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La crescita di ognuno è la crescita di tutti - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:32

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La crescita di ognuno è la crescita di tutti

L’ulteriore sviluppo del movimento di kosen-rufu «non ha niente a che vedere con la struttura organizzativa» ma dipende dalla rivoluzione umana di ogni singola persona, dal desiderio di “contagiarne” tante altre con la gioia del proprio cambiamento, dall’impegno a sostenere con fiducia le speranze dei giovani

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L’ulteriore sviluppo del movimento di kosen-rufu «non ha niente a che vedere con la struttura organizzativa» ma dipende dalla rivoluzione umana di ogni singola persona, dal desiderio di “contagiarne” tante altre con la gioia del proprio cambiamento, dall’impegno a sostenere con fiducia le speranze dei giovani

Congratulazioni a tutti coloro che hanno ricevuto nuove nomine!
Nichiren Daishonin descrisse l’apparizione di innumerevoli bodhisattva alla Cerimonia nell’aria del Sutra del Loto come quella di «[…], tante stelle che riempiono il cielo» (Cancellare le colpe denunciando le offese alla Legge, SND, 7, 156). Quest’oggi si è riunita una grande assemblea di persone di valore, provenienti da tutto il Giappone e dal mondo, che si dedicano alla missione di kosen-rufu. La Soka Gakkai raggiante più che mai del talento dei singoli individui, simili a stelle che riempiono il cielo, risplende come una grande organizzazione mondiale.
Nelle meravigliose galassie che ruotano nello spazio, si verifica un fenomeno astronomico conosciuto come “scoppio stellare”, durante il quale migliaia o centinaia di migliaia di stelle nascono tutte insieme. Quell’esplosione improvvisa e potente nella quale si formano le stelle e fa brillare la galassia in modo straordinario, è uno dei grandi spettacoli dell’universo. Anche nel grande progresso di kosen-rufu ci sono periodi in cui irrompe improvvisamente sulla scena un gran numero di persone di valore. Ed è esattamente ciò che sta succedendo adesso.
È arrivato il momento in cui ognuno di voi pensi a se stesso come al presidente della Soka Gakkai e si alzi in prima persona per assumere la piena responsabilità di kosen-rufu. Mi auguro che ognuno si senta colmo di coraggio, energia e spirito della Gakkai. Realizziamo uno sviluppo così eccezionale che perfino coloro che ci invidiano e parlano male di noi non potranno che essere sorpresi dalla nostra energia, dal nostro impegno e dalla crescita esponenziale delle persone capaci che si dedicano a kosen-rufu. Su cosa si basa questo impegno? Sulle nostre singole rivoluzioni umane. Non ha niente a che vedere con la struttura organizzativa. Dobbiamo prima cambiare noi stessi, intraprendendo una vera trasformazione interiore, conferire alla nostra vita una nuova luce in quanto esseri umani e dedicarci a far crescere le giovani generazioni che contribuiranno a kosen-rufu.
Non dimenticherò mai il giorno in cui mi trovavo col presidente Toda alle rovine del castello di Aoba a Sendai, nella parte nord-orientale del Giappone (il 25 aprile del 1954). «La Soka Gakkai edificherà il suo castello partendo da persone di valore!», affermò il mio maestro, dando un’indicazione tuttora valida. Io mi sento determinato a ricominciare ancora una volta daccapo, facendo crescere quelle persone di valore che costituiranno la forza trainante per un enorme sviluppo del nostro movimento.

