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La diretta streaming: tutti gli interventi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:13

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La diretta streaming: tutti gli interventi

La diretta streaming del corso donne si è aperta con la lettura del messaggio di Kaneko Ikeda per il 2023 dedicato alle donne e alle giovani donne e si è concluso con il corso che ha cantato “Messaggere di pace”

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Le donne sono una grande forza per il cambiamento

di Suzanne Pritchard, responsabile europea donne e giovani donne

È meraviglioso essere qui con tutte voi! Abbiamo appena ascoltato il bellissimo messaggio della signora Kaneko Ikeda per il 2023, in cui scrive che Sensei ha festeggiato il suo 95° compleanno in ottima salute.
Recentemente sono stata a Tokyo, e ci hanno riferito che Sensei e la signora Kaneko continuano a godere di buona salute e ottimo umore.
Ci sono diverse “perle” nel messaggio della signora Kaneko, ma oggi vorrei studiarne con voi una parte.

«Lo scorso anno è stata pubblicata a puntate sul Seikyo Shimbun una serie di saggi di Chieko Furukawa, che ha la mia stessa età, dal titolo Makenai jinsei (Una vita invincibile), che ha riscosso un grande successo.           
La signora Furukawa ha scritto numerosi libri in cui mette in luce e fa rivivere molte grandi donne sconosciute nella storia che sono state pioniere nella creazione di una nuova era.
In questa serie di saggi la signora Furukawa racconta in modo semplice e franco della propria vita, di come seguendo il cammino di maestro e discepolo e recitando con fermezza Nam-myoho-renge-kyo abbia superato numerosi ostacoli, dall’infedeltà del coniuge a diversi gravi problemi di salute, tra cui un linfoma maligno.
La sua vita è uno spettacolo di vittoria che non è da meno delle esistenze tumultuose delle eroine di cui scrive. Ancora oggi continua a incoraggiare coloro che lottano contro la malattia e a dialogare con entusiasmo sul Buddismo con i giovani, sia dentro che fuori la nostra organizzazione» (NR, 795 ). 

La signora Kaneko sottolinea che questo membro del Gruppo donne sta portando alla ribalta i successi delle donne che troppo spesso non vengono considerati, dato che la storia è scritta dagli uomini.
La signora Furukawa stessa ha attraversato molte sofferenze nella sua vita, compresa una grave malattia e l’infedeltà del marito. Sia la signora Kaneko che Sensei conoscono sicuramente i problemi e le sofferenze che le donne affrontano nella vita quotidiana.
L’esperienza della signora Furukawa è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun nella serie dal titolo “Bravo!”. Questa serie pubblica le esperienze dei membri che, avendo ormai raggiunto un’età matura, condividono le loro storie meravigliose e raccontano come hanno superato ogni ostacolo che la vita ha messo loro davanti basandosi sulla fede. In un passo precedente del messaggio, la signora Kaneko cita il brano del Gosho in cui Nichiren scrive ai suoi discepoli:

«Potrà mai esserci una storia meravigliosa come la vostra?»
(Lettera ai fratelli, RSND, 1, 444).

 Decidiamo, ciascuna di noi, di vivere un’esistenza in cui anche noi possiamo avere la nostra meravigliosa storia di trionfo, superando ogni sfida e guidando molte persone verso la felicità – così che quando le persone sentiranno la nostra storia, anche loro spontaneamente grideranno “Brava!”.
Forse può sembrare strano che mi voglia concentrare sulla parte in cui la signora Kaneko parla dei trionfi personali di Chieko Furukawa, quando i telegiornali non mostrano altro che spaventose immagini di sofferenza delle vittime del terremoto in Turchia e in Siria, e in concomitanza con il primo, triste anniversario della guerra in Ucraina. Ma dal punto di vista del Buddismo i trionfi e le vittorie personali sono una manifestazione esteriore del cambiamento interiore, che è il punto di partenza per trasformare l’ambiente e il mondo. 
Sensei ha sempre espresso una profonda convinzione nel potere delle donne – le madri di kosen-rufu – di essere una grande forza per il cambiamento. Ovviamente Sensei non usa il termine “madri di kosen-rufu” solo in senso biologico o circostanziale.
Infatti afferma: 

«Le madri sono le capitane e i piloti delle loro famiglie. Quando le donne perseverano con coraggio e saggezza basandosi sulla fede, riescono a trasformare la loro situazione familiare. Quando cambiano le famiglie, anche i quartieri e le comunità cambiano. Quando cambiano le comunità, cambiano le società e alla fine anche il mondo cambierà. Questo è il principio della rivoluzione umana. Ci sono membri del Gruppo donne che vivono sole, che non sono sposate o che non hanno figli. Ma sono tutte madri di kosen-rufu e soli splendenti di umanità»
(di prossima pubblicazione)

Sensei parla di come le donne cambiano il mondo. Nel Sutra del Loto troviamo il concetto della triplice trasformazione della terra che spiega l’enorme effetto del processo di trasformazione o purificazione, a partire dalla vita di un singolo individuo, e il suo impatto non solo sull’ambiente immediatamente circostante, ma sulla vasta distesa nelle dieci direzioni. Sensei afferma: 

«Il potere di un solo individuo pieno di passione può superare quello di un milione di persone messe insieme. Quando noi cambiamo quel “singolo fattore della mente” e quindi trasformiamo noi stessi, il nostro ambiente cambia. E quando il nostro ambiente cambia, il mondo cambia.
Più i tempi sono cupi e confusi, più vividamente risplende la saggezza del Buddismo e l’azione coraggiosa basata su tale saggezza. Il nostro progresso segna il progresso del nostro paese e del mondo intero verso un futuro migliore e pieno di speranza. Questo è il motivo per cui non dobbiamo mai smettere di avanzare. […]
Per poter far risplendere il nostro prezioso pianeta azzurro – la Terra – con la luce della pace, della prosperità e della felicità, è assolutamente necessario controllare, approfondire e lucidare questo singolo fattore del cuore o mente» (NR, 422)

Poi Sensei ci fornisce la chiave per controllare, approfondire e lucidare questo singolo fattore della mente che dà forma alle nostre vite individuali, alla società che creiamo e al mondo in cui viviamo.

