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La luce dell'altruismo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:26

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La luce dell’altruismo

Ricchezza, celebrità o potere sono aspetti transitori della vita che spesso avvelenano i rapporti tra gli esseri umani. Al contrario, le azioni compassionevoli verso gli altri arrecano un significato profondo all’esistenza

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Ricchezza, celebrità o potere sono aspetti transitori della vita che spesso avvelenano i rapporti tra gli esseri umani. Al contrario, le azioni compassionevoli verso gli altri arrecano un significato profondo all’esistenza

Il noto storico francese Jules Michelet (1798-1874), fu autore di molte opere importanti che esprimevano simpatia per i cittadini comuni, fra le quali la Histoire de la révolution française (Storia della rivoluzione francese). In uno dei suoi scritti affermò: «Dopo una vittoria, è stato cercato l’eroe, ed è stato trovato nel popolo intero». Chi erano i veri eroi che trasformarono la rivoluzione in un successo? Il popolo, il popolo unito. Non sono i titoli o la posizione sociale a contare. Coloro che danno tutto per i propri ideali meritano il massimo rispetto e la più alta ammirazione.
Michelet riconobbe che i veri eroi sono gli uomini e le donne, anonimi eppure così coraggiosi. Anche il Buddismo insegna la stessa verità, quando le persone si risvegliano alla loro missione unica, diventano forti, si esprimono con coraggio, e conducono vite vittoriose, risplendendo come eroi di verità e giustizia. Questa è la rivoluzione umana.
Le donne in particolare, si sono impegnate instancabilmente nel coinvolgere le persone nel dialogo e infondendo fiducia hanno parlato loro del nostro movimento. I loro sforzi sono davvero ammirevoli, e tante persone sono rimaste colpite dalla loro schiettezza, sincerità e dedizione.
Anche la Divisione giovani donne ha realizzato una crescita straordinaria. Invito le giovani donne a vincere attraverso una fede sincera. Far risplendere la vita attraverso le attività della Gakkai è il modo per costruire delle fondamenta per la vostra futura felicità. Voi stesse siete l’entità della felicità. Se le giovani donne sono forti, anche la famiglia, la società e il futuro saranno belli, e gli orizzonti della Soka Gakkai luminosi e illimitati.
Mi è stato riferito che ospiti in visita alla sede della Soka Gakkai sono rimasti colpiti dai modi delle nostre giovani donne che sono state giudicate positive e rincuoranti, di buon umore e intelligenti. Altri ne hanno ammirato il senso di responsabilità e il comportamento garbato. La vitalità e l’energia delle giovani donne gioca un ruolo importante nel confronto fra la Soka Gakkai e la società.
«Le donne aprono la strada» (GZ, 1566), scrive Nichiren Daishonin. La meravigliosa crescita della Divisione giovani donne ha aperto una via di speranza per il successo duraturo e la vittoria della Soka Gakkai nel futuro. Oggi, le giovani donne risplendono in ogni ambito della società, e questo è emblematico dell’arrivo dell’epoca delle donne Soka. La Divisione giovani ha creato una moltitudine di persone capaci per i prossimi trenta o cinquant’anni. Oltre ai due soli delle donne e dei giovani, comincia a risplendere un terzo sole, quello della Divisione uomini. Gli uomini si sono lanciati con entusiasmo nelle loro attività, con una robusta energia da “veterani dell’attività buddista”. So quanto duramente ha lavorato ognuno di voi. Spuntando da dietro una spessa coltre di nubi, il sole della Divisione uomini si è infine alzato nel cielo azzurro.
Desidero esprimere il mio sincero apprezzamento alle famiglie che ospitano in casa loro le riunioni e che costituiscono i punti di forza del movimento di kosen-rufu nei rispettivi quartieri. Nichiren Daishonin scrive a questo proposito: «Sono tutte azioni virtuose che apportano benefici alla tua vita. Pratica con questa convinzione» (SND, 4, 5). Tutto ciò che fate per kosen-rufu sarà fonte di grande fortuna per voi e la vostra famiglia. Non importa quanto gli sciocchi vi invidino o vi calunnino, sarete lodati dieci volte tanto dai Budda, bodhisattva e divinità celesti di tutto l’universo e baciati da un’immensa fortuna e dai benefici, assaporando «la più grande di tutte le gioie» (GZ, 788). Questo è l’insegnamento del Buddismo.
