Katsuji Saito in questa lezione spiega il significato autentico del termine “beneficio” secondo il Buddismo: essere capaci di manifestare la saggezza del Budda come espressione del massimo splendore umano
Il capitalismo odierno sta avanzando a tutta velocità e senza controllo lungo il suo percorso, facendo precipitare il mondo in una grave crisi economica. Disastri e calamità come povertà, epidemie e guerre non sono più fenomeni lontani dalla vita quotidiana. Per questo motivo proprio adesso è il momento di approfondire il Buddismo di Nichiren Daishonin, che insegna la “dottrina dei benefici” secondo il principio della trasformazione del veleno in medicina, che permette di salvare tutte le persone accendendo la fiamma della speranza nei loro cuori.
Nichiren Daishonin per “beneficio” usa il termine giapponese kudoku, composto da due ideogrammi: il primo, ku, significa risultato, effetto, che la pratica buddista arreca, mentre toku o doku indica la fortuna e la virtù che si accumulano nella vita grazie alla pratica buddista. Nel Buddismo di Nichiren il beneficio non è quindi qualcosa che ci viene concesso dall’esterno, ma è qualcosa che si manifesta dall’interno della nostra vita, è il beneficio, la virtù, che noi stessi otteniamo come risultato della pratica buddista.
Il presidente Ikeda ha chiarito per la prima volta nel mondo contemporaneo l’essenza dei benefici secondo il Buddismo, che consiste nella lotta contro il male. Il male è l’oscurità fondamentale. Eliminare il male significa sconfiggere la propria oscurità fondamentale, che è la causa principale dell’infelicità. Sconfiggendo questa oscurità innata, la natura di Budda inerente alla nostra vita comincia a operare e i grandi benefici derivanti dalla Legge mistica si manifestano naturalmente. Questo significa l’espressione “la virtù che si acquisisce operando il bene”.
Essenzialmente l’oscurità innata consiste nell’ignorare o nel dubitare che la vita è la manifestazione della Legge mistica, ed è un terreno fertile per i tre veleni di Avidità, Collera e Stupidità che si manifestano come impulsi negativi persistenti che attirano l’infelicità.
È essenziale comprendere che nella nostra vita esiste questa oscurità innata, che essa è la causa principale dell’infelicità e che il segreto sta nel lottare contro di essa.
L’unico modo per sconfiggere l’ignoranza fondamentale è far emergere dalla nostra vita di persone comuni la saggezza del Budda. Ma per far emergere tale saggezza è necessaria la fede nel Gohonzon, perché nel Gohonzon è espressa la saggezza ultima del Budda. Questo è il principio di “sostituire la saggezza con la fede”, che è la causa originale per ottenere i benefici del Gohonzon.
Il Daishonin insegna che chi mette al primo posto il tesoro del cuore nella sua realtà quotidiana verrà sicuramente lodato per il suo modo di vivere. Il tesoro del cuore non è altro che la fragranza interna, la natura di Budda che emerge dalla fede, ed è questa che riempirà la nostra vita di benefici.
Nichiren Daishonin esorta Shijo Kingo a sforzarsi di accumulare questa ricchezza interiore, che all’inizio è invisibile. Applicato alla nostra vita ciò significa che, anche quando siamo alle prese da tempo con un problema che non si risolve, dovremmo continuare a perseverare nella nostra pratica personale finché questa ricchezza interiore, questa fragranza interna, non diventi visibile a noi stessi e agli altri. Allora sicuramente la situazione cambierà. Questo è un altro significato dell’espressione “la fragranza interna otterrà protezione esterna”.
La natura di Budda si rivela come splendore umano, e questa meraviglia colpisce il cuore delle persone. Dobbiamo far sì che lo scopo fondamentale della nostra vita sia accumulare i tesori del cuore sintonizzando la nostra vita con quello del maestro.
(Tratto da Buddismo e società, n. 143, pag. 4)