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Volume 26, capitolo 4 "Impetuoso balzo in avanti", puntate 1-15 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:22

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Volume 26, capitolo 4 “Impetuoso balzo in avanti”, puntate 1-15

Entusiasmo e forza di avanzare un passo alla volta sono indispensabili per portare avanti una qualsiasi impresa. Shin’ichi lo sapeva bene e per questo dimostrava apprezzamento per chi si impegnava per la crescita di kosen-rufu

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Entusiasmo e forza di avanzare un passo alla volta sono indispensabili per portare avanti una qualsiasi impresa. Shin’ichi lo sapeva bene e per questo dimostrava apprezzamento per chi si impegnava per la crescita di kosen-rufu

Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

[1] Il grande airone ha preso il volo!
Facendo risuonare il suo battito d’ali, vola verso il cielo
luminoso della vittoria.
In alto, ancora in alto, sempre più in alto…
Ooh! Nel cuore combattivo freme la gioia.
Superando quella vetta ci attende un nuovo giorno.
Si aprirà un nuovo mondo.
Allora avanziamo! Iniziamo la marcia della felicità!

Il “sistema dei capitoli” del secondo atto di kosen-rufu prese il volo maestosamente; ma per poter seguire una rotta sicura, non gli era permesso far riposare le ali.
Shin’ichi Yamamoto si dedicava con tutto se stesso. Il 26 gennaio del 1978, dopo aver concluso le attività a Ehime, Kagawa e Nara, fece rientro a Tokyo e il 27 si recò al Centro culturale di Suginami per partecipare alla riunione di fondazione del capitolo Honan, nel distretto di Suginami, pieno di entusiasmo e intenzionato a dare avvio in modo splendido alle riunioni di fondazione dei capitoli in tutta la nazione, in occasione del lancio del sistema dei capitoli.
A Suginami esisteva già il capitolo omonimo, fin dall’epoca pionieristica, quando si contavano dodici capitoli in totale. La prima responsabile di capitolo era stata Katsu Kiyohara, unica donna a essere nominata con un ruolo centrale su dodici capitoli. All’inizio l’attività era caratterizzata dalla forza esuberante delle donne; ma col passare del tempo erano cresciuti anche responsabili uomini che avrebbero poi svolto un ruolo centrale nella Soka Gakkai.
Shin’ichi decise di partecipare al lancio della fondazione dei capitoli di Tokyo perché riteneva che, nel secondo atto di kosen-rufu, fosse cruciale il rafforzamento dei quartieri residenziali. Nel periodo pionieristico della Gakkai il movimento di kosen-rufu si sviluppò principalmente nelle zone popolari, dove le relazioni umane tra vicini erano informali, i legami forti e lo sviluppo di kosen-rufu avveniva velocemente. Al contrario, nei quartieri residenziali, molte case avevano una recinzione, le relazioni nel vicinato erano diradate e le attività di propagazione presentavano notevoli difficoltà: se non si fosse aperto anche lì un varco per kosen-rufu, il futuro della capitale sarebbe rimasto sbarrato.
Ogni zona deve affrontare condizioni difficili e situazioni particolarmente complesse, ma la missione dei leoni consiste nell’aprire un varco di kosen-rufu proprio in questi luoghi basandosi sulla recitazione del Daimoku, sprigionando saggezza e intraprendendo azioni coraggiose.

[2] Il capitolo Honan era situato a sud-est del distretto di Suginami e comprendeva la prima e la seconda strada Honan, e la prima e la seconda strada Wada, fiancheggiate da abitazioni e negozi. Suginami confinava con i distretti di Nakano, Shibuya e Setagaya, e all’interno del capitolo scorrevano due fiumi, Zempukuji e Kanda.
Vi si contavano quattrocentottanta famiglie di membri, distribuite in nove grandi nuclei (attuali settori), perciò si trattava di un capitolo molto ampio. Tutti i membri ardevano di passione per le attività di propagazione e due anni prima, nel 1976, si erano convertite settantadue famiglie, mentre nel 1977 settantacinque.
L’11 gennaio nel distretto di Shinjuku si svolse una riunione dei rappresentanti delle quattro Divisioni di Tokyo, a cui partecipò Shin’ichi. Quando vide Kenji Saegi, sorridendo gli disse: «Desidero partecipare alle riunioni di lancio dei capitoli di Tokyo. A Suginami c’è una zona di attività in particolare che mi vuole segnalare?».
Saegi rispose immediatamente: «Sì, c’è il nucleo generale (grande settore) Honan che conta quasi cinquecento famiglie di praticanti. Stanno portando avanti un’attività esemplare».
«Questa volta vorrei andare in una zona che si è distinta per il suo impegno, perché desidero lodare e incoraggiare tutti i membri. Tuttavia non sono certo di riuscire a partecipare alla loro riunione perché devo ancora valutare il calendario delle attività».
A quella notizia imprevista Saegi avrebbe voluto saltare di gioia. In seguito continuò a prendere contatti con la sede della Gakkai e la data della riunione venne fissata per il 27 gennaio: «In questa data le probabilità che il presidente Yamamoto vi possa partecipare sono alte», pensò.
La riunione di lancio sarebbe stata la prima in tutto il paese. Il successo della riunione, indipendentemente dalla partecipazione di Shin’ichi, avrebbe esercitato una notevole influenza su tutti i capitoli del Giappone. In ogni cosa l’inizio è il momento più importante. Questa riunione avrebbe costituito il punto di riferimento con cui misurarsi, un traguardo importante per tutto ciò che sarebbe venuto dopo.
L’alpinista italiano Reinhold Messner afferma che il primo passo è collegato all’ultimo e anche l’ultimo passo nasce dal primo.

