Il mio viaggio di maestro e discepolo ha avuto inizio con il trattato di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Incontrai per la prima volta il mio maestro Josei Toda a uno zadankai, due anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale (14 agosto 1947).
Mentre teneva una lezione su questo trattato, Toda a un certo punto disse:
«Dal momento in cui abbracciamo questo Gohonzon, possiamo senza problemi conseguire la Buddità. Ma quando penso alle nostre famiglie, al nostro paese e a questo nostro mondo turbolento e caotico sento il desiderio di cancellare dalla faccia della terra ogni traccia di infelicità e miseria. Questo significa fare kosen-rufu. Che ne dite, vogliamo farlo insieme?».
Così noi giovani, insieme al maestro Toda, innalzammo risoluti il vessillo di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” – che è la quintessenza del Buddismo del Daishonin – tra le rovine e la devastazione del Giappone del dopoguerra.
Il trattato è scritto in forma di dialogo tra un viaggiatore e la persona che lo ospita, entrambi afflitti a causa delle «insolite perturbazioni nel cielo e strani fenomeni sulla terra, carestie e pestilenze» (RSND, 1, 6) che si stavano verificando sotto i loro occhi. Inizia dunque da una “preoccupazione condivisa” riguardo a come superare le sofferenze che affliggono la vita quotidiana della gente.
A un certo punto della discussione l’ospite, con atteggiamento autoritario, improvvisamente cambia colore in volto in preda alla rabbia e minaccia di andarsene; e in un altro momento reagisce con disprezzo e arroganza definendo colui che lo aveva accolto come una persona «di umile posizione» (Ibidem, 18).
Ma il padrone di casa risponde sorridendo, con grande tolleranza, e continua a dialogare e approfondire le argomentazioni con calma e serenità, con la convinzione che caratterizza coloro che si «dedicano allo studio del Mahayana» (cfr. Ibidem). Egli non cede alla collera né al pregiudizio, e non si lascia andare alla rassegnazione e all’impotenza. Trascendendo ogni divisione e negatività, coinvolge il suo ospite nello studio del principio esposto nel Sutra del Loto del rispetto della sacralità della vita, e lo conduce verso la condivisione del voto di pregare e agire «per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (Ibidem, 25).
Spiegando le ragioni che lo hanno portato a scrivere il trattato, il Daishonin dichiara: «Dico tutto questo unicamente per il bene del paese, della Legge e di tutte le persone, non per mio vantaggio» (Presupposti per la stesura di Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, RSND, 1, 145).
La Soka Gakkai si è sempre impegnata a portare avanti la “grande battaglia” intrapresa dal Daishonin, indipendentemente dalle avversità incontrate nelle varie epoche, e ha continuato a dedicarsi al dialogo con lo stesso spirito espresso in questo trattato. Al di là di ogni differenza, noi abbiamo sempre continuato a credere nella Buddità delle persone creando meravigliosi legami come «amici nella stanza delle orchidee» (Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, RSND, 1, 24), espandendo nel mondo la nostra rete solidale per la pace, la cultura e l’educazione.
Il vessillo di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” affidatoci dal Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, è stato ereditato dai giovani della SGI, magnifici cittadini globali e Bodhisattva della Terra. Sono certo che per rispondere alle attuali sfide senza precedenti che la società globale è chiamata ad affrontare, essi sapranno unire e mettere a frutto la saggezza dell’intera umanità, dando origine a un rinascimento della vita nel ventunesimo secolo. Il Daishonin insegna che l’esempio di un singolo individuo che manifesta la sua Buddità «vale per tutti gli esseri viventi» (La dichiarazione unanime dei Budda delle tre esistenze, RSND, 2, 794).
Dalla rivoluzione umana di ogni giovane Soka si propaga una speranza infinita. Anche oggi, con una convinzione incrollabile, portiamo avanti il nostro meraviglioso viaggio di maestro e discepolo!
La terra preziosa della Soka
brilla dell’immensa luce del coraggio proprio perché ci sono i giovani
che tengono alto il vessillo della Legge mistica senza indietreggiare di fronte alle avversità.