Il 25 ottobre si sono tenuti gli esami: 10.501 persone (4.091 per il primo livello e 6.410 per il secondo) hanno dato vita a una ondata rigenerante per kosen-rufu, fatta di esperienze, prima, durante e dopo. Presentiamo anche il messaggio del presidente Ikeda ai partecipanti
Il primo passo è stato decidere di sostenere l’esame, cosa non scontata come racconta Letizia: «Per decidermi a farlo ho dovuto recitare Daimoku». Angela invece, non ama studiare, ma «grazie al sostegno di Carla, la mia responsabile, la preparazione è stata un incoraggiamento quotidiano». Elvira diventa nervosa di fronte agli esami e voleva rimandarlo: «A esame fatto, ho capito che mi sottovaluto e che come ho sostenuto questo, posso sostenere anche quello per la patente che rimando da anni». Tra gli indecisi c’era chi non sapeva come incastrarlo tra gli impegni: «Dicevo che non avevo tempo per studiare, dice Massimo, ma erano scuse». Giulia gli fa eco: «Avendo tanti esami da dare all’università, volevo rimandarlo. Eppure so che vincendo qui, vincerò nei miei studi».
Tra chi non sapeva se darlo per ansie e impegni improrogabili, c’era anche chi di “improrogabile” ha un figlio piccolo: «Ho due bambini, dice Roberta, che assorbono tempo, risorse, concentrazione. Ma ho voluto provarci. Ho studiato nei ritagli di tempo. Così ho potuto incoraggiare una donna del mio gruppo che voleva rinunciare. Il 25 ottobre era seduta accanto a me!». Stessa difficoltà per Mara e Larisa; Larisa ha poi deciso di sfidarsi ulteriormente preparandolo con i compagni di fede, anziché da sola. Molti hanno colto l’occasione per riscoprire la forza dell’unità. Ad esempio Alberto: «Incontrarci per studiare è stato di stimolo e supporto. Ho provato la soddisfazione di andare fino in fondo». «Contrariamente alle mie abitudini, dice Alessia, ho aperto casa per le riunioni di preparazione: è stato molto bello». Michela: «L’ansia è il mio “demone”, temevo di non sentirmi lucida il giorno della prova. La mattina del 25 abbiamo recitato insieme. Ci siamo aiutati, incoraggiati e protetti reciprocamente». C’è poi chi ha sentito subito maggiore consapevolezza, (Serena): «Capire le cose in modo chiaro è una liberazione»; (Flaminia): «La vera indipendenza è basarsi sulla Legge mistica ed essere in armonia con essa».
Carlotta ha invece utilizzato lo studio per riflettere sulla sua vita: «I giorni seguenti ho preso decisioni importanti, rimettendo al centro me stessa». Francesco ha usato perfino le domande “trabocchetto” del testo della prova per trasformare qualcosa: «Rileggendole mi sono accorto che contenevano un modo di pensare a cui talvolta tendo» e c’è chi ha usato l’esame per reagire alla perdita di una persona cara: «Ho salutato mio padre per sempre pochi giorni prima dell’esame, dice Paola; l’ho dato grazie all’incoraggiamento di mia figlia Annalisa». Gli sforzi non passano inosservati e i giovani notano quelli dei più grandi (Alessya): «È bello vedere quanto gli adulti si sfidano, tornando sui “banchi di scuola” per l’esame di Buddismo».
Il giorno della prova c’è stato anche chi ha festeggiato, come Ornella e Ivo, il 25 ottobre era il loro anniversario di matrimonio: «È stato un bel modo di festeggiarlo» ha detto Ivo. «Con questo esame ho capito cose che non ho colto in decenni di pratica». E Ornella: «Abbiamo partecipato come due studenti; in questi trent’anni la nostra vita si è trasformata in modo inimmaginabile».