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Kansai sempre vittorioso - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:14

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Kansai sempre vittorioso

In questo discorso Ikeda ripercorre a grandi tratti la storia della Soka Gakkai dall’immediato anteguerra fino ai nostri giorni. Significativamente parla dal Kansai, la regione del Giappone che ha da sempre il ruolo di motore di kosen-rufu basandosi su un cristallino legame tra maestro e discepolo e sulla costruzione di relazioni umane calorose

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In questo discorso Ikeda ripercorre a grandi tratti la storia della Soka Gakkai dall’immediato anteguerra fino ai nostri giorni. Significativamente parla dal Kansai, la regione del Giappone che ha da sempre il ruolo di motore di kosen-rufu basandosi su un cristallino legame tra maestro e discepolo e sulla costruzione di relazioni umane calorose

Ogni mese il presidente Ikeda incontra i responsabili di Centro del Giappone per offrire loro incoraggiamenti e dare nuovo impulso alle attività per kosen-rufu. A queste riunioni spesso partecipano anche alcuni membri stranieri giunti a Tokyo dai diversi paesi, e a volte personalità illustri in relazione alla consegna di premi e riconoscimenti. Gli interventi del presidente Ikeda sono quindi in parte legati al momento specifico, alle circostanze e agli ospiti presenti; tuttavia egli sta utilizzando queste occasioni per rivolgersi a ognuno di noi, per raggiungere con il suo incoraggiamento ogni singola persona, in ogni parte del mondo. L’unico modo per assicurare il futuro di kosen-rufu è stabilire un legame forte e diretto con il nostro maestro. Provare a mettere in pratica anche una sola frase è il modo più efficace per sperimentare la profondità di questo legame nella nostra vita.

Bodhisattva della Terra provenienti da tutto il mondo si sono messi in viaggio per raggiungere il “Kansai sempre vittorioso” con lo spirito più alto, l’obiettivo di far avanzare kosen-rufu.
Nella lettera a una seguace, che nel freddo dell’inverno gli aveva inviato un messaggero attraverso gli infidi sentieri di montagna, Nichiren Daishonin scrive: «Nessuno giunge fin qui [sul monte Minobu] aprendosi un varco [nella neve], eppure tu hai avuto la gentilezza di pensare a me, [inviandomi un messaggero]! È una cosa meravigliosa, come il fuoco che nasce da una pietra o un fiore di loto tra le fiamme, una cosa rara, estremamente rara!» (WND, 2, 1089).
Nei giorni pionieristici del nostro movimento la sede del Kansai, che era ospitata in una vecchia scuola di musica ristrutturata, si inclinava e dondolava come una nave in mezzo al mare quando, al suo interno, si riunivano molte persone. Ecco perché ho sempre desiderato che proprio qui sorgesse la più grande cittadella della Legge al mondo. Mi tornano anche alla mente molti membri coraggiosi che hanno combattuto al mio fianco dando un inestimabile contributo a kosen-rufu, vecchi amici come la scomparsa signora Hisako Yaoi, a molti nota come “la madre del Kansai sempre vittorioso”, che non si risparmiò per sostenere i miei sforzi. Durante la Campagna di Osaka del 1956, l’ingresso della vecchia sede si allagò a causa della pioggia torrenziale. Ringraziai i custodi di allora, Ihachi Fukuo e sua moglie Yoshiko, per il duro lavoro e promisi loro: «So che oggi il nostro edificio può anche essere vecchio e fatiscente, ma vi prometto che in futuro costruirò un imponente baluardo del Kansai, traboccante di inesauribile fortuna, che costituirà una roccaforte per migliaia, anzi decine di migliaia di membri. Membri provenienti da tutto il mondo si riverseranno nel Kansai».
Proprio come preannunciato allora, il Kansai si è splendidamente sviluppato e ora è ammirato dai membri di tutto il mondo. Un membro di oltreoceano ha raccontato che quando viene in Giappone, pur essendo felice di visitare Tokyo, è ansioso di recarsi nel Kansai, così allegro, positivo e divertente, perché andarci è un piacere e una gioia. Un’altra praticante ha rivelato che anche lei sogna di poter visitare Chubu, a metà strada tra Tokyo e il Kansai.Nel Kansai, tutti i membri sono trattati allo stesso modo, come in una grande famiglia felice: per questo è così forte.

