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La lettura apre la vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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    La lettura apre la vita

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    Questo mese abbiamo approfondito insieme il tema della lettura, grazie alle riflessioni sull’importanza di coltivare questa passione e alla recensione del libro per ragazzi di Daisaku Ikeda La scelta di Alessandro. Questa volta le nostre pagine sono state realizzate insieme alla Divisione futuro della regione Lazio. «Stiamo vivendo un’intensa attività volta a far sentire ognuno di loro un protagonista» ci hanno raccontato i responsabili regionali.
    Alcuni ragazzi di Roma si sono riuniti per discutere il significato di una breve frase di Gosho che hanno portato con sé per alcuni giorni, leggendola di tanto in tanto. Josei Toda diceva: «La lettura e la riflessione non sono finalizzate soltanto al piacere e al divertimento, ma dovrebbero servire a migliorare voi stessi e progredire nel vostro lavoro. Se le più giovani generazioni di questo paese sviluppano l’abitudine a leggere e a riflettere, la prossima epoca sarà incredibilmente piena di speranza» (NR, 485, 9).

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    Per conoscere il Gosho

    «Poiché sono il devoto del Sutra del Loto, ho subìto ogni genere di persecuzioni a opera dei tre potenti nemici. È una cosa meravigliosa che nonostante questo tu sia diventato discepolo e sostenitore di una persona simile! Deve esistere una ragione profonda per la nostra relazione. Fai ogni sforzo possibile per approfondire la tua fede e raggiungi la pura terra del Picco dell’Aquila» (Dal Gosho Le spade del bene e del male, RSND, 1, 400)

    Blu
    : A me ha colpito che Nichiren scriva “nonostante questo tu sia diventato discepolo e sostenitore”. Perché utilizza la parola “nonostante”? Secondo me dovrebbe utilizzare “soprattutto”… è proprio per le persecuzioni che ha dovuto affrontare il Daishonin, e per come le ha affrontate, che io mi sento ispirata a seguire il suo esempio.

    Simone: Lui dice “nonostante” perché era screditato dal governo, da tutti… è come se uno a scuola dicesse “guarda quella è una cattiva persona” e tu “nonostante” quello, decidessi di seguirla ugualmente… per questo credo che Nichiren dica “nonostante” come per dire, “nonostante io abbia tutto il mondo contro tu hai deciso comunque di essermi amico”. A me ha colpito molto anche il pezzo “deve esistere una profonda ragione per la nostra relazione”. È un po’ come se dicesse che il caso non esiste e che se ci siamo incontrati è per fare un percorso insieme. Tutti noi quando incontriamo qualcuno non è per caso, ma perché in un modo o nell’altro faremo un percorso insieme che ci porterà a crescere.

    Adriana: A me invece è piaciuta la prima parte “poiché sono il devoto del Sutra del Loto ho subìto ogni genere di persecuzioni”… è come se Nichiren stesse dicendo: “ho subìto degli attacchi perché la mia missione è fondamentale”. Sembra una cosa semplice e alla mano, come per dire “ho subito degli attacchi perché sto facendo una cosa meravigliosa, io sono attaccato ma che importa, la mia missione è molto più grande di quel piccolo o grande ostacolo che mi si mostra davanti”. Lui sa di essere un Budda, questo secondo me fa la differenza.

    Giacomo: Mi sto sfidando un sacco, soprattutto a scuola. Quest’anno la mia passione per la musica sta crescendo in un modo pazzesco. L’anno scorso ho provato a entrare in un liceo musicale ma, nonostante conoscessi un professore che mi avrebbe facilitato nell’ammissione, ho deciso di non usare questo canale di favore. Era una mia sfida personale e volevo riuscire a farcela da solo. Purtroppo sono arrivato terzo e i posti erano due ma ho continuato a praticare per quest’obiettivo, perché ho sentito che quando fallisci hai comunque milioni di altri tentativi per riprovare. Quest’anno hanno deciso di aprire un liceo musicale addirittura nella mia scuola! In alcune materie non andavo bene ma grazie al desiderio di entrare al musicale sono riuscito a recuperarle. Mi sto impegnando tanto nella pratica, nello studio e nel suonare ed è bello sapere che sensei ti sostiene in tutto… in questi giorni mi ha aiutato molto leggere la frase “lottando e trionfando insieme al maestro”, ho sentito come se mi poggiasse una mano sulla spalla. Sono sempre stato uno di quelli pronti a sottolineare i propri difetti, che sono pigro, che non riesco, che sono stupido e che non capirò mai, ma ogni volta mi ripeto che ciò non è importante e che quello che serve sono i sogni, le aspirazioni. Io vorrei cambiare il mondo attraverso la musica.

