In ginocchio a causa della crisi, Maurizio ha avuto il coraggio di guardarsi dentro e vedere da dove ripartire: da una gioia che avrebbe contagiato l’ambiente. Questo è stato il punto d’inizio per un uomo che ha deciso di mettersi in discussione e imparare dall’esempio del suo maestro di vita
Il Buddismo insegna che la vita è dinamica, sempre in evoluzione e io, dopo sedici anni di pratica e tanti risultati, ho sentito che era venuto il tempo di crescere ancora.
Sono un piccolo artigiano e la crisi economica, che ha messo in ginocchio intere nazioni, ha colpito anche me. Rassegnato mi lasciavo sopraffare dal pensiero che non potevo fare nulla se non accettare il declino dei miei affari: riuscivo solo a piangermi addosso. Questo atteggiamento mi toglieva gioia e serenità: ho vissuto due anni nella più completa confusione. Pensavo solo alle conseguenze a cui andavo incontro: banche, creditori, la delusione per la mia famiglia e l’imbarazzo che avrei provato con la donna che amo. Licenziai i miei due dipendenti e questo peggiorò la mia autostima.
Fortunatamente non ho mai smesso di recitare Daimoku e una sera davanti al Gohonzon mi dissi: «Ma tutti questi anni di pratica serviranno pure a qualcosa?».
Gli incoraggiamenti del presidente Ikeda e di Nichiren Daishonin mi vennero in aiuto: nessun Nam-myoho-renge-kyo può andare sprecato e la felicità si raggiunge perseverando, qualsiasi cosa accada. Tutto ciò che leggevo sul Nuovo Rinascimento mi riconduceva alla relazione maestro e discepolo e alla stessa conclusione: in qualsiasi situazione ci si possa trovare il miglior modo di affrontarla è essere sereni, perché non si costruisce nulla con una mente confusa e lamentosa. La strategia da adottare è la compassione e, se non la sentiamo, l’unico modo per richiamarla è occuparci degli altri. Ripresi l’elenco dei miei obiettivi personali e notai che la voce felicità non c’era. Scrissi solo una cosa: avrei affrontato qualsiasi situazione con gioia, sforzandomi di trasmettere tale gioia agli altri.
Non è stato facile contrastare la mia tendenza, ma perseverando con questo nuovo atteggiamento, sentivo espandersi il mio stato vitale e riuscivo anche a parlare della filosofia buddista a clienti vecchi e nuovi, capendo che nessuno compra volentieri da persone lamentose e pessimiste. Fare attività di protezione nel gruppo Prometeo mi ha aiutato tantissimo perché mi sfidavo a dare il meglio di me anche quando ero stanco e preoccupato: occuparmi della felicità degli altri, recitare Daimoku per loro, cercare di metterli a proprio agio faceva emergere naturalmente gioia e serenità.
Sono riuscito, come ci chiede Ikeda, a far crescere giovani successori di valore e il nuovo incarico come responsabile di settore, insieme all’impegno per spiegare i princìpi fondamentali del Buddismo ai meeting per i principianti, hanno fatto il resto. Ho trascorso due anni con grande serenità, convinto che niente e nessuno me l’avrebbe tolta. Tutte le preoccupazioni si sono sciolte, come dice il Daishonin, come rugiada al sole. In un momento difficile dal punto di vista economico ho nuovamente assunto i miei due collaboratori a tempo indeterminato, sfidando le mie incertezze; ho parlato di Buddismo a un collaboratore di un nuovo e importante cliente, che ha iniziato a recitare ritrovando fiducia in se stesso. E, visto che nell’ultimo anno ho triplicato il fatturato della mia attività, ho assunto un altro giovane a tempo determinato. Il mio grande desiderio è avere il lavoro necessario per poterlo assumere a tempo indeterminato.
È finito il tempo in cui la mia oscurità mi faceva credere di non aver bisogno di un maestro che mi ricordasse che nella vita o decidi di vincere o decidi di perdere. E siccome entrambe le opzioni presumono un percorso difficile, chi me lo fa fare di scegliere di perdere? Perciò, a fianco del mio maestro, scelgo di vincere. Mi sono messo tre obiettivi per il 2014: mettere le basi per aprire una nuova ditta con idee e stimoli nuovi per poter assumere altri collaboratori, che almeno due persone a cui parlerò di Buddismo ricevano il Gohonzon e che vengano gettate le basi per un nuovo Centro culturale in Romagna.
La gioia nel cuore che mi sono conquistato non me la può più togliere nessuno e continuerò a rafforzare il mio voto nei confronti del maestro.