L’azione di shakubuku è la causa diretta per diventare felici, perciò recitiamo Daimoku per condividere il Buddismo con più persone possibili. Il punto fondamentale è rafforzare la nostra convinzione, e lo studio del Buddismo ci spinge in questa direzione
Nichiren Daishonin ci ha lasciato il Gohonzon e il Daimoku per realizzare il grande desiderio di kosen-rufu, la felicità di tutte le persone. L’essenza della nostra pratica, quindi, è trasmettere il Buddismo agli altri e piantare i semi della Legge mistica nel cuore di ognuno.
Come leggiamo nel Gosho: «Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro. […] Questo è certo come una freccia che, puntata verso terra, non può mancare il bersaglio» (RSND, 1, 341). Ciò significa che tutto parte da un singolo individuo. Se noi per primi siamo convinti del valore immenso di questo insegnamento, naturalmente lo trasmettiamo agli altri.
L’azione di shakubuku è la causa diretta per diventare felici, perciò recitiamo Daimoku per condividere il Buddismo con più persone possibili. Il punto fondamentale è rafforzare la nostra convinzione, e lo studio del Buddismo ci spinge in questa direzione. Leggendo il Gosho ogni giorno approfondiamo la fede, tiriamo fuori la nostra forza e ci risvegliamo alla missione di Bodhisattva della Terra.
Il presidente Ikeda scrive: «Quando siamo disperati, leggere il Gosho può far sorgere il sole della speranza nel nostro cuore. Quando non sappiamo più cosa fare, leggere il Gosho può aiutarci a raccogliere lo spirito indomito del re leone. […] Incidere gli scritti del Daishonin nella propria vita fa sgorgare la forza invincibile della Buddità e fa avanzare verso l’adempimento del grande voto di kosen-rufu, mentre si lotta per trasformare il proprio karma» (BS, 185, 55).
Viviamo in una società dove è forte la tendenza all’apatia, alla rassegnazione, perciò è necessario rafforzare la fiducia in noi stessi e vincere sull’idea che non possiamo far nulla per cambiare le cose. In realtà il Buddismo ci insegna che ogni persona ha il potere di trasformare la sua vita e l’ambiente che la circonda. Tutto dipende dal Daimoku: ciò che conta è con quale convinzione preghiamo, con quale decisione.
In ogni occasione è fondamentale riuscire a incoraggiare, dare speranza e lodare le persone. Se critichiamo e ci lamentiamo, la situazione non può che peggiorare.
Anche frequentare le riunioni è importante perché le persone possono incoraggiarsi l’una con l’altra. Così aumenta l’autostima e la fiducia in se stessi, e si sviluppa un atteggiamento attivo, proiettato verso il futuro.
A volte negli zadankai questo spirito manca, le persone restano passive, non prendono l’iniziativa. Non aspettiamo che sia qualcun altro a portare entusiasmo e calore nel nostro gruppo, facciamolo noi! Ogni praticante può diventare un campione nel sostenere gli altri. Ognuno deve prendere una decisione. Se una persona si “alza da sola”, come diceva Toda, ogni cosa si muove e tutto cambia. Ma non è facile, ogni giorno affrontiamo tante sfide, e spesso ci dobbiamo auto-incoraggiare, auto-motivare. Incontrare difficoltà è normale, il punto è non fermarsi. È una lotta interiore nella quale si vince o si perde. Solo noi possiamo cambiare le nostre tendenze, nessun altro lo può fare. Toda ha propagato il Buddismo in Giappone e Ikeda in tutto il mondo; adesso il Daimoku risuona in 192 paesi e territori, ventiquattr’ore su ventiquattro. Ovunque nel mondo sta sorgendo il sole. È arrivato il momento di espandere questo flusso rafforzando la fede di ognuno, perciò riflettiamo su come migliorare e aumentare il numero delle persone felici, agganciandoci al cuore del nostro maestro.
Ora sensei sta scrivendo il capitolo de La nuova rivoluzione umana intitolato “Suonate la campana che annuncia l’alba” (vol. 30, www.ilnuovorinascimento.org). Questa “alba” non è ancora arrivata, ma si sta annunciando. È questo il momento di alzarsi: ciò significa risvegliarsi, “correre”, adoperarsi per far sorgere questa nuova alba del mondo richiamando tutti i Bodhisattva della Terra.
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Condividere il voto del Budda
di Daisaku Ikeda
Il Daishonin parla della “profonda relazione karmica” che i discepoli condividono con lui, riferendosi ai legami che li uniscono dalle vite passate. Scrive: «Devi comprendere che se puoi insegnare agli altri anche una sola frase o un solo verso del Sutra del Loto è a causa di una profonda relazione karmica formata nel passato» (RSND, 1, 29).
[…] Quando vediamo la profondità di questa relazione karmica secondo la prospettiva buddista, non c’è maggior felicità di poter operare per kosen-rufu come Bodhisattva della Terra, con lo stesso spirito del Daishonin.
[…] I nostri sforzi per piantare i semi del Buddismo a volte produrranno risultati immediati mentre in altri casi ci vorrà del tempo prima che si vedano gli effetti, ma i benefici sono gli stessi in entrambi i casi. Indipendentemente dal fatto che coloro ai quali abbiamo parlato di Buddismo inizino a praticare, è importante fare del nostro meglio per condividere con loro il Buddismo con sincerità e fiducia e persistere nell’aiutarli a comprenderne gli insegnamenti. Se riusciamo a far questo, i semi della Buddità che abbiamo piantato nel loro cuore certamente alla fine germoglieranno e cresceranno.
In un altro scritto il Daishonin afferma: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (RSND, 1, 58).
[…] Attraverso i nostri sforzi per far conoscere il Buddismo rinvigoriamo noi stessi e gli altri; attraverso il dialogo, il mezzo fondamentale per entrare in relazione con gli altri, trasmettiamo la luce della speranza e del rinnovamento a coloro che hanno perso la direzione, soffrono intensamente o non sono in grado di trovare un senso all’esistenza. E in questo processo anche noi giungiamo ad apprezzare maggiormente il senso della vita. È davvero una pratica nobile che contribuisce a una rivoluzionaria trasformazione dello stato vitale di tutta l’umanità. (BS, 185)