[A questo punto Ikeda parla dei Centri della SGI nel mondo, fra cui quello italiano. Questo estratto è pubblicato a pag. 23 all’interno dell’articolo di copertina, n.d.r.].

La filosofia della rivoluzione umana

Il manoscritto originale del mio romanzo La rivoluzione umana è conservato presso la sede centrale della Soka Gakkai. In un periodo di grande scompiglio, scrissi le seguenti parole sul frontespizio del testo originale del quarto volume, dedicandole al mio maestro: «Questo manoscritto de La rivoluzione umana racconta la vera storia del grande impegno per kosen-rufu del mio maestro Josei Toda, registrato con cura dal suo discepolo Daisaku Ikeda. Non date credito ad alcuna dichiarazione denigratoria o ingannevole. Dedico queste parole profondamente ai miei discepoli».
Era il 3 maggio 1980 e mi trovavo nel Kansai. Il tema principale de La rivoluzione umana, come riportato nella prefazione al romanzo, è: «Una grande rivoluzione umana di un solo individuo porterà al cambiamento del destino di una nazione e condurrà infine al cambiamento del destino di tutta l’umanità». Questa è una verità e un principio buddista eterno. Una citazione relativa a questo argomento è inclusa in una raccolta di pillole di saggezza provenienti da culture e momenti storici diversi pubblicata di recente negli Stati Uniti. Oggi il mondo è in cerca di questa grande filosofia capace di trasformare il destino. [La raccolta, dal titolo 1.001 Pearls of Wisdom è pubblicata da Chronicle Books, include anche citazioni di Nichiren Daishonin e del Budda Shakyamuni, come anche di Socrate, Platone, Goethe, Tolstoj, Gandhi e molti altri noti pensatori, n.d.r.].
La rivoluzione umana si apre con le parole: «Nulla è più barbaro della guerra. Nulla è più crudele». Il suo seguito, La nuova rivoluzione umana, inizia con: «Nulla è più prezioso della pace. Nulla porta una felicità più grande. La pace è il punto di partenza fondamentale per il progresso dell’umanità». Questo brano iniziale è stato inciso su numerose targhe e monumenti in tutto il mondo, compreso l’Ikeda Cherry Tree Garden nella città di Denver, Colorado, negli Stati Uniti, e l’Ikeda Peace Park nella città di Choibalsan in Mongolia.