[3] Kenji Saegi, responsabile di Suginami, rivolgendosi ai responsabili del nucleo generale (grande settore) di Honan disse: «Il presidente Yamamoto ha espresso il desiderio di partecipare alla riunione di lancio di uno dei capitoli e ha scelto di partecipare a quello di Honan. La data stabilita è il 27 gennaio. La sua presenza non è ancora confermata, ma credo che non ci saranno impedimenti».
I presenti, le cui voci tradivano gioia e agitazione, risposero: «Davvero? Che emozione… Realizzeremo sicuramente una riunione stupenda!».
Il 18 sera si tenne un incontro di preparazione tra i responsabili del nucleo generale a cui prese parte anche Saegi.
In quella occasione venne annunciato che la riunione sarebbe stata la prima a livello nazionale e si sarebbe svolta nella grande sala del Centro culturale di Suginami, che aveva una capienza di seicento persone. Se non fossero stati in grado di radunare un numero di famiglie superiore a quello dei membri attuali, in sala ci sarebbe stata un’atmosfera triste. I responsabili dei settori rafforzarono la loro decisione: «Realizziamo una riunione di lancio che veda un’ampia partecipazione, degna dei pionieri, che sia di impulso a tutto il ­paese».
Mancavano meno di dieci giorni alla riunione di lancio della fondazione del capitolo. Inoltre, il 29 gennaio si sarebbero svolti gli esami di Buddismo di primo livello e la maggior parte dei responsabili dei settori quasi ogni giorno studiava con i membri per prepararsi insieme. Anche se la riunione di lancio costituiva un’ulteriore attività, tutti erano entusiasti.
Ogni settore organizzò un incontro tra corresponsabili per decidere nei minimi dettagli chi sarebbe andato a trovare quale membro per informarlo della riunione, o chi dei responsabili avrebbe incoraggiato una determinata persona. Desiderando trovare del tempo libero per poter dialogare con ogni singolo membro, cercarono di trasmettere il significato della riunione e di incoraggiare tutti dicendo: «Recitiamo Daimoku fino in fondo e partecipiamo con uno stato vitale alto e gioioso». Nel portare avanti qualsiasi impresa, una volta delineata la strategia generale è essenziale valutare i minimi dettagli: quando, dove e chi farà cosa.
Nel condurre le attività, gli aspetti non chiariti e lasciati in sospeso, saranno causa di fallimento. Senza omettere nulla, portando a termine ogni piccola cosa, come se stessimo accumulando mattone su mattone, si otterrà sicuramente la realizzazione di un progetto.