«L’essenza della “triplice trasformazione della terra” è una grandiosa rappresentazione della relazione tra maestro e discepolo su scala universale, nella quale una miriade di discepoli si raccoglie intorno al proprio maestro. È un’assemblea di persone capaci che promettono solennemente di realizzare kosen-rufu, l’estesa propagazione della Legge nell’infinito futuro. Nel Buddismo di Nichiren la relazione tra maestro e discepolo è il punto di partenza di tutto: è la sorgente di ogni vera vittoria» (NR, 422)

Ricordo che diversi anni fa ho avuto la fortuna di partecipare a un meeting in cui Sensei affermò: «Da giovane, ho deciso di credere alle parole del mio maestro!». Ricordo di aver pensato all’epoca: “Molto interessante!”, perchè ho capito che la mia tendenza era quella di ascoltare le parole del mio maestro, pensare alla mia opinione personale e poi cercare di costruire un collegamento, un ponte, tra le due. Ora vedo che questo tipo di atteggiamento ostacola non solo il proprio sviluppo, ma anche quello di kosen-rufu. Sensei ha dimostrato inequivocabilmente che credere alle parole del maestro è la via più veloce per far emergere il proprio potenziale in quanto esseri umani e far avanzare kosen-rufu!
Sensei scrive: 

«Quando noi cambiamo quel “singolo fattore della mente”, e quindi trasformiamo noi stessi, il nostro ambiente cambia. E quando il nostro ambiente cambia, il mondo cambia» (NR, 422).

Ciò significa che non c’è tempo da perdere! Ora è il momento di risvegliarci pienamente al fatto che siamo tutte torri preziose sommamente nobili, nate per superare gli ostacoli e, nel farlo, trasformare le terre delle dieci direzioni. È così facile guardare le nostre vite in maniera limitata. E a volte, di fronte a grandi difficoltà o quando affrontiamo l’immensa sfida di espandere e stimolare il nostro movimento sentiamo che, pur recitando Daimoku con grande sincerità, nel profondo del nostro cuore ci può essere il dubbio di non riuscire davvero a vincere. 
La nostra sfida è decidere di credere alle parole del nostro maestro quando dice: «Il potere di un solo individuo pieno di passione può superare quello di un milione di persone messe insieme. Quando noi cambiamo quel “singolo fattore della mente”, e quindi trasformiamo noi stessi, il nostro ambiente cambia. E quando il nostro ambiente cambia, il mondo cambia» (Ibidem).
Allora eleviamo le nostre vite, andando oltre il pensiero del piccolo io e percependo tutto così come lo percepisce Sensei!

«Proprio in questi tempi in cui il cuore di così tante persone è diventato freddo e insensibile, scriviamo una storia senza precedenti che durerà nel futuro, una storia in cui ci impegniamo nella nostra rivoluzione umana, aiutiamo gli altri a fare lo stesso e realizziamo kosen-rufubasandoci sulla filosofia di vita del Buddismo di Nichiren Daishonin che insegna: «Tutti […] nessuno escluso, conseguiranno la Buddità» (Il tesoro di un figlio devoto, RSND, 1, 924). 
Una storia del genere scalderà sicuramente i cuori e illuminerà la vita di tutti coloro che verranno dopo di noi. 
In passato mio marito compose questa poesia per la signora Furukawa:
«Sto pregando,
sto pregando
con tutto il cuore
per la tua salute
e i tuoi sorrisi felici» (NR, 795).

Credendo alle parole del maestro, decidete che le donne d’Italia saranno le più felici al mondo e con i vostri sorrisi allegri e le vostre storie gioiose che fanno esclamare alle persone “brava!”, siate la più grande forza per la felicità, la trasformazione e la pace che il nostro mondo tanto desidera. 

Le cinque guide eterne come bussola per la nostra vita

di Anna Conti, vicepresidente dell’IBISG

Oggi approfondiamo insieme alcuni punti dalle lezioni di Ikeda Sensei sulle cinque guide eterne della Soka Gakkai, che racchiudono lo scopo essenziale della nostra pratica buddista.
Come sapete, le prime tre guide furono enunciate dal presidente Toda subito dopo aver realizzato il suo scopo di 750.000 famiglie di praticanti. 
Egli formulò queste guide dopo una lunga riflessione, mentre lottava contro gravi problemi di salute. 
Nonostante fosse molto debole, Toda desiderava che tutti quei 750.000 nuovi membri diventassero felici, nessuno escluso! E voleva dare una direzione chiara ai membri della Soka Gakkai, affinché non si lasciassero sopraffare dai problemi e dalle difficoltà e potessero vivere sempre pieni di speranza. 
Per questo cercò di chiarire quale fosse la fede verso cui tutti noi dovremmo mirare per costruire una felicità indistruttibile e quali fossero i punti chiari e gli obiettivi fondamentali per cui praticare. 
Toda sapeva bene che la felicità di ogni persona è legata allo sviluppo di kosen-rufu e alla costruzione della pace, e per questo incoraggiava ciascuno ad approfondire la fede e la pratica, per trasformare qualsiasi problema in un’opportunità per crescere e migliorare.
Da quel giorno i membri incisero queste guide nel loro cuore mentre si dedicavano alle attività per kosen-rufu e affrontavano ogni sfida e difficoltà.
Dunque a dicembre del 1957, durante una riunione generale, Toda comunicò che lo scopo di 750.000 famiglie di praticanti era stato realizzato, e annunciò le tre guide eterne della Soka Gakkai: 

– Fede per una famiglia armoniosa
– Fede per diventare felici
– Fede per superare le avversità.

Sono tre obiettivi molto chiari, tre principi immutabili che ci indicano la direzione per conseguire la Buddità in questa esistenza e per realizzare kosen-rufu.
Mi colpisce molto che prima di tutto ci sia la parola “fede”: ciò indica chiaramente che dobbiamo approfondire la fede per creare una famiglia armoniosa, per diventare felici e per superare ogni avversità che incontriamo: questo creerà un cambiamento nella nostra vita e porterà sicuramente a un cambiamento nel nostro ambiente, nella società e nel mondo intero.
In seguito, a dicembre del 2003, mirando al futuro di kosen-rufu nel XXI secolo, Sensei aggiunse due nuove guide:

4. Fede per godere di buona salute e longevità
5. Fede per la vittoria assoluta nella vita.

Quindi queste cinque guide sono l’opera di maestro e discepolo, di Toda e Ikeda uniti, e sono dedicate a tutti i discepoli del futuro.
Perché abbiamo deciso di approfondire nuovamente queste cinque guide, all’inizio di questo Anno dei giovani e del trionfo?
Sicuramente il tempo in cui viviamo non è facile e in questo periodo così difficile, in cui scontiamo ancora le conseguenze della pandemia, della guerra, del cambiamento climatico ecc., è importante rafforzare le basi della nostra fede e della nostra pratica, e ripartire con una determinazione nuova.
In un saggio del 28 dicembre, Sensei spiega il motivo per cui è importante approfondire queste cinque linee guida:

«Una volta il mio maestro diede questo consiglio ai responsabili: “Viviamo in tempi turbolenti, in un’epoca cruciale. Coloro che costruiscono solide fondamenta avranno successo. Questa è una regola immutabile”.
Nei periodi più difficili è fondamentale prendersi cura di tutto ciò che nel nostro ambiente più vicino sostiene la nostra vita e costituisce le nostre fondamenta. Pertanto, continuiamo a promuovere fiducia e relazioni amichevoli ovunque ci troviamo: a casa, con i nostri cari, nella comunità locale e sul posto di lavoro. Questo può sembrare insignificante, ma in questo modo costruiremo certamente la felicità per noi stessi e per gli altri.
Nel dicembre di sessantacinque anni fa (1957), subito dopo la realizzazione del suo tanto desiderato obiettivo di settecentocinquantamila famiglie di praticanti, Toda Sensei ci presentò le tre linee guida “Fede per una famiglia armoniosa”, “Fede per diventare felici” e “Fede per superare le avversità”.
Solidificare le nostre fondamenta – sostenendo le nostre famiglie, raggiungendo la felicità personale e superando le nostre difficoltà – ci permette di trionfare nella vita e nella realizzazione di kosen-rufu.
Ciò costituirà le fondamenta incrollabili per la pace e la felicità dell’intera umanità» (NR, 797).

Sensei spiega chiaramente l’importanza di tornare sempre alle nostre fondamenta… Perciò adesso, mentre avanziamo insieme verso la realizzazione dell’obiettivo di un nuovo membro giovane in ogni gruppo, incidiamo nuovamente nel nostro cuore queste cinque linee guida, per approfondire e rafforzare ancora di più la nostra fede e compiere un balzo avanti nella nostra rivoluzione umana. 
Così potremo sicuramente condividere con le persone intorno a noi tante meravigliose prove concrete che derivano dalla nostra pratica buddista.
Andiamo avanti con gioia e in allegria, unite più che mai, senza smettere di pregare e dialogare con gli altri, così che gli ideali della Soka Gakkai si diffondano sempre più e tante nuove persone si uniscano alla nostra rete di Bodhisattva della terra. 

Fede per una famiglia armoniosa

di Cristina Canestrelli, vice segretaria nazionale donne

“Fede per una famiglia armoniosa” è la prima delle cinque guide eterne della Soka Gakkai. Il presidente Ikeda la definisce la più importante perché una famiglia armoniosa è la “miniatura” della pace mondiale, e chiarisce che «gli sforzi per concretizzare questo tipo di fede sono l’essenza stessa della pratica buddista e costituiscono anche la via più sicura per la realizzazione di kosen-rufu mondiale» (Le cinque guide eterne, Esperia, pag. 16).

Questa visione pone la famiglia, piccola o grande che sia, come fondamento di società prospere e pacifiche.
Negli scritti di Nichiren Daishonin il tema della famiglia è ricorrente, perché sono lettere inviate a persone che vivono la realtà quotidiana e affrontano le questioni familiari come ognuna di noi, perché il Buddismo serve a migliorare la vita, a diventare felici qui e ora, insieme agli altri.
Esistono tanti tipi di famiglie, con genitori e figli, con un solo genitore, senza figli… a rendere ognuna di queste forme di unione così diverse tra loro “una famiglia” sono i legami autentici e il reciproco sostegno. Anche quando i suoi membri sono lontani, una famiglia resta tale. 
Sensei la descrive come il “nucleo di sicurezza e speranza” di cui tutte le persone hanno bisogno, un insieme di legami dove ci si sostiene a vicenda e dove si ricaricano le batterie. 
Oggi, con una pandemia alle spalle e una guerra in corso, più che mai stiamo sperimentando il valore insostituibile e l’importanza della famiglia. Tuttavia non è automatico creare una famiglia armoniosa… 
Posso testimoniare in prima persona quanto la famiglia possa essere anche luogo di conflitti e sofferenza: per questo la fede è centrale.
Il presidente Ikeda indica tre punti per concretizzare l’armonia familiare (cfr. Ibidem, pag. 4):

1. Impegnarci in prima persona per essere una presenza luminosa e solare nelle nostre case, abbracciando tutti i membri della nostra famiglia con la luce della compassione.

