Le attività di questi mesi hanno ruotato intorno ai corsi estivi nazionali e mi auguro che ciascuno ne tragga degli spunti significativi per migliorare l’attività buddista e la propria vita. Ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che hanno contribuito al successo dei nostri corsi.
La nostra pratica è basata su delle azioni semplici: la recitazione di Daimoku e di Gongyo, lo studio del Gosho e lo shakubuku, proprio come dice Nichiren Daishonin nel Gosho Le tre grandi Leggi segrete: «Adesso, nell’Ultimo giorno della Legge, il Daimoku che recita Nichiren è diverso da quello delle epoche precedenti. È Nam-myoho-renge-kyo che comprende la pratica per sé e la pratica per gli altri» (BS, 116, 13; cfr. WND, 2, 986).
Se ci impegniamo al meglio di noi stessi in queste azioni sicuramente realizzeremo i nostri obiettivi, ma vorrei sottolineare l’importanza di riconfermare i propri scopi da portare avanti per 365 giorni, senza nutrire dubbi nel Gohonzon. Mantenendo la propria decisione in ogni istante e cercando sempre di migliorare se stessi realizzeremo naturalmente i nostri obiettivi. L’azione di perseverare possiede di per sé un’immensa forza.
Facendo un esempio estremo, se ci troviamo nel deserto e decidiamo di fare shakubuku, il primo pensiero sarà: «Non è possibile, perché sono solo e non c’è nessun altro». Eppure il Buddismo ci spiega che possiamo realizzare qualsiasi cosa! Il punto sta nel non dubitare, ma rafforzare e mantenere la nostra decisione.
Grazie agli sforzi di ogni persona, recentemente abbiamo realizzato un grande risultato: 90.000 membri in Europa, di cui più della metà sono italiani. Comunque c’è ancora molto da fare per realizzare kosen-rufu. Impegnandoci al massimo nella pratica, migliorando noi stessi e dialogando con tutti, anche con chi non partecipa alle riunioni, ogni obiettivo è realizzabile. A volte, ancor prima di decidere pensiamo già alle difficoltà che incontreremo e desistiamo. Se, invece, decidiamo con forza, alla decisione seguirà un’azione precisa.
Noi siamo discepoli di Nichiren Daishonin, che ci ha affidato la realizzazione di kosen-rufu, e del presidente Ikeda che sta guidando il nostro movimento nel mondo. Ciascuno di noi ha il proprio ruolo, una funzione specifica e unica. Siamo come il meccanismo di un orologio in cui ci sono tantissimi pezzi che lavorano insieme, senza lamentarsi l’uno dell’altro: per portare avanti un obiettivo comune ogni pezzo deve svolgere la sua funzione, altrimenti rovina il lavoro degli altri. Nel nostro caso, vuol dire rallentare, o addirittura fermare, lo sviluppo del movimento di kosen-rufu. Attraverso il legame di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) e l’armonia tra tutti si può realizzare qualsiasi cosa. Dovremmo mettere da parte i gusti e le simpatie personali in virtù dell’impegno che ci siamo assunti. Il punto è se ci basiamo su sentimenti ed emozioni personali o sulla Legge mistica. Anche se ci sono persone o situazioni che non ci piacciono, il Daishonin ci esorta ad apprezzare e valorizzare ciascuno.
Tornando all’esempio iniziale, se le persone nel deserto sono due e recitano Daimoku insieme per fare shakubuku, in un clima in cui le persone valorizzano le differenze reciproche e non si disprezzano mai, sicuramente nuove persone arriveranno. Prima due, poi tre, poi recitando Daimoku insieme con convinzione, “come per estrarre l’acqua dal deserto”, diventeranno cinque, dieci e poi quindici.
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