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    La mia passione / La lettura
    Il libro che mi ha dato coraggio
    Jacopo Olmo, 16 anni

    Essendo un lettore appassionato, mi sento spesso incoraggiato da sensei, che sprona in continuazione tutti i giovani a leggere e ad ampliare sempre di più le proprie vedute.
    C’è un’esperienza in particolare che ho fatto attraverso un libro, che mi ha dato la forza e la voglia di uscire da un periodo particolarmente difficile.
    La scorsa estate ho letto Delitto e castigo dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij. La storia ruota attorno a uno studente universitario che, dopo aver ucciso un’anziana usuraia e sua sorella per motivi economici, è tormentato dal senso di colpa, ma non intende costituirsi o farsi scoprire dalla polizia. Verso la fine del romanzo il giovane verrà incastrato da un poliziotto ed esortato dallo stesso ad ammettere la sua colpa e subirne le conseguenze. In questo passaggio in particolare il poliziotto quasi “incoraggia” il giovane ad accettare la sofferenza e ricominciare a vivere «abbandonandosi alla vita», senza stare a preoccuparsi più di tanto di dove verrà portato dalla sua esistenza, poiché «lo porterà a una riva e lo rimetterà in piedi».
    Questo frammento ha significato molto per me, e mi ha permesso di decidere di fare proprio come il giovane Raskolnikov. Ho accettato un errore che avevo commesso le cui conseguenze mi tormentavano, facendomi soffrire molto, e ho avuto la forza di determinare di ricominciare ancora, sicuro che da questa grossa sofferenza ne sarei riemerso come una persona ancora migliore e più felice, come effettivamente sta succedendo in questi ultimi mesi. Ho ringraziato dal profondo del mio cuore il Gohonzon e in particolare sensei, che con il suo continuo sostegno all’attività della lettura, mi ha dato la possibilità di fare questa fantastica esperienza.

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    Recensione / La scelta di Alessandro
    Cos’è davvero l’amicizia?
    Miki, 18 anni

    Alessandro Magno, giovane sovrano e conquistatore dell’Asia, si trova tra la vita e la morte, dilaniato da una febbre spaventosa e da un dubbio che, ancor più della malattia, lo attanaglia nel profondo: sembra che Filippo, il suo più grande amico e medico di fiducia, voglia avvelenarlo con la sua medicina perché alleato col nemico persiano. E non è stata una voce a insinuarsi nella mente del re, ma la schiacciante realtà di una lettera scritta da un generale. Offuscata dalla febbre, la mente di Alessandro è in subbuglio, il suo cuore non riesce a credere a ciò che sta accadendo.
    Filippo e Alessandro hanno infatti condiviso tutta la loro giovinezza creando un’indissolubile amicizia; dunque cosa è cambiato?
    Il re richiama alla memoria l’insegnamento più prezioso ricevuto in gioventù dal suo maestro Aristotele: «L’amicizia è fidarti del tuo amico più di quanto lui si fidi di te». Grazie a queste parole Alessandro riesce a superare le incertezze affidandosi completamente al suo cuore e beve la medicina preparata da Filippo, sicuro che non poteva essere veleno. Pur avendo esitato quell’attimo che ad Alessandro era parso un’eternità, non solo ha salva la vita, ma si rinsalda anche l’amicizia tra i due.
    E noi, come un Alessandro Magno di questa nuova era, riusciamo a fidarci e ad affidarci ai nostri amici più di quanto loro facciano con noi? E se le nostre amicizie non progrediscono, ma rimangono sempre superficiali, che senso ha continuare a lamentarci degli altri, quando sarebbe giusto riflettere su noi stessi? Penso sinceramente che da questo libro scaturiscano queste e altre domande, un forte desiderio di coltivare delle vere amicizie e, di conseguenza, di curarle con tutto il cuore. Ciò significa preoccuparci dei nostri amici come se si trattasse della nostra stessa vita: quando rendiamo felice un amico, ci apriamo completamente comportandoci con sincerità… non possiamo che riceverne una grande gioia! D’altronde, come dice Aristotele in questo libro, «L’amico è come un secondo se stesso; nell’amicizia due persone diventano una sola e un legame di questo genere possiamo definirlo come vita». Leggendo questo romanzo, nonostante tratti di personaggi storici, quasi mitici, di vicende estreme e lontane dalla realtà dei nostri giorni, mi sono accorta di quanto sia importante affidarsi completamente ai nostri veri amici, offrire con gioia parole, sorrisi, sostegno e conforto senza risparmiarsi, ogni giorno. Con questo non voglio dire di trascurare noi stessi o fingere di stare bene con i nostri compagni per non farli preoccupare. È infatti fondamentale essere sinceri, condividere le gioie e le sofferenze, ascoltarsi a vicenda in modo tale da instaurare un legame indissolubile e duraturo.

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