Massimo rispetto per le donne

Il Daishonin loda spesso la fede sincera delle sue seguaci, arrivando a esclamare, pieno di gratitudine per la loro dedizione verso kosen-rufu: «Può essere che il Budda Shakyamuni sia entrato nel tuo corpo, […]» (La tartaruga e il legno di sandalo, SND, 6, 238). Inoltre, il Sutra del Loto afferma che dovremmo alzarci per salutare da lontano i praticanti della Legge mistica, mostrando loro lo stesso rispetto che avremmo verso un Budda (vedi SDL, 28, 435). Diamo quindi il benvenuto ai nostri nobili compagni di fede provenienti da cinquanta diversi paesi del mondo, come faremmo con altrettanti Budda!
Nella Soka Gakkai, uomini e donne dovrebbero essere considerati uguali sotto ogni punto di vista. Stiamo entrando in un’epoca in cui le donne assumeranno una responsabilità sempre maggiore per kosen-rufu. In realtà, sono le donne a proteggere la Soka Gakkai e a sostenerne ogni tipo di attività, compresa la conversione di nuovi membri. E non lo dico per fare un complimento: è proprio la verità.
Il Daishonin afferma chiaramente: «[…] le donne che abbracciano questo sutra, non solo sono superiori a tutte le donne, ma eccellono su tutti gli uomini» (Unità fra marito e moglie, SND, 6, 125). Ho citato spesso questo brano in molte occasioni. Alla luce delle scritture del Daishonin, è sbagliato che un uomo guardi dall’alto in basso le donne che lavorano per kosen-rufu o assuma comportamenti autoritari. Oltretutto, tale atteggiamento è antidemocratico, feudale e terribilmente antiquato. Le donne sono per natura serie e dal cuore sincero, con un forte senso della giustizia. Se gli uomini continuano a considerare le donne come un fastidio, prendendo da soli ogni decisione, sarà a rischio il futuro stesso della Gakkai, perché ciò potrebbe causare problemi interni, arrivando a distruggere la nostra organizzazione.
Uno dei punti più importanti per l’incessante sviluppo della nostra associazione riguarda il fatto che gli uomini rispettino realmente e sinceramente le donne. La mia battaglia è volta a inaugurare un’epoca delle donne e porre fine alla discriminazione, profondamente radicata soprattutto in Giappone.
Anche l’unità tra i responsabili è altrettanto importante. Se non comunicano costantemente e non costruiscono buoni rapporti, allora stanno creando un varco attraverso il quale possono insinuarsi le funzioni demoniache per distruggere l’organizzazione. Vi prego di avanzare sempre con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”.

Saper ascoltare

Ho appena ricevuto un’onorificenza dalla Società Bolivariana di El Salvador che mi ha nominato membro onorario. El Salvador è un bellissimo paese dell’America Centrale, che ha la fortuna di avere uno splendido ambiente naturale. La Società Bolivariana è stata fondata nel 1951, quindi ha la stessa età della nostra Divisione giovani. Accetto oggi umilmente questo premio al fianco dei giovani della SGI di tutto il mondo.
[La Società Bolivariana di El Salvador è un’associazione culturale che si dedica a sostenere gli ideali di Simón Bolívar (1783-1830), noto come il liberatore dell’America Latina, n.d.t.].
Il direttore della Società, Rolando Renato Soto Palacios è un responsabile della Divisione giovani della SGI di El Salvador dove, ad appena trent’anni di età, svolge la professione di pubblico ministero. Mi dà una gioia speciale ricevere questo premio, proprio perché mi viene consegnato da un giovane. Tutte le onorificenze e i premi che mi sono stati conferiti sono la prova della fiducia e del rispetto che i membri della SGI si sono guadagnati nella società, come buoni cittadini e persone oneste. Vorrei esprimere ancora una volta a voi tutti la mia gratitudine per i vostri meravigliosi sforzi.
Congratulazioni anche alla Divisione uomini per il loro quarantesimo anniversario! [La divisione venne fondata il 5 marzo 1966]. Spero che ognuno di voi, con energia e vitalità sempre maggiori, si impegni col cuore a far crescere i giovani e a conseguire al tempo stesso una condizione vitale sempre più vasta. Per celebrare questa ricorrenza, vorrei condividere con voi alcune parole del grande liberatore dell’America Latina, Simón Bolívar che dichiarò: «Senza forza, non c’è virtù». I deboli non riescono a rimanere virtuosi. Solamente chi è forte risplende di virtù e giustizia. In questo contesto, ovviamente, “forte” non significa “autoritario”: Bolívar sta parlando di forza morale, la forza di operare per il bene.
Egli disse anche che: «La gloria non consiste nel dare ordini, ma nell’esercizio di grande virtù». Bolívar aggiunse anche: «Un leader deve ascoltare le opinioni degli altri, per quanto la verità possa ferire». Vi esorto a sforzarvi sempre di ascoltare le opinioni delle donne e giovani donne. Forza, impegno e generosità sono i requisiti di un responsabile che si rispetti, e queste qualità non possono che essere sempre più apprezzate.
«Ho centomila volte più fiducia nel popolo», diceva Bolivar, «che nei suoi deputati». La gente comune viene prima di tutto. I membri vengono prima di qualsiasi cosa. Non dimenticatelo mai. Il ruolo degli uomini è sempre stato e dovrebbe essere quello di proteggere i compagni di fede e di trovarsi in prima linea per conseguire una vittoria dopo l’altra.
Anch’io sono un membro di questa divisione, e mi impegno sempre più per kosen-rufu. Con l’energia e la forza di un’aquila in picchiata, continuerò a lottare coraggiosamente su tutti i fronti, per inaugurare una nuova epoca e proteggere i membri in tutto il mondo.