Per chi raccoglie la sfida al momento cruciale, tutte le difficoltà si trasformeranno in fonti di energia per ottenere la condizione vitale di Buddità. Nel Buddismo nulla va sprecato. Nella fede non esiste una fase discendente. Tutti voi concluderete la vostra esistenza con un magnifico tramonto.
Invece, coloro che perseguitano voi, nobili bodhisattva degni di lode quanto il Budda, riceveranno la giusta ricompensa e alla fine cadranno in rovina. Questo risulta chiaro quando si osserva il destino degli ingrati che hanno abbandonato la fede e tradito i loro compagni di fede della SGI. La legge di causa ed effetto è rigorosa.
Spero che tutti voi continuiate a vivere eroicamente e raggiungiate, con coraggio e perseveranza, una condizione interiore caratterizzata dalle quattro nobili virtù del Budda – eternità, felicità, vero io e purezza – nelle tre esistenze.
In un discorso tenuto durante una festa alla quale partecipavano persone provenienti da ogni parte del paese, l’oratore greco Isocrate (436-338 a.C.) sollevò la questione di chi meritasse davvero apprezzamento e riconoscimento. Lamentava che «a coloro che si sono tanto sforzati in privato per il pubblico bene e hanno coltivato le loro menti per riuscire ad aiutare anche i loro simili, [gli alti funzionari] non hanno elargito alcuna ricompensa quando, a buon diritto, sarebbe stato invece loro dovere occuparsi del benessere di questi ultimi».
Il vero valore di un essere umano risiede forse nel suo potere? O nella sua ricchezza o celebrità? La risposta è no. Molte persone sconosciute si sono prodigate per contribuire alla società invece di perseguire il proprio interesse. Questi eroi senza medaglie hanno coltivato un nobile spirito e si sono impegnati per far sì che il mondo diventasse un posto migliore. Queste sono le persone che meritano la nostra stima. E i membri della SGI, che si dedicano a kosen-rufu, meritano il massimo premio nella vita. Questo è anche il punto di vista del Daishonin.
Desidero citare una lettera che Nichiren Daishonin indirizzò al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu [nel 1277]. È un Gosho molto importante e spero che lo leggiate e ci riflettiate attentamente. Il Daishonin scrive: «Sho-bo, Noto-bo e Nagoe-no Ama, discepoli di Nichiren, si proclamavano saggi pur essendo avidi, codardi e stupidi. Quando fui colpito dalle persecuzioni, questa gentaglia ne approfittò per far cadere un gran numero di credenti. […] Le persone che hanno ancora una conoscenza superficiale ma fanno mostra di credere, parlando con arroganza possono distruggere anche la fede degli altri» (SND, 5, 207). [Il Daishonin parla di discepoli che hanno abbandonato la fede. Si pensa che Sho-bo abbia cominciato a dubitare circa all’epoca dell’esilio di Izu nel 1261 e che Noto-bo abbia perso la fede intorno al 1271. La monaca laica Nagoe – la moglie di Hojo Tomotoki, un fratello minore di terzo reggente Yasutoki – abbandonò la fede all’epoca della persecuzione di Tatsunokuchi, nel 1271, n.d.r.].
Ci sono individui che agiscono solo per il proprio tornaconto, che esteriormente appaiono seguaci sinceri, ma abbandonano la fede nel momento in cui si presentano delle difficoltà. Ancor peggio, alcuni arrivano a corrompere la fede di altri. Queste persone, sono innanzitutto “avide”, dice il Daishonin. Ovvero, sono interessate solo a soddisfare i propri desideri e le proprie ambizioni. Sono l’esatto opposto di voi, membri della SGI che lavorate giorno e notte per la felicità e il benessere delle persone nella società. Inoltre, dice, sono dei “codardi”. Appena succede qualcosa, scappano via e si nascondono. Infine, dice, sono “stupidi”. Mancano totalmente di saggezza e buon senso eppure si danno un sacco di arie, vantandosi delle proprie origini, del rango, e della posizione sociale, e credono arrogantemente di essere molto in gamba e di avere una solida conoscenza del Buddismo.
