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In marcia verso la pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:18

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In marcia verso la pace

«Questo è il vero coraggio: impegnarsi ogni giorno per gli altri», scrive la futurologa Hazel Henderson in un dialogo con il presidente Ikeda. Qualunque sofferenza possano incontrare, le donne hanno il potere di cambiare qualsiasi veleno in medicina diventando, a loro volta, fonte di grande ispirazione intorno a loro

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«Questo è il vero coraggio: impegnarsi ogni giorno per gli altri», scrive la futurologa Hazel Henderson in un dialogo con il presidente Ikeda. Qualunque sofferenza possano incontrare, le donne hanno il potere di cambiare qualsiasi veleno in medicina diventando, a loro volta, fonte di grande ispirazione intorno a loro

«Splendi! Splendi! Splendi! / Versa giù il tuo calore, gran sole!» scrisse in Foglie d’erba Walt Whitman (1819-92), il poeta della gente che cantava l’umanità, la vita e l’universo. Questi versi mi fanno pensare ai membri della Divisione donne, le nobili madri Soka, che brillano come soli luminosi in famiglia, nel movimento di kosen-rufu e nella società: lo splendore della loro compassione ha il potere di riscaldare perfino i cuori più gelidi. Whitman, nella stessa opera, scrive anche: «Le gioie della madre! / Il vegliare, la resistenza, l’amore prezioso, l’angoscia, la vita pazientemente prodotta».
Le madri di kosen-rufu, i membri della nostra Divisione donne, sono affettuose, forti e capaci di una dedizione appassionata. Non a caso, Nichiren Daishonin diede a molte delle sue discepole nomi buddisti che includevano il carattere cinese che significa “sole” (nichi), come ad esempio Nichimyo, Nichinyo, Nichigon, Konichi e Onichi-nyo, e le famose parole di incoraggiamento «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno che si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477), furono scritte per una discepola [la suora laica Myoichi] che stava affrontando molte sfide come madre e vedova. Il desiderio del Daishonin è che le donne che abbracciano la Legge mistica brillino come soli invincibili di speranza, aprendo una strada che sicuramente condurrà la loro vita verso una primavera di felicità e vittoria.
Le donne della SGI, che con la loro presenza illuminano il mondo, diffondono la filosofia buddista umanistica di Nichiren Daishonin e aprono il sentiero che condurrà a una nuova primavera di pace per tutta l’umanità.

Sapendo che voi
siete soli di vittoria
che portate la primavera,
brillate ancora oggi
sorridendo raggianti.

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Anche se, secondo il calendario lunare tradizionale, il primo giorno di primavera è passato, in Giappone il gelo dell’inverno continua a farsi sentire. Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti i membri che ogni giorno con dedizione consegnano il Seikyo Shimbun in questo freddo inverno, percorrendo spesso, con coraggio, strade scivolose e marciapiedi gelati o ricoperti di neve. Ogni passo che fanno per consegnare i giornali da una casa all’altra, è una potente forza trainante per la crescita e lo sviluppo del nostro movimento, un nobile «viaggio della fede» (Lettera a Niiike, RSND, 1, 911), proprio come spiega il Daishonin.
Mia moglie e io preghiamo sempre per la sicurezza e la salute di tutti coloro che consegnano il Seikyo Shimbun in Giappone, specialmente per chi fa attività nelle zone settentrionali del paese dove c’è la neve. Niente mi dà maggiore gioia di sentire i grandi benefici e le vittorie che questi “eroi senza corona” hanno rea­lizzato sforzandosi per kosen-rufu.

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In una lettera alla suora laica Ueno, la madre di Nanjo Tokimitsu, il Daishonin scrive: «Colui che udendo l’insegnamento del Sutra del Loto compie sforzi ancor maggiori nella fede è un vero ricercatore della via» (L’inferno è la Terra della Luce Tranquilla, RSND, 1, 404). “Compiere sforzi ancor maggiori”: questo è lo spirito dei membri della Divisione donne, che continuano ad avanzare intrepide.
Da giovane ho condotto una campagna [la “campagna di febbraio” del 1952, n.d.r.] per far conoscere il Buddismo del Daishonin nel capitolo Kamata di Tokyo: l’impegno entusiasta della Divisione donne è stato decisivo per il raggiungimento di duecentouno nuove famiglie di membri in un solo mese.
I membri della Divisione donne si sono impegnate nel dialogo cuore a cuore senza stancarsi, coraggiose e fermamente determinate a incrementare gli sforzi e a sfidarsi nell’offrire parole di incoraggiamento anche a una sola persona in più. Poiché hanno dato tutte se stesse praticando in esatto accordo con gli insegnamenti del Daishonin, durante quella “campagna di febbraio” siamo riusciti a fare un grande passo in avanti di importanza storica.