2. Rispettarci a vicenda, riconoscendo che i legami familiari fra genitori e figli, fratelli e sorelle, o fra coniugi o compagni e compagne di vita sono legami karmici che perdurano attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro.

3. Dare un contributo positivo alla società impegnandoci nel far crescere successori che proseguano la nostra impresa.

Questi tre punti mettono in luce che la chiave per realizzare una famiglia armoniosa è compiere la nostra personale rivoluzione umana sforzandoci nella preghiera e nel comportamento, e diventare discepole che a loro volta fanno crescere successori per assicurare il futuro di kosen-rufu.
In particolare, il primo punto riguarda la consapevolezza che tutto ha origine dal nostro cambiamento interiore: può essere difficile e richiede tempo e perseveranza, ma recitare Daimoku e impegnarsi nella pratica corretta è lo strumento fondamentale per una vittoria sicura. 
È naturale desiderare che i nostri familiari inizino a praticare, e a questo riguardo in Lettera ai fratelli Nichiren cita un esempio di armonia familiare tratto dal Sutra del Loto. 
I due fratelli Puro forziere e Puro Occhio, insieme alla madre, Pura Virtù, avendo abbracciato gli insegnamenti del Budda desideravano convincere il padre della bontà della loro scelta. E per farlo non spesero parole né ingaggiarono discussioni, ma mostrarono i loro “vari poteri soprannaturali”. Questi “poteri” non sono altro che una metafora della loro crescita come esseri umani, un’espressione della loro rivoluzione umana.
Come praticanti del Buddismo di Nichiren dovremmo prenderci cura dei nostri congiunti e apprezzarli profondamente. 
Come scrive Sensei:

«La via diretta per costruire una famiglia armoniosa consiste nel diventarne il sole splendente» (Ibidem, pag. 7)

Riguardo al secondo punto, la pratica del rispetto è fondamentale, è alla base della trasformazione dei legami familiari che si estendono attraverso le tre esistenze di passato presente e futuro. 
Recitare Daimoku e sforzarci sinceramente per kosen-rufu ci mette in grado di condurre la nostra famiglia sul cammino della felicità eterna. Questo processo e il potere del Daimoku non si arrestano mai, perdurano nel tempo.   Riguardo al terzo punto, Sensei scrive:

«La terza chiave per l’armonia familiare è essere una famiglia aperta al mondo che fornisce un contributo positivo alla società e fa crescere persone capaci che costruiranno un futuro luminoso» (Ibidem, pag. 11)

Quindi, l’impegno per far crescere successori è il terzo pilastro dell’armonia della famiglia. 
Inoltre è fondamentale credere nel potenziale dei nostri figli e figlie, e comunque delle nuove generazioni, che sono tutti Bodhisattva della Terra. Anche quando fanno cose che non ci piacciono, è importante continuare a credere nel loro potenziale e recitare Daimoku sinceramente per sostenerli.
In particolare, rivolgendosi alle donne il presidente Ikeda scrive:

«La missione delle donne che ereditano la fede nel Buddismo di Nichiren è aprire la porta della felicità alla loro famiglia e ai loro parenti, la porta della prosperità alle loro comunità e la porta della vittoria per kosen-rufu» (Ibidem, pag. 15) 

Nel corso della vita ci sono tanti momenti diversi, alcuni molto difficili, per questo il nostro maestro ci ha dato dei punti così chiari. Tenerli a mente e studiarli costantemente mi ha dato sicurezza, nuova energia e fiducia nel cambiamento. Perché se posso recitare Daimoku, posso trasformare qualsiasi cosa. 
Concludo con queste parole del presidente Ikeda, che porto incise nel mio cuore: 

«I membri di una famiglia che crea valore affrontano uniti le difficoltà, pregano per la crescita reciproca e si apprezzano a vicenda. Trasformano il lamento in preghiera, la critica in incoraggiamento e condividono gioie e dolori. Sono una fonte di speranza per la trasformazione della propria comunità. Costruire famiglie autenticamente armoniose è la chiave per creare una società veramente pacifica» (Ibidem, pag. 16).

Fede per diventare felici

di Claudia Mancinelli, coordinatrice nazionale dei Giovani gigli bianchi

La seconda delle cinque guide eterne della Soka Gakkai è: “Fede per diventare felici”.
È una guida molto importante perché ci riporta al fatto che ogni persona ha il diritto di diventare felice, anche se troppo spesso non crediamo di poterci riuscire. Ikeda Sensei scrive:

«Per quanto profonde possano essere sofferenza e disperazione in questo momento, il potere della fede nella Legge mistica ci permette di tracciare la strada per realizzare una vita di autentica felicità» (Le cinque guide eterne, Esperia, pag. 20)

Ma cos’è questa felicità “autentica”?
Leggendo la spiegazione di Sensei, sono rimasta colpita da due punti:
1. Realizzare attivamente la felicità
2. Creare vite felici per noi e per gli altri

“Realizzare attivamente la felicità”

La scelta della parola “realizzare” mi fa pensare che sono io la protagonista della mia felicità, che non mi viene data dagli altri e non posso aspettarmi che appaia all’improvviso, senza alcuno sforzo: ognuno di noi può realizzare la propria felicità. 
La felicità non si trova in qualche luogo lontano, ma risiede già dentro la nostra vita, anzi, la nostra vita ne è l’origine.  Inoltre il Buddismo distingue due tipi di felicità: relativa e assoluta.
Toda diceva:

