Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La cura di sé e degli altri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:57

487

Stampa

La cura di sé e degli altri

Il 3 e il 4 marzo al Centro culturale di Roma si è tenuta la Consulta nazionale. Un approfondimento speciale è stato rivolto alle basi della fede: cosa significhi ricevere e custodire il Gohonzon, recitare Daimoku per far emergere la condizione di Buddità e, in quanto responsabili, aiutare gli altri a fare lo stesso

Dimensione del testo AA

Il 3 e il 4 marzo al Centro culturale di Roma si è tenuta la Consulta nazionale. Un approfondimento speciale è stato rivolto alle basi della fede: cosa significhi ricevere e custodire il Gohonzon, recitare Daimoku per far emergere la condizione di Buddità e, in quanto responsabili, aiutare gli altri a fare lo stesso

La riunione della Consulta di marzo si è aperta con la lettura della dichiarazione sottoscritta dai responsabili nazionali e regionali al corso di Cecina (NR, 484 e 485):

«Facendo mio il cuore del maestro, mi impegnerò con tutte le mie forze nell’incoraggiare ogni singolo membro affinché possa essere felice dedicandosi a kosen-rufu».

In questa dichiarazione è contenuta l’assunzione della responsabilità di realizzare kosen-rufu nei termini dell’impegno personale, della relazione con il maestro e della cura dei membri. Cercare di agire coerentemente con questa dichiarazione è cruciale per realizzare gli obiettivi di quest’anno, che prevedono la necessità di fare una nuova partenza dal punto di vista della fede. Tamotsu Nakajima, direttore generale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, ha quindi approfondito un aspetto fondamentale che riguarda il Gohonzon, il nostro oggetto di culto. Nel Gosho Risposta a Kyo’o, si legge: «Io, Nichiren, ho iscritto la mia vita in inchiostro di sumi, perciò credi profondamente nel Gohonzon» (RSND, 1, 365).
Lo scopo della vita di Nichiren Daishonin è stato quello di iscrivere il Gohonzon, perciò il Gohonzon racchiude il significato dell’esistenza di Nichiren e anche la Legge alla quale si è illuminato. Il Gohonzon appartiene alla Soka Gakkai, quindi chi ne fa richiesta lo riceve in affidamento; nel caso in cui non venisse più utilizzato, va restituito alla Soka Gakkai. Le parole “prendere” e “ricevere” hanno un significato molto diverso, dunque è bene comprendere che il Gohonzon non si “prende”, ma si “riceve”.
Per accogliere il Gohonzon nella propria abitazione, occorre cercare il posto migliore in cui collocarlo. Anche in questa occasione, ciò che più conta è l’atteggiamento, la volontà di dare al Gohonzon il posto d’onore in casa propria. Se l’abitazione è un luogo di riunione, il Gohonzon va collocato a una altezza tale per cui tutti possano vederlo. Il butsudan, il mobile che ospita il Gohonzon, dovrebbe contenere solo il Gohonzon e le offerte. Le fotografie, i ricordi, le frasi di Gosho, i libri, tutto ciò che non ha diretta attinenza con il Gohonzon, dovrebbe essere collocato altrove. Ogni mattina si dovrebbe poi spolverare il mobile che contiene il Gohonzon. L’atteggiamento che ognuno ha verso l’oggetto di culto ha una grande importanza ed è direttamente connesso con la fede. Anche la protezione del proprio Gohonzon è un aspetto fondamentale della fede, una responsabilità che ­ognuno di noi è chiamato ad assumersi con serietà nel momento in cui lo riceve in affidamento.
Gongyo e Daimoku sono le attività fondamentali che si svolgono davanti al Gohonzon: in quel momento stiamo facendo una cerimonia solenne. Solo davanti al Gohonzon possiamo creare un legame con la Buddità e realizzare kyochi myogo, la “fusione di realtà e saggezza”. Perciò, mentre si prega, ci si dovrebbe concentrare al massimo. Allo stesso modo è importante non disturbare chi sta cercando, attraverso la preghiera, di manifestare la Buddità. Recitare “Nam-myoho-renge-kyo” non è come dire “Apriti sesamo”. Non è una formula magica che funziona a prescindere dalla motivazione, dalla convinzione, dall’intensità con cui viene pronunciata. Non basta dirlo, quello che conta è quanto si sta cercando di manifestare la Buddità. Dopo Gongyo si avverte la forza di portare a termine con energia un’intera giornata? In fondo la Buddità è la capacità di affrontare ogni difficoltà e poter dire con gratitudine: «Tutto è andato bene oggi». Così, Gongyo dopo Gongyo e giorno dopo giorno, si continua ad andare avanti, cercando sempre di migliorare.
Ognuno, se è da solo, recita Gongyo e Daimoku con il ritmo che preferisce, ma quando si recita in due o più persone, uno ha il ruolo di guidare la recitazione. Chi lo fa, deve prendersi cura di tutti i presenti, desiderare la loro felicità, cercare di creare armonia adeguandosi alle loro difficoltà. Ad esempio, una persona anziana non riesce a scandire bene le parole in velocità, quindi un Gongyo veloce la metterebbe a disagio. Chi non guida la cerimonia di Gongyo, dovrebbe sostenere chi la conduce, adeguando la propria voce alla sua, nel tono e nel ritmo. Quando si recita Daimoku così, si sperimenta una grande gioia e forza vitale nel recitare insieme agli altri.
È importante anche che la pronuncia del Sutra del Loto sia chiara, quindi occorre impegnarsi per migliorarla ogni giorno. La recitazione del Daimoku, poi, richiede una ferma determinazione, perché si realizza esattamente ciò che si è stabilito. Una volta presa una decisione, bisogna agire. Se manca la decisione e un’azione coerente, non si realizza alcun cambiamento.
Non possiamo trascorrere la vita davanti al Gohonzon per manifestare la Buddità, ma dobbiamo usare il Daimoku per affrontare i problemi finché non sperimentiamo la gioia di farlo.