La chiave del futuro

Ancora oggi è sui giovani che dobbiamo concentrarci. Visto il calo delle nascite in Giappone, le maggiori organizzazioni stanno facendo il possibile per attrarre giovani di talento e non dobbiamo permettere che la Gakkai rimanga indietro. Oggi i tempi sono profondamente cambiati, perciò l’unico modo per continuare a crescere è portare sempre più giovani, che rappresentano il futuro, verso il nostro movimento. È per questo motivo che chiedo ai membri delle divisioni adulti di fare del loro meglio per crescere giovani di valore.
Nel prossimo decennio, in molte società vi sarà una lotta serrata per trovare e formare persone capaci. Se sottovalutiamo questo punto, ci ritroveremo indietro. Prestiamo la massima attenzione ai giovani per espandere questa rete! Mi sto dedicando a ciò con tutto il cuore. Voglio che le riunioni della Divisione giovani siano piene di entusiasmo e passione, come se fossimo ancora nei primi, pionieristici, tempi del nostro movimento.
La Divisione giovani è energia fresca per kosen-rufu, sia in Giappone che nel mondo. In questo senso, essendo all’avanguardia del nostro movimento, i giovani sono i “maestri”, mentre gli adulti, che affidano il futuro a loro, sono i “discepoli”. È un istinto naturale a far sì che i genitori abbiano cura dei loro figli e che abbiano fiducia in loro affinché si occupino di tutto, quando non ci saranno più. Allo stesso modo, anche nella Gakkai dobbiamo affidare tutto ai giovani, alla divisione del futuro. Ecco la via per aprire il nobile sentiero di verità e giustizia, di maestro e discepolo e della vittoria. La partecipazione attiva di molti giovani è la chiave per lo sviluppo di ogni organizzazione. Facciamo uno sforzo sincero per aumentare il coinvolgimento dei giovani nel nostro movimento.
Non dobbiamo pretendere che i nuovi giovani membri siano perfetti nel recitare Gongyo e nella pratica buddista fin dall’inizio. Non importa se iniziano solo recitando Nam-myoho-renge-kyo. Il Daishonin ci assicura che anche la recitazione di un solo Daimoku ci porterà infiniti benefici. L’importante è trasmettere ai nuovi membri la nostra convinzione nella fede. Senza i giovani, non avremmo futuro. Parole come maestro e discepolo, verità, giustizia e vittoria, non sarebbero altro che vuote espressioni. Rischiamo di perdere la preziosa battaglia per kosen-rufu. Apriamo quindi la strada verso il futuro portando un numero sempre maggiore di giovani nel nostro movimento!

Buoni e cattivi maestri

Vorrei citarvi ora uno degli scritti di Nichiren Daishonin. Si tratta di un brano di Risposta a Sairen-bo, Gosho conosciuto anche col titolo di La promessa del maestro e del discepolo, che afferma: «[…] oggigiorno bisogna saper distinguere fra maestri corretti e maestri disonesti e fra buoni e cattivi maestri. Bisogna rifuggire dai maestri disonesti e cattivi e frequentare quelli corretti e buoni» (WND, 310, vedi anche SND, 9, 157).
Parlando di maestri, ce ne sono sia di buoni che di cattivi. «Ricercate i buoni maestri! Evitate quelli cattivi! Abbiate la saggezza di rivelare la differenza tra i due. Non lasciatevi ingannare!». Questo è il severo monito del Daishonin. Non dobbiamo seguire maestri sbagliati, altrimenti ne saremo influenzati negativamente. Nikken fa parte di questi. La ragione per cui il clero è diventato così corrotto e degenerato è dato dal fatto che ha seguito una guida sbagliata. Una persona che si rivela tanto disonorevole dovrebbe venire allontanata immediatamente, anche se si tratta di un maestro. E questo vale in tutti i campi. La Soka Gakkai deve mantenere una vigilanza costante. Se doveste vedere dei responsabili che usano la loro posizione per ingannare, o che siano coinvolti in affari poco chiari, e che così facendo causano sofferenza ai membri, dovete contestarli. Dovete denunciarli apertamente affrontandoli, chiedendo spiegazioni riguardo i loro comportamenti sbagliati e smascherare i loro misfatti. In caso contrario, finirebbero per portare distruzione alla Gakkai e ai nostri membri. Dobbiamo essere molto chiari su questo punto. Così il Daishonin vi ammonisce, e così anch’io vi esorto fermamente a seguire questo sentiero.
Chi è, allora, il maestro corretto da ricercare? È la persona che recita Gongyo e Daimoku e diffonde la Legge mistica con dedizione disinteressata contro i tre potenti nemici del Buddismo. I maestri della Legge corretti si riconoscono dal fatto che hanno incontrato avversità e ostacoli proprio come descritto nel Sutra del Loto. Questo è il punto chiave secondo il Daishonin. In questo modo egli smaschera i maestri di altre scuole che ritengono illusoriamente di eccellere nella comprensione e nella pratica del Sutra del Loto, facendo notare che neanche uno di loro aveva subìto le aspre persecuzioni patite da lui.
Tutta la vita del Daishonin è stata veramente una serie di persecuzioni: sulla base di false accuse, venne mandato in esilio due volte e scampò per poco alla morte. Gli ostacoli che dovette affrontare furono innumerevoli e rispecchiano perfettamente quanto scritto nel Sutra del Loto. Per questo motivo il Daishonin affermò che gli esponenti di altre scuole buddiste, che si sentivano superiori ma erano assolutamente estranei a ogni persecuzione, erano tutti maestri errati e che solo lui avrebbe dovuto essere considerato il maestro corretto avendo realmente sopportato una serie di continue persecuzioni.
[In Risposta a Sairen-bo, il Daishonin scrive: «Ognuno degli esponenti delle varie sette summenzionate dichiara di aver compreso il significato del Sutra del Loto e di praticare il Sutra del Loto meglio di chiunque altro. Ma nessuno di loro è mai stato esiliato nella provincia di Izu come è capitato a me […] o esiliato sull’isola di Sado come me […], o condotto a Tatsunokuchi per essere decapitato, né ha dovuto affrontare le innumerevoli altre difficoltà che ho dovuto affrontare io. Se le parole del sutra [che predicono tali difficoltà] sono vere, dovresti capire che io sono il maestro corretto, il buon maestro e che gli studiosi delle altre sette sono tutti maestri eretici e malvagi» (SND, 9, 159), n.d.t.].

Proteggere il maestro

Chi ha seguito correttamente Nichiren Daishonin, aprendo la strada a un’espansione mondiale di kosen-rufu in questa epoca corrotta dell’Ultimo giorno della Legge? E, così facendo, chi ha sperimentato “insulti e calunnie” e “odio e invidia ancor più intense che ai tempi del Budda”, come ha predetto il Sutra del Loto? Nessun altro se non i primi tre presidenti della Soka Gakkai, che sono uniti dal legame di maestro e discepolo.
Il nostro presidente fondatore, Tsunesaburo Makiguchi, venne messo in prigione a causa del suo impegno nel proteggere il corretto insegnamento di Nichiren Daishonin, e là morì, come martire delle sue convinzioni. Anche il secondo presidente, Josei Toda, fu incarcerato, e sopravvisse a due anni di tormenti dietro le sbarre, anche se quest’ardua prova finì per accorciargli la vita. Infine anch’io, in quanto terzo presidente, sono stato arrestato in base a false accuse. Sono stato investito da ogni sorta di calunnie e insulti, fomentati dalle sfacciate menzogne pubblicate su giornali scandalistici, diffuse da individui senza scrupoli e avidi di denaro facile, che hanno tradito la Soka Gakkai. Tutti gli ostacoli che Makiguchi, Toda e io abbiamo incontrato rispecchiano quanto predetto nel Sutra del Loto e nelle scritture del Daishonin. Solamente noi, i primi tre presidenti, abbiamo sopportato il fuoco incrociato di persecuzioni e attacchi, e combattuto contro i tre ostacoli, i quattro demoni e i tre potenti nemici, senza deviare minimamente dagli insegnamenti del Daishonin. Con quanto rigore Toda mi istruiva e quanta considerazione aveva per me!
Quando i suoi affari fallirono, gettandolo in una drammatica crisi, da solo feci il possibile per proteggerlo e sostenerlo e riuscii a liquidare l’enorme quantità di debiti di cui era stato gravato. Se qualcuno osava parlar male del mio maestro, andavo immediatamente ad affrontarli da solo e, senza badare di chi si trattasse, parlavo con il coraggio, la franchezza e la sincerità tipici dei ragazzi, chiarendo le cose con tenacia, finché riconoscevano di essersi sbagliati sul suo conto. Nel Buddismo del Daishonin, la vera essenza della relazione maestro e discepolo si trova nelle preghiere e negli sforzi che il discepolo dedica per proteggere scrupolosamente il suo maestro quando è accerchiato nella battaglia.
Makiguchi e Toda avevano un solo cuore e una sola mente, così come Toda e me. I nostri legami di maestro e discepolo vanno oltre la morte. Ereditando il vero spirito di Toda, ho lottato contro i tre potenti nemici, facendo della Soka Gakkai la grande organizzazione che è oggi. Siamo stati Makiguchi, Toda e io a tracciare la via Soka di maestro e discepolo, il cuore stesso della Soka Gakkai. Finché porterà avanti lo spirito di maestro e discepolo dei suoi primi tre presidenti, l’organizzazione prospererà in eterno e noi potremo sicuramente realizzare kosen-rufu a livello mondiale. Vorrei che i miei successori della Divisione giovani ereditassero lo spirito battagliero dei primi tre presidenti per poter vincere in ogni loro impresa. Sappiate che l’unico motivo per cui parlo di me è perché rimanga una testimonianza precisa nel futuro del nostro movimento. Giovani, conto su di voi!
La Soka Gakkai è un’organizzazione che si dedica alla realizzazione di kosen-rufu, perciò i nostri membri, che si adoperano per questa causa, sono degni del massimo rispetto. I responsabili esistono per il bene dei membri; il loro ruolo è di essere al loro servizio, sostenendoli in ogni modo possibile. La Soka Gakkai non deve in alcun modo essere accondiscendente con i responsabili che cedono alla presunzione, finendo per sfruttare e maltrattare i membri per il loro tornaconto. Mi auguro davvero che nessuno di voi possa mai diventare un responsabile così arrogante. Vi prego di ricordare che il vero spirito di un responsabile della Soka Gakkai è di lavorare sempre per i membri con impegno instancabile e ben saldo.
Grazie alle funzioni protettrici del Gohonzon e alle preghiere di tutti voi, sono in eccellente salute. Vi ringrazio con tutto il cuore.

Temprarsi nelle difficoltà

«Per l’uomo esiste una sola strada che porta alla grandezza e passa attraverso la sofferenza», disse una volta, con profondo acume, il brillante fisico Albert Einstein (1879-1955). Per decenni ho sopportato attacchi e persecuzioni, e la mia vita è stata una lunga serie di dure prove.
In un appunto di Leonardo da Vinci (1452-1519) compare questa frase: «I lingotti d’oro si purificano nel fuoco». Mentre in un’altra occasione osservò: «Non c’è talento perfetto senza grande sofferenza». Senza aver sperimentato vicissitudini e prove, non si può diventare un eccellente essere umano, né realizzare il proprio pieno potenziale. Le vite dei presidenti Makiguchi e Toda testimoniano queste parole e anche la mia vita si è forgiata attraverso innumerevoli difficoltà. Grazie a Toda, che mi aveva preparato accuratamente, sono riuscito a superare numerose sfide importanti. Ed è anche il motivo per cui oggi la Soka Gakkai si estende in tutto il mondo.
Nella nostra organizzazione ci sono state persone ambigue che cercavano di evitare i problemi, pensando solo al proprio interesse personale. Se ne andavano in giro vantandosi, arrivando a sfruttare il nome del loro maestro per farsi belli, riducendosi a tramare intrighi meschini.
È superando le difficoltà che si diventa dei Budda. Per un buddista, le difficoltà sono un onore. Non voglio che la Gakkai diventi un’organizzazione debole e superficiale, con responsabili che hanno dimenticato questo profondo spirito e pensano di poter evitare i problemi, ingannando i membri, fingendo di agire e ostentando una vuota retorica. Ciò non deve assolutamente accadere.
Nel suo romanzo La città eterna, Hall Caine (1853-1931) scrisse: «È più forte l’uomo che è stato reso tale dalle avversità». Le vere vittorie sono quelle in cui si è trionfato sulla sorte avversa. Questo è il vero marchio di un membro della Soka Gakkai.

