Dosho Domyo Gosho
Gosho Zenshu, pag. 1114
Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 4, pag. 139
Spero che tu legga ripetutamente questa lettera insieme alla moglie di Toshiro. Il sole disperde l’oscurità, per quanto sia profonda. Il cuore di una donna può essere paragonato all’oscurità e il Sutra del Loto al sole. Un bambino talvolta può non riconoscere sua madre, ma una madre non dimentica mai suo figlio. Il Budda Shakyamuni può essere paragonato alla madre e la donna al bambino. Se due persone si desiderano ardentemente, allora non si separeranno mai. Ma se una persona ne desidera ardentemente un’altra e l’altra non prova la stessa cosa, allora esse saranno unite in certi momenti, ma separate in altri. Il Budda può essere paragonato a colui che desidera sempre l’altro ardentemente e la donna a colui che non prova questo desiderio. Ma se davvero desideriamo ardentemente il Budda Shakyamuni, come potrebbe non rivelarsi a noi?
Potete chiamare una pietra “gioiello”, ma ciò non la rende tale. Potete chiamare un gioiello “pietra”, ma rimane un gioiello. Nella nostra epoca, le dottrine del Nembutsu e delle altre sette basate sugli insegnamenti provvisori del Budda sono tutte come pietre. Le persone possono dire che il Nembutsu è uguale al Sutra del Loto, ma questo non li rende realmente uguali. E le persone possono offendere il Sutra del Loto, ma ciò non cambia il suo valore più di quanto chiamare un gioiello pietra cambi il valore del gioiello.
In passato, in Cina, regnava un sovrano malvagio, chiamato imperatore Hui-tsung[ref]Hui-tsung (1082-1135): ottavo sovrano della dinastia Sung in Cina. Salì al trono nel 1100 ma, scarsamente interessato a governare, si dedicò piuttosto alla calligrafia e alla pittura. In campo religioso, la sua politica fu di incoraggiare il Taoismo, originario della Cina, e distruggere il Buddismo. Nel 1127, la sua dinastia (Sung settentrionale) fu rovesciata dallo stato di Jürched (Chin).[/ref]. Sviato da alcuni preti taoisti, egli distrusse le statue buddiste e i sutra, e obbligò tutti i preti e le monache a ritornare alla vita secolare, senza che nessuno si opponesse. Fra i preti ce ne fu solo uno, chiamato Saggio Dottore Fa-tao, che rifiutò di farsi intimorire dall’ordine imperiale. Per questo motivo fu sfregiato in viso ed esiliato nella regione a sud del fiume Yangtze. Io sono nato in un’epoca in cui i governanti ripongono la loro fede nella setta Zen che è completamente eretica come i preti taoisti e, anch’io, come Fa-tao, ho incontrato molte difficoltà.
Voi due donne siete nate come persone comuni e ora vivete a Kamakura (sede del governo militare), e credete nel Sutra del Loto senza preoccuparvi degli sguardi indiscreti o del pericolo che ciò può rappresentare per la vostra vita. Questo è a dir poco straordinario. Posso solo immaginare la vostra fede come il gioiello magico, che immerso nell’acqua torbida la rende limpida. Siete come chi, quando un saggio insegna qualcosa di nuovo, crede a ogni sua parola e afferra così la verità. È perché il Budda Shakyamuni e i bodhisattva Fugen, Yakuo e Shukuoke[ref]Shukuoke: bodhisattva che appare nel capitolo Yakuo (ventitreesimo) del Sutra del Loto, con il ruolo di porre domande al Budda. In questo capitolo Shakyamuni gli ordina di proteggere il Sutra del Loto con il suo potere occulto.[/ref] dimorano nel vostro cuore? Il Sutra del Loto afferma che le persone di tutto il mondo sono in grado di credere nel sutra grazie all’aiuto del bodhisattva Fugen[ref]Sutra del Loto, cap. 8.[/ref].