«Felicità relativa significa soddisfare uno dopo l’altro i desideri quotidiani […]. Tale felicità non ha un grande valore, ma tutti sono convinti che sia questa la felicità» (Cos’è la felicità, Esperia, pag. 6)

I nostri desideri, infatti, non hanno limite e anche se li realizziamo, un istante dopo ne nascono subito degli altri. Di conseguenza questo tipo di felicità è effimera, transitoria.
La felicità assoluta invece è una condizione vitale indomita, che niente e nessuno può scalfire, caratterizzata da una potente forza vitale e da una saggezza che ci permettono di superare qualunque tipo di avversità.
Citando il Gosho Felicità in questo mondo, il maestro Ikeda scrive:

«“Non c’è vera felicità per gli esseri umani al di fuori del recitare Nam-myoho-renge-kyo” (RSND, 1, 607). Questa è la strada suprema per riuscire a godere liberamente della vita […]. Una vita dedicata alla fede nella Legge mistica è di per sé nello stato di Buddità e ci permette di godere di essa come più desideriamo» (Le cinque guide eterne, pag. 23)

Sensei ci assicura che attraverso la nostra pratica buddista indirizziamo ogni giorno la nostra vita verso una condizione di felicità incrollabile.

 “Creare vite felici per noi e per gli altri”

«“Gioia” significa che il singolo e gli altri insieme provano gioia. Questa gioia condivisa con gli altri, è la vera gioia e la vera felicità» (Ibidem, pag. 30)

Quando usciamo dal nostro piccolo io e facciamo qualcosa per gli altri, rivitalizziamo la sorgente della nostra stessa vita. La pratica buddista ci permette di aprirci e di sperimentare la gioia di ampliare i confini del nostro io. Da dove possiamo partire? Dalla preghiera.
Approfondendo la nostra preghiera espandiamo la nostra condizione vitale. 

Ma la preghiera da sola non basta, perchè:

«La preghiera senza l’azione è solo un pensiero pieno di desiderio, e l’azione senza preghiera è un atto sterile» (Cos’è la felicità, Esperia, pag. 95)

Qual è dunque l’azione più nobile e degna di rispetto per un essere umano?
Il Buddismo ci insegna che consiste nell’aiutare gli altri a diventare felici insieme a noi. Ciò è possibile continuando ad avanzare sul sentiero di kosen-rufu e piantando i semi della Buddità nel cuore di tutte le persone.  
Nel saggio Il potere dello spirito guarirà il mondo (BS, 162), il maestro Ikeda ci indica tre punti importanti per riuscire a condividere il Buddismo con gli altri: il primo è avere coraggio, il secondo è la gratitudine e il terzo è la sincerità.
Sensei spiega che nella sua vita ha fatto emergere dentro di sé un coraggio incrollabile parlando del Buddismo a quante più persone possibile. 
Nel Diario giovanile racconta che non è stato sempre facile e che alcuni amici non volevano proprio saperne di praticare. Personalmente, immaginare che anche per il mio maestro non è stato semplice propagare il Buddismo mi fa sentire sollevata dalla paura di sbagliare. 
Mi rendo conto che fare shakubuku non dipende dalle mie capacità personali: il coraggio, la gentilezza e la sincerità sono tesori del cuore che tutti gli esseri umani possiedono intrinsecamente e che io stessa posso manifestare ogni giorno grazie a una forte preghiera. Per me questa è la gioia più grande! 
Perciò oggi determino di sforzarmi ancora di più nel condividere con gli altri i benefici che derivano dalla pratica buddista, per creare un’ondata di gioia e speranza che pervada il mondo intero!

Fede per superare le avversità

di Tamiko Kaneda, vice responsabile donne

Il Buddismo di Nichiren Daishonin ci permette di trasformare qualsiasi avversità in un trampolino di lancio per far emergere sempre di più la nostra Buddità innata.
Sappiamo bene che la vita è costellata di avversità, imprevisti e sfide, e Sensei sottolinea che ciò che conta è il modo in cui reagiamo. Dal punto di vista del Buddismo, dovremmo rispondere alle avversità attraverso i poteri della nostra fede e della nostra pratica, in modo da far emergere i poteri del Budda e della Legge nella nostra vita.
La raccolta degli insegnamenti orali dice: 

«Riguardo alle pratiche “pacifiche” del Sutra del Loto della Legge meravigliosa e alle pratiche svolte da Nichiren e dai suoi seguaci ora, nell’Ultimo Giorno della Legge, dovreste capire che quando si pratica il Sutra del Loto in tali circostanze sorgeranno difficoltà, ed esse devono essere considerate pace e sicurezza» (Le cinque guide eterne, Esperia, p. 38).