Una rivoluzionaria speranza

Il capitolo Devadatta, il dodicesimo del Sutra del Loto, descrive l’ottenimento della Buddità da parte della figlia del Re Drago, la quale, per gratitudine verso il Budda Shakyamuni, fece questo voto davanti all’assemblea: «Io espongo le dottrine del Grande veicolo per riscattare gli esseri viventi dalla sofferenza» (SDL, 12, 244). Mi ricorda le nostre nobili giovani donne, che dedicano la gioventù a kosen-rufu. Ella replica così a Shariputra, che cerca di sminuirla sostenendo che le donne non possano ottenere la Buddità: «Avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità» (SDL, 12, 245). Prosegue quindi mostrando a lui e al resto dell’assemblea come diventa un Budda, esponendo l’insegnamento per salvare tutti gli esseri viventi. Anche il Daishonin scrive dell’Illuminazione della figlia del Re Drago e del voto che fece (vedi Sulle preghiere, SND, 9, 174-175). Egli aveva un profondo rispetto per le donne, e lodava sempre molto la fede sincera delle sue discepole.
I sutra precedenti al Sutra del Loto negavano alle donne la possibilità dell’Illuminazione. Il raggiungimento della Buddità della figlia del Re Drago, narrata nel Sutra del Loto, rivelò che era possibile per le donne raggiungere la Buddità, ma essa portò grande gioia anche a innumerevoli altri esseri viventi, che si rallegrarono vedendola ottenere l’Illuminazione, liberando così tanti esseri dalla sofferenza. La figlia del Re Drago, in rappresentanza di tutte le donne, mostrò una trionfante prova concreta del principio della rivoluzione umana. Il suo esempio, inoltre, diede l’avvio a una rivoluzione di speranza, trasmettendo felicità a tante altre persone.

Umiltà dei responsabili

Il Buddismo insegna che ognuno di noi, senza distinzioni, possiede il supremo e nobile stato vitale della Buddità. Il Daishonin, che dedicò la sua vita alla felicità dell’intera umanità, voleva che le persone diventassero forti, sagge e felici. Facciamo sì che la gente diventi protagonista del ventunesimo secolo. Più forti diventano le persone, maggior potere avranno nell’influenzare i loro leader, questo sosteneva Makiguchi.
Non c’è bisogno di dire che nella Soka Gakkai, ogni ruolo implica una grande responsabilità; non ce n’è uno “superiore” e uno “inferiore.” L’organizzazione esiste per realizzare kosen-rufu e la missione di ognuno è ugualmente importante. Ciò che fa la differenza sono i membri che lottano in prima linea del nostro movimento, orgogliosi di essere Bodhisattva della Terra, che si impegnano ancor più dei responsabili stessi per diffondere kosen-rufu. Se doveste vedere persone che si fanno forti del fatto di occupare posizioni di responsabilità, non esitate a dir loro chiaramente cosa ne pensate.
Altrettanto riprovevoli sono coloro che hanno raggiunto posizioni importanti nella società sfruttando il sostegno della Gakkai, per poi abbandonare la loro fede, smettere di impegnarsi per kosen-rufu e guardare con sufficienza l’organizzazione. Dobbiamo biasimare con severità tali persone che hanno dimenticato i loro debiti di gratitudine, anche per il loro stesso bene. In questi casi non si devono avere remore tra membri. Ricordate sempre che la cosa più importante è che ognuno si impegni con gioia per kosen-rufu.

Il cuore degli artisti

Congratulazioni alla Divisione artisti per la ricorrenza, ieri, 8 marzo 2006, del giorno a loro dedicato! Mozart, il famoso compositore di cui si celebra quest’anno il duecentocinquantesimo anniversario della nascita, dichiarò: «Il cuore rende nobili gli esseri umani». Analogamente, Nichiren Daishonin diceva: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, NR, 346, 17). Voi, membri della Divisione artisti, rappresentate il sublime sole dell’arte e i vostri cuori risplendono di ineguagliabile bellezza e sincerità. Tenete sempre a mente che tanti compagni di fede gioiscono con voi.
Vorrei chiudere con alcune citazioni: «C’è una sola incontestabile gioia nella vita: vivere per gli altri», scrisse Leone Tolstoj. Per essere eternamente felici, dovremmo dedicarci alla felicità e al benessere degli altri. In questo modo di vivere brilla la validità della filosofia della Soka Gakkai basata sul Buddismo. Quando siamo impegnati in qualche attività della Soka Gakkai, siamo sulla strada della felicità assoluta.
Lu Xun (1881-1936), scrittore e rivoluzionario cinese, incitò così i suoi compatrioti oppressi: «La vittoria finale non dipende da quante persone esultano, ma da quanti continuano a lottare fino alla fine». E ancora: «La luce arriverà senz’altro, proprio come non si può impedire l’arrivo dell’alba». Se siamo determinati e continuiamo a impegnarci con coraggio, siamo certi di riuscire a vincere.

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