La donna è come il glicine, l’uomo è come il pino. Il glicine non può vivere nemmeno per un momento se separato dal pino che lo sorregge. E ora, in questa epoca così turbolenta, in cui non hai nemmeno servitori sui quali contare, hai mandato tuo marito qui sull’isola di Sado. Questo dimostra che la tua fede è più solida della terra e gli dèi terreni devono sicuramente saperlo. La tua fede è più alta del cielo e gli dèi celesti Bonten e Taishaku devono esserne consapevoli. Il Budda insegnò che le persone, sin dal momento della loro nascita, sono accompagnate da due messaggeri, chiamati Dosho e Domyo[ref]Dosho e Domyo: due messaggeri celesti che si diceva dimorassero sulle spalle di una persona sin dalla sua nascita per osservare ogni sua azione. Simboleggiano il funzionamento della legge di causa ed effetto nella vita.[/ref], che li seguono da vicino proprio come la loro ombra, e non li lasciano mai, nemmeno per un istante. A turno, essi riferiscono al Cielo le azioni buone e quelle cattive, sia grandi che piccole, senza tralasciare il minimo dettaglio. Perciò il Cielo deve già essere a conoscenza della tua grande fede. Come è incoraggiante!
Nichiren
Aprile
Cenni storici
Quando Shijo Kingo, nell’aprile del 1272, andò a trovare il Daishonin a Sado, egli gli consegnò questa lettera indirizzata a sua moglie, Nichigennyo. All’inizio, il Daishonin le raccomanda di leggerla insieme alla moglie di Toshiro. Si pensa che Toshiro fosse un collega di Shijo Kingo nel governo militare di Kamakura. La moglie era imparentata con la famiglia di Nanjo Tokimitsu, il signore di Ueno. Anche in una lettera indirizzata alla madre di Nanjo Tokimitsu compare lo stesso invito a leggerla ripetutamente con la moglie di Toshiro, sottolineando così l’importanza dell’unità fra i credenti. Nella società feudale la vita era difficile per le donne. Ciononostante Nichigennyo permise al marito di andare a Sado, un viaggio lungo e pericoloso, lasciandola sola a Kamakura. Per questo il Daishonin la loda, dicendo che la sua fede è più solida della terra e più alta del cielo.
Spiegazione
Il Daishonin consegnò questa lettera a Shijo Kingo perché la portasse a sua moglie Nichigennyo. All’inizio dello scritto egli, gentilmente ma con forza, spinge la donna non solo a leggerla ripetutamente, ma a incontrarsi più volte con la moglie di Toshiro per leggerla insieme.
All’epoca la carta e l’inchiostro erano molto costosi e difficilmente reperibili, per giunta nella sperduta isola di Sado. Nichiren non solo era privo di tutto, cibo e tetto compresi, ma non poteva avere nulla: era vietato ogni contatto con lui, pena la morte. Malgrado ciò riuscì a mandare questa e altre lettere ai suoi discepoli. Il suo desiderio più grande era sempre quello di incoraggiarli perché in quel momento stavano subendo durissime persecuzioni a Kamakura.
Nichiren inviò a una donna il suo insegnamento perché era sicuro che le donne sarebbero state in grado di creare valore dai suoi consigli, di metterli in pratica. Nel corso della sua vita il Daishonin indirizzò molte lettere alle donne: perché queste, essendo legate strettamente alla vita e quindi ai desideri che questa comporta, riescono a sviluppare una grande forza e costanza nella fede e nella pratica. Molto più degli uomini.
Nei sutra precedenti il Sutra del Loto, i desideri erano considerati un impedimento nella strada verso l’Illuminazione e le donne, così legate alla vita, erano considerate persone che avrebbero raggiunto con difficoltà l’Illuminazione. Ma, nel Buddismo del Daishonin, l’Illuminazione non si ottiene partendo dall’allontanamento dei desideri, ma dalla loro trasformazione attraverso la pratica buddista (bonno soku bodai). Secondo il Daishonin è proprio in questo mondo e nella vita di tutti i giorni che si deve realizzare la felicità.
La legge causale
Il titolo originale di questo scritto è Dosho Domyo Gosho. Il termine Dosho è composto di due caratteri: do = stesso, sho = nascita; Domyo da do = stesso, myo = nome (“stessa nascita, stesso nome”). Ogni persona, fin dalla nascita, ha vicino a sé due divinità: Dosho ten (ten = cielo) e Domyo ten, che salgono al cielo per notificare le azioni buone e quelle negative di ogni persona per tornare poi giù da lei.
