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Insieme come le gocce del mare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 21:08

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    Insieme come le gocce del mare

    Alcuni giovani del Veneto raccontano come il fare attività per gli altri abbia insegnato loro a vedere il proprio e altrui valore

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    Alcuni giovani del Veneto raccontano come il fare attività per gli altri abbia insegnato loro a vedere il proprio e altrui valore

    «Prima di praticare – dice Amerigo – mi capitava spesso di sentirmi nettamente separato dagli altri, diverso e incompreso. Attraverso la pratica buddista mi sono reso conto che questa percezione nasceva dal mio giudizio, dalla mia insicurezza. Così ho deciso di approfondire il principio di “diversi corpi, stessa mente” e di impegnarmi per creare legami sinceri. Continuando a sfidarmi nella vita e nell’attività giorno dopo giorno mi sono dato la possibilità di liberare me stesso e gli altri dal mio giudizio e di percepire l’infinito valore di ogni singola persona».
    L’attività per la consegna straordinaria dei Gohonzon e gli esami di primo livello del 17 novembre 2013 sono stati l’occasione per Benedicta e Comfort di determinare la vittoria assoluta di ogni singola persona, rilanciando l’importanza dell’unità. Benedicta: «Inizialmente vedevo l’attività byakuren e la pratica di Gongyo mattina e sera come azioni da fare per stare meglio, poi sono diventate naturali gesti di gratitudine nei confronti della mia vita. Il 17 novembre avevo la responsabilità della squadra byakuren: una grande occasione e un’enorme responsabilità. Durante la riunione è emerso chiaramente il punto centrale del mio ruolo: la fiducia. La necessità di coordinare una squadra di giovani donne, ognuna diversa dall’altra, e allo stesso tempo di prendere decisioni insieme ai giovani uomini, mi ha insegnato a riconoscere le capacità mie e degli altri, a instaurare un dialogo sincero e a credere nel potere infinito del Daimoku».
    «Far parte della squadra di protezione il 17 novembre – prosegue Comfort – ha significato cambiare prospettiva sul mio essere parte della Soka Gakkai: ho visto chiaramente emergere le mie insicurezze, la sensazione di essere esclusa dai compiti di rilievo e la paura di essere giudicata una sfaticata nei momenti morti. Ho determinato fermamente che quello fosse un giorno in cui i veri protagonisti fossero gli altri, e mi sono impegnata al massimo per far sì che tutti stessero bene. Mi sono sentita veramente orgogliosa di me stessa per aver contribuito alla realizzazione di quell’attività». Infine i giovani veneti hanno colto perfino questo speciale giovani come possibilità di riflettere sul valore dell’amicizia e dei legami basati sulla fede. Federica: «Quando mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sull’unità, non sapevo a quale esperienza fare riferimento, quindi sono andata davanti al Gohonzon. È emersa subito la paura di non essere all’altezza di incoraggiare qualcuno, perciò ho determinato di avere la stessa capacità che gli altri hanno di incoraggiarmi e arrivare al mio cuore. Qualche giorno dopo ho sentito un membro del mio gruppo: era molto giù e non riusciva a praticare. Mi sono fatta forza, ho abbandonato le mie paure e l’ho incoraggiato, sentendo crescere nella sua voce una forte speranza. Lo stesso giorno ho incoraggiato mia madre e la mia coinquilina e così ho continuato a fare nei giorni successivi. Ho capito che se determino con cuore saldo, illuminata dal desiderio di realizzare kosen-rufu, nulla è impossibile!».

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