Che cosa significa l’espressione “pace e sicurezza”?
Pace significa una fede che non viene scossa da alcuna avversità o imprevisto.
Sicurezza significa una fede che ci permette di vivere libere dalla preoccupazione, dalla paura e dai rimpianti.
Il punto cruciale è non cadere nella trappola della nostra mente, ovvero dell’oscurità fondamentale che ci dice di aspettare ad affrontare i problemi fino a quando avremo una fede abbastanza profonda per farlo. Piuttosto, bisogna affrontare qualsiasi problema, avversità e imprevisto appena ci si presenta. In che modo?
Sensei afferma che quando trasformiamo i problemi in preghiera recitando Nam-myoho-renge-kyo, emergono coraggio e speranza nel nostro cuore. 
“Fede per superare le avversità” equivale quindi a “preghiera per superare le avversità”, e a “recitare Daimoku per superare le avversità”. Ma questo non è sempre facile.
Personalmente, in questi ultimi anni ho dovuto far fronte a diversi “imprevisti”: infatti, fra il primo e il secondo anno di pandemia mio padre ha avuto dei gravi problemi di salute, tanto da essere ricoverato d’urgenza sei volte in sei mesi. Una volta stava per morire tra le mie braccia perché aveva in corso un infarto. Di fronte a questi continui imprevisti ho sentito spesso mancarmi la terra sotto i piedi.
Ci sono stati momenti in cui riuscivo a recitare Daimoku con convinzione, ma ce ne sono stati altri dove la mia oscurità fondamentale prendeva il sopravvento e non riuscivo proprio a recitare Daimoku. L’unica cosa che sono riuscita a portare avanti con costanza è stata di scrivere a Sensei per aggiornarlo sulle condizioni di mio padre (ho anche pensato: “sicuramente Sensei continuerà a recitare Daimoku per la sua salute”).
La relazione col mio maestro è stata per me l’àncora di salvezza, grazie alla quale ho cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel.
Tra alti e bassi, finalmente la salute di mio padre si è stabilizzata, tanto che lo scorso dicembre, nell’incredulità nostra e dei medici, insieme a mia sorella siamo riuscite a portarlo in Giappone come tanto desiderava, dove ha trascorso molto tempo con la sua famiglia e ha rivisto i suoi amici ed ex colleghi di lavoro. 
Ma gli imprevisti nella vita non si fermano e la settimana scorsa mio padre ha perso conoscenza ed è stato nuovamente ricoverato. Grazie alla prontezza e professionalità degli operatori sanitari, anche questa volta sono riusciti a intervenire in tempo e a salvarlo. 
È stata un’esperienza che mi ha permesso di sperimentare di nuovo l’immenso potere della Legge mistica e la forza della preghiera. Per noi figli è una prova concreta del fatto che quando ci si dedica sinceramente al movimento di kosen-rufu tutto ritorna sotto forma di buona fortuna e protezione da parte dell’ambiente. 
Da un punto di vista più profondo, provo anche tanta gratitudine perché la Legge mistica ci sta preparando ad affrontare il momento del distacco in modo da non cadere sotto l’influenza della più potente delle avversità o funzioni negative, che è l’impedimento della morte.
Il Daishonin nel Gosho afferma:

«Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli proverà grazie alla sua forte fede» (RSND, 1, 29).

È proprio vero! Con questa affermazione Nichiren desidera insegnarci che vivere in “pace e sicurezza” vuol dire vivere con spirito positivo e intraprendente, considerando le difficoltà e gli imprevisti come una gioia, un’opportunità per crescere e diventare persone in grado di aiutare gli altri. 
Allo stesso tempo ci invita a fare attenzione all’oscurità fondamentale, alle funzioni negative che sorgono per ostacolare la nostra fede e impedire che la nostra Buddità emerga sempre più forte.
Vivendo in questo modo consolidiamo uno stato vitale sempre più vasto e diventiamo persone in grado di ispirare positivamente gli altri. Questa è la nostra missione in quanto Bodhisattva della Terra.

Fede per godere di buona salute e longevità

Di Giulia Cesaroni, segretaria nazionale donne

La prima guida eterna aggiunta nel 2003 dal presidente Ikeda a quelle enunciate dal presidente Toda, è “Fede per godere di buona salute e longevità”. Il presidente Toda diceva: 

«La vita è lunga e non sappiamo quale karma ci attende. Non possiamo mai essere certi di cosa accadrà. Abbiamo assolutamente bisogno di un insieme di princìpi, di una filosofia che ci permetta di vivere con forza e fiducia» (Le cinque guide eterne, p. 54).

La malattia fa parte delle quattro sofferenze fondamentali che hanno spinto Shakyamuni a ricercare la via. Nessuno può evitarle ma, basandoci su una solida filosofia, possiamo vivere con forza e fiducia qualsiasi malattia affrontiamo. Nichiren Daishonin scrive: 

«Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo?» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 365).

La cosa importante è costruire una forte fede che ci permetta nel momento cruciale di restare saldi e di lottare senza avere paura, e allo stesso tempo senza sottovalutare quello che ci sta accadendo. 
Sensei afferma che ammalarsi non è una sfortuna, ma un’occasione per sviluppare un grande spirito di ricerca e sperimentare il potere della nostra fede. La sfortuna è lasciarsi sconfiggere dalla malattia. 
Ne Il prolungamento della vita il Daishonin scrive: 

«Ora anche tu ti sei ammalata e, come donna, è più che mai opportuno che cerchi di credere fermamente nel Sutra del Loto e vedere cosa farà per te» (RSND, 1, 848).

Ogni giorno abbiamo la possibilità di farci stupire dal potere senza limiti del Gohonzon, come ci succedeva all’inizio della pratica. Perciò decidiamo ogni mattina di provare lo stupore della Buddità!
Nichiren ha avuto tanti problemi di salute di cui parla nel Gosho. Se affrontiamo una malattia proprio come lui ci insegna, abbiamo già vinto.
Un altro aspetto importante è circondarci di persone incoraggianti ed essere pronte, noi per prime, a incoraggiare chi sta affrontando un problema di salute, in modo che emerga la determinazione incrollabile di trasformare la malattia in qualcosa di positivo. 
Quando stiamo male è facile chiuderci, ma è importante creare intorno a noi un gruppo di sostegno, anche piccolo o a distanza, che ci possa aiutare quando ci capita di vacillare.
L’incoraggiamento delle persone intorno ci aiuta a trovare la forza per sfidare la malattia e rinnovare lo spirito combattivo.
È importante anche cercare comunque di sostenere gli altri, perché condividere le sfide ci permette di condividere con loro anche le esperienze e la gioia che ne consegue.
Ci sono problemi di salute che durano a lungo, e in questi casi dobbiamo insistere con pazienza e perseveranza e con la convinzione che saremo in grado di trasformare il nostro karma e di conquistare una salute migliore di quella che avevamo prima!
Nel Gosho il Daishonin scrive: 

«Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore!» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 755).

La chiave per sviluppare i tesori del corpo è accumulare i tesori del cuore, tesori che non possono essere distrutti dalla malattia, dall’invecchiamento o dalla morte. Chi ha accumulato i tesori del cuore è in grado di affrontare ogni prova della vita con profonda serenità. Toda diceva: 

«Quali sono i segni della grandezza nella vita? Uno è concretizzare le aspirazioni e le convinzioni che avevamo da giovani, un altro è mantenere la passione giovanile per tutta la vita».

Diceva anche: 

«La fede non è una questione di formalità: è vivere ogni momento al massimo […] in ultima analisi, il conseguimento della Buddità dipende dalla somma totale dei nostri pensieri e delle nostre azioni in ogni momento» (Ibidem, p. 67).

Sensei conclude la spiegazione di questa guida con quattro massime per la buona salute:

  1. Fate un Gongyo rinfrescante
  2. Abbiate uno stile di vita equilibrato e produttivo
  3. Contribuite al benessere degli altri
  4. Mangiate con saggezza

Sono indicazioni molto chiare e concrete…
È importante partire dalle basi; ognuno di noi sa quanta cura ha della propria vita.
Se mangiamo male, dormiamo poco, lavoriamo fino allo sfinimento, sarà difficile non pagarne il prezzo.
Fin da quando cominciamo a praticare sappiamo che “fede è uguale a vita quotidiana”. Perciò la grande sfida è manifestare la saggezza del Budda in ogni momento, basandoci sulla pratica buddista.

Fede per la vittoria assoluta nella vita

di Valentina Dughera, coordinatrice nazionale Giovani mamme

Per introdurre la quinta guida eterna: “Fede per la vittoria assoluta nella vita”, vorrei iniziare con due frasi del Gosho: «La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta» (RSND, 1, 741), e: «Il Buddismo è ragione e la ragione vincerà sul tuo signore» (RSND, 1, 745).
Prima di enunciare le prime tre guide eterne della Soka Gakkai, nel 1957, il presidente Toda dedicò al giovane Ikeda questa poesia: 

Vincere e perdere
fanno entrambi
parte della vita
ma io prego il Budda
per la vittoria finale.
(Le cinque guide eterne, p. 72)

Ogni volta che leggo questi versi non posso trattenere una profonda commozione. La vittoria assoluta è lo scopo fondamentale della nostra pratica buddista. Cerchiamo quindi, insieme al nostro maestro, di capire cosa sia questa “vittoria assoluta”.
Innanzitutto, non dobbiamo cadere nel tranello di pensare che questa guida abbia una connotazione individualistica. Per approfondire questo punto, Sensei in questa lezione mette l’accento sulla nostra missione di Bodhisattva della Terra.
Secondo il Buddismo, infatti, la nostra nobile missione è portare avanti senza sosta la grande “battaglia” di realizzare kosen-rufu mondiale, ovvero condurre tutte le persone alla felicità. 
I termini che ricordano la guerra risuonano sempre in modo strano, perciò ho ragionato molto sul termine “battaglia”. Di che battaglia si tratta? Il maestro Ikeda la descrive come: 

«Una battaglia incessante tra le forze del Budda e le funzioni demoniache» (Ibidem, 73).

Si tratta di una battaglia che avviene all’interno di noi stessi e che non possiamo permetterci di perdere.
È proprio per incoraggiare ogni membro da qui all’eterno futuro a non cedere in questa nobile e incessante sfida che il maestro Ikeda nel 2003 ha aggiunto la quinta guida: “Fede per la vittoria assoluta nella vita”.
Come possiamo realizzare questa vittoria assoluta nella vita? 
Sensei innanzitutto chiarisce quale sia la chiave per riuscirci: 

«La relazione maestro discepolo è l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin; dunque è anche la chiave fondamentale per la vittoria assoluta. Se i nostri cuori non sono uniti al maestro, non possiamo realizzare niente e kosen-rufu non progredirà» (Ibidem, p. 74).

Come possiamo allineare il nostro cuore al cuore del maestro e condividere tale impegno, tanto da superare qualsiasi difficoltà ci troviamo ad affrontare? 
Sensei indica tre punti chiari: 

  1. Formulare un voto: ciò fa sgorgare dalla nostra vita speranza e fiducia
  2. Pregare con lo stesso cuore del maestro: ciò fa emergere in noi coraggio e saggezza
  3. Lottare insieme al nostro maestro: ciò ci permette di superare anche gli ostacoli più grandi

In relazione al secondo punto, cioè pregare con lo stesso cuore del maestro, Nichiren evidenzia tre caratteristiche della fede e della pratica che portano alla vittoria assoluta:

  1. Non vacillare nella fede, non avere il minimo dubbio, esitazione o paura nel cuore.

Il presidente Toda affermava: «Il punto cruciale è se stiamo cambiando in meglio o in peggio. Quando manca questa consapevolezza, cediamo all’inerzia. Se diventiamo apatici … è come se avessimo già smesso di praticare» (Ibidem, p. 79). L’importante quindi è non accettare mai la sconfitta e continuare a sfidarci.

  • Impegnarsi nella fede con integrità e sincerità, comportandoci sempre con sincerità e integrità, in tutte le nostre azioni.
  • Credere nel potere della Legge mistica e praticare come insegna il Budda, cioè affidarsi completamente al Gohonzon, che significa perseverare nella fede. 

