Il presidente Harada ha ricordato i due punti su cui sensei concentrò la sua attenzione: l’incoraggiamento a ogni singola persona e l’unità. «La nostra unità – ha detto – si trova nella forza del Gohonzon. Non dipende da strategie organizzative. Tutto dipende sempre dalla fede»
Dal 17 al 20 gennaio abbiamo accolto in Italia il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada e la responsabile delle Divisioni donne e giovani donne della SGI, Yumiko Kasanuki. Per tutti noi è stata l’occasione per rafforzare il legame con il nostro maestro Daisaku Ikeda e rinnovare la decisione di realizzare kosen-rufu nel nostro paese.
In particolare, il 19 gennaio si è tenuta una riunione generale al Centro culturale di Milano, collegata in streaming con sedici regioni, per commemorare il cinquantacinquesimo anniversario della prima visita di sensei in Italia. Nel suo messaggio, il presidente Ikeda ci esorta a fare di questa riunione una nuova partenza per la famiglia Soka italiana con i motti: «”Italia che avanza in buoni rapporti”, “Italia in itai doshin“, “Italia che crea amicizia nella comunità”, “Italia che fiorisce colma di benefici”». E aggiunge: «Con un cuore aperto continuate a creare scambi nella società dando il vostro contributo, e costruite il “castello di kosen-rufu“, il “castello della pace”, il “castello della felicità” e “il castello delle persone di valore” diventando un modello per tutti i compagni di fede nel mondo» (vedi pag. 17).
La gioia dei partecipanti si percepiva nei sorrisi, negli abbracci, negli applausi calorosi, insieme alla decisione di mettere in pratica ogni frase per poter realizzare una crescita e uno sviluppo senza precedenti. Sicuramente ciascuno di noi dovrà approfondire nella propria vita il significato di questo messaggio e inciderlo nel cuore recitando Daimoku, per riuscire davvero a costruire un castello di pace e felicità, creando buoni rapporti tra noi praticanti e con le persone intorno a noi.
Parlando della campagna del Kansai di sessanta anni fa, quando il capitolo Osaka realizzò 11.111 nuove famiglie in un solo mese, il presidente Harada ha ricordato i due punti su cui sensei concentrò la sua attenzione: l’incoraggiamento a ogni singola persona e l’unità. «”La nostra unità si trova nella forza del Gohonzon. Non dipende da strategie organizzative. Tutto dipende sempre dalla fede. Un’unità così forte, salda e meravigliosa, basata sul mettere il Gohonzon al centro, non si trova da nessun’altra parte”. L’unità della fede: è facile dirlo a parole, ma costruirla nella realtà non è così semplice. I membri del Kansai mantennero fino alla fine l’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), per questo riuscirono a realizzare uno sviluppo incredibile trasformando l’impossibile in possibile. Adesso in Italia è il tempo di innalzare la preziosa torre dello shakubuku, insieme a sensei e ai compagni di fede di tutto il mondo» (cfr. pag. 18).
Proprio perché viviamo in un’epoca difficile, dove tante persone soffrono a causa di violenze, discriminazioni e problemi di vario tipo, è così importante offrire a tutti la possibilità di abbracciare il Gohonzon e recitare Nam-myoho-renge-kyo per trasformare il karma e diventare felici.
Per questo il presidente Ikeda ci incoraggia a realizzare quest’anno «una grande espansione là dove viviamo, offrendo a ogni persona occasioni per creare relazioni con il Buddismo e ampliando la rete delle nostre amicizie, la cerchia dei giovani e delle persone di valore. Quali sono i punti fondamentali per realizzare tutto ciò?
Primo: espandere la preghiera
Secondo: espandere la propria condizione vitale
Terzo: espandere il coraggio
Attraverso l’espansione di questi tre aspetti, avanziamo con tutta la forza e in allegria nella nostra vita, nella nostra comunità e nel mondo intero. Nichiren Daishonin scrisse ai suoi discepoli: “Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone” (RSND, 1, 885). Con il cuore del re leone affrontiamo senza alcun timore qualunque “inverno di sofferenze e avversità” e generando ampiamente una brezza primaverile di felicità, richiamiamo “la primavera della terra e del genere umano”, cioè la pace nel mondo».