«La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta, mentre la legge del Re si basa su ricompensa o punizione» (L’eroe del mondo, RSND, 1, 741)
Nichiren scrisse queste parole nel Gosho L’eroe del mondo, indirizzato a Shijo Kingo, nel 1277.
In quel momento Shijo Kingo – noto, oltre che per le sue qualità, per essere anche emotivo nelle sue scelte – stava affrontando un momento molto delicato, giacché il suo signore e i suoi colleghi lo stavano ricattando e perseguitando in vari modi a causa della sua fede negli insegnamenti del Daishonin.
Questa frase è un monito a non dipendere dal giudizio degli altri, a non cedere all’emotività.
Nello stesso tempo, dal momento che l’unica cosa della quale dobbiamo preoccuparci seriamente è la nostra rivoluzione umana, non c’è alcun bisogno né di avere paura, né di soccombere alla natura illusoria delle influenze esterne.
La vera causa che ci permette di trasformare anche le situazioni più difficili risiede nel fare un balzo avanti nella nostra crescita come esseri umani non lasciandoci sviare dalle difficoltà.
Nello stesso Gosho, più avanti Nichiren scrive:
«Se il tuo signore ti circuisse con parole gentili, sono sicuro che ti convincerebbe facilmente come se gettasse acqua sul fuoco»
Molte volte possiamo essere tentati di rinunciare alla coerenza con noi stessi per soddisfare norme socialmente accettate, o di prendere decisioni sull’onda emotiva dell’accettazione da parte degli altri. Ma non ce n’è motivo. Scrive infatti Il presidente Ikeda, commentando questa frase:
«Né le regole della società né quelle del governo sono sufficienti, perché non contengono il metro di paragone fondamentale, cioè se riusciamo o meno a trionfare sulle funzioni demoniache che cercano di spingerci verso l’infelicità […] Quando facciamo emergere la nostra Buddità e dimostriamo la nostra forza di carattere, combattendo e vincendo sui demoni, in realtà soddisfiamo anche le norme sociali, in quanto ci facciamo una buona reputazione, siamo in grado di prendere decisioni sensate e di scegliere la linea d’azione più adatta alla situazione in cui ci troviamo» (Il mondo del Gosho, Esperia, pag. 692)
In svariate situazioni mi sono chiesto e mi chiedo cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa è bene e cosa è male. Quando riesco a fare mie queste parole del Gosho e di Sensei, allora diviene chiaro che la strada da percorrere, a prescindere da quello che fanno o dicono gli altri, o la società, è quella che conduce direttamente ad affrontare le mie debolezze, a vincere sui miei limiti, a compiere la mia rivoluzione umana.
Questa sfida è quanto di più nobile un essere umano possa compiere, è alla base delle nostre azioni come esseri umani e determina il tipo di società che costruiremo da adesso in avanti. Infatti non è in alcun modo una sfida relegata solamente al singolo individuo. Come scrive Sensei:
«La battaglia spirituale tra il bene e il male nel cuore di ogni persona diventerà sempre più importante per l’umanità.
È per cambiare il destino del genere umano che noi della SGI lottiamo per sconfiggere l’ignoranza e coltivare la bontà che esiste da sempre in ogni persona» (Ibidem, pag. 699)