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L’11 febbraio di quest’anno segna il cinquantesimo anniversario di un saggio che ho scritto, dal semplice titolo Alla Divisione donne. Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, era profondamente convinto che kosen-rufu si sarebbe realizzato grazie alle donne. Ricordo con affetto di aver iniziato a scrivere questo saggio proprio il giorno del suo compleanno, l’11 febbraio 1963, pensando a lui. Facendo mio lo spirito di Toda, esortai i membri della Divisione donne a risplendere sempre come dei soli, a recitare Daimoku con coraggio, qualunque fossero le avversità da superare, e ad andare avanti con saggezza per vincere nella vita. Rispondendo cinquant’anni fa a quell’invito, i membri della Divisione donne di tutto il Giappone si sono alzate come “timoniere di felicità”, facendo rotta verso kosen-rufu nei loro settori, capitoli e famiglie.
Si incoraggiavano a vicenda anche in mezzo a problemi come la malattia, le difficoltà economiche e i contrasti familiari, con la certezza che la profondità del loro karma rifletteva quella della loro missione e del beneficio che alla fine avrebbero ricevuto. Sforzandosi di elevare lo stato vitale «giorno dopo giorno e mese dopo mese» (Le persecuzioni che colpiscono il santo, RSND, 1, 885), aprirono nuovi orizzonti nelle loro vite e contribuirono a trasformare positivamente le loro comunità.
Qualunque sofferenza possano incontrare, le donne che sostengono la Legge mistica hanno il potere di cambiare qualsiasi veleno in medicina diventando sicuramente felici. I membri della nostra pionieristica Divisione donne appartenenti al gruppo Molti Tesori hanno accumulato innumerevoli esperienze personali che sono fonte di grande ispirazione. Sono felice di poter affermare che lo stesso spirito è vivo anche nelle giovani, nei membri del gruppo giovani madri e nella Divisione giovani donne.

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C’è una responsabile della Divisione donne che mia moglie e io conosciamo da quando faceva parte della Divisione studenti delle scuole superiori. È figlia di un coreano deportato in Giappone prima della Seconda guerra mondiale e di una giapponese vittima del bombardamento atomico di Nagasaki. Per questi due motivi è stata fortemente discriminata fin dall’infanzia. Ha sofferto anche di problemi congeniti di salute causati dall’esposizione della madre alle radiazioni.
Quando era adolescente un’amica, vedendo la sua disperazione, la incoraggiò con vigore a recitare Daimoku, dicendole che avrebbe rivitalizzato la sua vita. Spinta da una flebile speranza di poter riuscire a cambiare la sua situazione, la ragazza decise di iniziare a praticare il Buddismo di Nichiren. Racconta che presto sentì un’incredibile gioia ed energia, come se avesse trovato nuove prospettive di vita.
Nichiren Daishonin dice: «Myo significa rivitalizzare, rivitalizzare significa ritornare a vivere» (Il Daimoku del Sutra del Loto, RSND, 1, 132). Rivitalizzata dal Daimoku, si buttò a capofitto nelle attività della Soka Gakkai.
In seguito conobbe e sposò un uomo meraviglioso e, superando i problemi di salute, mise al mondo due figli e si trasferì a Yokohama nella prefettura di Kanagawa, il luogo dove il presidente Toda pronunciò la sua Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari. Poiché ne aveva passate tante nella sua vita, giurò di diventare una persona capace di comprendere il dolore e la sofferenza degli altri, e si impegnò con serietà per allargare la rete di pace a Kanagawa. Recentemente mi ha riferito che sua figlia sta ottenendo ottimi risultati in un programma di specializzazione di una importante università della Corea del Sud. Questa è la storia di una madre: una vittoria della dignità umana e dell’uguaglianza, fonte di ispirazione per tutti.
Nella mia proposta di pace per celebrare la giornata della SGI il 26 gennaio di quest’anno, ho indicato queste tre linee guida per la creazione di un mondo in cui prevalga il rispetto per la dignità della vita: 1) La determinazione a condividere le gioie e le sofferenze degli altri; 2) La fede nelle infinite possibilità della vita; 3) Il voto di difendere e celebrare la diversità.
Sono soprattutto le donne della SGI, dotate di spirito positivo, saggezza e apertura mentale, a metterle in pratica nella quotidianità.