Compiere grandi imprese

Da giovane sono stato un avido lettore dello scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) e ho sempre tenuto la raccolta delle sue opere a portata di mano. Goethe ha dato vita a molti capolavori eterni, come il romanzo I dolori del giovane Werther e l’opera autobiografica Dalla mia vita: poesia e verità; inoltre ha dedicato circa sessanta anni alla scrittura del Faust, il suo più noto dramma poetico.
Compiere grandi cose non è semplice e richiede un considerevole investimento di tempo. Lo stesso vale per la pratica e lo studio del Buddismo, come per la realizzazione di kosen-rufu. Per ottenere grandi risultati l’unico modo è prendersi il tempo necessario e applicarsi con totale concentrazione.
Per molti decenni ho scritto senza posa per il bene di kosen-rufu e dei nostri membri. L’opera completa di Goethe si compone di centoquarantatré volumi; la mia sembra avviarsi ai centocinquanta. Nella veste di giovane ministro del granducato di Saxe-Weimar, Goethe si impegnò seriamente per garantire un maggior benessere alle persone e per la riforma del governo. Dedicò le sue energie anche al sostegno di arte e cultura, promuovendo lo sviluppo delle università e di altri istituti educativi.Serbo molti ricordi preziosi dei suoi scritti, che ho letto in gioventù. Ho parlato a lungo di Goethe anche con l’illustre storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975). Come ho già accennato, il Centro culturale Villa Sachsen della SGI-Germania è in qualche modo legato a lui. [Goethe scrisse che il luogo offriva «il più bel panorama del Reno», n.d.r.]
Oggi sono con noi membri provenienti da tutto il mondo, quindi invece di tenere un discorso formale mi piacerebbe che questo incontro avesse luogo in un’atmosfera rilassata e piacevole, come se stessimo conversando davanti a una tazza di tè. Potremo così costruire relazioni amichevoli tra noi e portare a casa ricordi preziosi e indelebili del tempo trascorso insieme. È così che i veri buddisti dovrebbero agire.
Da una prospettiva più ampia, il mondo si sta inesorabilmente muovendo nella direzione dell’umanesimo e le persone cominciano a riconoscere l’importanza della riforma interiore. Naturalmente il cambiamento politico è importante, ma mentre la politica è concentrata sui problemi immediati del presente, il Buddismo è eterno e mira a una rivoluzione interiore. Non dimenticate mai che la nostra filosofia offre le basi per una felicità duratura.
Alcuni forse considerano grandi i leader politici, ma la grandezza di coloro che diffondono il Buddismo è di tutt’altra natura. Si legge nel Gosho [citando le parole del Gran Maestro T’ien-t’ai]: «Poiché la Legge è suprema, la persona è degna di rispetto» (La persona e la Legge, SND, 4, 282). Stiamo seguendo il nobile sentiero di kosen-rufu – un sentiero che offre speranza a tutta l’umanità. Facciamoci strada con fiducia nel nostro nobile impegno per creare felicità e pace.
Come osserva il Daishonin, «Il principe Siddhartha [cioè Shakyamuni] era un uomo che divenne un Budda» (Il vero Oggetto di culto, SND, 1, 223). L’immensa e magnifica condizione vitale del Budda, colma di incomparabile nobiltà e forza che abbraccia l’universo intero, esiste all’interno di ognuno di noi. La rivoluzione umana è il processo con il quale possiamo portare alla luce questo stato vitale, ciascuno nel campo che gli è proprio.Il Daishonin scrive anche: «Dopo la comparsa di questo insegnamento [di Nichiren], quelli esposti dai maestri e filosofi del Primo e del Medio giorno saranno come la luce delle stelle dopo il sorgere del sole o come un inetto apprendista accanto a un abile artigiano. È stato predetto che in questa epoca i templi e le pagode, le immagini del Budda e i preti del Primo e del Medio giorno avrebbero perso le loro miracolose virtù e che solo questa grande Legge sarebbe stata propagata in tutto il mondo. Poiché tutti voi avete un legame con questo insegnamento, dovete sentirvi rassicurati» (SND, 5, 189, 190).
Voglio anche affermare che è ormai arrivato il momento in cui il Buddismo della rivoluzione umana, proprio come predisse il Daishonin, inizierà a illuminare come un sole il mondo e l’umanità intera.