[4] Il 23 gennaio, terminato l’ascolto della registrazione audio della riunione dei responsabili di centro presso il Centro culturale di Suginami, tutti i responsabili delle quattro Divisioni del settore si riunirono per la preparazione della riunione di fondazione del capitolo Honan, decisi a realizzare una bellissima riunione e proprio in questa occasione fu deciso di comporre la canzone del capitolo.
Il meeting si sarebbe svolto di lì a quattro giorni. Alcuni volontari, impegnati nella composizione, si confrontavano tra loro: «Inseriamo nella canzone il nome del capitolo Honan. E anche qualcosa sugli zadankai…»; così emersero molte idee, ma le parole adatte non vennero fuori facilmente.
Il testo della canzone doveva essere completato entro il giorno dopo. Cercarono di fare appello a tutta la loro saggezza ma riuscirono a comporre solo due strofe.
Infine presero una decisione coraggiosa: «Non c’è più tempo. Lasciamola così».
La notte successiva una giovane donna che si era laureata in musica compose la melodia e il 25 sera iniziarono le prove del coro. In ogni settore i membri venivano incoraggiati a partecipare sia alla riunione di lancio del capitolo, sia alle riunioni di studio in preparazione degli esami. Un’ondata di recitazioni di Daimoku per il successo della riunione travolse tutta la zona.
Il 27 gennaio Shin’ichi giunse al Centro culturale di Suginami alle 16.30. Si mise subito a scrivere su carta giapponese delle calligrafie: “ciliegio di amicizia e luce”, “ciliegio di amicizia”, “ciliegio di luce”, e così via.
I responsabili di Honan arrivarono presto al Centro culturale e rimasero in attesa. Quando videro arrivare Shin’ichi ebbero la sensazione di vivere un sogno, tanto che qualcuno avrebbe voluto darsi un pizzicotto sulla guancia.
«Ora tutto dipende da quante persone parteciperanno alla riunione!», pensavano.
In seguito, continuando a recitare Daimoku in cuor loro, assistettero alle prove del coro. Avevano la sensazione di aver dedicato tutte le loro energie, ma ognuno ripeteva a se stesso: «Non devo allentare la concentrazione, non devo sentirmi troppo sicuro». Sentirsi troppo sicuri e tranquilli porta a essere negligenti e da ciò nasce la sconfitta. Più una persona rafforza l’ichinen di vincere a ogni costo, più diventa vigile e attenta.

[5] I partecipanti iniziarono ad affluire al Centro culturale di Suginami già dalle 17.30. Alle 18.00 la grande sala era gremita di persone. Tutti avevano il volto colorito, gli occhi pieni di luce e un’espressione raggiante.
Alle 18.30 il conduttore della riunione prese la parola e annunciò il programma e le comunicazioni generali. Subito dopo si sentì una voce: «Buonasera!». Shin’ichi Yamamoto entrò in sala fra applausi ed esclamazioni.
«Diamo inizio alla riunione di fondazione del capitolo Honan» annunciò il giovane conduttore.
Shin’ichi guidò Gongyo e pregò con tutto se stesso affinché i compagni di fede del capitolo fossero avvolti da benefici e fortuna, la zona potesse prosperare e svilupparsi ulteriormente e tutti i capitoli nella nazione potessero dare avvio a una grande crescita.
Terminata la cerimonia di Gongyo, una rappresentante delle giovani donne porse a Shin’ichi un mazzo di fiori in segno di profonda gratitudine da parte di tutti.
«Grazie per il vostro cuore sincero».
Il responsabile di Suginami, Kenji Saegusa, iniziò il suo discorso e, a causa dell’agitazione, la sua voce diventava sempre più acuta.
«Congratulazioni vivissime per questo incontro che brilla di speranza alla presenza del presidente Yamamoto. Questa riunione è la prima della fondazione del capitolo che si tiene in tutto il Giappone! Oggi il nucleo generale (grande settore) Honan darà il via a una nuova partenza come capitolo Honan. Invito tutti noi qui riuniti a costruire un capitolo esemplare per tutta la nazione, colmi di determinazione e spirito pionieristico!».
Quindi il vice presidente Naoya Yamamichi consegnò l’attestato del capitolo Honan al responsabile. Seguì un grande applauso.
Shin’ichi gli disse: «Mi affido a te. È importante che tu prometta in cuor tuo: “Io sono responsabile della felicità di tutte le persone della mia zona! Costruirò il capitolo numero uno del Giappone!”». Il Mahatma Gandhi affermava che fare una promessa è il segreto del progresso.

[6] Dopo la consegna dell’attestato del nuovo capitolo, il vice presidente Naoya Yamamichi iniziò a parlare: «Poiché credo che questa riunione verrà pubblicata sul quotidiano Seikyo, desidero spiegare ai compagni di fede di tutta la nazione le caratteristiche di questo capitolo». I partecipanti si sentirono fieri di essere il primo capitolo fondato nel secondo atto del movimento di kosen-rufu.
Yamamichi parlò dell’estensione della zona, delle caratteristiche locali, dell’ambiente e dei suoi responsabili. Poi venne presentata la canzone cantata da un coro composto da membri delle Divisioni giovani donne, uomini, giovani uomini e studenti.

