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La fiera missione della SGI - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:30

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La fiera missione della SGI

Daisaku Ikeda

dalla serie “Splende la luce della rivoluzione umana”, Seikyo Shimbun, 26 gennaio 2023

In questo saggio, pubblicato il 26 gennaio, il maestro Ikeda parla della missione della SGI e fa riferimento alle sue Proposte di pace presentate ogni anno, dal 1983 al 2022

Foto di Daisaku Ikeda, Tokyo, gennaio 2023
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Facciamo emergere il potere intrinseco dell’umanità per realizzare la pace nel mondo!

Il mio maestro Josei Toda ha sempre riposto una profonda fiducia nei nostri compagni di fede pionieri del Tohoku[1], a cominciare dal capitolo Sendai. Li considerava un modello per l’intero paese e fece tutto il possibile per aiutarli a far avanzare kosen-rufu nella loro regione.
Nel rigido mese di febbraio del 1955, egli partecipò a un’intervista per un programma radiofonico della Tohoku Broadcasting, un’emittente locale. Quando gli chiesero della storia della Soka Gakkai, spiegò in modo affabile che l’origine dell’organizzazione risaliva al 1928[2], anno in cui lui e il suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, avevano iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin.
Al termine dell’intervista il maestro Toda si rivolse a me, il solo ad averlo accompagnato, e disse sorridendo: «Daisaku, tu sei nato nel 1928, vero? Che meraviglioso legame karmico!».
Mi sono unito alla grande lotta intrapresa novantacinque anni fa dai maestri Makiguchi e Toda per aprire, insieme agli altri membri, il grande cammino per realizzare kosen-rufu e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” attraverso la forza delle persone comuni.
Oggi il castello Soka delle persone capaci di cui parlava il mio maestro nel Tohoku è cresciuto magnificamente, sviluppandosi su scala globale.

Guam: il punto di partenza della SGI

Il 21 gennaio, con una cerimonia traboccante di gioia e rinnovata determinazione, è stato ufficialmente inaugurato un nuovo Centro per la pace e la cultura[3] a Guam, l’isola dove è nata la Soka Gakkai Internazionale (SGI). Il Centro sorge accanto al Guam International Trade Center, un edificio bianco scintillante che riporta alla mente molti ricordi. È proprio lì che venne fondata la SGI, in occasione della prima Conferenza mondiale per la pace, il 26 gennaio 1975.
Ho un vivido ricordo dei volti di quegli indimenticabili membri di Guam e di altre zone degli Stati Uniti che, in quella storica giornata, si unirono a me per accogliere i nobili pionieri del nostro movimento provenienti da cinquantuno paesi e territori. Tutti avevano lavorato instancabilmente dietro le quinte per preparare l’evento e garantirne il successo.
All’epoca, con il desiderio di diffondere sempre più ampiamente la filosofia buddista della pace e dei valori umani del Daishonin tra le persone di tutto il mondo, determinai nel mio cuore di far tesoro e di valorizzare più che mai gli scambi da persona a persona, che sono la più piccola unità di interazione sociale. Percepii inoltre quanto fosse essenziale ampliare la nostra rete di amicizia e contribuire positivamente alla società a partire dalla nostra comunità locale, il luogo a noi più vicino dove compiere la nostra missione.
Nonostante fossi giunto a Guam con il mal di gola, dopo un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti in pieno inverno, insieme a mia moglie incoraggiai con tutto il cuore i membri di Guam e i rappresentanti di ogni paese che si erano riuniti da tutto il mondo.
In quell’occasione composi anche delle poesie.
Al compagno di fede del Gruppo uomini che dichiarò con orgoglio ufficialmente aperta la riunione, scrissi:

Sotto un cielo sconfinato,
in questa terra dal mare turchese
e dalla luce eternamente radiosa,
tu che prendi l’iniziativa per kosen-rufu,
sii felice!

E alle giovani donne che si erano impegnate dietro le quinte con gioia come staff a sostegno dell’evento, dedicai questa poesia:  

A ciascuna di voi,
fiori dal cuore
meraviglioso,
faccio dono
di una ghirlanda di felicità.