Amato Kansai

Permettetemi di condividere con voi alcune affermazioni di Toda, come sempre molto chiare e pertinenti. Ho tenuto a cuore ogni sua parola; ogni giorno, fino a tarda notte, mia moglie e io trascrivevamo quello che Toda aveva detto. Per il bene delle generazioni future ho conservato con cura i suoi insegnamenti fino a oggi. Ecco quanto ho fatto tesoro delle parole del mio maestro! Se la Gakkai perde questo spirito, perderà la strada.
Ogni volta che ne aveva l’opportunità, Toda diceva ai nostri responsabili di Tokyo: «Fate del Kansai il vostro modello!». Aveva proprio ragione a dirlo. Dichiarò anche: «Il Kansai si estende al fianco di Tokyo in qualità di roccaforte estremamente importante di kosen-rufu. È il campo di battaglia decisivo per kosen-rufu».
Membri del Kansai, conto su di voi!
Vi ho sempre tenuto in grande considerazione, e continuo a farlo ancora oggi. Siete sinceri e devoti, emanate calore e umanità e mi siete molto cari. Se impariamo da voi, la Gakkai ne uscirà rafforzata. Non dobbiamo guardare gli altri dall’alto in basso o essere duri e insensibili. Più alta è la posizione assunta dai responsabili nella nostra organizzazione, e più è importante che apprezzino i membri e si prendano cura di loro, impegnandosi totalmente a essere utili e a lavorare per ciascuno. Questo è il segno della vera grandezza. Invito anche i responsabili a premiare e a lodare sinceramente chi si sta dedicando con altruismo a kosen-rufu.
Alla prima riunione generale del capitolo Sakai del Kansai a Osaka nell’ottobre del 1955, Toda disse: «La missione della Soka Gakkai è ripagare il debito di gratitudine verso Nichiren Daishonin e preparare la strada per una felicità duratura dell’umanità delineando un grandioso progetto centenario, anzi, un grandioso progetto di pace che duri più millenni». Vorrei che i nostri responsabili, in particolare, accogliessero queste parole nel profondo del cuore. Ho seguito questa guida per tutta la mia vita, per questo Toda riponeva una fiducia così grande in me.
Il mio maestro mi ha sempre tenuto molto vicino, non so quante volte mi ha convocato con urgenza al suo fianco. Ero pronto a precipitarmi dovunque si trovasse, in qualunque momento mi mandasse a chiamare, anche nel cuore della notte. Come suo discepolo, l’ho servito con devozione leale.
Nell’autunno del 1955, Toda mi disse: «Daisaku, recati nel Kansai, perché il futuro della Gakkai tra cinquanta o cento anni dipende interamente da quello che avviene lì. Non possiamo permetterci di soccombere in questa battaglia. Fai del Kansai un grande centro di kosen-rufu! Vinci senza fallo, anche per il mio bene!». Questo avvenne l’anno precedente la “Campagna di Osaka”. Ho lottato con tutte le mie forze per Toda e i miei compagni membri e ho ottenuto una vittoria straordinaria. Io, insieme ai membri del Kansai, siamo riusciti a raggiungere un risultato sorprendente, senza precedenti.
Toda ha anche dichiarato: «I giovani sono colmi di entusiasmo. Incoraggiateli!». Desidero utilizzare ancora una volta le mie energie per far crescere i giovani. Dobbiamo procedere ponendoli in primo piano nelle nostre attività con totale fiducia e rispetto. È giunto il loro momento. È del tutto inaccettabile per chiunque guardare i giovani dall’alto in basso o sfruttarli in qualche modo.
In quanto suo più diretto discepolo, Toda mi incoraggiò e mi preparò durante la giovinezza con la cura più grande. Ha continuato a istruirmi fino al giorno della sua morte. Da parte mia, gli ho dedicato tutto me stesso. Quando la sua attività fallì, lasciai la scuola serale per potermi dedicare a sostenerlo e a spianare la montagna di debiti in cui si era ritrovato. Tante e tante volte mi ringraziò dei miei sforzi e per compensare l’interruzione dei miei studi, mi impartì lezioni private. Oggi ricevo onorificenze da importanti istituzioni accademiche nel mondo: è questa la nobile relazione di maestro e discepolo nel regno della Legge mistica.
Toda dichiarò: «Kosen-rufu è la lotta di una vita – anzi, una lotta eterna. Non importa la forza con cui le tempeste delle avversità possono soffiare, non mollate mai! Sollevate la spada della fede in alto in mezzo ai venti impetuosi e, quando arriva il momento cruciale, fate uscire un risonante grido di battaglia e avanzate nella mischia!». Ho lottato senza posa tra infinite tempeste avverse. Nel mio lavoro, come nei miei sforzi per propagare il Buddismo, ho sempre ottenuto una vittoria assoluta.
Una volta, preoccupato per la mia salute cagionevole, Toda esclamò con le lacrime agli occhi: «Ho costretto Daisaku a lavorare troppo duramente. Se continua così, non arriverà a trent’anni». Poi aggiunse: «Se potessi, cambierei la mia vita con la sua per farlo vivere più a lungo».
Il mio maestro rappresentava tutto per me. Come suo discepolo, ho protetto con vigore la Gakkai permettendole di svilupparsi e di diventare l’organizzazione che è oggi.
Makiguchi, Toda e io abbiamo incarnato il vero spirito della Soka Gakkai.