Questo tipo di persone si trovava anche tra i seguaci che avevano personalmente incontrato il Daishonin e anche fra i seguaci del Budda Shakyamuni. Quindi, a maggior ragione, persone simili compariranno nell’epoca ancora più malvagia dell’Ultimo giorno della Legge.
Il Daishonin ci sprona a stare in guardia contro i corrotti che cercano di intralciare l’armonia e unità della nostra comunità di credenti. Questa è anche la ragione per la quale il presidente Toda ammonì severamente: «La Soka Gakkai è l’organizzazione più nobile che ci sia, dedita a svolgere l’opera del Budda per kosen-rufu per condurre alla felicità chi sta soffrendo. È un’organizzazione che mi è più cara della mia stessa vita. […] In essa i responsabili esistono per servire e assistere i membri, specialmente quelli ancora giovani nella fede. I responsabili arroganti che causano sofferenza ai membri dovrebbero essere espulsi». La Soka Gakkai è l’organizzazione per kosen-rufu che ha ereditato il mandato e la volontà del Budda; ha agito in esatto accordo con gli insegnamenti del Daishonin per aiutare chi stava vivendo le peggiori sofferenze. Non dobbiamo mai chiudere un occhio quando vediamo qualcuno che cerca di distruggere questa organizzazione pura o che maltratta e attacca noi, che siamo i figli del Budda.
Ho delle meravigliose notizie: nello stato di St. Vincent e Grenadines, il gioiello dei Carabi, sono apparsi membri della Soka Gakkai. Una famiglia ha iniziato a praticare in questo magnifico arcipelago di trentadue isole e circa seicento isolette. Il padre è un membro della Divisione uomini che gode di grande fiducia come educatore. È sulle piccole isole che si assiste alla realizzazione dell’ideale di kosen-rufu ben prima che in altri luoghi.
Un’altra nazione si è unita alla rete della SGI, la Confederazione delle Isole Marianne Settentrionali, che ha visto un costante aumento di membri. Nel luglio di tre anni fa [nel 2001], fra l’altro, ho avuto il piacere di ricevere il primissimo dottorato onorario conferito dall’Università delle Marianne Settentrionali. Con St. Vincent e Grenadines e le Isole Marianne Settentrionali, la rete mondiale della Soka Gakkai ora comprende centonovanta paesi. Le Isole Marianne Settentrionali, appena entrate a far parte della rete della SGI, sono sede di un giardino della pace Gandhi-King-Ikeda [collocato su Tinian e inaugurato nel maggio 2002 dalla municipalità di Tinian e Anguiguan, isole che furono teatro di feroci battaglie durante la seconda guerra mondiale, n.d.r.].
Nel giardino vi sono tre monumenti e ognuno reca una citazione. La prima è il famoso appello del Mahatma Gandhi: «Dobbiamo essere il cambiamento che desidereremmo vedere». La seconda è di Martin Luther King Jr.: «Da un lato devo cercare di cambiare lo spirito degli uomini affinché possa cambiare la società, dall’altro devo cercare di cambiare la società affinché lo spirito umano abbia una possibilità». [La terza citazione è di Daisaku Ikeda: «Lo splendore umano deriva dalla luce dell’azione altruista. Le persone sono veramente umane solo quando cercano di dedicare la vita ai loro amici e ai loro simili», n.d.r.]
Il cambiamento in un singolo individuo può condurre al cambiamento del mondo in genere, le parole di Gandhi e King coincidono con la filosofia della rivoluzione umana, che noi della SGI ci siamo impegnati a diffondere fra la gente. È una conclusione a cui sono giunti anche molti dei maggiori intellettuali di tutto il mondo.
I membri italiani in visita in Giappone mi hanno gentilmente regalato una preziosa copia di un libro di Giuseppe Mazzini (1805-72), uno dei promotori del movimento per l’indipendenza e l’unità italiana nel diciannovesimo secolo. Sono rimasto colpito da questo volume che egli dedicò alla memoria di un gruppo di giovani che sacrificarono la loro vita per l’indipendenza italiana nel luglio del 1844, centosessant’anni fa. Mazzini redasse questa cronaca, Ricordi dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio in Cosenza, per difendere la reputazione di quei giovani eroi.
Quei giovani che si erano levati a combattere per la giustizia e la libertà furono denunciati da un meschino traditore e vennero tutti arrestati. Fieri perfino di fronte al plotone d’esecuzione, cadendo gridarono: «Viva l’Italia! Viva l’Italia!». Il tradimento è una cosa terribile; davvero terrificante. Ho provato il tradimento più volte nella mia vita e sopportato molte situazioni sgradevoli e dolorose. Capisco fin troppo bene quello che devono aver provato.
Con le ultime parole di quei giovani coraggiosi impresse nel cuore, Mazzini incoraggiò tutti i giovani d’Italia a farsi animo, a combattere e a vincere, ricordando loro che ci saranno sempre le canaglie che, «sapendo che la nostra causa è destinata a trionfare», cercheranno di ostacolarli. Aggiunse poi che le idee non si possono uccidere. Le idee sono immortali, in mezzo alle tempeste si ingigantiscono e, come diamanti, risplendono a ogni colpo di nuova luce. Anch’io mi appello ai membri della Divisione giovani, miei sinceri discepoli, che si assumeranno la piena responsabilità del movimento per kosen-rufu: «Lottate e vincete! Siete destinati a trionfare. Fatevi coraggio! Poiché per quanto possiate essere attaccati o calunniati, nessuno può uccidere le vostre idee, il vostro credo, i vostri convincimenti».
Nichiren Daishonin afferma chiaramente: «Non sono gli amici, bensì i nemici coloro che aiutano una persona a progredire» (SND, 4, 54). Senza avversari, senza lottare contro le persone ostili alle nostre imprese e trionfare su di loro, non possiamo diventare forti. Questo vale sia per gli individui che per le organizzazioni. Solo lottando contro le avversità si cresce e si sviluppa forza. La Soka Gakkai si è sviluppata ed è diventata forte proprio lottando contro ogni sorta di forza antagonista che calunniava l’insegnamento corretto e cercava di sovvertire il nostro movimento per kosen-rufu. Vi prego di ricordarvene sempre.
Anche per Mazzini la cosa peggiore era cedere alla disperazione e allo sconforto. Il Buddismo del Daishonin si concentra sul presente e sul futuro. Ciò che conta è il presente e ancor di più il futuro. Mazzini acutamente osservò che non è possibile violare le leggi che governano l’universo. Nam-myoho-renge-kyo è la legge fondamentale dell’universo. Non ci sono autorità né poteri, per quanto forti, in grado di competere con questa legge. Chiunque vi si opponga, finirà in uno stato d’inferno che egli stesso ha creato. Il Daishonin espone chiaramente questo principio nei suoi scritti. Di conseguenza, niente nell’universo può competere con noi, poiché seguiamo la Legge mistica e ci dedichiamo alla verità e alla giustizia. Avanziamo con questa incrollabile convinzione.
Desidero annunciare che Joseph Rotblat, un grande difensore della pace, e io, ci siamo accordati per condurre un dialogo su diversi temi, che in seguito verrà pubblicato. Rotblat compirà novantasei anni quest’anno. Io ho vent’anni di meno. [Joseph Rotblat è presidente onorario delle Conferenze Pugwash sulle questioni scientifiche e mondiali, un forum di ricercatori impegnati nell’abolizione delle armi nucleari che cercano soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali. Nel 1995, lui e le Conferenze Pugwash sono stati insigniti del Nobel per la Pace. Rotblat e Ikeda si sono incontrati nell’ottobre del 1989 a Osaka e nel febbraio 2000 a Okinawa. Hanno in programma di condurre un dialogo per corrispondenza che verrà pubblicato, n.d.r.].
Inoltre, poche settimane dopo l’attacco terroristico agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, Rotblat è giunto da Londra alla Soka University of America (SUA) di Aliso Viejo, per incoraggiare gli studenti condividendo con loro la sua passione e la sua visione lungimirante. Durante la lezione tenuta in quell’occasione La ricerca della pace globale, Rotblat disse: «Ma nonostante tutto […] credo ancora nella bontà intrinseca dell’Uomo». Sottolineando la sua fede in ciò che egli ha chiamato «il processo di evoluzione culturale», ha espresso la speranza che gli studenti della SUA facciano la loro parte per assicurare il trionfo del bene e dell’onestà.
Mi auguro che viviate intrepidamente. Senza coraggio, non si può condurre una vita vittoriosa; al contrario si prova solo tristezza e sconfitta. Quando conduciamo vite vittoriose, conquistiamo la fiducia e il rispetto degli altri. Per mezzo del nostro esempio, possiamo trasformare gli altri in alleati. Ma se ci lasciamo abbattere, non solo ci sentiremo infelici, ma anche gli altri ci staranno alla larga.
Viviamo con coraggio!
Nichiren Daishonin attribuiva molta importanza a un classico cinese intitolato I fondamenti del governo nell’era Chen-Kuan (626-49). In esso si legge: «Gli stupidi bramano calunniare e disprezzare gli altri» e vi si spiega che la maldicenza non solo non crea nulla di valore per la società, ma è un vero e proprio crimine. Voi avete tutti respinto le calunnie e conquistato una vittoria completa e stupefacente. I vostri risultati brilleranno negli anni.
Durante il nostro dialogo, lo storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975) mi disse: «Ogni organismo o istituzione sociale si basa su una filosofia o su una religione e un’organizzazione è valida o deleteria quanto il fondamento sul quale si erige». Toynbee riconobbe appieno la correttezza del nostro movimento e nutriva grandi speranze in esso. Il primo passo per guarire il malessere della società contemporanea è una rivoluzione nell’ambito dello spirito umano. Solo su queste basi si potrà costruire una società migliore, pensava Toynbee.
Il ventottesimo presidente americano e premio Nobel per la pace Woodrow Wilson (1856-1924) affermò: «La mia vita non sarebbe degna di essere vissuta, se non fosse per la forza trainante della religione, per la fede, pura e semplice». La vita basata sulla creazione di valore della SGI, in cui si lotta per la felicità nostra, dei nostri amici e della società è una vita d’immensa soddisfazione.
Vorrei concludere con le parole del presidente francese Charles de Gaulle (1890-1970), che difese la libertà del suo paese contro il Nazismo: «La nostra dev’essere una completa vittoria. E lo sarà».

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St. Vincent e Grenadines – L’isola dei pappagalli

A St. Vincent c’è un detto: «Se tutti tornassero a casa, non ci sarebbe abbastanza posto», dice Carlton Myers. Nato a Layou, nel 1964 ha lasciato i Caraibi per studiare musica. Un lustro fa si è stabilito in Italia, a Rimini, ma per anni ha vissuto a Londra dove, nel 1986, ha incontrato il Buddismo di Nichiren Daishonin.
Di “casa”, come dice quando parla della sua isola, ama ricordare la bella sabbia; le passeggiate alle pendici del vulcano in compagnia dei famosissimi pappagalli che rallegrano la sera con il loro canto melodioso; il sapore dolcissimo della frutta: la terra vulcanica è molto fertile e sull’isola si possono gustare centinaia di frutti diversi.
Battuto da una costante brezza, l’arcipelago è un paradiso per i velisti – ci racconta – che spesso veleggiano in compagnia di branchi di delfini, là dove un tempo scorrazzavano i pirati. Mettendo la testa sott’acqua, invece si può ammirare la più bella fauna di piccoli animali che nuotano tra le stupende scogliere coralline.
Ci saluta ridendo sotto i baffi, felice di sapere che i semi della Legge mistica sono germogliati anche all’ombra dell’albero di Bodhi cresciuto nel giardino botanico più vecchio dell’Occidente (fondato nel 1765), situato a Kingstown, la capitale.
Cristina Sereni

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