Possa la felicità adornare la vita
degli emissari del Budda
che si impegnano instancabilmente
per propagare la Legge
in questa terra,
con la fiamma della loro forte fede
che brilla nel cuore.
«Il mondo non ci viene incontro; dobbiamo noi andare verso il mondo» dichiarò il grande eroe dell’indipendenza cubana José Martí (1853-95). Fu con questo spirito che nel giugno del 1996 mi recai a Cuba per contribuire ad aprire ancor di più le porte all’amicizia tra popoli diversi attraverso attività mirate alla promozione della pace, della cultura e dell’educazione. Oggi ci sono molti membri della SGI a Cuba che stanno brillantemente contribuendo alla loro società.
La vita è azione. Buddismo significa avanzare. Se non prendiamo l’iniziativa di agire, non accadrà nulla. Se non facciamo sforzi per parlare con altre persone, niente potrà avere inizio. Shakyamuni intraprendeva sempre il dialogo con altre persone in modo aperto e amichevole. Nelle prime scritture buddiste viene descritto come una persona che parla per creare l’armonia, «unendo coloro che sono divisi, incoraggiando coloro che vanno d’accordo ad approfondire ulteriormente la loro amicizia». Non esistono Budda che si cullano nell’autocompiacimento e non fanno nulla per gli altri, un Budda si impegna continuamente per la felicità altrui.
Le persone veramente ammirevoli vanno in mezzo alla gente adoperandosi con tutte le loro forze per aiutare gli amici che soffrono e che sono afflitti da problemi e sofferenze. I nostri compagni di fede che lottano per kosen-rufu sono come un’assemblea di Budda animati da tale nobile spirito altruistico.
Molti denunciano l’alienazione della società contemporanea, la dilagante solitudine e la perdita di legami calorosi tra le persone. Ai tempi del Daishonin, durante il periodo Kamakura (1185-1333), la pratica della scuola buddista della Pura terra – che consisteva nella recitazione del nome del Budda Amida che Nichiren descriveva come «il suono malinconico del Nembutsu» (GZ, 96) – diede origine a un generale senso di apatia e impotenza. L’insegnamento del Nembutsu spingeva la gente a ricercare la rinascita dopo la morte in una lontana, illusoria pura terra, non facendo altro che rinforzare la prevalente tendenza a evitare un coinvolgimento attivo con il mondo reale. Fu in quell’epoca che il Daishonin intraprese la via del dialogo al fine di adottare l’insegnamento corretto per la pace del paese. Questa fu la sua decisione, «unicamente per il bene del paese, della Legge e di tutte le persone» (Presupposti, RSND, 1, 145).
Con lo stesso grande e nobile spirito, noi della Soka Gakkai ci stiamo sforzando con coraggio e sincerità di instaurare dialoghi vivi e sinceri con il maggior numero di persone. La più grande speranza, al fine di illuminare la nostra società alienata, risiede nella Legge mistica. Il Daishonin cita le seguenti parole del Sutra del Loto: «I semi della Buddità germogliano in risposta alla causa esterna» (Le proprietà del riso, RSND, 1, 991). Fare sforzi concreti per aiutare le persone a creare un legame con il Buddismo del Daishonin equivale a piantare il seme per il conseguimento della Buddità nella loro vita. Nichiren afferma: «Se si riesce a stabilire una relazione anche con una sola frase della Legge meravigliosa, questa relazione continuerà ininterrotta per un milione di kalpa» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 59). Quando aiutiamo qualcuno a tessere un legame con il Buddismo, benché quella persona possa anche opporsi, il legame non sarà mai perduto. Il seme della Buddità prima o poi sboccerà sicuramente.
I legami che creiamo condividendo l’insegnamento buddista del Daishonin sono caratterizzati da una fiducia e da un’amicizia autentiche. Illuminano di gioia noi stessi e gli altri. Sono tesori inestimabili che conducono alla creazione di una cultura di pace. Tutti i dialoghi che intraprendiamo per kosen-rufu contribuiscono ad aumentare il numero di persone che condividono legami con il Buddismo del Daishonin e quindi ad ampliare la sfera di una felicità vera e duratura.
Una pioniera della Divisione donne che viveva in un’isola lontana dell’arcipelago giapponese, per molti anni osteggiata dai vicini perché appartenente alla Soka Gakkai, un giorno disse ai suoi figli: «Mi sto impegnando in perfetto accordo con gli insegnamenti del Daishonin. Tutti hanno la possibilità di cambiare, noi, come i nostri vicini e l’intera comunità. Se ci lasciamo intimidire, saremo solo derisi. Ma se ci rifiutiamo di essere intimoriti, potremo sicuramente salutare un futuro meraviglioso». Oggi in quell’isola si è effettivamente verificata una notevole trasformazione e molti dei suoi abitanti apprezzano i membri della Soka Gakkai.
La nostra rete Soka oggi si è estesa a tutto il globo. Un giornalista giapponese l’ha descritta come un modello esemplare di società dove le persone possono condurre una vita veramente ricca e appagante. Questo trionfo è dovuto soprattutto al coraggio e alla perseveranza delle donne, le madri di kosen-rufu.
Negli ultimi venti anni i nostri compagni di fede della SGI in Nepal, la regione dove nacque Shakyamuni, si sono moltiplicati di quasi settanta volte. Molte persone che vivono vicino al Centro SGI della pace di Kathmandu, con la sua splendida vista sulla catena dell’Himalaya, hanno iniziato a praticare il Buddismo del Daishonin. I membri nepalesi spiegano nei loro resoconti che questo è in gran parte il risultato delle gentili attenzioni nei confronti dei vicini, che i nostri amici salutano sempre cordialmente. Ecco un brillante esempio della «voce che compie il lavoro del Budda» (cfr. Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 109, 41).
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, ci esortava dicendo: «Continuare a sforzarvi di incontrare più persone possibili e di aiutarle a creare un legame con il Buddismo, finché potrete praticamente dire che non è rimasto più nessuno da incontrare. Questa è la forza della Soka Gakkai». Spero che imprimiate queste parole nel vostro cuore.
La nostra grande
e mistica rete,
solida e resistente,
godrà di grandi vittorie,
protetta da tutti i Budda.