A volte vengono chiamati gusho shin (shin = dio, gu = insieme, sho = nascita), cioè divinità che stanno insieme a ogni persona fin dalla nascita. A seconda dei vari sutra essi sono a volte due, altre uno solo. Se sono due, uno è maschio e l’altra femmina. Quello sulla spalla destra si chiama Dosho, è donna e notifica le cose negative. Sulla spalla sinistra c’è il maschio Domyo che notifica le azioni buone. In un sutra è scritto che le due divinità, dopo aver scritto tutte le azioni buone e cattive, portano questi resoconti al re Emma, il quale, dopo aver fatto un bilancio complessivo, emette un giudizio.
Le due divinità – secondo il punto di vista del Buddismo – simboleggiano la legge di causa ed effetto che è connaturata alla vita stessa. Il nostro ichinen e le nostre azioni buone o cattive, anche se non sono conosciute o visibili dagli altri, si incidono comunque nella nostra vita, e l’effetto arriverà inevitabilmente.
La legge di causa ed effetto è molto severa e non è possibile sfuggirle. I sutra, per spiegarla, usano la metafora di Dosho e Domyo. Anche il Daishonin usa la stessa metafora.
Spesso il senso comune ci porta a parlare di fortuna o sfortuna. Invece dal punto di vista buddista c’è una precisa causa impressa nella nostra vita che determina ciò che stiamo vivendo, nel bene o nel male. Quello che ci succede, in qualsiasi campo dell’esistenza, non è colpa o responsabilità di qualcuno o qualcosa fuori di noi; siamo noi stessi a portare nella vita la causa originale di quella sofferenza e solo con questa consapevolezza possiamo trasformarla.
Inoltre possiamo conoscere perfettamente questa teoria, ma dimenticarla di fronte ai problemi della vita, incolpando gli altri delle nostre sofferenze. Per esempio potremmo pensare: «Se quella persona non ci fosse, non soffriremmo». Ma il problema si presenta così solo apparentemente e, per trasformarlo, bisogna tornare e ripartire dalla consapevolezza che la causa originale è dentro di noi.
Trasformare il karma
La legge causale della vita ci rimanda direttamente a un principio buddista fondamentale: il karma e la sua trasformazione. Il presidente Ikeda ha ripreso e sviluppato questo tema nel Mondo del Gosho (in una puntata di prossima pubblicazione).
La teoria della trasformazione del karma è uno degli insegnamenti che il Daishonin ha impartito ai discepoli da Sado, durante la più dura delle persecuzioni. L’esilio fu un feroce atto di repressione contro il Daishonin, ma anche i suoi discepoli subirono dure persecuzioni, e cominciarono a chiedersi il perché di quelle sofferenze, nonostante praticassero per ottenere la felicità come è scritto nel Sutra del Loto: «…là [nella mia terra] gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 16, 303).
«Il principio della trasformazione del karma – scrive il presidente Ikeda – è uno degli insegnamenti che mettono maggiormente in luce l’umanesimo del Buddismo di Nichiren. Il Daishonin lo espose all’epoca dell’esilio di Sado perché c’erano tantissimi discepoli, sinceri e devoti che stavano improvvisamente affrontando una dura repressione. E poiché considerava le loro sofferenze come proprie egli spiegò perché, in quanto buddisti, dovevano incontrare simili difficoltà. Così si concentrò sulla spiegazione del karma che è l’origine della sofferenza».
Vi riporto alcuni punti del commento del professor Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI, su questa puntata del Mondo del Gosho.
Il termine karma indica azioni compiute nelle esistenze passate che, secondo il pensiero indiano antico, determinano la felicità o l’infelicità delle persone. Il Buddismo ha mutuato questo principio dall’Induismo secondo il quale le cause delle nostre sofferenze, trovandosi nelle vite passate, non possono essere cambiate, perciò siamo destinati a rimanere prigionieri del karma.