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Lo scorso 4 febbraio è stato il centenario della nascita della pioniera dei diritti civili americani Rosa Parks (1913-2005), che ho incontrato per la prima volta il 30 gennaio 1993 nel campus dell’allora Università Soka di Los Angeles (SULA) a Calabasas, in California. Ricordo che in quell’occasione celebrammo il suo imminente ottantesimo compleanno con un dolce preparato da mia moglie.
Questa campionessa dei diritti umani aveva un sorriso timido, puro e meraviglioso. Come è noto, furono le sue parole determinate e coraggiose e le sue azioni volte a combattere un’ingiusta discriminazione razziale, che perdurava da troppo tempo, a cambiare la storia. «Sapevo che qualcuno doveva fare il primo passo»; «Sapere ciò che si deve fare elimina la paura»: queste sono parole che resteranno per l’eternità. Niente è più forte di una donna che agisce con salda determinazione sulla base delle proprie convinzioni. Nessuno può uguagliarla.
Parlando dell’importante contributo dato dalle donne al movimento dei diritti civili, lo storico americano Vincent Harding, con il quale ho portato avanti un dialogo, ha detto: «Se le donne non avessero incoraggiato e ispirato le persone a partecipare alle marce, non avrebbe marciato nessuno». Egli lodò le donne per il loro grande «potere organizzativo a livello comunitario» e per aver di fatto «ispirato le persone, instillando in loro forza e guidandole a partecipare» al movimento per i diritti civili. Proprio come il dottor Harding ha sottolineato più volte, alla base di questo movimento popolare che ha cambiato la storia c’era l’incoraggiamento delle donne. Anche il successo del nostro movimento per kosen-rufu è legato all’incessante incoraggiamento delle donne, e tutta la SGI continuerà a vincere grazie ai membri che si incoraggiano sempre con calore sostenendosi l’un l’altro.

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Il 3 maggio è il “giorno della madre” della Soka Gakkai, il giorno in cui celebriamo le nobili madri di kosen-rufu. È anche il trentacinquesimo anniversario dell’avvio dei piccoli gruppi di studio della Divisione donne, dove i membri si riuniscono insieme per studiare e discutere. Il mese scorso (gennaio 2013), alla riu­nione dei responsabili di centro di Capodanno è stato annunciato il motto di questi gruppi: “Parliamo insieme, impariamo insieme e diventiamo esperte dell’arte della felicità insieme!”. I piccoli gruppi di studio della Divisione donne sono luoghi in cui ci si può riunire per parlare e studiare il Buddismo di Nichiren in un ambiente più intimo rispetto al gruppo o al settore. Sono riunioni che si basano sulla linea guida di Toda secondo cui “kosen-rufu inizia dal dialogo con una singola persona, cuore a cuore”. Proprio per il fatto che questi gruppi sono piccoli, tutti possono ricoprire un ruolo centrale, tutti possono partecipare in ugual misura, a prescindere dalla posizione che hanno nell’organizzazione. Sono riunioni che permettono a tutti di partecipare insieme: questa è la vera forza della Divisione donne. Formati da donne motivate, che si sostengono e si incoraggiano a vicenda, questi gruppi di studio stanno diventando la forza trainante per lo sviluppo di kosen-rufu. Con profonda gratitudine applaudiamo tutte le responsabili dei gruppi di studio e gli altri membri della Divisione donne che, con la loro solare presenza, stanno lavorando senza sosta per allargare in tutto il mondo la rete di persone sorridenti ed esperte di felicità.

Il castello di Soka
risiede nei puri cuori
delle donne che si dedicano a
kosen-rufu,
eternamente fragranti
di tesori di felicità.

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Il futuro delle donne
che stanno aprendo la strada
a un’epoca gloriosa
di
kosen-rufu globale
risplende di speranza illimitata.

La realizzazione di kosen-rufu – la propagazione della Legge mistica in tutto il mondo – era il grande desiderio sia di Shakyamuni che di Nichiren Daishonin. Sono quindi infinitamente profondi i legami karmici che condividiamo come membri della SGI – uniti nel sentiero di mae­stro e discepolo – impegnati a realizzare questo nobile obiettivo in un periodo significativo come il nostro.

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Quest’anno per celebrare la “giornata della SGI”, alcuni rappresentanti dei traduttori e dei redattori della SGI, che sono un ponte fondamentale per costruire kosen-rufu nel mondo, mi hanno donato una copia di un libro di Helen Keller (1880-1968), La maestra Anne Sullivan Macy.
Anche nel campo della traduzione e dell’interpretariato, aspetti fondamentali per realizzare kosen-rufu nel mondo, ci sono molte donne che stanno facendo sforzi inesauribili per studiare e affinare le loro capacità. La loro missione è sempre più importante. Avendo vinto sulle tre disabilità della cecità, della sordità e del mutismo, grazie al metodo di insegnamento profondamente umano di Anne Sullivan (1866-1936), Helen Keller scrisse parole piene di gratitudine per la sua insegnante: «Non ha adattato il suo metodo ai miei limiti, ma ha valorizzato le mie doti interiori affinché io potessi diventare capace di seguirlo». Queste sono parole dal significato profondo. Fin dall’infanzia Anne Sullivan aveva lottato contro molte avversità, inclusa una battaglia contro la cecità terminata con un’operazione di successo che le restituì in parte la vista. È importante non solo identificarsi con gli altri sentendo le loro sofferenze, ma aiutarli a far sgorgare la forza infinita dal loro intimo e impegnarsi insieme per lo sviluppo interiore: questo è anche lo spirito dei membri della Divisione donne che incoraggiano e sostengono gli altri nel realizzare la loro rivoluzione umana.
Ripensando alla sua insegnante Anne Sullivan, Helen Keller scrisse: «Penso che a quel tempo la maestra si sentisse come quelle radici che si muovono nel buio e nel freddo per formare il delicato tessuto dei fiori, ed è per me bello ricordare che quel periodo fu il più ricco di piacere e di soddisfazioni della sua vita, come lei stessa era solita dire».
Quanto è nobile e impegnativo far crescere gli altri, e quanto è profonda la gioia che si prova nel farlo! Pregare, darsi da fare e agire per la felicità dei nostri bambini, dei compagni membri e degli amici: simili sforzi invisibili si manifestano sicuramente nella nostra esistenza sotto forma di meravigliosa buona fortuna e benefici. E questi si riverseranno anche sui nostri figli, sui compagni membri e sugli amici.
Ne La Raccolta degli insegnamenti orali, Nichiren Daishonin afferma che gioia significa possedere saggezza e compassione (BS, 118, 50). Le donne della SGI fanno sbocciare fiori di saggezza, compassione e gioia senza pari nelle loro comunità e nel mondo. Si stanno impegnando instancabilmente per realizzare kosen-rufu, lavorando insieme con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”: nessuno è più forte o più luminoso di loro.
Tsunesaburo Makiguchi, il primo presidente della Soka Gakkai e fondatore dell’educazione Soka, fu un precoce sostenitore dei corsi per corrispondenza per l’educazione delle donne. Era sicuramente motivato dalla ferma convinzione che una maggiore partecipazione delle donne alla società avrebbe contribuito positivamente alla felicità e alla pace di tutta l’umanità. Il suo spirito rifletteva quello di Nichiren Daishonin, che dichiarava: «Non devono esserci discriminazioni tra […] uomini o donne» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341), e «Donne, myo [la mistica verità], e Shakyamuni sono la stessa cosa» (GZ, 842).
Ma la situazione delle donne in Giappone oggi è ancora lontana dall’ideale. Nella relazione del 2012 sulla disparità di genere nel mondo, pubblicata dal forum economico mondiale, il Giappone era al centunesimo posto su centotrentacinque paesi, sfortunatamente molto indietro rispetto ad altre nazioni industrializzate.
Il conte Richard Coudenhove-Kalergi (1894-1972), un pensatore austriaco col quale ho pubblicato un dialogo, ha osservato: «Le donne sono pacifiste molto più convinte degli uomini. Dotate dell’istinto di proteggere la vita, detestano la guerra e le uccisioni. Da questo punto di vista la natura ha dato alle donne una missione unica».
Quando le donne risplendono, anche le loro comunità, la società e il futuro risplendono. Desidero affermare ancora una volta che la strada verso la pace si trova nell’impegnarsi a realizzare una società dove le donne possano risplendere della luce più fulgida.
I membri della Divisione donne della SGI sono pioniere nel tracciare questa via, e meritano il più alto rispetto e la più grande fiducia.

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Il 17 gennaio di quest’anno ha segnato il diciottesimo anniversario del grande terremoto dello Hanshin avvenuto nel 1995 [che devastò la città di Kobe nella prefettura di Hyogo e le aree circostanti della regione del Kansai]. Ho offerto preghiere sincere in memoria di tutti quelli che hanno perso la vita in quel disastro.
Provo profonda gratitudine e rispetto per i nobili sforzi dei nostri membri della Divisione donne nel potente Kansai che, con la determinazione di non farsi mai sconfiggere, si sono dedicate al compito della ricostruzione e hanno riportato alla vita le loro comunità, come fenici che si innalzano dalle ceneri.
Recentemente mia moglie e io siamo rimasti profondamente colpiti dall’esperienza di una responsabile di settore della prefettura di Hyogo, che è apparsa nel Seikyo Shimbun. Sebbene il marito e le due figlie rimasero uccisi nel terremoto di diciotto anni fa, questa donna ammirevole è rimasta salda nella sua pratica buddista e ha continuato a impegnarsi senza sosta per kosen-rufu. Sono rimasto anche colpito dalla profonda compassione delle sue compagne più anziane nella fede, che con un severo incoraggiamento, condiviso nell’esperienza, l’hanno spronata a smettere di soffrire e autocommiserarsi.
Lo spirito empatico del Budda, che condivide le sofferenze e i dolori degli altri e prega per la loro felicità, è il cuore della compassione buddista.
Sopportando ogni genere di calunnia e insulto, come quelli descritti nel Sutra del Loto, abbiamo costruito la SGI, la nostra grande organizzazione per kosen-rufu, stando vicini agli amici e ai compagni membri che lottano e soffrono accanto a noi, offrendo loro sostegno e incoraggiamento, e illuminando anche la disperazione più nera con la luce della speranza. È una straordinaria organizzazione della gente che oggi nel mondo non ha paragoni.

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Una giovane madre che vive nella prefettura di Miyagi perse il suo amato figlio di cinque anni nel devastante terremoto e nello tsunami che colpirono la regione del Tohoku nel marzo 2011. Fu invasa da un dolore infinito. Cercò di reagire con il caloroso sostegno e l’incoraggiamento di amici e familiari, ma trovava difficile ricominciare ad andare avanti. Ciò che alla fine le riaccese la speranza nel cuore fu il legame con la responsabile di settore della prefettura di Hyogo, di cui ho raccontato prima la storia, e con altre donne del Kansai che avevano perso anch’esse i loro cari nel grande terremoto dello Hanshin. Negli ultimi diciotto anni queste donne del “Kansai sempre vittorioso” sono andate avanti con coraggio basandosi sulla Legge mistica, superando anche le sofferenze più grandi. Ispirata dal loro indomabile esempio, la giovane madre del Miyagi ha trovato il coraggio di andare avanti. Ho saputo che si sta impegnando duramente come responsabile del gruppo giovani madri nella sua zona, rafforzata dalla convinzione di vivere e lottare insieme al figlio, che rimane vivo nel suo cuore.

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«Non potrà mai accadere che una donna che recita Nam-myoho-renge-kyo non si riunisca al suo adorato figlio» (Gosho del sakè raffinato, RSND, 1, 968). Il Daishonin scrisse queste parole alla suora laica Ueno [la madre di Nanjo Tokimitsu], condividendo il suo dolore e la tristezza per la morte del figlio sedicenne Shichiro Goro. Continuò a incoraggiarla finché la fiamma della fede non bruciò ancora più luminosa nel suo cuore, una fiamma che fu poi ereditata dall’altro figlio, Nanjo Tokimitsu, che rimase saldo nella fede per tutta la vita. Il Buddismo insegna la non dualità di vita e morte. I nostri amati defunti sono sempre con noi nel nostro cuore. Sono uniti a noi, non si separano neanche per un attimo. Quindi, facendo traboccare la nostra vita del potere della Legge mistica e agendo per il bene del Buddismo, per la felicità degli altri e per la realizzazione di kosen-rufu, possiamo splendidamente illuminare la vita dei nostri amati defunti instillando in loro la «più grande di tutte le gioie» (BS, 124, 54). In ogni caso i nostri sforzi sinceri per incoraggiare e sostenere gli altri sicuramente genereranno una catena infinita di storie entusiasmanti di rivitalizzazione. Questo è il regno di Soka.

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Il Daishonin dice chiaramente: «Tutti i fenomeni che esistono sono manifestazioni della Legge buddista» (WND, 2, 844). Né la rivoluzione umana né l’ottenimento della Buddità in questa esistenza sono separate dalla realtà della nostra vita quotidiana, circondata da ogni tipo di problemi e sfide. Ci possono essere momenti in cui siamo tentati di lamentarci dicendo: «Perché io?», ma recitando e impegnandoci per superare i nostri problemi siamo in grado di manifestare il potere del Budda nella nostra vita. Proprio come i fiori di loto sbocciano bellissimi negli stagni melmosi, maggiori sono le difficoltà e le sfide che affrontiamo nella vita, più splendidi sono i fiori di vittoria che possiamo far emergere con il potere della Legge mistica.
Ricordo alcune parole di incoraggiamento che il Daishonin inviò alla suora laica Toki: «[Tuo marito] mi ha detto che, pur nel dolore per la morte della madre, era grato che fosse spirata in pace, assistita premurosamente da te, e ha aggiunto con gioia che non potrà mai dimenticarlo in nessuna esistenza a venire» (L’arco e la freccia, RSND, 1, 585). Lottando contro la propria malattia, la suora laica Toki aveva assistito la suocera di novant’anni. Consapevole di questi sforzi, il Daishonin ebbe la premura di comunicarle la gratitudine che suo marito aveva espresso per questo.
Non ho dubbi che il Daishonin stia applaudendo gli straordinari sforzi quotidiani di tutte voi. Quindi, qualunque problema possiate affrontare, spero che lo porterete davanti al Gohonzon e reciterete Daimoku con calma, senza farvi condizionare da esso. Facendo così, davanti a voi si spalancherà una via. Inoltre, le vostre preziose esperienze di vittoria fatte grazie alla fede diventeranno a loro volta fonte di speranza e ispirazione per molti altri, in particolare per i giovani.

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Vorrei donare ai membri della Divisione donne alcuni versi di una poesia che la futurologa americana Hazel Henderson compose per sua madre:

Il vero coraggio è questo:
lavorare duramente ogni giorno per gli altri.
Ed è questo il vero valore:
mantenere la fede nel futuro,
pur senza compensi o riconoscimenti.

[la poesia è pubblicata in H. Henderson e D. Ikeda, Cittadini del mondo, Sperling & Kupfer, Milano 2005, pag. 174, n.d.r.]

Ora è il momento di creare il futuro. Con la fiamma della fede che arde ancor più luminosa nel vostro cuore, vi prego di continuare con coraggio e audacia a sfruttare al massimo ogni giornata, ogni mese e ogni anno!
Insieme a voi, nobili donne Soka, reciterò per il rinnovato sviluppo del nostro glorioso movimento per kosen-rufu e incoraggerò calorosamente ogni donna a diventare felice e a vincere, così da gettare una solida base per il centenario della Soka Gakkai nel 2030. Tre urrà per i membri della Divisione donne, che risplendono come soli luminosi di felicità e illuminano il mondo giorno dopo giorno! Insieme trasformiamo tutte le avversità in una fonte di gioia, e conduciamo esistenze positive di vittoria senza fine.

Quanto sono forti e vibranti
le vostre esistenze
pervase dal beneficio
immenso e infinito
della Legge mistica!

9 febbraio 2013

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