentii subito una grande felicità interiore: avevo trovato quello che cercavo fin dall’adolescenza! Cominciai a praticare con la sensazione di non voler smettere mai. All’epoca convivevo con Claudio, che poi sarebbe diventato mio marito e, negli anni, ex coniuge e tuttora il mio miglior amico. La caratteristica di quella relazione, che all’epoca era felice, si riassumeva in una parola: totale dipendenza da parte mia. Ma io, allora, non ne ero consapevole. Tuttavia realizzammo insieme molte cose importanti, ad esempio, per quindici anni abbiamo usato la nostra casa in collina in Valpellice per esprimere la nostra vita in tutti i suoi aspetti, sia nel lavoro di erboristeria, sia nella pratica, aprendo la casa alle riunioni. Da noi si formò infatti il primo gruppo della Valpellice: pochi membri e una vasta zona di attività. Nonostante le difficoltà, si mirava ai “venti anni” di pratica indicati da sensei durante la sua visita in Italia nel 1981.
Erano però molti gli aspetti che mi rimettevano di fronte alla mia dipendenza, ad esempio pur avendo la patente da vent’anni… non guidavo l’auto! Inoltre, a quarantasei anni, avevo il terrore di dormire da sola e al buio. Lottavo con queste paure fino a che nel 2003 decisi di separarmi da mio marito. Fu una grandissima sofferenza, ma era arrivato il momento di volare da sola: ero passata dalla mia famiglia d’origine a Claudio e veramente da sola non ero mai stata. Capii profondamente che tutti quegli anni mi erano serviti per prepararmi a essere forte, senza la paura nel cuore per il futuro. Riuscii a staccarmi da lui per ritrovare me stessa, a sfidarmi e decidere di vivere da sola.
Vinsi la prima grande paura e cominciai a guidare; l’altra, quella del buio, si dissolse nel nulla quando per la prima volta mi addormentai tranquilla e mi svegliai il mattino dopo rendendomi conto che la sera prima mi ero addormentata a luci spente, avevo dormito benissimo e… i mostri erano scomparsi. Ce l’avevo fatta! Da quella volta non ho più avuto paura di dormire da sola anche in posti isolati.
Recitavo sempre tanto Daimoku per tirare fuori le mie potenzialità ed essere da esempio per tante donne. Trovai lavoro presso la fattoria didattica di un’amica utilizzando le capacità acquisite in tanti anni di esperienza come erborista e iniziai a gestire laboratori sull’ambiente diretti ai ragazzi della scuola elementare.
Fu in quel periodo che entrò nella mia vita l’Africa, in particolare il Senegal. Si organizzavano serate di danza, musica, cucina e conobbi tante persone con cui instaurai una bella amicizia. Dopo un po’ mi decisi ad andare a vedere direttamente il posto. Partii, sola, con in tasca l’indirizzo di una famiglia di Dakar presso la quale sarei stata ospite. Fu una vera folgorazione, fu come tornare a casa dopo tanto tempo, una specie di ritorno alle origini, una sensazione di familiarità come quando ero piccola e vivevo in Calabria. L’esperienza fu meravigliosa. Volevo conoscere i praticanti, anche se non avevo proprio idea di come fare, visto che tutte le ricerche fatte ai Centri culturali, non avevano dato nessun risultato. Desideravo contribuire a kosen-rufu in Senegal. Intrecciai legami di amicizia con tante persone, imparai a conoscerne la cultura e a capire come dialogare con i musulmani; volevo mettere in pratica quello che fa sensei quando dialoga con tutti. Tornata in Italia riuscii a comprarmi una casa, proprio con le caratteristiche che desideravo, sempre in Valpellice, vicino al bosco, non isolata e con dei vicini deliziosi.
Nel frattempo dovetti affrontare due grandi sofferenze: la morte e la malattia. Morì mio padre, la prima grande sofferenza relativa alla morte che superai grazie a tanto Daimoku.
Poi mi fu diagnosticato un problema di salute, inizialmente sottovalutato dai medici e reputato risolvibile con un piccolissimo intervento al seno, invece fui sottoposta in un secondo tempo a un intervento molto più invasivo del primo, dal momento che in realtà si trattava di tumore. Quando ricevetti la notizia rimasi inebetita, ma per fortuna reagii subito, mi misi a recitare molto Daimoku e telefonai a una compagna di fede che aveva avuto lo stesso problema di salute. Lei mi incoraggiò tantissimo, inoltre partecipai a un corso al Centro europeo di Trets, dove conobbi molte donne che avevano superato il mio stesso problema. Al mio ritorno fui operata, l’intervento andò bene e non dovetti sottopormi a cure pesanti. Ora mi rendo conto che la malattia ha avuto la funzione di rafforzarmi e di aumentare la fiducia in me stessa.
Grazie alle relazioni col gruppo buddista Italia-Africa, un giorno ricevetti il numero telefonico di un responsabile di gruppo a Dakar. Che regalo meraviglioso, il contatto era stato trovato! A gennaio 2007 appena arrivata nella capitale senegalese partecipai con quel responsabile alla mia prima riunione in quella città. Decisi di far conoscere la pratica a tutti gli amici che avevo lì. Ora sapevo dove indirizzarli per l’attività; in particolare mi misi l’obiettivo di far nascere un gruppo anche nella regione senegalese più a sud, che purtroppo per dieci anni ha vissuto una terribile guerra civile tanto che spesso mi era capitato di vedere i carri armati lungo la strada per raggiungere il villaggio dove vivevo. Volevo fare un regalo al mio maestro: avrei aperto laggiù la strada per kosen-rufu. Da allora sono tornata almeno una volta all’anno trattenendomi un mese e mezzo circa, mentre nel 2010 sono rimasta tre mesi e mezzo. Dakar intanto cresceva fino ad avere trentacinque praticanti con due luoghi di attività, poi a dicembre 2009 abbiamo formato un nuovo gruppo in una cittadina a cinquanta chilometri da Dakar e infine, tre giorni prima del mio ritorno in Italia, nel marzo 2010, il responsabile generale senegalese è partito per il Giappone con una delegazione africana. In aprile è nato un nuovo gruppo proprio nella zona che desideravo e nel Senegal è stato creato un capitolo. Il mio prossimo obiettivo è quello di poter vivere là sei mesi l’anno, realizzando il mio sogno di creare un laboratorio erboristico utilizzando le erbe della foresta e lavorare insieme a un gruppo di donne.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata