Il nodo centrale di questo dialogo, dedicato alla Divisione futuro, fra i rappresentanti del Mirai Journal e il presidente Ikeda ruota intorno allo sviluppo della personalità e alle difficoltà che si incontrano nel crescere. Il consiglio che emerge è non essere impazienti e prendersi il tempo che serve per sviluppare il proprio carattere
La vostra personalità è unica
Mirai Journal: Abbiamo ricevuto molte e-mail da parte dei ragazzi della Divisione futuro. Esprimono preoccupazione su vari aspetti legati alla personalità. Scrivono cose tipo: «Sono molto timido e faccio fatica a fare amicizia» oppure: «Come posso cambiare la mia personalità?».
Daisaku Ikeda: Questo dialogo è un impegno che abbiamo in comune. Voi siete i compagni più preziosi con i quali dialogare e dato che il tema che affrontiamo è il futuro, voi ne siete il centro. Dover affrontare problemi e preoccupazioni, significa crescere. Poiché state progredendo, vi trovate talvolta davanti a degli ostacoli. Ringrazio i lettori per aver espresso i propri sentimenti con tanta onestà.
Ci sono momenti, in gioventù, in cui ci si sente solo un cumulo di imperfezioni. Anch’io quand’ero giovane mi preoccupavo molto del mio carattere e cercavo di migliorarlo. State attraversando un’età molto delicata, quindi è normale che abbiate certe preoccupazioni. Ma se cercate di indossare una maschera, fingendo di essere qualcun altro, vi esaurirete e basta. Tenete sempre a mente che la personalità è ciò che ci differenzia gli uni dagli altri; è sempre unica e non determina una differenza di valore tra le persone. E chiedetevi: c’è davvero qualcosa che rende un carattere bello o brutto? Essere timidi è brutto? Se fossimo tutti espansivi, il mondo girerebbe troppo in fretta! E cosa dire dell’essere silenziosi? Se parlassimo sempre tutti, chi potrebbe sopportare il fracasso? C’è bisogno di persone di tutti i tipi: vivaci, chiacchierone, ma anche silenziose e attente, persone che non dicono molto, ma quel poco che dicono è preziosissimo. Molte persone hanno difficoltà a parlare in pubblico o si sentono nervose quando incontrano qualcuno per la prima volta. Io apprezzo chi raccoglie il proprio coraggio e supera il nervosismo iniziale.
Il ragazzo che ha scritto di essere timido e silenzioso, potrebbe anche descriversi come “pensieroso”, “calmo e composto” oppure “pieno di buon senso e pacato”. Sicuramente troverà buoni amici che si fidano di lui e apprezzano queste qualità e che saranno capaci di farsi apprezzare per le loro.
Impegnandovi con sincerità potete trasformare ciò che percepite come difetti in punti di forza. E specialmente quando lavorate per un obiettivo quasi più grande di voi, potete sfruttare in modo positivo e produttivo i tratti unici della vostra personalità, rimanendo fedeli a voi stessi.
MJ: Altri scrivono che si sentono come se dovessero continuamente correggere la loro personalità per adeguarsi a quella dei loro amici, o che non sanno come comportarsi a scuola perché si sentono diversi da tutti.
Ikeda: Siate voi stessi. Il Buddismo paragona la personalità ai fiori di ciliegio, di susino, di pesco e di prugno selvatico: ognuno è diverso, unico e meraviglioso così com’è. Rispondere alle aspettative di quelli che vi stanno intorno è, in un certo senso, segno di un carattere straordinariamente sensibile e attento al prossimo. Potete raffinare e rinforzare questa predisposizione trasformandola in un punto di forza.
Sentirsi differenti dagli altri significa aver scelto la propria strada. Ci sono persone che non si curano di ciò che le circonda, ma d’altro canto utilizzare tutte le energie preoccupandosi dell’opinione altrui è sfibrante. La capacità di comunicare, rispondendo adeguatamente alla situazione o all’atmosfera dominante, si impara accumulando esperienza nella vita. Abbiate fiducia in voi stessi e accettatevi per quello che siete, senza preoccuparvi troppo di ciò che pensano gli altri.
In quest’epoca siamo tutti molto più interconnessi di quanto lo fossimo nel passato. Come studenti ogni giorno venite in contatto con una gran massa di informazioni e di opinioni di gente molto diversa: non dovete però lasciare che la vostra personalità venga condizionata dagli altri. Le risposte alle vostre domande sono dentro di voi. Spero che, attraverso una riflessione profonda e sincera, scopriate le meravigliose qualità che solo voi possedete. Se svilupperete con costanza i vostri punti di forza, anche quelli che considerate punti deboli o difetti cominceranno a brillare di una luce positiva. In Musashi, un romanzo che ho letto in gioventù, si legge: «Invece di volere essere come questo o quello, trasformati in un gigante silenzioso e inamovibile. Tale è il monte Fuji».
MJ: Musashi è un’opera del romanziere giapponese Eiji Yoshikawa (1892-1962). L’eroe del romanzo, il maestro spadaccino Miyamoto Musashi, rivolge queste parole al suo giovane successore mentre guardano il monte Fuji.
Ikeda: Yoshikawa ci racconta di come Musashi si perfezionasse nell’arte della spada. La perseveranza di Musashi nel proseguire il cammino, nonostante gli ostacoli, ha ispirato molti lettori. Anche al mio maestro Josei Toda piacque moltissimo questo romanzo. Insieme al suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, Toda rimase saldo nella fede e nella pratica buddista anche nel periodo del crescente militarismo giapponese, che sfociò nella Seconda guerra mondiale. Cercò sempre di proteggere l’insegnamento del Buddismo di Nichiren Daishonin e, come risultato, fu ingiustamente imprigionato.
Tra le cose che Toda chiese che gli fossero mandate in prigione, c’era una copia di Musashi. Anche nelle infernali condizioni della prigionia nel periodo bellico, Toda mantenne uno spirito forte, incrollabile, risoluto come il Fuji, senza scendere mai a compromessi per le cose in cui credeva. Durante il caldo afoso estivo e il freddo pungente invernale, continuò a recitare Nam-myoho-renge-kyo da solo nella sua cella. Dopo la guerra, ereditando lo spirito e il sogno di Makiguchi, che morì in prigione, cominciò a lottare per la felicità e la pace dell’umanità. Se dovessi descrivere la grandezza di Toda in una frase, direi che era un uomo di saldi princìpi. Non importa quanto fossero difficili le circostanze, lui era sempre coraggioso e fiducioso. Per questo era capace di trasmettere fiducia e coraggio agli altri. Era un grande leader, un campione indomito. È importante diventare solidi come il monte Fuji, costruire un io che non sia sconvolto o influenzato dai giudizi negativi o dalla sofferenza. Questa è la chiave per vincere nella vita. E la fede nella Legge mistica è la sorgente fondamentale per riuscire a costruire una tale forza interiore.
MJ: Dopo aver ascoltato il suo incoraggiamento a essere come il monte Fuji, molti ragazzi si sono sentiti stimolati a vivere con fiducia e sincerità verso se stessi.
Ikeda: Nulla mi rende più felice. Confrontarsi con gli altri non è di per sé negativo. Se osservate qualcuno che ammirate, potreste aspirare a somigliargli, sentendovi motivati a migliorare. Ma non dovete essere impazienti, prendetevi tutto il tempo che vi serve per crescere e svilupparvi. Le cose che si ottengono troppo in fretta, spesso crollano altrettanto in fretta. Il lavoro di costruzione è una lotta ardua a oltranza. Toda diceva ai giovani: «Non c’è alcun motivo di denigrarsi. E neppure di andare tanto lontano, per cercare di cambiare il modo in cui si è. Se perseverate nella pratica buddista, quei tratti caratteriali che ora vi preoccupano si tramuteranno naturalmente in virtù. Vivete con fiducia e siate sinceri con voi stessi».
MJ: Abbiamo avuto l’impressione che siano sempre di più i giovani che, oggigiorno, mancano di fiducia in se stessi.
Ikeda: Penso che tutto derivi dall’insicurezza dei giovani, ma non devono preoccuparsi: nessuno nasce pieno di fiducia in sé. Fin da piccolo, io sono stato sempre fisicamente debole. Avevo scarse speranze di poter vivere a lungo. Oggi ho ottantaquattro anni, sono ancora in buona salute e sento di avere ancora molti anni da vivere. La fiducia è una cosa che si accumula man mano che si vive. Potete cominciare a svilupparla affrontando qualche piccola sfida nella vostra vita. Per esempio, se avete l’abitudine di dormire troppo, sforzatevi di alzarvi cinque minuti prima ogni giorno: sarebbe già un grande risultato. Questa è la rivoluzione umana; fate che sia la vostra fonte di fiducia. Sfidatevi in qualcosa, non importa cosa. Potete sforzarvi di salutare le persone allegramente, o di studiare una pagina in più del vostro libro di testo, o di entrare a far parte di qualche gruppo per le attività dopo la scuola. E se nessuno si congratula con voi o vi apprezza, allora fatelo voi: «Hai fatto bene!», «I tuoi sforzi si vedono!». Ma ricordate che ci sono persone che non trovano di meglio da fare che sottolineare i difetti degli altri. Se fate qualcosa di bello e di valore, sarete invidiati e mal tollerati. I valori oggi sono invertiti. Quindi, dovete essere voi i migliori amici e alleati di voi stessi.
Naturalmente, non potete sperare di aumentare la fiducia in voi stessi se lasciate che siano gli altri a fare tutto o se non trovate una sfida in cui impegnarvi. La fiducia si costruisce esercitandosi con tutto il cuore. Se vi sforzate di fare del vostro meglio in ogni cosa, acquisterete abbastanza fiducia da perseverare nei vostri scopi e raggiungere qualsiasi obiettivo. A sua volta, ciò alimenterà la fiducia. È un processo continuo: credere in se stessi qualsiasi cosa accada e continuare a sfidarsi. La società è piena di chiacchiere superficiali, le persone si interessano solo di cose banali. È come quando il vento soffia e crea delle onde sulla superficie dell’acqua. Per questo, a volte accade che individui egocentrici e opportunisti si trovino a essere al centro dell’attenzione. Ma non lasciate che eventi superficiali e transitori vi influenzino. Il romanzo Musashi si chiude con il messaggio che tutti noi dovremmo vivere con fiducia e forza, imperturbati dal chiasso dei nostri tempi. Qualsiasi cosa gli altri dicano, avanzate con decisione e conducete nobili vite con una convinzione profonda come il mare. Questo è il segno che contraddistingue i veri vincitori nella vita. Ed è anche il modo per costruire grandi amicizie.
(1 giugno 2012)