Sono in viaggio con il Buddismo da quasi quarant’anni. Nel 1981 infatti ho incontrato per la prima volta il maestro Daisaku Ikeda, avevo quattro anni. Non ricordo molto ma ho una foto con lui, mia sorella e altre persone. Capii solo dopo che quell’incontro, quel legame, sarebbe stato il mio punto di partenza per affrontare ogni aspetto della mia vita, i sogni e le difficoltà.
A otto anni scrissi in un compito a scuola che in futuro immaginavo di fare il medico e di avere una famiglia.
Ho cominciato con il Buddismo da adolescente, perché mi sentivo bene subito dopo la preghiera. Lo studio della dottrina oltre ad essere affascinante mi dava le risposte che cercavo. Ho compreso che nella vita è fondamentale vincere, non su qualcun altro o su qualcosa di esterno, ma sulla mia parte oscura che non vede le infinite potenzialità.
Il mio maestro la chiama “rivoluzione umana”, ossia un cambiamento interiore che rivoluziona anche il mondo a partire da noi.
Prima di tutto dovevo combattere la mia sfiducia e la pigrizia. L’ho fatto recitando Nam-myoho-renge-kyo. Ho iniziato a credere nel mio potenziale e ho affrontato con determinazione la separazione tra i miei genitori, le loro malattie, i problemi nel rendimento scolastico, le difficoltà economiche e nelle relazioni, in particolare nell’ambito sentimentale.
Da persona egoista, collerica e narcisista ho cambiato la mia visione della vita, la direzione del mio cuore verso un miglioramento del mio carattere. Senza paura di sbagliare, ma imparando dagli errori per realizzare le promesse fatte a me stesso e agli altri.
La chiave per riuscirci è stata seguire il sentiero buddista di maestro e discepolo. Al mio maestro ho scritto varie lettere e a ogni sua risposta ho sempre percepito il suo calore umano e la sua fiducia, che mi fanno provare gratitudine e mi danno il coraggio per vincere su me stesso, giorno dopo giorno. Anno dopo anno.
Oggi sono un neurologo, agopuntore ryodoraku, ho una moglie fantastica dal cuore d’oro e due figli meravigliosi.
Ho un obiettivo per i prossimi dieci anni, puntando al 2030: fare la mia parte per cambiare in meglio questa società.
Desidero che questa pandemia si risolva al più presto e faccia emergere una grande solidarietà e un’alleanza umana per il bene.
In particolare, sono prossimo all’apertura di una scuola di agopuntura online e vorrei contribuire allo sviluppo dell’Africa in ambito medico. Desidero farlo perché il maestro Ikeda sostiene che il ventunesimo secolo è il secolo dell’Africa e voglio lavorare in questa direzione.
Diranno che siamo sognatori, che siamo troppo giovani o a un certo punto che siamo troppo vecchi, non importa, va bene. Bisogna bruciare di passione e andare avanti.
Per concludere vorrei dire ai giovani di combattere, vincere su se stessi con la pratica di Nam-myoho-renge-kyo per realizzare i loro sogni, di non aver paura di vivere, di formare una famiglia; di non aver paura neanche della morte.
Ciò che conta è vincere insieme agli altri, andare fino in fondo, non arrendersi mai.
Quando lo facciamo insieme al maestro la felicità è incredibile e realizziamo cose che credevamo impossibili!
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