Come punto di partenza della SGI scegliemmo Guam, un luogo dove gli aspri combattimenti della Seconda guerra mondiale avevano inflitto indicibili sofferenze. Iniziammo quindi a creare legami incoraggiando calorosamente ogni persona di fronte a noi, piantando i semi della pace della Legge mistica nel suo cuore.
Come simboleggiato dall’evento per l’inaugurazione del nuovo Centro di Guam i giovani Bodhisattva, “fiori umani emersi dalla Terra”, stanno danzando vivaci creando splendidi giardini fioriti di fiducia e fortuna nelle nostre amate Guam, Saipan e altre isole del Pacifico. Niente mi rende più felice che vedere i nostri membri mostrare una prova concreta così meravigliosa.
A pensarci bene, fu proprio su un’isola, durante l’esilio a Sado, che Nichiren Daishonin mise per iscritto la sua visione futura della trasmissione del Buddismo verso occidente e di kosen-rufu mondiale (cfr. Sulla profezia del Budda, RSND, 1, 357).
A quel tempo la gente di tutto il Giappone viveva nella paura dell’invasione delle forze mongole, di conflitti interni, carestie ed epidemie.
Lo stesso Nichiren descrisse così le sue condizioni:

«Le probabilità che io sopravviva […] sono una su diecimila» (Ibidem).

Ciononostante il Daishonin, da Sado, un’isola remota circondata da mari burrascosi, diffuse con forza la radiosa luce del Buddismo del sole in grado di illuminare il mondo intero, per guidare tutte le persone all’Illuminazione.
Seguendo il suo esempio, abbiamo aperto nuove strade per kosen-rufu e per la pace a partire da isole come Okinawa, Hawaii e Hong Kong.
Prego ogni giorno per la pace, la prosperità e i fieri canti di trionfo della nostra famiglia Soka di Guam e di tutti i nostri preziosi membri delle isole di tutto il mondo.

La missione della Soka Gakkai

Il giuramento di una madre vittima della bomba atomica

Ricordo la straziante esperienza del bombardamento atomico di Hiroshima che mi venne raccontata da una compagna di fede del Gruppo donne che ora vive nel Kansai.
Aveva sedici anni quando la bomba fu sganciata sulla città. Sebbene fosse uscita miracolosamente illesa, in seguito lei e sua madre mangiarono dei pomodori che erano stati contaminati dalla “pioggia nera” di cenere radioattiva caduta dopo l’esplosione. Questo fatto provocò loro atroci dolori e sofferenze. Sua madre morì due anni dopo. Ascoltai in silenzio il suo racconto mentre tirava fuori ogni parola con visibile sforzo.
Disse che per molti anni, dopo la fine della guerra, non era stata in grado di parlare della sua drammatica esperienza. Ma quando era venuta a conoscenza dell’appassionata Dichiarazione di Josei Toda per l’abolizione delle armi nucleari [nel 1957], aveva deciso di farsi avanti per condividere la sua testimonianza.
Con la determinazione che nessuno in futuro dovesse mai più sopportare ciò che aveva subìto lei, ha continuato a parlare agli altri della barbarie delle armi nucleari, definendole “armi demoniache” che consegnano gli esseri umani alle morti più orribili e disumane.
Il movimento per la pace della Soka Gakkai è sostenuto dalle preghiere e dalle azioni di ciascuno dei nostri membri che si basano sulla loro fede profondamente radicata nella dignità e preziosità della vita.
Ho presentato molte altre proposte nel corso degli anni, come il mio appello per la fine immediata della guerra del Vietnam, per la restituzione di Okinawa al Giappone e per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Giappone. Ciascuna di esse è un ruggito di leone della non dualità di maestro e discepolo con i presidenti Makiguchi e Toda, e dell’impegno condiviso con tutti i miei compagni di fede uniti nello spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente).

Daisaku e Kaneko Ikeda, gennaio 2005, Makiguchi Memorial Hall, Tokyo

Proposte che aprono la strada alla pace nel futuro

Fu nel 1983 che iniziai a presentare delle Proposte di pace annuali, ogni 26 gennaio, in occasione del giorno della SGI. All’epoca la corsa agli armamenti nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica aveva raggiunto il culmine. Cresceva sempre più l’ansia che il mondo intero si trovasse a un bivio cruciale tra la pace e le crescenti tensioni internazionali. In risposta a tali circostanze, pubblicai Nuove proposte per la pace e per il disarmo [la prima Proposta di pace per il giorno della SGI].
Esprimendo la mia convinzione che non si possa creare una visione di speranza per il futuro partendo dalla disperazione e dalla rassegnazione, proposi come primo passo un incontro tra i massimi leader statunitensi e sovietici nel più breve tempo possibile. Due anni dopo [nel 1985], Mikhail Gorbaciov divenne segretario generale del partito comunista sovietico e si incontrò con il presidente statunitense Ronald Reagan.
I loro colloqui diedero origine a dei cambiamenti che alla fine portarono le due nazioni a siglare un trattato che elimina tutte le forze nucleari terrestri a medio raggio (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty – Trattato INF).
Rimasi profondamente commosso da tutto questo.
Nel Gosho Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese il Daishonin, in qualità di padrone di casa, esorta così il suo ospite:

«Discutiamone insieme a fondo» (RSND, 1, 17).

Incarnando questo stesso spirito, il maestro Makiguchi, il maestro Toda e io – i primi tre presidenti della Soka Gakkai – e tutti i membri a noi uniti, abbiamo costantemente seguito e sostenuto la via del dialogo.
Quando dialoghiamo insieme in quanto esseri umani parlando della vita e della condizione umana caratterizzata dalle sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte – possiamo sempre trovare un terreno comune e comprenderci a vicenda.
Due mesi dopo aver presentato la mia Proposta di pace, nel 1983, visitai il Centro culturale di Okinawa, una ex base missilistica americana equipaggiata con missili Mace B, dotati di testate nucleari. Lì proposi di conservare le piattaforme di lancio dei missili che erano rimaste ancora in piedi, invece di rimuoverle, e di trasformare il Centro in una “piattaforma di lancio per la pace”.
Recentemente, quando il dottor Jim Garrison, ex presidente della John Dewey Society degli Stati Uniti, ha visitato il Centro culturale di Okinawa, nel novembre 2022, lo ha definito un esempio del principio buddista di “trasformare il veleno in medicina”. Ha anche affermato che proprio come il fiore di loto sboccia nell’acqua fangosa, la Soka Gakkai è un faro di speranza che brilla nei tempi più bui.

Piantare i semi del dialogo

Ho presentato al mondo un totale di quaranta Proposte di pace, il 26 gennaio di ogni anno [dal 1983 al 2022].
Molte idee che ho suggerito sono state adottate, in una forma o nell’altra, dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni internazionali. Tra queste, la designazione di un “decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile”, la stesura di una “carta dei cittadini del mondo”, l’adozione e la ratifica di un protocollo sul divieto di impiego dei bambini soldato nei conflitti armati e la creazione di un fondo globale per eliminare la povertà.
Particolarmente degno di nota è il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW) [adottato dalle Nazioni Unite nel 2017], un passo fondamentale verso la realizzazione dell’ardente desiderio del mio maestro.
Sono profondamente grato per gli sforzi dei nostri compagni di fede in tutto il mondo che, condividendo il mio impegno, stanno diffondendo lo spirito della pace nelle loro comunità e nella società intera, come onde che si propagano all’infinito.
Quali che siano le sfide che l’umanità si trova ad affrontare, abbiamo le risorse interiori per superarle.
Come sottolineò lo storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975) nella sua visione della storia umana come processo di sfida e risposta, la saggezza che possiamo manifestare per creare valore non ha limiti.
Lo spirito dei nostri dialoghi volti a realizzare l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” è credere, parlare, richiamare, far emergere e mobilitare il potere intrinseco delle persone, caratterizzato da qualità come la forza d’animo, il coraggio, l’amicizia, la solidarietà, la saggezza e la tenacia.

Nichiren Daishonin scrive:

«E tuttavia non sono scoraggiato. Il Sutra del Loto è il seme, il Budda il seminatore e la gente il campo» (Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità, RSND, 1, 664).

Quando recitiamo Daimoku e parliamo agli altri con coraggio, sincerità e perseveranza, le nostre voci diventano semi della speranza, semi che producono fiori e frutti a profusione, senza limiti, dando vita a fertili campi di pace in tutto il mondo.
Continuiamo a impegnarci nei luoghi che abbiamo scelto per realizzare la nostra missione insieme ai nostri compagni di fede della SGI di tutto il mondo, che continuano a emergere dalla terra sempre più numerosi!
Oggi e ancora domani, con la determinazione «E tuttavia non sono scoraggiato», piantiamo con orgoglio i semi della pace della Legge mistica!

Conferimento della laurea honoris causa a Daisaku Ikeda da parte dell’Università di Guam, Tokyo, gennaio 2000

NOTE

[1] Il Tohoku è una regione nel nord-est del Giappone che comprende le prefetture di Aomori, Akita, Iwate, Miyagi, Yamagata e Fukushima.
[2] La data ufficiale della fondazione della Soka Gakkai è il 18 novembre 1930, quando fu pubblicata l’opera del presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi Soka kyoikugaku taikei (Il sistema pedagogico per la creazione di valore).
[3] Il nome ufficiale del nuovo centro è SGI Guam Ikeda Peace and Culture Center (Centro SGI Guam Ikeda per la pace e la cultura).

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