Lottare con incrollabile dedizione

Questo mese – il settantasettesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai (il 18 Novembre) – verrà pubblicato il diciassettesimo volume della Nuova rivoluzione umana. Sono molto grato per l’accoglienza positiva che la notizia della sua pubblicazione ha ricevuto nei vari ambiti della società. Con totale dedizione e avendo a cuore il futuro sto scrivendo poesie, lettere e messaggi. Voglio che sappiate che questa è la motivazione di tutti i miei scritti. A oggi, le vendite in Giappone della Rivoluzione umana e de La nuova rivoluzione umana, incluse le edizioni cartonate e tascabili, hanno raggiunto i quarantasei milioni e mezzo di copie. Questi libri sono stati tradotti in undici lingue e oltreoceano ne sono stati venduti due milioni di copie. Nel 2003, il Forum degli scrittori per l’armonia dell’India ha scelto La rivoluzione umana come “l’opera letteraria più rappresentativa del XX secolo”.
L’attestato che mi è stato consegnato riporta: «La rivoluzione umana racconta con intensità gli sforzi eroici di seguaci motivati e devoti di Nichiren Daishonin per la pace nel mondo e i travagli e le persecuzioni che patiscono. Mostra qualità letterarie straordinarie che fanno di essa un’opera senza tempo». Queste parole di lode sono in realtà dedicate a tutti voi, che sperimentate la rivoluzione umana nella vostra esistenza quotidiana.
Quando fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai nel 1960, ricevetti messaggi di congratulazione da parte dei membri di tutto il Giappone, ma il Kansai superò ogni altra regione. Ugualmente, quando il 24 aprile 1979 fui costretto a rassegnare le dimissioni, furono i membri del Kansai a esprimere la più grande indignazione. Ho conservato con cura le lettere e i biglietti che ho ricevuto in quel periodo e penso spesso con affetto ai loro autori, domandandomi come stia ognuno di loro. Molti continuano a scrivermi e a tenermi informato sulle loro vite.
Quella sera al Centro culturale di Moriguchi-Kadoma fu convocata una riunione straordinaria di tutti i responsabili centrali del Kansai. Il responsabile generale del Kansai Ryozo Nishiguchi lesse ad alta voce una poesia che avevo donato a Toda quando si dimise dalla carica di direttore generale della Soka Gakkai, nel novembre 1950: «Servendo un antico e mistico legame / anche se altri cambiano, io non cambio».
E poi Nishiguchi dichiarò: «Il presidente Ikeda può anche essersi dimesso, ma sarà per sempre il nostro maestro qui nel Kansai!». Tutti alzarono le mani in segno di approvazione e applaudirono con vigore, spinti a un rinnovato impegno dalla profonda indignazione per l’accaduto.
I membri del Kansai sono incredibilmente sinceri e devoti. Fin dalla mia giovinezza ho riversato ogni energia nello sviluppare questa regione, per renderla un solido esempio per kosen-rufu. Ho combattuto in molti luoghi, ma nessuno ha manifestato una forza pari a quella del Kansai.
Vorrei condividere con voi qualche passo delle guide di Toda. Ho conservato una grande raccolta delle sue dichiarazioni e istruzioni, così come lui aveva annotato con cura tutto quello che Makiguchi diceva. È molto importante che i discepoli trasmettano e conservino lo spirito del maestro per il bene dei posteri.
Quando un’organizzazione si guadagna affermazione, prosperità e riconoscimento in seno alla società, al suo interno c’è sempre qualcuno che inizia a cedere a illusioni di grandezza. Questo è molto pericoloso.
Per quanto l’apparenza esterna e la struttura organizzativa possano rimanere integre, un’organizzazione cadrà a pezzi se il suo spirito e la sua essenza originaria si perdono. Voglio dirlo di fronte a tutti voi oggi, perché credo che dalle vostre file usciranno straordinari responsabili, persone che saranno le colonne, i baluardi e i tesori della Gakkai. Sono sicuro che i membri del Kansai comprendono bene i miei pensieri e sentimenti.
I membri della Divisione donne, con la loro solida fede, sono particolarmente importanti, indispensabili per il successo della nostra organizzazione. Dobbiamo ascoltare le opinioni delle donne, apprezzarle e sostenere in ogni modo possibile la Divisione giovani donne.
Toda diceva: «Battete il ferro finché è caldo! Dovete plasmarvi e svilupparvi mentre siete giovani», e ancora: «Esiste una sostanziale differenza in termini di forza e abilità tra coloro che hanno preso davvero a cuore i miei consigli e coloro che non l’hanno fatto». La preparazione che riceviamo durante la giovinezza ha un’importanza vitale; io devo quello che sono oggi esclusivamente alla severa educazione ricevuta dal mio maestro.
Toda diceva anche: «Kosen-rufu è un’impresa monumentale che non riusciremo mai a realizzare senza indossare “l’armatura della perseveranza”» (La pratica dell’insegnamento del Budda, SND, 4, 11). E: «Quando l’organizzazione cessa di svilupparsi, riflette un problema nella fede dei responsabili che ne fanno capo, che hanno smesso di svilupparsi. Questo è un punto essenziale da comprendere». La crescita della nostra organizzazione è legata alla capacità dei responsabili di migliorarsi giorno dopo giorno con spirito fresco e rinnovato. Tutto dipende da loro.
Toda dichiarò: «Non abbandonerò mai coloro che si sono dedicati con tutto il cuore alla Gakkai. Ancora più importante, il Gohonzon non li abbandonerà mai». Queste sono parole profonde; il beneficio che accumuliamo, promuovendo gli ideali della Soka Gakkai e lo sviluppo di kosen-rufu, è immenso. Statene certi, per favore.
«Siate sempre sinceri nelle vostre relazioni con gli altri. Non comportatevi mai in modo disonesto o sleale». Questo è un altro messaggio di Toda che vale la pena di tenere a mente. Chi agisce in modo disonesto alla fine perde sempre. Non fidatevi di simili individui, dovreste invece comprenderne le intenzioni e valutare con saggezza il carattere delle persone.
Toda si appellava anche ai membri della Divisione giovani: «Siate cortesi e coraggiosi! Siate calmi e audaci!». Porto questo messaggio ai giovani qui presenti. Ho sempre agito tenendo a mente queste indicazioni, fedele alla visione e agli ideali del mio maestro. Ho combattuto con un vigore e una serietà tali che alcuni forse mi hanno giudicato sciocco, ma l’ho fatto per il mio maestro e per l’impegno che condividevo con lui.
Questo è il motivo della mia vittoria, l’essenza della relazione tra maestro e discepolo – una relazione più profonda persino di quella esistente tra genitore e figlio.

Con ottimismo e luminosa speranza

Vorrei leggere insieme a voi alcune parole di illustri pensatori del passato e del presente. Polibio (ca 200 a. C – 120 a.C.), storico greco dell’antichità, osservò: «Le conquiste brillanti e straordinarie di solito alimentano la gelosia più profonda e la calunnia più amara». Questo è verissimo. Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) scrisse: «Non solo il merito, ma anche la lealtà preserva la nostra umanità». In altre parole, sincerità e integrità sono gli elementi che rendono una persona vincitrice nella vita. In una delle sue poesie Goethe scrisse anche:

Ora, ancora una volta,
affrettarsi per la faticosa salita,
ansimando senza fiato!
In alto, dunque, al bando l’ozio /
Sforzandosi e aspirando, in alto, in alto!

Ogni giorno rappresenta una nuova sfida. Qualunque sia la vostra situazione, continuate a impegnarvi e andate avanti con ottimismo e speranza. In un’altra poesia, Goethe scrisse:

“Dimmi! Come continui a rinnovarti?”
Puoi farlo anche tu, se continui a provare gioia per ciò che è grande.
Ciò che è grande rimane sempre fresco, pieno di calore e portatore di forza,
Mentre nella meschinità le persone grette si ritrovano raggelate.
Se lascerete che questioni di poco conto vi preoccupino, il vostro spirito si impoverirà. Chi mantiene un grande obiettivo nella vita resta giovane. Viviamo sempre con spirito fresco, a qualunque età.In uno dei suoi drammi poetici, Goethe scrisse: «Questa sfera terrestre continua a fornire opportunità per nobili azioni». Com’è vero! Il passo prosegue: «Si possono realizzare cose incredibili. Sento l’energia adatta a imprese coraggiose».
Giovani del Kansai, vi prego di dar vita a uno stupefacente primato di vittorie che sorprenda le future generazioni. Ci sono innumerevoli cose che dobbiamo realizzare. Goethe scrisse anche:

Non esitate a osare…
Tutto può essere realizzato dai nobili d’animo che
comprendono e rapidi si impegnano all’obiettivo.