Nel vento della gioia anche il corpo è leggiadro
aprendo la strada agli amici che stanno soffrendo…

La canzone esprimeva il forte spirito della “famiglia Honan” di condividere le sofferenze degli amici, di incoraggiarsi a vicenda e far fiorire benefici nella zona in cui si vive. La canzone esprimeva con vivacità anche l’atmosfera delle riunioni di discussione che risplendono di sorrisi gioiosi. Quel canto pieno di entusiasmo amplificò in tutti i presenti il sentimento di gioia per la fondazione del capitolo.
La canzone terminò in due minuti, perché aveva solamente due strofe. Shin’ichi Yamamoto capì che si erano sfidati, nonostante i numerosi impegni, ma che non avevano avuto tempo a sufficienza per scrivere la terza strofa. C’erano da fare anche i preparativi per gli esami di Buddismo e da raccogliere le adesioni alla riunione. Shin’ichi comprendeva perfettamente i grandi sforzi fatti dalle persone che avevano composto la canzone. Sicuramente avevano affrontato molte difficoltà, con la fierezza di essere dei precursori.
Terminata l’esecuzione, Shin’ichi si alzò per applaudire ed esclamò: «Meravigliosa! È una canzone concisa e fresca. Proprio perché è breve si può imparare facilmente ed è semplice da cantare. È proprio la canzone precorritrice della nuova era!». Comprendere la sofferenza e lo sforzo delle persone: questi sono i primi requisiti necessari in un leader.

[7] Il programma della riunione proseguì con le determinazioni del responsabile di capitolo: «Sono Mitsunori Takasugi e ho ricevuto la nomina come primo responsabile del neonato capitolo Honan!».
Egli iniziò parlando delle origini del nome Honan e, tirando fuori tutta la sua voce, proseguì: «Non importa se “i tre ostacoli e i quattro demoni” faranno a gara per interferire in questa terra; finché ci sarò io, sono deciso a sconfiggerli. Inoltre trasformerò questa zona nella “terra della luce tranquilla” dove brilla la Legge mistica, perciò state sereni e dedicatevi con gioia all’attività!».
Shin’ichi immediatamente disse: «È così. Così deve essere un responsabile di capitolo». Il responsabile, rivolgendosi a Shin’ichi, si inchinò e continuò il suo discorso.
«Nel nostro capitolo ci sono avvocati, impiegati di banche internazionali, giocatori di golf professionisti, gestori di lavanderie, proprietari di negozi di tofu e di ramen (spaghettini in brodo), perciò è un capitolo caratterizzato da una galassia di persone capaci». Ancora una volta Shin’ichi esclamò: «Fantastico!» Il responsabile di capitolo annuì e continuò a leggere il suo discorso.
«Attualmente il nostro capitolo conta oltre cinquecento famiglie di praticanti, come una grande famiglia; desidero proporre il seguente motto che ho condiviso con tutti i membri andandoli a trovare a casa e dialogando con loro: “Unità, shakubuku e persone di valore”.
«Noi siamo decisi a impegnarci nella comprensione reciproca tra le quattro Divisioni, facendo brillare le caratteristiche individuali e facendo sgorgare la forza derivante dall’unità per realizzare un’ampia propagazione, e saremo i precursori non solo qui a Suginami, ma di tutto il movimento di kosen-rufu in Giappone. Inoltre sono deciso a impegnarmi con tutto me stesso per far crescere persone di valore piene di capacità.
«Perciò, membri del capitolo Honan, prepariamoci a dare avvio a una crescita gioiosa con lo slogan “La famiglia Soka di Honan, numero uno del Giappone per i buoni rapporti!”».
Shin’ichi desiderava che progredissero tutti mantenendo buone relazioni tra loro, proprio come aveva affermato il responsabile di capitolo. In una organizzazione dove ci sono buoni rapporti c’è unità e incoraggiamento. E ci sono anche risate e speranza. Infine c’è la vittoria.