Nichiren Daishonin ha invece insegnato come trasformare il karma. E la sua dottrina presenta queste caratteristiche:
1. È possibile trasformare il karma grazie alla pratica di proteggere e diffondere la Legge. Scrive Daisaku Ikeda: «Di fatto, il principio del cambiamento del karma che il Daishonin insegna è sostanzialmente identico ai principi: “gli ostacoli conducono all’Illuminazione” (Nan-soku-jobutsu) e “le persecuzioni conducono al raggiungimento della Buddità” (Nan-soku-godatsu) che abbiamo già discusso in precedenza» (Mondo del Gosho, di prossima pubblicazione).
“Gli ostacoli conducono all’Illuminazione” significa che, grazie alla manifestazione dello stato di Budda, superando ogni ostacolo e difficoltà, possiamo rafforzare le nostre vite e ottenere l’Illuminazione in questa esistenza.
2. Nichiren spiega fino in fondo il meccanismo del karma per far capire che può realmente essere trasformato.
«È la rivelazione del principio di trasformazione del karma – scrive Ikeda – che può liberare le persone dal proprio destino. Il Buddismo parla del karma per spiegare come trasformarlo. In altri termini, esporre alle persone la teoria del karma senza spiegare fino in fondo i mezzi per cambiarlo significa interpretare erroneamente il Buddismo. Simili insegnamenti fanno soltanto sì che le persone rimangano prigioniere dei meandri del fato».
3. Il karma va affrontato direttamente. Il Daishonin ci insegna che dobbiamo sforzarci di cambiarlo usando il potere della Legge di cui è dotata la nostra vita.
4. La liberazione dal karma non è solo personale, ma anche per le altre persone. Scrive il presidente Ikeda: «Non dobbiamo concentrare la nostra attenzione unicamente sul nostro karma personale. Una volta che ci siamo liberati dalle catene del karma dobbiamo adoperarci anche per liberare le altre persone che soffrono per lo stesso motivo. Questa è la strada per il raggiungimento della Buddità propria e degli altri. Mentre lottiamo per cambiare il nostro karma, ci sforziamo di aiutare gli amici a cambiare il loro. Questo è il significato di tutte le attività della SGI, la strada della pratica buddista corretta».
Nel formulare la dottrina della trasformazione del karma, Nichiren si è basato su vari testi buddisti. Nel Sutra del Nirvana, ad esempio, viene esposto il principio dell’alleggerimento della retribuzione karmica, su cui si basa la dottrina del Daishonin: grazie ai benefici che si ottengono proteggendo la Legge, è possibile alleggerire il karma pesante del passato, ottenendo retribuzioni leggere.
Un altro fondamento teorico è espresso nel capitolo Il bodhisattva Mai Sprezzante del Sutra del Loto, in cui viene spiegato che il bodhisattva Mai Sprezzante, recitando il Sutra del Loto di ventiquattro caratteri, ha mostrato il suo rispetto verso tutte le persone. Fu perseguitato per questo ma in questo modo trasformò il suo karma negativo accumulato nel passato. Il Sutra del Loto dei ventiquattro caratteri che recitava Mai Sprezzante spiega che tutte le persone posseggono la natura di Budda, perciò non possono essere disprezzate, né si può essere arroganti verso di loro. L’insegnamento del Daishonin si basa su questo concetto: è possibile trasformare il karma negativo accumulato nel passato proteggendo la Legge e questo trova fondamento nella pratica del bodhisattva Mai Sprezzante esposta nel Sutra del Loto.
Il nucleo centrale del concetto di trasformazione del karma è rappresentato dalla “legge generale di causa ed effetto” e dalla “legge causale più grande dell’ottenimento della Buddità”.
Come possiamo, attraverso la fede, superare il male fondamentale che deriva dalle offese alla Legge e dall’oscurità fondamentale?
La forza per superare qualsiasi male risiede in questa causalità rivolta al bene supremo, definita nel Mondo del Gosho la “legge causale più grande dell’ottenimento della Buddità”.