Io rivolgo queste parole alla Divisione giovani del Kansai. Assumete la guida e agite con coraggio e audacia!La mattina del 3 maggio 1960 uscii di casa per presenziare alla cerimonia del mio insediamento in qualità di terzo presidente della Soka Gakkai. Tornato a casa quella notte mia moglie mi disse: «Considero la giornata di oggi come un funerale per la famiglia Ikeda» e «A partire da oggi, farò conto di non avere più un marito». Fu il suo modo di comunicarmi che avrei dovuto dedicarmi completamente alla Soka Gakkai e ai membri.

Rivolgersi al mondo

Come ho accennato prima, il 24 aprile 1979 mi dimisi dalla carica di presidente della Soka Gakkai. Senza dubbio sapete tutti che dietro a questa piega presa dagli eventi ci fu un maligno complotto architettato da un piccolo gruppo di persone spinte da ambizione e invidia, individui che non si sforzarono di comprendere il mio spirito di essere umano totalmente dedito a kosen-rufu».
Rincasando dopo i fatti di quell’infamante giornata in cui venni praticamente messo alla porta, mia moglie mi accolse con il suo consueto sorriso luminoso. Poi mi incoraggiò con calore pronunciando frasi come: «Ora puoi far visita ai membri nel mondo», «Alla fine sei libero» e «Ora puoi svolgere il tuo vero lavoro». Dopo la riunione nazionale a Hachioji il 3 maggio, che sanzionò formalmente le mie dimissioni, non tornai alla sede della Soka Gakkai a Shinanomachi, ma mi diressi invece a Kanagawa. Dal Centro culturale di Kanagawa, a Yokohama, fissai il mare azzurro e cristallino che sembrava allungarsi verso l’infinito. Il mare porta a tutti gli angoli del mondo. Decisi di aprirmi anch’io al mondo. Non dovevo limitarmi alla minuscola nazione del Giappone. Come vero discepolo di Toda, condividendo le sue convinzioni e la sua visione, avrei diffuso le onde di kosen-rufu nel mondo. Quella fu la mia importante decisione. E oggi la rete di pace e umanesimo della SGI si è sviluppata fino ad abbracciare centonovanta paesi e territori. Leader e pensatori illustri in tutto il mondo hanno espresso speranze e lodi infinite nei riguardi del movimento popolare della SGI. La vittoria della SGI è stata la mia preghiera e la mia vittoria. Grazie! Non so dirvi quanto sia felice.
Vorrei leggere un brano in cui ho creduto fin dall’età di diciannove anni – una poesia del pensatore giapponese Sakuma Shozan (1811-64):

Chi vuole calunniare, calunni.
Chi vuole deridere, derida.
Il cielo conosce la verità del mio cuore;
non importa che altri la sappiano.

Il cielo, il sole, vegliano su di noi. Finché non commettete qualcosa di cui vergognarvi, è sufficiente che proseguiate lungo il cammino che avete scelto, per quanto gli altri possano cercare di screditarvi.
Trionfate proprio nel luogo in cui vi trovate ora. Vi prego di impegnarvi con questa determinazione.