Assumersi una responsabilità

Anche sul tema della responsabilità sono state fatte delle precisazioni importanti. Innanzitutto, rileggendo il messaggio inviato a sensei al termine del corso di Cecina, Tamotsu Nakajima ha sottolineato il fatto che, con quella dichiarazione, ci siamo assunti la responsabilità che tutti siano felici. L’Istituto Buddista Italiano non assegna una responsabilità, ma chiede alle persone di assumersi la responsabilità della felicità di tutti i membri. Chi accetta è come se rispondesse: «Sì, mi assumo la responsabilità di aiutare tutti i membri a essere felici». Ognuno ha il suo ruolo da portare avanti. Ciò che conta è quale decisione prendiamo in questo momento, con quanta dedizione portiamo avanti il nostro compito, quale comportamento stiamo mettendo in atto. In ogni istante dovremmo tirare fuori il massimo valore, che si lavori o si faccia attività buddista. Non siamo responsabili solo nelle ore in cui ci dedichiamo all’attività, ma in ogni attimo della giornata. Come stiamo praticando emerge chiaramente dal nostro comportamento quotidiano. Nella vita si incontrano tantissime difficoltà. Se si tira fuori il coraggio di affrontarle, si sperimenta la gioia. La vera gioia sta, come ha spiegato il presidente Ikeda ai giovani, nella trasformazione di ogni difficoltà della vita. Tutte le persone sono Bodhisattva della Terra. Un responsabile ha l’incarico di aiutare ogni persona a risvegliarsi, a capire e decidere. Se qualcuno ha una responsabilità, ma non la porta avanti, bisogna aiutarlo a prendere una decisione. La responsabilità non è una carica, bensì un incarico, un compito da mettere in pratica. L’importante è che ogni persona abbia qualcuno con cui parlare, e che si possa fare attività e migliorare insieme. Non limitiamoci a parlare, facciamo attività insieme, così chi ha meno esperienza acquista fiducia, sente di potercela fare. Possiamo migliorare solo se siamo in grado di ascoltare l’opinione altrui, perché ognuno ha un po’ di ragione e nessuno ha completamente ragione. Sviluppiamo l’atteggiamento di imparare da chiunque, senza arroganza. Ogni persona possiede un talento e delle capacità, che sviluppa quando viene lodata. Cerchiamo di aiutare ogni persona a diventare felice, a portare avanti un compito e a sviluppare il proprio talento, senza assumere il punto di vista di “licenziare” chi non funziona. Come responsabili abbiamo promesso di aiutare ogni singolo membro a essere felice. Noi abbiamo un’arma potente, il Daimoku. Ogni problema, per essere risolto, va affrontato con il Daimoku. Così non si sbaglia mai.
Mitsuhiro Kaneda, direttore onorario, ha aggiunto alcuni consigli pratici relativi alla nomina dei responsabili, come quello di chiarire bene, prima dell’assunzione della responsabilità, che tipo di impegno si sta per assumere. Poi è importante accettare non per senso del dovere, ma in base a una motivazione interiore. Infine, è fondamentale che un responsabile di fresca nomina venga aiutato da chi l’ha proposto e non lasciato solo con il nuovo incarico.