[8] La riunione proseguì con le determinazioni della rappresentante della Divisione donne e con i saluti del vice presidente Eisuke Akizuki. Egli aveva fatto attività nel capitolo Suginami nel periodo pionieristico. Akizuki affermò che la forza dei capitoli nel periodo pionieristico era che ogni singola persona, con lo spirito di “alzarsi da soli e prendere l’iniziativa”, aveva sviluppato una pratica coraggiosa.
«I compagni di fede dell’epoca pionieristica presero spontaneamente l’iniziativa insegnando agli amici il Buddismo e poi questi amici, a loro volta lo insegnarono ad altri amici. In seguito si organizzarono le riunioni di discussione e così nacquero i nuclei, poi i gruppi, fino allo sviluppo dei settori e dei capitoli. Questa è la storia della fase pionieristica della Soka Gakkai».
L’organizzazione non era qualcosa di preesistente; è nata perché ognuno ha agito impegnandosi al massimo. Tutti avevano la consapevolezza di essere i protagonisti dell’apertura della strada del movimento di kosen-rufu. La decisione profonda (ichinen) di essere protagonisti anziché vivere in modo passivo è invisibile agli occhi, ma determina la realizzazione di kosen-rufu.
Akizuki proseguì il suo discorso: «Inoltre all’epoca i membri erano tutte persone semplici, gente del popolo. Soffrivano a causa di malattie e povertà e, proprio quando non c’era nessuno che li aiutava, venne trasmesso loro il Buddismo e iniziarono a praticarlo come se fosse la loro àncora di salvezza».
«I membri anziani nella fede si presero cura di loro con tutte le forze, col desiderio di farli crescere come persone di valore. Colpiti da questa passione e convinzione, i nuovi membri si impegnarono nella pratica buddista e divennero dei pionieri del movimento di kosen-rufu.
«Poi fecero shakubuku agli amici che come loro stavano soffrendo, uno dopo l’altro. Vedendoli con i propri occhi rinascere in modo splendido, provarono sempre più gioia e rafforzarono la loro convinzione nei confronti del Buddismo continuando a dare prove concrete attraverso i loro benefici.
«Basandosi su questo spirito pionieristico vorrei incoraggiare i nuovi responsabili di capitolo delle Divisioni uomini, donne e tutti gli altri responsabili, ad approfondire la conoscenza di ogni singolo compagno di fede creando legami di profonda fiducia, in modo che ognuno possa sentirsi libero di confidarsi. Perciò che ne dite di impegnarci al massimo, senza lesinare nessuno sforzo, affinché tutti possano essere felici e diventare persone di valore?».
Quando desideriamo e preghiamo con tutto il cuore per il bene altrui, siamo noi stessi i primi a crescere e a ricevere benefici.

[9] Infine giunse il momento del discorso del presidente Shin’ichi Yamamoto. Rivolgendosi al coro che aveva cantato la canzone del capitolo, disse: «Desidero regalare ai membri del coro la coccarda che indosso oggi». A queste parole seguì un applauso che fece quasi tremare la sala. Un responsabile che si trovava accanto a Shin’ichi consegnò la coccarda ai membri del coro.
Una volta terminato l’applauso, disse: «Non sentitevi obbligati ad applaudire durante la riunione» e poi espresse parole d’augurio per la fondazione del capitolo Honan.
«Un viaggio di mille miglia inizia da un primo passo, così come l’oceano si forma a partire da una singola goccia. Sono convinto che questa riunione segni un nuovo passo del movimento di kosen-rufu. Mentre mirate all’ottenimento della Buddità in questa esistenza, il vostro sviluppo colmo di benefici è certo. Nutro grandi aspettative sulla vostra crescita da qui a dieci anni».
Poi sottolineò il significato dei capitoli nell’organizzazione.
«La maggior parte delle organizzazioni ha la sua sede principale, così come le aziende hanno la loro sede centrale e le catene commerciali hanno il negozio principale che fungono da fulcro.
«Poi ci sono le sedi locali, come le succursali e le filiali. Tuttavia, i nostri capitoli non sono mere succursali della sede centrale della Gakkai. Il capitolo ha la stessa responsabilità e missione della sede centrale: preoccuparsi del bene dei membri che si stanno impegnando nella pratica in quella zona e per la comunità.
«Dal punto di vista organizzativo, la sede centrale della Gakkai è il fulcro nazionale, ma dal punto di vista della consapevolezza bisogna decidere che il proprio capitolo è la sede centrale nella propria comunità e impegnarsi fino in fondo a stabilire e diffondere il Buddismo. Siete d’accordo?».
«Sì!», risposero tutti alzando la mano in segno di assenso.
«Vi ringrazio, ma non è necessario che vi scomodiate ad alzare le mani se non ne avete voglia, solo perché lo fanno gli altri».
Tutti scoppiarono a ridere.
«È pur vero che rimanendo immobili le spalle si irrigidiscono, perciò per la vostra forma fisica fa bene alzare le mani ogni tanto».
Di nuovo scoppiarono risate. Shin’ichi desiderava sciogliere la tensione dai cuori dei partecipanti cercando di distendere l’atmosfera. Le piccole attenzioni favoriscono una grande crescita.

