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Islanda, vulcano di creatività - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:08

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Islanda, vulcano di creatività

Dietro a una grande crisi, una grande opportunità. I membri islandesi hanno colto l’occasione della crisi economica per aprirsi e impegnarsi in dialoghi di fiducia e speranza con la società

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Dietro a una grande crisi, una grande opportunità. I membri islandesi hanno colto l’occasione della crisi economica per aprirsi e impegnarsi in dialoghi di fiducia e speranza con la società

All’inizio dello scorso anno abbiamo fatto un bilancio delle attività in Islanda. Attraverso mostre, articoli ed eventi avevamo conseguito ottimi risultati nel presentare il pensiero del presidente Ikeda e la SGI alla società. Tuttavia ci siamo anche resi conto che gli sforzi, le energie e il tempo impiegati in queste attività non si erano tradotti in una crescita del nostro movimento. Per questa ragione abbiamo deciso che nel 2008 avremmo concentrato le nostre energie nel diffondere il Buddismo. Perciò, il nostro motto del 2008 divenne: minimo sforzo, massimo risultato!
Per tradurre in pratica le nostre determinazioni ci siamo basati su tre punti: 1) aiutare ognuno ad avvicinarsi allo spirito del presidente Ikeda e per fare ciò abbiamo approfittato del progetto europeo “Il mio maestro e io” [raccolta di contributi individuali ispirati alla relazione fra maestro e discepolo, n.d.r.]; 2) aumentare il Daimoku e concentrarci sugli incontri personali; 3) stringere relazioni basate sul dialogo con personalità di rilievo e far comprendere loro gli scopi e la filosofia della Soka Gakkai.
L’occasione è stata la mostra “I semi del cambiamento”. Avevamo deciso di portare in giro per l’Islanda la mostra ma, dato che la maggiore parte dei membri è concentrata nella capitale, raggiungere un tale obiettivo puntando solo sulle nostre forze avrebbe richiesto troppo tempo ed energie.
Quando abbiamo realizzato per la prima volta la mostra, collaborammo con l’associazione Agender 21, che opera in ogni città e villaggio dell’Islanda. Il risultato di questa collaborazione è stato che loro si sono offerti di organizzare la mostra “I semi del cambiamento” in giro per il paese. Nel 2008 la mostra si è tenuta in tre occasioni: la prima all’interno di un evento organizzato dal ministero per l’Ambiente; la seconda in un’università all’interno di una conferenza sull’educazione sostenibile; infine, in una località all’estremo nord dell’Islanda, presso una scuola e nell’area per le esposizioni della sala comunale.
In tutte e tre le occasioni, quello che abbiamo dovuto fare è stato solo stabilire un dialogo con gli organizzatori, gli ospiti e tutte le persone coinvolte. Tutti gli aspetti organizzativi sono stati gestiti dall’associazione Agender 21 grazie alla loro esperienza. Siamo stati felicissimi, non solo del fatto che alla mostra hanno partecipato più persone delle volte precedenti, ma anche perché due persone hanno iniziato a praticare.
Nel 2007 eravamo riusciti a far pubblicare su un quotidiano fra i più diffusi in Islanda alcuni degli scritti del presidente Ikeda apparsi sul Japan Times (quotidiano giapponese in lingua inglese). Nel 2008 decidemmo di curare ulteriormente i legami con l’editore e con il giornale. Il risultato è stato che nel 2008 sono stati pubblicati tre articoli ed è già stata pianificata la pubblicazione di tutti gli altri nel corso del 2009.
Inoltre il dialogo instaurato con la società con l’obiettivo di far comprendere lo spirito e gli scopi della SGI, ha finalmente portato al riconoscimento ufficiale della SGI islandese come organizzazione religiosa, avvenuto il 16 marzo del 2008. Ciò ha rappresentato un importante cambiamento per noi. Infatti, adesso possiamo ricevere finanziamenti pubblici dal governo che ci permetteranno di realizzare più mostre ed eventi. Inoltre, il ministro dell’Educazione ci ha spedito una lettera ufficiale in cui ci ringraziava per il nostro sforzo e ci chiedeva di partecipare alla preparazione del materiale per l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche.
A luglio, io e il responsabile dei giovani uomini, ci siamo resi conto che, nonostante questi risultati positivi, eravamo ancora lontani dai nostri scopi di crescita. Abbiamo rideterminato che la Divisione giovani islandese sarebbe cresciuta talmente tanto da essere una fonte di ispirazione per l’intera Europa. In quel momento non avevamo idea di cosa potesse accadere.
A ottobre la crisi finanziaria ha colpito l’Islanda. La nostra valuta è crollata fino a essere ridotta a un sesto del valore che aveva prima della crisi. Il 70% delle nostre aziende è fallito e il 40% delle case ha mutui scoperti, molte persone hanno perso casa e lavoro. Come SGI islandese decidemmo di intervenire immediatamente. Abbiamo organizzato una riunione nella quale ci siamo proposti di fare della SGI islandese una fortezza di creatività e poi abbiamo dato inizio a una campagna di incoraggiamento. Abbiamo scritto i nomi delle persone che sapevamo essere state colpite dalla situazione economica, abbiamo recitato per loro immaginando che stavamo permeando le loro vite col Daimoku e siamo andati a trovarle impegnandoci in dialoghi che infondessero loro fiducia e speranza.
Avevamo appena iniziato questa campagna di incoraggiamento, quando fummo contattati da una delle tre emittenti televisive islandesi. Questa aveva deciso di trasmettere dei brevi incoraggiamenti a cura di leader religiosi e personalità di spicco, fra i quali il nostro direttore generale. Nel suo messaggio ha citato un editoriale del presidente Ikeda: «Non c’è nulla all’interno del regno umano che gli esseri umani non siano in grado di superare» (NR, 403, 3). Il suo messaggio è stato mandato in onda per due settimane nell’ora di massimo ascolto.
Ci siamo subito resi conto che incoraggiare gli altri era stato il pezzo mancante delle nostre azioni. In tre mesi, i partecipanti agli incontri di recitazione del sabato sono triplicati; la presenza alle riunioni delle giovani donne sono raddoppiate e da ottobre cinque persone hanno deciso di ricevere il Gohonzon [i membri della Soka Gakkai islandese erano circa centottanta, n.d.r].
Siamo riusciti a incoraggiare duecentosettantaquattro persone, alcune delle quali hanno iniziato a praticare. Molti ci hanno detto che quello che apprezzano della SGI è il fatto che i suoi membri, nonostante il momento di grave crisi, si stiano impegnando nell’incoraggiare gli altri e sono i soli a guardare con speranza e ottimismo al futuro del paese.
Nel frattempo, l’indagine condotta sul crack finanziario ha portato alla luce che i gravi danni causati all’economia islandese sono stati opera di circa trenta persone che avevano messo in atto una speculazione valutaria. Noi crediamo che se trenta persone possono distruggere un paese, allora duecento persone che recitano Nam-myoho-renge-kyo e che sono vicine al cuore del maestro possono costruirne uno nuovo, basato sull’umanesimo buddista.
Dopo aver riferito al presidente Ikeda di queste nostre attività, lui ci ha inviato una risposta che ci ha commosso: «Il Daishonin afferma che “quando accade un grande male, seguirà un grande bene” e che “la sfortuna sarà trasformata in fortuna”. Siate certi che io e mia moglie stiamo pregando con tutti noi stessi affinché ognuno di voi, senza alcuna distinzione, possa trasformare il negativo in positivo, cambiando il veleno in medicina». Noi abbiamo promesso di non deluderlo.

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