Scrive il presidente Ikeda: «In sostanza offendere la Legge significa non credere, dubitare dell’esistenza della natura di Budda in noi e negli altri. Questo dubbio è la causa fondamentale che impedisce al mondo di Buddità di emergere e che genera vari tipi di karma negativo. Sradicare questo dubbio e far emergere il mondo di Buddità è la legge causale più importante che ci rende possibile cambiare il karma. […] Il karma negativo viene avvolto dal mondo di Buddità e purificato dal suo potere. Per fare un’analogia, l’apparizione del mondo di Buddità è come il sorgere del sole. Quando il sole sorge a est le stelle che brillavano così vividamente nel cielo notturno svaniscono immediatamente, come se non esistessero. […]
«Se scomparissero ciò contrasterebbe con il principio di causa ed effetto. Ma, così come la luce delle stelle e della luna sembra svanire quando sorge il sole, quando facciamo emergere lo stato di Buddità nella nostra vita cessiamo di soffrire per gli effetti negativi di ogni singola offesa passata.
Questo non nega né contraddice la legge generale di causa ed effetto che rimane una delle premesse fondamentali del Buddismo. Essa viene però inclusa in una “legge causale più grande”, la legge causale dell’ottenimento della Buddità, il principio causale del Sutra del Loto e della Legge mistica».
Il presidente Toda definiva una persona comune che vive basandosi su questa causalità più grande «un comune mortale illuminato sin dal tempo senza inizio» e affermava: «Dedicarci alla Legge mistica e recitare Nam-myoho-renge-kyo rappresenta il mezzo per trasformare il nostro destino per il meglio. Grazie a questo mezzo tutte le cause e gli effetti intermedi svaniscono ed emerge il nostro vero io di persone comuni illuminate sin dal tempo senza inizio».
La lotta senza fine contro l’oscurità innata
Oscurità fondamentale (in giapponese Mumyo: mu = niente; myo = chiarezza) significa non sapere o aver dimenticato che tutti gli esseri viventi hanno la natura di Budda.
La vita è sempre in movimento e non si arriva mai a un livello nel quale si è immuni dall’oscurità fondamentale. Il Buddismo insegna che in ogni essere umano esiste l’oscurità fondamentale, o ignoranza fondamentale, che si può considerare anche come la forza che genera il “male”. Insegna inoltre che è possibile far emergere il “bene” manifestando la nostra Buddità. Manifestare l’Illuminazione significa che la nostra vita così com’è, divenendo un tutt’uno con la Legge mistica, può manifestare lo stato vitale di Buddità.
L’“umanesimo attivo” di cui parla il presidente Ikeda nel Mondo del Gosho rappresenta la lotta tra oscurità e Illuminazione.
Ne L’entità della Legge mistica il Daishonin spiega: «Quando uno si rende conto di ciò [Illuminazione è la percezione della vera natura dei fenomeni, illusione è l’oscurità o la sua ignoranza] è chiaro che deve abbandonare l’oscurità caratterizzata dal male e dall’illusione e basarsi sul risveglio caratterizzato dal bene e dall’Illuminazione» (SND, 9, 5).
Alla base del karma negativo accumulato nel passato, c’è un male fondamentale causato dalle offese alla Legge. L’unica via per superare questo male fondamentale risiede nella fede e nella saggezza del Budda.
Il Daishonin in Lettera da Sado afferma chiaramente che le offese alla Legge sono il fondamento del suo karma negativo. Per combattere la tendenza che calunnia la Legge e non crede in essa, non vi è altra via che rafforzare la tendenza a proteggere e diffondere la Legge.
La fede nel Gohonzon, nel quale è rappresentata la Buddità del Daishonin, è la base per condurre una vita basata sul risveglio. Questo significa credere nella Buddità nostra e degli altri e avere la consapevolezza che le nostre vite sono fuse a quelle degli altri come entità della Legge mistica.
Una volta compreso che l’entità della Legge mistica è comune a tutti, sorge naturalmente la compassione verso gli altri.
Credere senza dubbi
Il Daishonin ci chiede di aver fede. La nostra fede è determinata da quanto riusciamo a credere senza il minimo dubbio in quello che insegna il Daishonin e ciò determina quanto riusciamo a realizzare nella nostra vita attraverso il Gohonzon. Credere senza dubbio significa anche leggere il Gosho come se fosse stato scritto direttamente a noi.