[10] Una volta sciolta la tensione, Shin’ichi citò un passo dalla Raccolta degli insegnamenti orali: «Nel Buddismo viene spiegato che: “La nostra testa corrisponde a myo, la gola a ho, il torace a ren, lo stomaco a ge e le gambe a kyo. Perciò il nostro corpo alto cinque piedi costituisce i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo”» (BS, 110, 53).
«Noi stessi siamo entità di Myoho-renge-kyo. Troviamo scritto che le gambe corrispondono a kyo e, in senso ampio, ciò indica le nostre azioni. Dovremmo considerare il luogo in cui viviamo come la terra da sempre esistita nei tre tempi di passato, presente e futuro a cui siamo uniti da un profondo legame karmico, perciò decidere: “Realizzerò sicuramente kosen-rufu in questa zona. La farò diventare un giardino di felicità”. Poi agire con coraggio. «Senza questo tipo di decisione e di azione concreta, anche dopo decine di anni vissuti in un luogo, kosen-rufu non avanzerebbe. Per i compagni di fede della fase pionieristica, più erano dure le critiche verso la Gakkai da parte dell’ambiente, più facevano ardere il loro spirito combattivo. Senza lasciarsi minimamente influenzare dagli attacchi, qualsiasi cosa accadesse continuavano nella propagazione con tutte le loro forze.
«In questo modo la strada di kosen-rufu si è aperta e tutti hanno ricevuto grandi benefici. Per questo motivo erano colmi di gioia e di speranza.
«Adesso che ci troviamo davanti al secondo atto di kosen-rufu, questo nuovo sistema dei capitoli serve come stimolo per rinnovare la nostra decisione. Non è questione di nome o di forma».
Tutti osservavano Shin’ichi colmi di determinazione. Le sue parole penetravano nel cuore di ognuno. «È un errore pensare che kosen-rufu si trovi da qualche parte lontano, in un luogo diverso da quello in cui ci troviamo. Si trova dentro di noi, dentro le nostre famiglie, nei legami con i nostri vicini, nella cerchia dei compagni di fede che si dedicano alla Legge. È in questi ambiti che bisogna costruire il modello di kosen-rufu. Consolidiamo la terra dove poggiano i nostri piedi. Questo è ciò che desidero sottolineare più di qualunque cosa. Se non rafforziamo la terra sotto i nostri piedi, anche se riuscissimo a costruire un’organizzazione meravigliosa, alla fine essa crollerebbe come un castello di carte».

[11] Shin’ichi Yamamoto continuò il suo discorso rivolgendosi a tutti i responsabili di capitolo delle Divisioni uomini, donne e a tutti i compagni di fede del paese: «Adesso vorrei parlare della fede necessaria per ricevere benefici.
«Coloro che hanno una fede profonda, sicuramente riceveranno benefici. Al contrario, coloro che solo esteriormente mostrano di impegnarsi nella fede, ma in realtà non si sforzano di portare avanti la pratica buddista, anzi sono pigri, non riceveranno alcun beneficio. Questo perché è possibile ingannare gli altri, ma non è possibile ingannare la legge di causalità del Buddismo.
«Inoltre, ciò che più dovremmo temere è la tendenza a criticare gli altri e a provarne invidia. Questo cancella la fortuna che si è accumulata nel tempo, oscura il nostro cuore e appesantisce la condizione vitale. Tutto questo romperà l’unità per kosen-rufu. In questo modo una persona, da sola, spinge se stessa verso l’infelicità. Al contrario, se ci impegniamo con un atteggiamento benevolo, apprezzando e sostenendo le persone, e ci sforziamo nella pratica buddista, potremo provare commozione, gratitudine e vivere ogni cosa con gioia.
«Questa è la rivoluzione umana. Non sono la posizione o la responsabilità che determinano la felicità. Inoltre, la vittoria o la sconfitta nella vita non si decidono in uno o due anni. Ci vuole tutta la vita: non bisogna avere fretta né atteggiarsi, ma continuare a vivere in modo normale, rimanendo coerenti a se stessi, ardendo dello spirito di shakubuku e passo dopo passo realizzare la propria missione, costruendo una condizione vitale di completa soddisfazione.
«In particolare ai responsabili di capitolo delle Divisioni uomini e donne chiedo di andare a trovare assiduamente ogni persona, insieme ai membri anziani della Divisione guide, e di incoraggiarla. Siate convinti che questa è la migliore pratica buddista che si possa fare. Piuttosto che pensare di far agire qualcun altro, agiamo noi per primi».
Impegnarsi nel dialogare per il bene del Buddismo e dei compagni di fede, fa sì che nelle nostre vite pulsino gioia e senso di pienezza. In questo troviamo la nostra più profonda ragione di vita e di felicità.

[12] I responsabili del capitolo Honan, ascoltando Shin’ichi Yamamoto che parlava con voce energica del comportamento dei responsabili di capitolo delle Divisioni uomini e donne, pensarono tra sé: «Stiamo ascoltando direttamente questa guida dal presidente Yamamoto come rappresentanti di tutti i responsabili di capitolo del paese. Non esiste onore più grande di questo».
Shin’ichi sorrise e disse: «Non pensate di dovervi mostrare migliori di quello che siete perché siete i responsabili centrali. Siate voi stessi. L’importante è che voi responsabili siate come buoni fratelli e sorelle per i membri del capitolo. Inoltre, chiedo ai responsabili delle Divisioni uomini e donne di prefettura e di quartiere di essere come buoni fratelli e sorelle maggiori.
«Nel Buddismo esiste il sangha che originariamente rappresentava il gruppo di coloro che avevano preso i voti e si impegnavano nella pratica buddista, ma ai giorni nostri indica i fratelli e le sorelle dell’armoniosa famiglia Soka.
«Tutti noi siamo fratelli e sorelle legati fin dal remoto passato attraverso l’eredità della fede nel Gohonzon. Esorto voi responsabili delle Divisioni uomini e donne a prendervi cura dei preziosi figli del Budda che sono i vostri fratelli e sorelle, e a farli crescere come magnifiche persone di valore per kosen-rufu. Con la convinzione che in questo modo crescerete anche voi, realizzerete la vostra rivoluzione umana e sarete felici, date inizio a questa sfida come leoni all’attacco. Infine esprimo le mie preghiere per la vostra felicità e concludo il mio discorso». La sala risuonò di un applauso pieno di gioia e determinazione.
Prendendo in mano un mazzo di fiori che gli era stato donato, Shin’ichi andò tra i partecipanti. Al colmo della gioia tutti si alzarono per accoglierlo.
Shin’ichi ringraziava continuando a camminare fra le persone; poi si rivolse a una signora anziana con gli occhiali che indossava un tipico abito giapponese: «Grazie per la sua partecipazione. Per favore continui a prendersi cura di lei e viva il più a lungo possibile. Prego per la sua salute e longevità».
Rivolgendole queste parole Shin’ichi le donò il mazzo di fiori che aveva in mano. Cercare di incoraggiare anche una sola persona in più, senza lesinare le proprie energie: questo è il cuore, l’atteggiamento di un leader.

[13] La signora che ricevette il mazzo di fiori da Shin’ichi Yamamoto sorrise e continuò a ripetere: «Come sono felice… Come sono felice…». Dietro di lei c’era un uomo anziano con i capelli bianchi e gli occhiali, probabilmente il marito, che aveva gli occhi lucidi.
Shin’ichi si rivolse ai presenti: «Cantiamo insieme una canzone della Gakkai e diamo inizio a questo viaggio verso il secondo atto di kosen-rufu. Il capitolo Honan sta guidando la prima linea». Senza bisogno di annunci, tutti intonarono la canzone della Rivoluzione umana, accompagnati dal suono del pianoforte.

Alzati, anch’io mi alzo.
Nella terra di
kosen-rufu
bisogna alzarsi da soli…

Anche Shin’ichi cantò insieme a loro. Cantò come se volesse urlare: «Miei compagni di fede del capitolo Honan, alzatevi!».
Dopo i tre Daimoku di chiusura lasciò la sala salutando con la mano e disse: «Grazie a tutti. Fa molto freddo, perciò fate attenzione a non prendere il raffreddore. Tornate a casa con prudenza».
Fuori soffiava un vento gelido, ma i cuori di tutti ardevano dello spirito combattivo di costruire il loro capitolo.
Da quel giorno il capitolo Honan diede avvio a una grande crescita. I responsabili si recavano da ogni singolo membro per dare consigli nella fede e incoraggiare. Qualcuno aveva ritagliato dalle pagine del quotidiano Seikyo la sezione con la guida e le esperienze, e se la portava dietro incollata su un quaderno per farla leggere ai compagni di fede, mentre continuava a incoraggiarli con tutte le forze.
In un settore i membri della Divisione uomini crearono dei piccoli gruppi specifici nominando come referenti i responsabili di settore e gruppo, con lo scopo di approfondire la fede insieme.
Ad esempio, un gruppo venne chiamato New power group ed era costituito dai nuovi membri; un altro “gruppo edile”, perché vi si radunavano persone che lavoravano nel campo dell’edilizia; il “gruppo giovani leoni” invece era costituito dai membri giovani della Divisione uomini; il “gruppo pionieri” da coloro che avevano iniziato a praticare nell’epoca pionieristica; mentre il “gruppo residenziali” era costituito da coloro che abitavano nei complessi residenziali.
Il fatto di poter parlare tra loro di problemi comuni, con franchezza, rafforzò ulteriormente l’unità.
Quando la decisione si trasforma in saggezza e in azione, allora c’è sviluppo.

[14] «Se portiamo avanti le cose in modo incompleto, falliremo sempre»: queste sono le parole di Napoleone che il presidente Yamamoto aveva inciso nel cuore fin da giovane. Egli aveva deciso di prendersi cura del sistema dei capitoli appena avviato finché non avesse iniziato a funzionare.
Dopo aver partecipato alla riunione di fondazione del capitolo Honan, nel quartiere Suginami di Tokyo, il 30 gennaio si recò presso il Centro culturale di Tachikawa dove si sarebbe tenuta la riunione per i responsabili di capitolo dell’area 2 di Tokyo. Era una riunione dedicata alle nomine e vi avrebbero partecipato tutti i nuovi responsabili di capitolo delle quattro Divisioni.
Shin’ichi pensava di utilizzare questa nuova partenza per parlare del comportamento dei responsabili. Iniziò il suo discorso toccando i temi dello studio e della fede. Il giorno precedente aveva visitato il luogo dove si stavano svolgendo gli esami di Buddismo di primo livello a Tachikawa, per incoraggiare i partecipanti. Dopo aver lodato coloro che stavano sostenendo quest’attività dietro le quinte, girò silenziosamente nelle varie classi come per vegliare sugli esaminandi.
C’era un giovane che, smarrito, si era bloccato. Alzò lo sguardo e in quel momento vide il volto sorridente di Shin’ichi. Annuendo in silenzio era come se gli dicesse: «Non ti preoccupare. Stai tranquillo» e gli diede un colpetto sulla spalla. Il giovane si riprese e cominciò a scrivere con rinnovato vigore.
Lungo il corridoio Shin’ichi incontrò un responsabile di centro della Divisione uomini che gli disse: «Ci sono membri che ho seguito durante la preparazione che ora stanno sostenendo l’esame. Abbiamo tutti rinunciato ai vari impegni di fine e inizio anno per studiare insieme, e adesso sono agitato all’idea che possano superare o meno l’esame».
Poi con un’espressione seria disse a Shin’ichi: «Sensei, il 15 di questo mese ho sostenuto l’esame di livello superiore, ma sono stato bocciato. Sono veramente un incapace».
«Va bene così… Non ti preoccupare, gli esami ci saranno sempre».

[15] Shin’ichi Yamamoto continuò: «Tu hai sostenuto con tutto te stesso i membri che stavano preparando l’esame di primo livello con lo spirito di far crescere i successori, e ciò significa “mettere in pratica lo studio”. È meraviglioso ciò che hai fatto, è una cosa nobile. Sicuramente non avrai avuto tempo per studiare per il tuo esame.
L’importante è che tu lo superi alla prossima occasione; oppure la volta successiva, o quella dopo ancora. La cosa più importante è leggere il Gosho, studiare il Buddismo, approfondire la dottrina e continuare a portare avanti lo studio. Gli esami esistono per darci un obiettivo e studiare».
Infine gli strinse la mano.
Alla riunione dei responsabili di capitolo dell’area 2 di Tokyo, ricordandosi di questo incontro, Shin’ichi affermò: «Quest’anno, come già il precedente, è dedicato allo studio”. Si sono svolti gli esami di livello superiore e di primo livello e fra i responsabili di prefettura, di quartiere e di centro, alcuni non sono riusciti a superare l’esame di livello superiore. Ci sono diversi responsabili anche molto conosciuti che fino a oggi non sono riusciti a superare gli esami. Le valutazioni vengono fatte con rigore dal Dipartimento di studio.
«I responsabili sono coloro che dovrebbero approfondire lo studio del Buddismo più degli altri e naturalmente il mio desiderio è che tutti siano promossi. Ogni giorno e ogni sera essi hanno profuso tutte le energie nell’incoraggiare i membri più giovani nella fede, pertanto molti di loro non hanno avuto tempo sufficiente per studiare. Il Gohonzon è a conoscenza di tutto questo, perciò non serve lamentarsi della bocciatura o perdere fiducia in se stessi. Siate orgogliosi di essere riusciti a far promuovere i membri più giovani nella fede e di averli fatti crescere, e siate convinti che tutto ciò vi porterà grandi benefici.
«Chiedo inoltre ai membri più giovani nella fede di rispettare e avere la massima gratitudine per i membri anziani che si sono presi cura di loro e che non sono riusciti a superare l’esame di livello superiore. Così si creano forti legami. Questo è il Buddismo, questa è la fede, è il modo di vivere che contraddistingue il mondo della Gakkai».
L’unità nasce dalla gratitudine.

(continua)

(traduzione di Tamiko Kaneda – ha collaborato Tadashi Nitaguchi)

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