Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La lunga strada verso l'apertura del Centro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

530

Stampa

La lunga strada verso l’apertura del Centro

Diciottomila metri quadri, sulle sponde del Naviglio Grande, tra giardini, un auditorium da novecento posti (la più grande sala di culto d’Europa), sale polifunzionali, foresteria, bookshop, parcheggi ospitati nell’ex complesso monumentale Cascina Guardia di Sopra interamente ristrutturato nel rispetto dei vincoli delle Belle Arti. «Un progetto importante portato a termine con il mezzo più potente di cui disponiamo come membri della Soka Gakkai: il Daimoku!», spiega Francesco Geracitano che, come direttore del Consiglio direttivo finanziario della Soka Gakkai italiana, ne ha seguito l’intera costruzione. A lui abbiamo chiesto di raccontarci quale impegno e determinazione ci sono stati dietro l’apertura del Centro culturale Ikeda di Milano per la pace

Dimensione del testo AA

Diciottomila metri quadri, sulle sponde del Naviglio Grande, tra giardini, un auditorium da novecento posti (la più grande sala di culto d’Europa), sale polifunzionali, foresteria, bookshop, parcheggi ospitati nell’ex complesso monumentale Cascina Guardia di Sopra interamente ristrutturato nel rispetto dei vincoli delle Belle Arti. «Un progetto importante portato a termine con il mezzo più potente di cui disponiamo come membri della Soka Gakkai: il Daimoku!», spiega Francesco Geracitano che, come direttore del Consiglio direttivo finanziario della Soka Gakkai italiana, ne ha seguito l’intera costruzione. A lui abbiamo chiesto di raccontarci quale impegno e determinazione ci sono stati dietro l’apertura del Centro culturale Ikeda di Milano per la pace

La realizzazione di un simile “castello di kosen-rufu” non è stata un’impresa semplice…

I lavori, iniziati nel 2011, sono andati spediti fino al dicembre 2012, quando la ditta che aveva in appalto il cantiere ha chiuso per gravi difficoltà finanziarie. La crisi ha colpito duramente il settore dell’edilizia. A quel punto avevamo davanti vari scenari, nessuno dei quali auspicabili. Il cantiere si sarebbe potuto bloccare per molto tempo, con conseguenze gravissime e nel frattempo le cose lasciate a metà si sarebbero rovinate…

Come avete affrontato quest’ostacolo?

Come referente dell’Istituto per l’intera operazione ho sentito di dover confermare ancora una volta la mia convinzione: «Questo progetto non può assolutamente fallire». Un ringraziamento particolare va a tutti i membri del Consiglio direttivo finanziario (CDF), che hanno sempre dimostrato grande fiducia nella realizzazione di questo Centro culturale tanto caro a sensei. Quando, nel marzo 2013, io e il direttore generale Tamotsu Nakajima siamo andati in Giappone, i lavori erano fermi da diversi mesi. I responsabili della SGI continuavano a chiederci aggiornamenti e, mentre cercavamo di raccontare loro le difficoltà che stavamo affrontando, sono andati dritti al punto chiedendoci: «Entro l’anno questo kaikan si apre o no?». La nostra risposta, ancora una volta, è stata: «Assolutamente sì!».
Con questa decisione e con la grande preoccupazione di non riuscire a sbloccare il cantiere, abbiamo cominciato a sensibilizzare prima i membri della città di Milano e poi, attraverso le riunioni della Consulta, tutti i responsabili nazionali e regionali che hanno cominciato a recitare Daimoku in tutta Italia attivando una sorta di grande “ombrello” protettivo.
Alla base della nostra convinzione c’era anche il fatto che l’inaugurazione di questo Centro culturale era prevista in concomitanza con l’inaugurazione della nuova sede centrale di Tokyo, il Kosen-rufu Daiseido, il 18 novembre scorso, e che il vero valore di un nuovo Centro è rappresentato dall’impegno dei membri e dalle loro vittorie. Seguendo quel che dice il presidente Ikeda, un castello di kosen-rufu è una roccaforte, ma non per la solidità della struttura, bensì per la forza della fede dei membri e per le realizzazioni nell’attività, nella vita quotidiana e nello shakubuku. Ci vuole un grande cambiamento per riuscire ad accogliere una nuova struttura e continuare la propagazione della Legge sull’esempio del maestro. Altrimenti, senza questo spirito, il Centro sarebbe solo una bella costruzione.
«Lo scopo della SGI e dei suoi Centri culturali – sono parole del presidente Ikeda è quello di aiutare i membri a costruire dentro di sé il palazzo dell’eterna felicità, cioè a raggiungere la Buddità in questa vita. Sono strutture per lo sviluppo interiore, per la crescita umana» (NR, 319, 4).