Fede è un termine che, per chi è nato in un paese di tradizione cristiana, presenta un significato particolare. Ma nel Buddismo del Daishonin shinjin significa letteralmente: shin = credere; jin = cuore. Cuore si può tradurre anche con il termine kokoro, che significa mente-cuore, cioè la vita intera. Ecco che la fede indica in realtà la nostra intera vita: aver fede vuol dire dirigere la nostra vita intera (non solo la mente, non solo il cuore) verso il Gohonzon.
Il Daishonin in tutti i suoi scritti incoraggiava sempre i discepoli a rafforzare la loro fede, anche quando praticavano da molto tempo. Il famoso Gosho Il generale tigre di pietra, fu inviato a Shijo Kingo quando questi praticava da oltre venti anni.
Nichiren in ogni scritto incoraggia sempre ad approfondire la fede, a rafforzare la fede, a fare attenzione alla fede. In queste pagine compare una raccolta di frasi del Daishonin in cui si parla di fede (ma ve ne sono moltissime altre). Vi chiedo di leggere ripetutamente con grande attenzione i suoi Gosho a questo riguardo – leggerli con la vita però, non solo con gli occhi – recitare Daimoku e fare shakubuku: solo così potrete comprendere l’importanza assoluta della fede.
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Non c’è felicità più grande che avere fede nel Sutra del Loto. […] Rafforza la tua fede più che mai.
Felicità in questo mondo, SND, 4, 157
Lo scopo del Sutra del Loto è condurre tutte le persone all’Illuminazione, tuttavia, chi ha fede in esso può raggiungere la Buddità, chi lo offende cade nell’inferno della sofferenza incessante.
Gli argini della fede, SND, 4, 215
Rafforza la tua fede ora più che mai. […]
Gli argini della fede, SND, 4, 217
Porta avanti la tua fede nel Sutra del Loto. Se ti fermi a metà strada non potrai mai fare scaturire il fuoco dalla pietra focaia. Fai sgorgare il potere della fede così che tutti gli abitanti di Kamakura, umili e potenti, e tutta la gente del Giappone, lodino Shijo Kingo come “Shijo Kingo della setta Hokke”.
I desideri terreni sono Illuminazione, SND, 4, 147
Affrettati ad accumulare il tesoro della fede e sconfiggi velocemente la tua malattia.
Il prolungamento della vita, SND, 4, 89
Un giorno di vita è molto più prezioso di tutti i tesori dell’universo, quindi, prima di tutto, devi accumulare una fede sincera
Il prolungamento della vita, SND, 4, 90
La meraviglia di questa Legge è esemplificata da renge, il fiore del loto. Una volta compreso che la tua vita stessa è la Legge mistica, comprenderai che lo è anche la vita di tutti gli altri. Tale comprensione è il mistico kyo, o sutra. È il re dei sutra, la diretta via all’Illuminazione, poiché spiega che l’entità della nostra mente, dalla quale sorgono sia il bene che il male, è in realtà l’entità della Legge mistica; se hai una profonda fede in questa verità e reciti Myoho-renge-kyo, sicuramente raggiungerai la Buddità in questa esistenza.
Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, SND, 4, 6
Il Gohonzon si trova solo nella fede. Come afferma il sutra: «Solo con la fede si può entrare nella Buddità».
Il vero aspetto del Gohonzon, SND, 4, 204
Tutto dipende dalla forza della tua fede. Avere fede è la base del Buddismo.
Il vero aspetto del Gohonzon, SND, 4, 204
Il primo volume del Guketsu interpreta questo brano: «Credere nel perfetto insegnamento significa risvegliare la fede attraverso la dottrina e fare della fede la base della pratica».
Il vero aspetto del Gohonzon, SND, 4, 205
Questo vuol dire che la protezione degli dèi dipende alla forza della fede di una persona.
Il generale tigre di pietra, SND, 4, 183
Posso solo immaginare la vostra fede come il gioiello magico, che immerso nell’acqua torbida la rende limpida.