Nichiren Daishonin scrive: «Come puoi lucidarlo [lo specchio della tua mente]? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza, SND, 4, 5). «La cosa essenziale per raggiungere l’Illuminazione di tutti i Budda non è altro che i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo» (Conversazione tra un saggio e un uomo non illuminato, SND, 7, 97). «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (Il mezzo meraviglioso per superare gli ostacoli, SND, 9, 119).
Il Daimoku è l’essenza della nostra pratica buddista. Il cammino supremo verso la felicità non è altro che la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo.
Il Daishonin scrive anche: «Ciò che chiamiamo fede non è niente di straordinario. Come una donna ama il marito, come un uomo dà la vita per sua moglie, come i genitori non abbandonano i figli o come un figlio rifiuta di lasciare la madre, così aver fede significa riporre fiducia nel Sutra del Loto [cioè il Gohonzon] e recitare Nam-myoho-renge-kyo» (Il significato della fede, SND, 7, 209).
In altre parole, dovremmo porci di fronte al Gohonzon e recitare con tutto l’amore e la devozione che proviamo per la persona più importante della nostra vita – per alcuni possono essere i figli, per altri il proprio oggetto d’amore: non c’è niente di complicato. Toda era solito dire che, quando ci troviamo davanti al Gohonzon dovremmo avere l’atteggiamento da “innamorati del Daishonin”. Questo va benissimo! Il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Durata della vita del Tathagata”, afferma: «Nel loro cuore nutriranno l’ardente desiderio di vedere il Budda» (SDL, 299). Coloro che recitano impegnandosi totalmente, con fede pura e sincera nel Gohonzon, trionfano su ogni cosa e tutte le loro preghiere si realizzano. Voglio che voi della Divisione giovani conosciate quel regno dello spirito davvero nobile chiamato fede. Non lasciatevi mai trascinare dalle tendenze superficiali e passeggere del tempo, non fatevi ingannare, manipolare o condurre all’infelicità.
L’autore russo Lev Tolstoj (1828-1910) scrisse all’amata figlia Alexandra: «La perfezione di sé è di gran lunga l’obiettivo più importante della tua vita. Una vita del genere non sarà mai indolente, bensì colma di gioia». La pratica buddista e le attività della Gakkai sono la strada decisiva per lucidare e sviluppare le nostre vite e la strada sicura verso la felicità.

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La testimonianza / Riunioni di famiglia

Ero presente a questa riunione dei responsabili di centro a Osaka.
Quando è arrivato sensei l’atmosfera nella stanza è cambiata, e da un meeting generale ci siamo trovati in una riunione di famiglia raccolta intorno al patriarca, che celebra le sue conquiste. Non si può registrare, prendere appunti è sconsigliato, e la traduzione simultanea è insufficiente a capire tutte le sfumature del discorso.
Ma in quel momento tutto ciò non ha importanza; anche se uno non capisse niente, rimarrebbe colpito dalla forza, la convinzione, lo stato vitale e la personalità sincera, aperta e indomita di Ikeda.
Attraverso la relazione lo spirito si trasmette, da vita a vita, e si incide nell’anima.
Ho pensato, è così che dovremmo coltivare la relazione maestro-discepolo, attraverso i discorsi pubblicati e i video, cercando di concentrarsi sull’uomo, maestro di kosen-rufu, e sulla fede che trasmette, come sorgente di quello spirito della Soka Gakkai che si sta diffondendo in tutto il mondo e che vorremo fosse in ognuno di noi.
Andrea Bottai

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La testimonianza / Un’immensa gratitudine

Appena entrato nella sala, sensei è andato subito al pianoforte ed ha suonato tre brani… in quel momento ho sentito un’emozione fortissima, difficile da descrivere, come se qualcosa si sciogliesse nel mio cuore, e in un attimo la tensione è svanita lasciando il posto a una gioia profonda e tanta, tantissima gratitudine, per sensei prima di tutto, ma anche per tutte le persone che erano lì, con i loro sorrisi aperti, pieni di commozione. Quando poi ha iniziato a parlare, ho sentito che voleva semplicemente farci sentire a casa nostra, soddisfatti e felici , e mentre parlava a noi, in realtà si rivolgeva a tutti i compagni di fede sparsi nel mondo. La sua semplicità, la profonda umanità, il suo desiderio che ogni persona sia felice, l’amore per il suo maestro Toda, il desiderio di assicurare prosperità eterna alla Soka Gakkai, il suo entusiasmo giovanile, la sua passione contagiosa… tutto questo vive ancora dentro di me, come un tesoro prezioso da condividere con gli altri. Alla fine della riunione, prima di andar via ha voluto recitare cento Daimoku insieme a noi; lì ho sentito una forza e una libertà infinita, e la promessa: sempre insieme al mio maestro, per realizzare il sogno possibile di un mondo felice!
Anna Conti

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