Si tratta di una bella costruzione, ambita da progettisti e costruttori. Come avete deciso a chi affidare i lavori?

Nonostante l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai sia un soggetto privato, abbiamo scelto la logica della gara di appalto per garantire la massima trasparenza. Sono state indette due gare, una per l’affidamento della direzione lavori (vinta dalla Ai Engineering di Torino, una delle realtà più importanti in Italia, che ha seguito tra gli altri i lavori dello stadio della Juventus, il Centro congressi la “Nuvola” a Roma e molto altro ancora) e l’altra per scegliere l’impresa a cui affidare il cantiere (gara aggiudicata alla Gdm Costruzioni poi sostituita dalla Intercantieri Vittadello). Per questa seconda gara le fasi sono state tre.
Prima fase: al bando pubblicato su un quotidiano nazionale hanno risposto oltre trenta aziende. Seconda fase: una prima commissione nominata dal CDF ha verificato tutta la documentazione amministrativa e contabile inviata dalle ditte e ha selezionato dieci imprese aventi i requisiti richiesti. La selezione è stata poi valutata dall’organo amministrativo dell’Istituto, il CDF, che ha ulteriormente ridotto il numero delle imprese a cinque. Terza fase: le cinque imprese hanno inviato un’offerta economica e un’offerta tecnica con le migliorie al progetto; sono state poi valutate da una seconda  commissione di esperti, nominati dal CDF, a cui è stata consegnata una griglia di valutazione individuale,  e la somma dei punteggi attribuiti dai singoli componenti della commissione ha consentito di formare una classifica. A questo punto, dopo un incontro conoscitivo e un’ultima trattativa con le prime due classificate, il CDF ha infine affidato il lavoro all’azienda prescelta.

Come è stato finanziato questo importante progetto?

Abbiamo acquistato la sede sui Navigli in contemporanea con la sede di Falconara, vicino ad Ancona. Il presidente Ikeda ha voluto sostenerci per metà di quell’importo, mentre il resto è stato sostenuto con le offerte sincere dei membri. Questo è meraviglioso ed è sicuramente causa di grandi benefici.

Quali sono i requisiti con cui la Soka Gakkai italiana sceglie le sedi dove aprire nuovi Centri?

Siamo autogestiti e autofinanziati: ciò vuol dire che le nostre risorse derivano dalle offerte dei membri, sia in termini di tempo che di risorse economiche. Di fronte alle richieste di nuovi Centri, io rispondo che bisogna innanzitutto recitare Daimoku per creare le condizioni affinché progetti di questo tipo si possano realizzare: prima di tutto è necessaria una grande crescita. Questo è sicuramente il primo presupposto per poter realizzare un nuovo Centro.
Vorrei ringraziare il presidente Ikeda per il suo costante impareggiabile sostegno e tutti i membri italiani per il loro preziosissimo Daimoku; vorrei anche invitare tutti a visitare questo meraviglioso castello di kosen-rufu: chiedo ai membri della Lombardia di accogliere ogni persona con lo spirito di «alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 435).
Ora con gioia avanziamo verso il centenario della Soka Gakkai che avverrà nel 2030 e concentriamo le nostre forze per la realizzazione di un altro importante obiettivo: la nuova sede di Roma.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata