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Improvvisamente, la felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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Improvvisamente, la felicità

Francesco Ravetta, Momperone (AL)

Dopo un incidente Francesco è costretto su una sedia a rotelle. Prima di incontrare il Buddismo aveva già ottenuto ottimi risultati, ma è grazie a Nam-myoho-renge-kyo che riesce a colmare il vuoto esistenziale che da sempre lo accompagnava

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Dopo un incidente Francesco è costretto su una sedia a rotelle. Prima di incontrare il Buddismo aveva già ottenuto ottimi risultati, ma è grazie a Nam-myoho-renge-kyo che riesce a colmare il vuoto esistenziale che da sempre lo accompagnava

Ho accolto il Gohonzon nella mia vita l’11 maggio 2019, due mesi dopo aver partecipato per la prima volta a una riunione buddista, senza ancora sapere che varcando la soglia di quella casa tagliavo il traguardo di una ricerca che durava da una vita.
Una vita che, da quel momento in poi, avrei iniziato a vivere davvero.
Prima di allora avevo già affrontato prove molto impegnative, ottenendo degli ottimi risultati, per molti impensabili. All’età di ventidue anni mi sono rotto la spina dorsale in seguito a una caduta da sei metri, con lesione incompleta al midollo. Mi sono ritrovato steso, bloccato dalla testa in giù. Nonostante i dottori mi avessero profetizzato dapprima una vita immobile a letto e dopo su una sedia a rotelle, non ho ascoltato nessuno e ho iniziato il percorso riabilitativo che è tutt’ora in corso, con la convinzione che un giorno sarei riuscito nuovamente a camminare con le mie gambe.
Sono trascorsi dieci anni dal mio incidente, sette dei quali passati sulla sedia a rotelle.
A dispetto di ogni diagnosi, grazie alla determinazione e a furia di fare ginnastica – a volte anche dieci ore al giorno – e grazie al sostegno della famiglia e degli amici, sono arrivato a camminare con le stampelle. Tutto questo prima di incontrare la pratica buddista. Con la forza di volontà ero riuscito a incanalare la rabbia nella ferrea disciplina della riabilitazione. Nonostante questo percorso di successi, ancora prima del mio incidente c’era dentro di me un “mostro” contro cui non riuscivo a combattere, contro il quale né la forza di volontà né le terapie funzionavano. Fin da quando ero un ragazzino ho sempre percepito un vuoto, una tristezza perenne, che ho provato a colmare lavorando come un matto, con l’alcol e con i divertimenti.
A causa dell’incidente fui costretto a concentrarmi su di me e sulle mie forze e questo percorso interiore mi fece percepire la presenza di un’energia nel profondo della mia vita che però non sapevo come raggiungere, con il risultato che mi sentivo ancora più solo.
Finché una mia collega mi invitò a partecipare a quel famoso primo zadankai. Che accoglienza! Mentre ascoltavo per la prima volta Nam-myoho-renge-kyo non riuscivo a non sorridere perché era bellissimo. Finita la recitazione del Daimoku, man mano che mi spiegavano le basi del Buddismo, ero sempre più sbalordito. Mi dicevo: ma no dai, non è possibile, sono arrivato a casa! Finalmente ho trovato come chiamare, anzi richiamare quell’energia: Nam-myoho-renge-kyo.
Da quel giorno ho iniziato a praticare regolarmente e in modo del tutto naturale ho ricevuto il Gohonzon, entrando a far parte della famiglia Soka. Una delle cose che mi meraviglia sempre è vedere come il Gohonzon risponda alle determinazioni che poniamo quando recitiamo Daimoku.
Il beneficio che mi ha sbalordito di più è quello che ritenevo più difficile da realizzare. Dopo circa tre mesi di pratica buddista mi sono ritrovato a domandarmi: “Franci dov’è finita tutta la tua tristezza? Dov’è finito quel buco enorme che ti accompagnava da sempre, dov’è finito quel senso di smarrimento?”.
Cos’è cambiato in questi mesi? È cambiato che Nam-myoho-renge-kyo è diventato la mia vita. In particolare, un giorno ero molto triste e tutto a un tratto, recitando Daimoku, sono esploso dalla gioia “urlando” nel mio cuore: “Realizzerò kosen-rufu!”.
Penso che quel momento sia stata una vera svolta perché ho impresso nel mio cuore il voto di propagare il Buddismo, comprendendo finalmente la mia missione in questa vita.
Per me è stato fondamentale “incontrare” il maestro Ikeda. È successo durante una riunione presso il Centro culturale di Torino, quando hanno proiettato un filmato di Sensei.
Mi colpì come riuscisse a essere allo stesso tempo gentile e severo, dolce e determinato, serio e spiritoso. Da lì compresi il senso del suo voto: dedicare la vita a kosen-rufu.
Il maestro Ikeda da quel momento è diventato la mia guida, mostrando la strada a un ragazzo che non aveva mai accettato la guida di nessuno.
Ho capito che la differenza la fa davvero il nostro cuore, la nostra gratitudine e la nostra determinazione. Ognuno di noi ha le sue caratteristiche, ma ci accomuna lo stesso voto, ed è per questo che anche se ciascuno è chiamato da solo a compiere la propria rivoluzione umana partendo dalla fede e dalla preghiera davanti al Gohonzon, in realtà non è solo, e può contare sui compagni di fede per compiere grandi cose, come Nichiren Daishonin ha scritto nel Gosho Diversi corpi stessa mente: «Quando fra le persone prevale lo spirito di diversi corpi, stessa mente, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno stesso corpo ma diversa mente non possono ottenere nulla di notevole» (RSND, 1, 550); e ancora: «Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti, e una singola verità dissolve molte forze malvagie» (Ibidem).
La mia vita è cambiata! Ora voglio compiere la mia rivoluzione umana, alzarmi da solo, anche in senso letterale, senza stampelle. E voglio riuscire a trasmettere il Buddismo a tantissime persone. Un mese fa sono stato invitato da una grande azienda – che ha visto sui social la mia storia di coraggio e determinazione – a fare da motivatore per i loro impiegati commerciali. Beh, alla fine ho parlato di Buddismo a trentacinque agenti e due di loro sono già venuti con me a zadankai! Voglio vincere insieme a tutti i miei amici, nessuno escluso, per portare la terra del Budda ovunque saremo. Ora che ho incontrato il Gohonzon ne vedremo delle belle.

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