Il tema della Soka Gakkai per il 2023 è “Anno dei giovani e del trionfo”.
Come sempre, anche se la parola “giovani” letteralmente indica la generazione più giovane o il Gruppo giovani, il maestro Ikeda, citando le parole del fondatore della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, ci incoraggia con queste parole: «Ricordate che, indipendentemente dalla vostra età, è importante rimanere sempre giovani nel cuore. Quando Makiguchi aveva più di settant’anni soleva dire “noi giovani”, a significare che le persone che praticano il Buddismo del Daishonin sono eternamente giovani nel cuore. Spero che tutti i nostri membri avanzino con un cuore giovane» (cfr. NR, 389).
La parola “trionfo” è la traduzione dell’ideogramma giapponese gaika, composto da due caratteri.
Il primo significa “vittoria” o “trionfo”, e il secondo “canto”, “canzone”.
In un capitolo de La nuova rivoluzione umana intitolato “Canto di vittoria” (giapp. Gaika), che racconta come i membri della Soka Gakkai, in varie parti del mondo, avessero superato tanti ostacoli e ingiustizie per dichiarare infine la vittoria della gente comune, leggiamo: «Il Daishonin scrive: “Anche se per un po’ di tempo dovremo soffrire, alla fine ci attenderà un’immensa gioia” (RSND, 2, 830). È superando le difficoltà e le sfide che siamo in grado di intonare un canto di vittoria» (NRU, 19, 134).
Quindi, a proposito del tema di quest’anno, gaika è un appello a fare del 2023 un anno in cui tutti possiamo intonare un canto di vittoria, un canto di gioia dei maestri e dei discepoli che superano ostacoli e situazioni di grande sofferenza, specialmente in questo periodo in cui si vive nell’incertezza legata alla pandemia, alla crisi climatica globale, all’insicurezza economica e al peggiore conflitto che il nostro continente abbia mai visto dopo la Seconda guerra mondiale.
Mettiamo dunque lo spirito contenuto nel tema di quest’anno alla base delle nostre attività e della nostra vita personale, abbracciando i giovani e incoraggiandoli ad alzarsi alla testa del nostro movimento.
Quest’anno nella Soka Gakkai celebreremo molte tappe importanti che vogliamo costellare dei nostri “trionfi”. In agosto festeggeremo i trent’anni da quando Daisaku Ikeda iniziò a scrivere La nuova rivoluzione umana, e a novembre il decimo anniversario del completamento del Daiseido, il Palazzo del grande voto di kosen-rufu.
Inoltre, per noi della SGI europea, il 13 maggio segnerà il cinquantesimo anniversario della fondazione della Conferenza europea, una rete per kosen-rufu diffusa nel nostro continente che precedette la rete globale della SGI istituita dal presidente Ikeda due anni dopo, nel 1975.
Attraverso questa rete paneuropea, il presidente Ikeda era determinato ad aprire una nuova era di kosen-rufu creando un sodalizio fra i movimenti per kosen-rufu delle varie nazioni. Allo stesso tempo, celebrando e sviluppando ognuno la propria cultura, unica e meravigliosa, i membri si sarebbero ispirati a vicenda a lavorare insieme in armonia, con la consapevolezza di essere cittadini globali appartenenti alla stessa famiglia umana ed eterni Bodhisattva della Terra.
In questo modo avrebbero ampliato una rete di solidarietà per l’umanesimo, la giustizia e la pace.
A partire dal 2020, il primo anno di questo decennio cruciale che conduce al centenario della Soka Gakkai, nel 2030, l’umanità sta affrontando innumerevoli sfide. Per molti la sensazione di isolamento è stata fonte di enorme disagio e sofferenza.
Alla luce di ciò, i profondi legami della nostra famiglia Soka, radicati nel voto condiviso di creare speranza per se stessi e per gli altri, sono una sorgente inesauribile di compassione e connessione.
Come afferma il presidente Ikeda: «Viviamo in tempi sempre più turbolenti, segnati dalla pandemia di Covid-19, tuttora in corso, e dall’incertezza che regna in tutto il pianeta, in relazione all’attuale situazione internazionale. Nonostante o, meglio, proprio per questo, trasformiamo la compassione in azioni coraggiose per “togliere la sofferenza e dare gioia”, e continuiamo a impegnarci con costanza e tenacia nel luogo della nostra missione per intraprendere dialoghi sul Buddismo, la via diretta per la felicità nostra e degli altri» (NR, 784, 7).
Far conoscere il Buddismo di Nichiren Daishonin agli altri (ovvero fare shakubuku) non è solo un concetto teorico, ma un atto di compassione con il quale allo stesso tempo piantiamo le radici della fortuna nella nostra vita. Per vivere così è essenziale sfidarsi nella propria rivoluzione umana rafforzando le basi della pratica quotidiana.
Sarà questo il fondamento che ci permetterà di mostrare una prova concreta nella vita di tutti i giorni. Con una profonda preghiera possiamo rendere ogni incontro e dialogo una fonte di valore inestimabile, e anche ogni difficoltà e ogni lotta si trasformerà in benefici illimitati.
Come scrive il presidente Ikeda: «Quando i giovani si risvegliano e traboccano della gioia di aver compreso questa verità fondamentale, troveranno il modo di superare qualsiasi avversità possa colpirli, nella vita personale e nella società, e trasformare senza alcun dubbio il veleno in medicina» (NR, 779, 7).
Facciamo sì che ciascuno dei nostri zadankai sia un’attività gioiosa, verso la quale concentrare le nostre preghiere e i nostri sforzi per accogliervi sia i membri che i nostri amici, e condividere insieme le esperienze che ci hanno cambiato la vita.
Come ribadisce il presidente Ikeda: «Facendo ardere in noi questo spirito di non avere il minimo timore nel condividere l’insegnamento corretto del Buddismo di Nichiren Daishonin e lo spirito indomito e fiero della Soka Gakkai, promettiamo insieme in quanto Bodhisattva della Terra, di compiere la nostra rivoluzione umana e dare inizio a un “rinascimento della vita” guidati dai nostri giovani Shin’ichi Yamamoto, i nostri portabandiera!» (NR, 774, 5).
L’attuale motto dei giovani della SGI europea: “Generazione nuova rivoluzione umana: insieme per la pace!” è in sintonia con il messaggio del presidente Ikeda: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (RU, Prefazione, 6).
Il luogo dove ci troviamo in questo momento – nella nostra organizzazione locale, in famiglia o nel posto di lavoro – è il palcoscenico in cui trasformare il nostro karma in missione.
Grazie agli sforzi che compiamo qui, nel nostro ambiente, con la consapevolezza profonda della nostra missione in quest’epoca, incarniamo nella nostra vita la lotta condivisa di maestro e discepolo e viviamo un grandioso Anno dei giovani e del trionfo!
