Discorso del presidente della Soka Gakkai, Minoru Harada, alla settima riunione dei responsabili di centro tenutasi nella regione del Kansai, il 6 febbraio 2022
Congratulazioni vivissime per questa settima riunione dei responsabili di centro!
Nel 1995, durante uno dei suoi viaggi di pace negli Stati Uniti, il maestro Ikeda pensando ai compagni di fede del Kansai, da poco colpito da un disastroso terremoto, disse: «I miei grandi amici del Kansai continuano a prendersi cura degli altri, ancora prima di se stessi, accorrendo in loro sostegno e continuando a incoraggiarli». E ancora: «Nessuno può eguagliare chi si prende cura degli altri e incoraggia i propri amici».
Senza dubbio, gli indomiti compagni di fede della provincia di Hyogo e della regione del Kansai risplendono oggi come fari di speranza per il mondo intero. Cari amici di Hyogo, grazie di cuore!
Quest’anno sono trascorsi settant’anni dalla campagna di febbraio, che diede origine alla tradizione di febbraio come mese dello shakubuku.
Nove mesi dopo la nomina a secondo presidente del maestro Toda, quando aveva dichiarato l’obiettivo di raggiungere settecentocinquantamila famiglie di praticanti, la propagazione non stava procedendo nel modo sperato: ogni capitolo infatti riusciva a introdurre al Buddismo del Daishonin al massimo un centinaio di famiglie al mese.
Perciò, a febbraio del 1952, l’allora ventiquattrenne Daisaku Ikeda assunse la guida del capitolo Kamata di Tokyo come consigliere, per aprire una breccia nella propagazione. Egli intraprese azioni decisive che portarono quel capitolo a raggiungere in un solo mese duecentouno nuove famiglie di membri. Riuscì così ad abbattere in modo sbalorditivo tutti i muri che ostacolavano il cammino e a far spiccare il volo alla Soka Gakkai verso la realizzazione dell’obiettivo di settecentocinquantamila famiglie.
Come riuscì Sensei a vincere quella battaglia epocale che ha segnato la storia di kosen-rufu? Lo racconta un compagno di fede che all’epoca era responsabile nel capitolo Kamata e in quel periodo si impegnò a fianco del maestro Ikeda.
Sensei spiegò che per far avanzare lo shakubuku sono necessari tre punti fondamentali:
- Lo shakubuku inizia dalla preghiera.
- Lo shakubuku inizia dal prendersi cura dei propri vicini.
- Per fare shakubuku è essenziale raccontare le proprie esperienze di fede.
Sono punti che Sensei ha messo in pratica in prima persona. Nell’approfondire nuovamente ciascuno di questi tre punti, così chiari e semplici, sono colpito dal fatto che racchiudano l’essenza della “fede della rivoluzione umana” e della “fede per kosen-rufu”.
Quando il maestro Ikeda propose l’obiettivo di fare shakubuku a duecento famiglie nell’arco di un mese, il responsabile di capitolo ribatté: «È impossibile!». A quelle parole, Sensei rispose immediatamente, con tono gentile: «Allora lo farò io!».
Non si tratta di lasciar fare a qualcun altro, ma di farlo noi, in prima persona: questo senso di responsabilità è il punto di partenza di ogni cosa.
Alcune persone commentarono: «Che esagerazione!». Ma Sensei rispose con calma: «E se per me non fosse così esagerato?».
E fu proprio così. Sensei mostrò la prova concreta attraverso un grande risultato, dando l’esempio a tutti.
Determiniamo insieme di imparare dalla lotta del nostro maestro e di portarla avanti!
Ora, a settant’anni da quel momento, ci troviamo ad affrontare l’ostacolo della pandemia da Coronavirus.
Una volta Sensei, nel 2014, prima dell’inizio della “nuova era di kosen-rufu mondiale”, diede la seguente guida: «Aprite dentro di voi una vasta e profonda condizione vitale e realizzate uno straordinario hosshaku kempon (abbandonare il transitorio e rivelare l’originale) vostro e della Soka Gakkai. Conto su di voi!».
