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La decisione più importante - DEV - Il Nuovo Rinascimento
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6 dicembre 2025 Ore 09:15

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La decisione più importante

In questo saggio del 2005 il maestro Ikeda incoraggia a creare la speranza quando non riusciamo a sentirla, affermando anche che finché nutriamo la speranza non c’è nulla che non possiamo raggiungere

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In questo saggio del 2005 il maestro Ikeda incoraggia a creare la speranza quando non riusciamo a sentirla, affermando anche che finché nutriamo la speranza non c’è nulla che non possiamo raggiungere

Se osserviamo il mondo, oggi è facile cadere nella disperazione. Sembra che tra le persone prevalga un senso di impotenza e che tutte le decisioni importanti vengano prese in qualche luogo al quale a noi non è dato accedere.
Che cosa può realizzare una persona di fronte alla potenza delle forze che governano il mondo? È travolgente il modo veloce e complesso in cui i tempi sembrano correre. Io non credo nell’impotenza delle persone.
La filosofia che ho abbracciato parla della dimensione fondamentale, inerente alla vita stessa, per cui ogni vita umana attinge all’illimitata forza vitale del cosmo.
Pertanto, la stessa forza che muove l’universo esiste nella nostra vita. Ciascun individuo ha un immenso potenziale e un grande cambiamento nella dimensione interiore nella vita di un solo individuo ha il potere di toccare la vita degli altri e di trasformare la società. Ogni cosa parte da noi.
Come l’autore nigeriano Ben Okri ha scritto nella poesia intitolata Un conflitto nella mente:

Non puoi ricreare il mondo
senza ricreare te stesso.
Ogni nuova era ha inizio da dentro di te.
È un evento interno
con incredibili possibilità
di liberazione interiore.

L’espressione che il mio maestro Josei Toda utilizzava per descrivere questo processo di cambiamento interiore che trasforma l’ambiente circostante era “rivoluzione umana”. Credo che questa sia la più importante e vitale di tutte le rivoluzioni. Essa può creare cambiamenti più duraturi e preziosi di qualunque rivoluzione politica, economica o tecnologica.
Questo perché, per quanto si possano modificare i fattori esterni, il mondo non diventerà mai un posto migliore se nelle persone prevalgono l’egoismo e l’apatia. Il cambiamento interiore positivo di una singola persona, che può tradursi nello sviluppare più saggezza, più forza, più compassione, costituisce il primo passo verso la realizzazione della convivenza pacifica e la realizzazione dell’intera razza umana.
Credo fermamente che la grande rivoluzione umana di una sola persona possa costituire l’inizio della trasformazione del destino delle società e di tutta l’umanità. Per l’individuo ogni cosa ha inizio dalla dimensione interiore della sua vita.
Quando la nostra determinazione interiore cambia, ogni cosa inizia a muoversi in quella direzione. Nel momento in cui prendiamo una decisione profonda, ogni nervo e fibra del nostro essere si riorientano verso la realizzazione di quell’obiettivo o desiderio. D’altro canto, se pensiamo: “Non ci riuscirò mai”, allora ogni cellula del nostro corpo si ritroverà priva di speranza e abbandonerà la lotta. La speranza, in questo senso, è una scelta. È la decisione più importante che possiamo prendere.
La speranza cambia tutto, a partire dalla nostra vita. La speranza è la forza che ci consente di metterci in azione per realizzare i nostri sogni. Essa ha il potere di trasformare l’inverno in primavera, la sterilità in creatività, l’agonia in gioia.
Finché nutriamo la speranza, non c’è nulla che non possiamo raggiungere. Se possediamo il tesoro della speranza, possiamo attingervi potenziale e forza interiori.
Una persona che sa nutrire la speranza riuscirà sempre ad andare avanti.
La speranza è una fiamma che alimentiamo nel nostro cuore. Può essere accesa da qualcun altro, dalle parole incoraggianti di un amico, di un parente o di un maestro, ma deve essere alimentata e mantenuta viva dalla nostra determinazione. Fondamentale è la determinazione a continuare a credere nella dignità e nelle possibilità sconfinate sia nostre sia altrui.
Contro ogni aspettativa, Gandhi condusse vittoriosamente la lotta nonviolenta a favore dell’indipendenza indiana dal dominio coloniale britannico. Egli era, utilizzando le sue stesse parole, un “incontenibile ottimista”. La sua speranza non era determinata dalle circostanze, ossia egli non stabiliva gli alti e i bassi futuri in base a come le cose sembravano andare. Al contrario, la sua speranza si basava su una fede incrollabile nell’umanità, nella capacità degli esseri umani di fare del bene. Gandhi non abbandonò mai questa sua fede nelle persone.
Credere nella bontà essenziale delle persone e nello sforzo costante di coltivare questa bontà in noi stessi: queste sono le chiavi, come ci ha dimostrato Gandhi, che liberano il grande potere della speranza. Credere in noi stessi e negli altri in questo senso, ovvero continuando a impegnarci nella difficile lotta interiore per fare della speranza la base delle nostre azioni, può trasformare una società che a volte sembra sprofondare nel buio più nero in un mondo illuminato in cui tutte le persone si trattano con rispetto e umanità.
Ci possono essere momenti in cui, di fronte a una realtà crudele, siamo sul punto di perdere ogni speranza. Se non riusciamo ad avere speranza, è il momento di crearla. Lo possiamo fare scavando nel profondo di noi stessi, ricercandone anche un piccolo barlume, un modo per iniziare ad abbattere il muro che si erge intorno a noi.
La nostra capacità di coltivare la speranza di fatto si espande e si rafforza grazie alle difficoltà. Una speranza che non sia stata messa alla prova non è che un sogno fragile. La speranza parte da questa sfida, dallo sforzo di battersi per un ideale, per quanto distante esso possa sembrare. È molto meglio puntare a un traguardo distante, anche apparentemente impossibile, che privarci dell’entusiasmo di questo tipo di impresa.
Credo che la più grande tragedia nella vita non sia la morte fisica, bensì la morte spirituale data dalla perdita della speranza, dall’abbandonare le nostre possibilità di crescita.
Toda una volta scrisse: «Se osserviamo i grandi del passato, vediamo che essi non si fecero abbattere dalle difficoltà, dalle onde battenti della vita, bensì si aggrapparono a speranze che agli altri sembravano solo dei sogni fantastici. Non permisero che nulla li fermasse o scoraggiasse nella realizzazione delle loro aspirazioni. Sono certo che questa determinazione derivi dal fatto che le loro speranze non fossero dirette verso la realizzazione dei loro desideri o interessi personali, ma verso la felicità di tutte le persone, cosa che li colmava di straordinaria convinzione e fiducia. Toda ci ha rivelato una verità decisamente importante: la vera speranza si trova nel dedicarci a sogni e obiettivi di grande portata. Sogni come un mondo senza guerre e violenza, un mondo dove ognuno possa vivere dignitosamente. I problemi che affliggono il mondo sono sconfortanti in quanto a complessità e profondità, e a volte può essere difficile capire da dove o in che modo cominciare ad affrontarli. Ma non possiamo lasciarci paralizzare dalla disperazione: ognuno di noi deve agire per realizzare gli obiettivi che si è prefissato e in cui crede. Anziché accettare passivamente le cose così come stanno, dobbiamo affrontare la sfida di creare una nuova realtà: è in questo tipo di impegno che si trova la speranza vera ed eterna.

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