La perseveranza costituisce lo spirito stesso del Daishonin. Rifacendosi a quanto esposto nel Sutra del Loto, Nichiren ci esorta a «indossare l’armatura della perseveranza» (RSND, 1, 347). 
Questo tipo di fede è la spada affilata in grado di vincere non solo sulla propria oscurità, ma anche sui mali del mondo. Attraverso questo impegno perseverante noi forgiamo, rafforziamo e purifichiamo la nostra vita, giorno dopo giorno.
Quando molte persone sono unite nello spirito di “diversi corpi stessa mente”, è certo che alla fine vinceranno e potranno sbaragliare qualsiasi male. Questo è il significato fondamentale di “fede per la vittoria assoluta” ed è il motivo per cui la Soka Gakkai ha vinto ogni sfida!
Vorrei concludere con questo incoraggiamento di Sensei:

«Le cinque guide eterne sono principi immutabili per approfondire la nostra fede. Ci indicano la direzione per il conseguimento della Buddità in questa esistenza e per la realizzazione di kosen-rufu»(Le cinque guide eterne, p. 87).

Prendendole come bussola infallibile per la vittoria assoluta, vinciamo tutte insieme, insieme a Sensei e alla signora Kaneko, e realizziamo meravigliosi risultati in questo Anno dei giovani e del trionfo sia nella nostra vita che nelle nostre attività per diffondere la pace!

Unite al maestro da un legame eterno

di Rosanna Sorelli, responsabile nazionale donne

Meravigliose donne della famiglia Soka italiana, è veramente una grandissima emozione essere qui in 501 responsabili arrivate da ogni regione per il primo corso nazionale donne in presenza dopo la pandemia. 
Quest’anno abbiamo voluto invitare tutte le donne d’Italia alla riunione streaming in diretta. E colgo questa occasione preziosa per dire grazie a tutte le donne, responsabili e non, che in questi tre anni, nonostante le difficoltà, hanno fatto di tutto per mantenerci unite e non cedere allo sconforto. Dovremmo ritenerci soddisfatte di ciò. È proprio per le difficoltà dovute alla pandemia, con tutto quello che ne è conseguito, e adesso per la guerra così vicina a noi, che abbiamo voluto dare a questo corso un titolo che vuole rafforzare la nostra determinazione a dare un contributo decisivo al cambiamento della società, sentendoci sempre più protagoniste e non comparse. 
Sensei ha una grandissima considerazione di noi donne e della differenza che possiamo fare.  Afferma che le donne possono realizzare tutto, e che niente può fermare una donna determinata, che il Daimoku delle donne Soka può arrivare dappertutto, può spostare le montagne, può scuotere la terra.
È proprio vero! Quando le donne tirano fuori un Daimoku così, i risultati sono strabilianti. Quando invece lasciamo che il nostro stato vitale non sia al top, allora prendono il sopravvento la paura di non farcela, il senso di inadeguatezza, la tentazione di rinunciare.
Come dice Sensei: 

«Per un buddista la sconfitta non consiste nell’avere difficoltà, ma piuttosto nel non affrontarle» (L’apertura degli occhi. Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, p. 232).

In quest’ultimo anno moltissime donne hanno fatto emergere la forza di una leonessa e realizzato tanti obiettivi che si erano prefissate.
Altre si sono lasciate andare per un po’ ma poi, grazie all’incoraggiamento delle compagne di fede, si sono riprese e hanno vinto. 
È importante anche chiedere aiuto quando sentiamo di non farcela, quando qualcosa ci blocca. A questo serve il meraviglioso sangha della Soka Gakkai, la nostra famiglia allargata. Stare unite è la nostra forza, non dobbiamo dimenticarlo mai.
Inoltre, è importante capire che aiutare gli altri a diventare felici velocizza la nostra rivoluzione umana e ci fa diventare ancora più felici.
Andare avanti vincendo sulle avversità ci rende fiere di essere discepole di Sensei e ci fa camminare a testa alta, senza paura, sorridenti, lungo la strada impervia della vita.
Lasciarsi alle spalle il senso di inadeguatezza, quella vocina che ci dice che non siamo all’altezza, che non si vale poi tanto…  dobbiamo cancellare per sempre questi pensieri, questo modo di vivere, questo modo di affrontare le cose della vita. 
Nella spiegazione del Gosho Il sutra della vera riconoscenza, Sensei scrive: 

«Le seguaci che lottavano al fianco del Daishonin erano delle vere e proprie pioniere del conseguimento della Buddità delle donne nell’Ultimo Giorno, si potrebbero forse considerare pioniere della liberazione delle donne» (BS, 147, 50)

Anche noi siamo pioniere che lottano a fianco del Daishonin! 
E ancora, Sensei afferma:

«Combattevano una grande battaglia per dimostrare la prova concreta dell’Illuminazione delle donne come insegna il Buddismo del Daishonin, trasformandosi da persone che piangono sul proprio destino a donne colme di senso di missione che sostengono con fierezza la Legge mistica dimostrando attraverso il loro coraggio, grande saggezza e compassione» (Ibidem). 

Tutte noi pratichiamo grazie a Nichiren Daishonin e ai nostri amati tre maestri. 
Il legame che abbiamo con loro e tra di noi è eterno. 
E come afferma Sensei: 

«Fintanto che esisterà questo nobile regno di maestro e discepolo, si diffonderà sicuramente un’autentica e duratura felicità fra tutte le donne del mondo» (Ibidem).

In questo Anno dei giovani e del trionfo ogni donna della Soka Gakkai italiana può decidere e dimostrare di essere capace di grandi cambiamenti e realizzazioni, e di sentirsi fiera di essere una discepola di Nichiren e del maestro Ikeda. 
Abbiamo inoltre la fortuna di poter ripagare il nostro debito di gratitudine realizzando l’obiettivo di un nuovo membro giovane in ogni gruppo entro il 31 dicembre, così da poter comunicare a Sensei la nostra vittoria. 

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