Nel Gosho si legge: «[Quando] causa interna e causa esterna […] funzionano in armonia; in tal modo si utilizzerà la compassione dei propri poteri sovrannaturali liberamente esercitati per elargire ampiamente agli esseri viventi benefici incontrastati» (cfr. La dichiarazione unanime dei Budda…, RSND, 2, 811).
Quando la missione di Bodhisattva della Terra, che è inerente alla nostra vita come “causa interna”, si armonizza alla “causa esterna” costituita da grandi prove e avversità, allora manifestiamo “la compassione dei nostri poteri sovrannaturali”, esercitandola liberamente per condurre tutte le persone alla felicità.
In altre parole, ora è il momento di realizzare uno straordinario hosshaku kempon, personale e dell’intera Soka Gakkai!
Con questa determinazione nel cuore, abbattiamo qualsiasi muro di fronte a noi e facciamo sì che la Soka Gakkai prenda con coraggio il volo come religione mondiale!
Lo spirito portato avanti da Sensei nella campagna di febbraio fu quello di celebrare il mese della nascita del maestro Toda con un meraviglioso risultato nella propagazione: si tratta quindi del desiderio sincero di ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro.
Per noi discepoli del maestro Ikeda, proteggere e sviluppare ulteriormente la Soka Gakkai che egli ha costruito lottando anche a costo della vita, è una sfida per ripagare il nostro debito di gratitudine nei suoi confronti.
In passato Sensei diede la seguente guida: «Il maestro Toda affermò: “L’espressione ‘comunità dei monaci’ contenuta nel Sutra del Loto, in termini moderni si riferisce al fatto di prendersi sempre la massima cura dell’organizzazione, per far sì che questa possa svilupparsi e progredire. Ai giorni nostri, prendersi cura dell’organizzazione, del sangha armonioso, significa impegnarsi nella più nobile pratica buddista, ovvero dedicarsi alla realizzazione di kosen-rufu”. Non bisogna mai dimenticare questo appello del maestro a proteggere il nostro sangha armonioso per realizzare kosen-rufu».
Allontanandosi dalla Soka Gakkai non esiste legame di maestro e discepolo, non esistono kosen-rufu e la rivoluzione umana.
Nonostante le difficoltà personali che state affrontando nelle circostanze derivanti dalla pandemia, tutti voi state continuando a incoraggiare i compagni di fede e a portare avanti le attività con creatività e inventiva, determinati ad adempiere assolutamente alla vostra missione, qualsiasi cosa accada: la fortuna e i benefici che ne derivano sono incommensurabili.
Nel descrivere la natura di coloro che di fronte alle persecuzioni avevano abbandonato la rete dei discepoli impegnati per kosen-rufu, Nichiren Daishonin afferma: «Si credono tanto saggi […] queste persone irragionevoli» (Lettera da Sado, RSND, 1, 271). In altre parole li ammonisce dicendo che, sebbene ritengano di essere i più saggi, in realtà sono solo individui irragionevoli.
Le persone che provano gratitudine sono umili. Al contrario, coloro che non riconoscono i propri debiti di gratitudine sono arroganti.
Senza perdere mai di vista la rigorosa legge di causa ed effetto, rinnoviamo il nostro spirito di gratitudine verso Sensei e verso i compagni di fede, e continuiamo a impegnarci per ripagare i nostri debiti di gratitudine!
Nel romanzo La nuova rivoluzione umana, Sensei cita la campagna di febbraio: «Quando i discepoli hanno spirito di ricerca nei confronti del proprio maestro – ovvero cercano di afferrarne lo spirito e decidono di combattere al suo fianco – la vita stessa del maestro pulsa e fluisce nelle loro vene» (NRU, 3, 256).
Ricerchiamo lo spirito e il cuore di Sensei, impegniamoci al suo fianco e, partendo dal nostro personale hosshaku kempon, illuminiamo con i raggi della speranza le nostre comunità e la società intera!