Uno spirito da trasmettere

Nel corso della riunione della Consulta è stato affrontato un altro argomento fondamentale dal punto di vista della fede, lo zaimu. Asa Nakajima, rispondendo alla domanda su quale sia l’atteggiamento giusto nel fare zaimu, ha spiegato che la cosa più importante è farlo con gratitudine verso il Gohonzon, comprendendo bene lo spirito dell’offerta. Facendo zaimu si esprime la gratitudine di aver incontrato il Gohonzon e di poter così trasformare il karma: non riguarda il denaro, è una questione di fede ed è un’opportunità per tutti per approfondire lo spirito dell’offerta. Prima di permettere agli altri responsabili di fare zaimu, Toda fissava con loro un colloquio relativo alla fede, perché l’offerta deve sempre scaturire da una fede sincera (cfr. NRU, 4, 80-89). L’atteggiamento con cui farlo non si può spiegare, si trasmette con il cuore, così come lo stiamo vivendo.
Alla fine della Consulta Tamotsu Nakajima ha ricordato l’importanza di prendersi cura di tutti i membri, incluso chi non sta partecipando alle riunioni. Non esistono strategie per risolvere i problemi e realizzare gli obiettivi. Le soluzioni tecniche danno risultati limitati e temporanei, poi tutto torna come era prima. La chiave per realizzare gli obiettivi sta in quanto si recita Daimoku e quanto si desidera risolvere. Quest’anno è importante creare un’organizzazione ideale e armoniosa, in cui siano forti i legami tra le persone e in cui ci si sostiene gli uni con gli altri. Perciò assumere una responsabilità significa decidere prima di tutto di migliorare ogni giorno e diventare persone gentili, calorose, sempre pronte a lodare e incoraggiare ogni persona, consapevoli che «il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni sta nel suo comportamento da essere umano» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 756).

• • •

Perché da qualche tempo le riviste sul web si possono consultare solo se si è abbonati?

Anna Conti: La decisione di rendere disponibile ai soli abbonati le riviste sul web è stata presa dopo aver arricchito il sito ufficiale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai di molti testi, gran parte dei quali provenienti dalle riviste, in modo che chi non desidera abbonarsi abbia comunque accesso alla documentazione necessaria per approfondire la conoscenza del Buddismo. In occasione del trentesimo anniversario della nascita del Nuovo Rinascimento, Daisaku Ikeda ha scritto un messaggio nel quale afferma: «Invito tutti voi in Italia a fare ancora più tesoro della vostra rivista» (NR, 483, 11). Ognuno di noi è chiamato a leggere questo messaggio e ad assumere un ruolo attivo per contribuire a migliorare e a diffondere le nostre riviste.
Andrea Bottai: Comprendo il disappunto che deriva dalla fine di una consuetudine, i cambiamenti portano sempre qualche piccolo disagio. Il motivo per cui si è deciso di fare questo passo ha a che fare con il valore. Per dare vita a ogni numero del Nuovo Rinascimento e di Buddismo e società è necessario l’apporto volontario di molte persone. Queste riviste contribuiscono attivamente alla realizzazione di kosen-rufu. Daisaku Ikeda ha detto che «kosen-rufu è una battaglia di parole». Tutto ciò ha un valore. Nella teoria del valore di Makiguchi, il valore nasce dalla relazione fra il soggetto e l’oggetto della relazione. Gli sforzi che una persona fa per mettere in atto un certo comportamento, attribuiscono un valore a quel comportamento. Ad esempio, Sessen Doji attribuisce all’ascolto di metà verso di un insegnamento il massimo valore ed è disposto a scambiarlo con la sua vita, perciò ottiene un grande beneficio. Allo stesso modo, quale valore diamo noi alla sottoscrizione di un abbonamento? Chi sottoscrive l’abbonamento fa un’azione per approfondire la conoscenza del Buddismo, per studiare il Gosho, leggere i discorsi di Daisaku Ikeda, per contribuire a kosen-rufu. Questo impegno va rispettato.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata