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La gioia di avanzare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:30

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La gioia di avanzare

Daniel Carta, Roma

Il più grande beneficio ricevuto è stato iniziare a praticare il Buddismo e il più bel regalo che mi ha fatto il mio maestro è la fiducia nel futuro

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Il più grande beneficio ricevuto è stato iniziare a praticare il Buddismo e il più bel regalo che mi ha fatto il mio maestro è la fiducia nel futuro

Ho iniziato a praticare nel 2008 grazie a mio fratello. Avevo ventisette anni e il primo beneficio della pratica fu trovare la forza e il coraggio di riaprire nella mia vita il capitolo università, ormai arenatosi da anni. Iniziai dopo un anno anche l’attività soka-han e, grazie a un rinnovato atteggiamento nello studio, dopo tre anni di sforzi riuscii a conseguire la laurea in Ingegneria con ottimi voti. Grazie alle prove concrete che riportavamo, anche i nostri genitori iniziarono a praticare e ricevettero il Gohonzon. Dopo la gioia della laurea, una doccia fredda. Avevo trent’anni e nessuna esperienza, mentre il mercato richiedeva essenzialmente due cose: giovani laureati, oppure trentenni con qualche anno di esperienza. Ero semplicemente tagliato fuori. La difficoltà era continuare a rimanere concentrato sulle cause che mettevo e non sugli effetti. Infatti ricevevo solo qualche mail in cui mi ringraziavano, ma «no grazie, non stiamo cercando personale». Poi arrivò un’offerta che era più paragonabile a un insulto e infine un finto colloquio-truffa che mi portò a toccare il fondo.
In quel periodo stavo studiando il primo volume de La saggezza del Sutra del Loto dove si legge: «A volte dimentichiamo che stiamo recitando un ruolo, e ci immedesimiamo talmente nella parte dell’eroe tormentato, che finiamo per sprofondare nell’angoscia» (pag. 125). Mi resi conto di quale fosse l’oscurità che stavo coltivando: facevo coincidere il valore che davo alla mia vita con il lavoro, perdendo completamente di vista chi fossi veramente: un Bodhisattva della Terra.
All’improvviso mi sentii felice e completamente libero di scegliere il mio futuro. Così decisi che avrei fatto l’ingegnere, non per lo status sociale, come credevo prima, ma per trovare soluzioni utili alle persone, con la determinazione di portare, attraverso le mie azioni, il messaggio e il modo di vivere che avevo imparato nella Soka Gakkai.
Questa rivoluzione umana, frutto del Daimoku e dello studio del Buddismo, non tardò ad avere una manifestazione concreta: pochi giorni dopo mi chiamarono per un colloquio in una società di progettazione, dove fui preso subito a lavorare. Lo stipendio non era dei migliori, ma ero felicissimo lo stesso. Avevo l’opportunità di diventare il professionista e l’uomo di valore che volevo essere.

Nel capitolo in cui facevo attività, l’ambiente iniziò a diventare accogliente e gioioso, e sempre più persone iniziarono a frequentare gli zadankai. Alla fine del 2014 tutti i gruppi del capitolo realizzarono l’obiettivo nazionale di due nuovi membri, di cui almeno uno giovane. Mi trasferii in un nuovo quartiere e accettai la responsabilità dei giovani uomini di territorio. Le mie finanze non erano delle più rosee, anzi. Ero sofferente e non sapevo come uscire da quella situazione, così utilizzai le attività per gli altri e la pratica dello shakubuku come motore della mia giornata, riuscendo ad accompagnare quell’anno quattro amici a ricevere il Gohonzon e a realizzare gli obiettivi di attività nel mio territorio come giovani uomini.

In quel periodo dedicavo la sera e il tempo libero all’aggiornamento delle mie competenze, studiando e approfondendo l’uso di alcuni software ai quali mi ero appassionato durante il lavoro. Tornato da un corso nazionale della Soka Gakkai a Montecatini, dove mi ero dedicato per tre giorni all’attività soka-han, entrai in contatto con un’azienda specializzata nel nuovo settore che stavo approfondendo, dove lavorai per un anno ad alcuni importanti progetti internazionali. Nel giugno 2016 una grande società, incuriosita dalle esperienze che avevo riportato nel mio curriculum, mi chiamò per un colloquio, e dopo pochi giorni accettai di coordinare la progettazione della metropolitana di Doha in Qatar, che quadruplicò il mio fatturato.
In Qatar le difficoltà erano numerose: tra lo stress e la paura di non essere all’altezza della sfida. Soprattutto mi mancava il calore della famiglia Soka, che, sinceramente, negli anni avevo anche dato un po’ per scontato. Niente Soka Gakkai, niente zadankai, nessuna occasione per poter rilanciare insieme ai compagni di fede. In più, in Qatar lo shakubuku a un musulmano è un reato penale, teoricamente punibile con la pena capitale. Durante questo periodo, mi sono ancorato al legame con il maestro, percependo chiaramente come sensei sia davvero il filo che unisce i praticanti di tutto il mondo.
L’unico modo per vincere era impegnami come non mai a fare shakubuku con la mia vita, tramite numerose esperienze nel posto di lavoro. Ogni sera pregavo per ringraziare il mio maestro e soprattutto per non smettere mai di praticare. Volevo manifestare uno stato vitale che permettesse a ogni persona del mio team di esprimere il massimo potenziale. Insieme a un caro amico e compagno di fede, anche lui coinvolto in questo progetto, siamo riusciti a parlare del Buddismo a più di venti colleghi, alcuni dei quali hanno deciso di partecipare a delle piccole riunioni organizzate nelle nostre camere d’albergo.
Dopo circa un anno, grazie ad alcuni passaparola fortunati, il mio curriculum è arrivato sulle scrivanie di una delle più importanti società italiane di ingegneria del settore in cui opero. Sono stato assunto e, a trentacinque anni, sono diventato il più giovane manager della società, dando una svolta decisiva al mio karma economico e professionale.

Ad anni di distanza penso che il più grande beneficio ricevuto sia stato proprio iniziare a praticare il Buddismo e il più bel regalo che ho ricevuto dal mio maestro è la fiducia nel futuro. Non è importante quanto possa essere difficile un particolare momento della mia vita, so che devo continuare ad avanzare con gioia e a impegnarmi. Provo una gratitudine incredibile, per la fiducia che le persone ripongono in me, verso la Soka Gakkai e il maestro Ikeda, senza i quali non avrei potuto rivoluzionare così la mia vita.

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