La legge causale della vita, SND, 4, 140
Sebbene ci siano persone che desiderano aiutarmi, molte di loro hanno una volontà debole e altre, pur avendo uno spirito forte, non possono agire secondo le loro intenzioni. Dunque tu sei uno dei pochissimi la cui azione si accorda con la volontà. La tua fede è più forte della fede di altri ed è grazie al tuo sostegno che ho potuto sopravvivere.
La propagazione del saggio, SND, 4, 161
Solo la fede è realmente importante. Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede.
La strategia del Sutra del Loto, SND, 4, 194
Qualunque cosa accada, mantieni sempre la tua fede come devoto del Sutra del Loto e come discepolo di Nichiren.
La vera entità della vita, SND, 4, 233
Avere fede come l’acqua significa credere sempre, senza retrocedere.
I due tipi di fede, SND, 5, 212
Rafforza costantemente la tua fede e ricevi la protezione di Shakyamuni, di Taho e dei tre Budda. […] Sia la pratica che lo studio devono sorgere dalla fede.
La vera entità della vita, SND, 4, 235
Accettare è facile, continuare è difficile. Ma la Buddità si trova nel mantenere la fede.
Le difficoltà di mantenere la fede, SND, 4, 153
Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se vi rilassate anche solo un po’, i demoni prenderanno il sopravvento.
Le persecuzioni che colpiscono il Budda, SND, 4, 188
Dedicati con tutto il cuore alla fede e raggiungerai il Picco dell’Aquila.
Le spade del bene e del male, SND, 4, 198
Tu mantieniti saldo nella fede e realizzerai i tuoi desideri.
Le spade del bene e del male, SND, 4, 199
Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con una mente corretta fino al momento della morte
L’eredità della legge fondamentale della vita, SND, 4, 225
Sforzati più che mai nella fede e non cedere alla negligenza. […] Sviluppa sempre più la tua fede dal primo all’ultimo istante, altrimenti avrai dei rimpianti.
Lettera a Niike, SND, 4, 245
La fede è dunque il requisito fondamentale per entrare nella Via del Budda.
Il Daimoku del Sutra del Loto, SND, 5, 27
Per questo il Gran Maestro Miao-lo affermò: «Più salda è la fede, maggiore la protezione degli dèi»: se uno conserva una fede salda, certamente la protezione degli dèi sarà grande.
La supremazia della Legge, SND, 5, 156
Ma devi avere una fede incrollabile. Persino una medicina portentosa sarà inefficace se vi si mescola del veleno. Anche una spada, che utilità avrebbe in mano a un codardo?
Parto sereno di un figlio fortunato, SND, 6, 97
Se davvero temi il regno di nascita e morte e brami il Nirvana, se mantieni la fede fino in fondo e ricerchi ardentemente la Via, le sofferenze causate dalla transitorietà e dall’impermanenza non saranno altro che il sogno di ieri e il risveglio dell’Illuminazione diverrà la realtà di oggi.
Conversazione tra un saggio e un uomo non illuminato, SND, 7, 98
La mancanza di fede è l’errore fondamentale che provoca la caduta nell’inferno.
Domande e risposte sulle fede nel Sutra del loto, SND, 7, 13
Ciò che chiamiamo fede non è niente di straordinario. Come una donna ama il marito, come un uomo dà la vita per sua moglie, come i genitori non abbandonano i figli o come un figlio rifiuta di lasciare la madre, così aver fede significa riporre fiducia nel Sutra del Loto, in Shakyamuni e Taho, nei Budda e bodhisattva delle dieci direzioni, negli dèi benevolenti e recitare Nam-myoho-renge-kyo.
Il significato della fede, SND, 7, 209
Le tre proprietà illuminate di cui siamo dotati in origine si ottengono attraverso un singolo elemento: la fede.
GZ 753; NR giugno 1996, pag. 11
Risveglia in te una profonda fede e lucida il tuo specchio notte e giorno.
Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, SND, 4, 5
La cosa più importante è recitare solo Nam-myoho-renge-kyo e ottenere l’illuminazione. Tutto dipende dalla forza della tua fede.
Il vero aspetto del Gohonzon, SND, 4, 204
Se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta].
Risposta a Nichigon-ama, SND, 7, 211