Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Impariamo dal Gosho e dal maestro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:07

631

Stampa

Impariamo dal Gosho e dal maestro

Il requisito più importante per riuscire ad avanzare insieme nell’unità di itai doshin è che ognuno di noi ponga al centro la non dualità di maestro e discepolo. Attraverso questa unità possiamo attivare il grande potere della Legge mistica

Dimensione del testo AA

Il requisito più importante per riuscire ad avanzare insieme nell’unità di itai doshin è che ognuno di noi ponga al centro la non dualità di maestro e discepolo. Attraverso questa unità possiamo attivare il grande potere della Legge mistica

Siamo in piena esate. Auguro a tutti di trascorrere delle giornate serene insieme ai familiari e agli amici. Cerchiamo di utilizzare questi giorni per ritemprarci e rafforzare la nostra fede (in giapponese shinjin: “cuore che crede”).
Viviamo in un periodo difficile, da tutti i punti di vista, sociale, politico, economico…. e tuttavia proprio questo caos è lo “scenario” più adatto per diffondere la Legge mistica. Il presidente Makiguchi diceva: «Non può esserci un Budda egoista che cerca i benefici solo per sé. Una persona non può diventare un Budda senza portare avanti la pratica del bodhisattva» (Seikyo Shimbun, 10 giugno 2018).
Incontrare difficoltà è normale, il punto è con quale convinzione le affrontiamo.
Non possiamo immaginare le difficoltà che verranno, per questo è necessario rafforzare sempre di più la nostra fede. Come scrive il Daishonin: «Si verifica sempre qualcosa fuori dal comune all’alzarsi e all’abbassarsi delle maree, al comparire e scomparire della luna, al passaggio dalla primavera all’estate, dall’estate all’autunno e all’inverno; lo stesso avviene quando una persona comune consegue la Buddità. In quel momento i tre ostacoli e i quattro demoni invariabilmente appariranno: il saggio si rallegrerà, mentre lo stupido indietreggerà» (RSND, 1, 568).
I nostri punti di riferimento nella fede sono il Gosho e il maestro. L’importante è seguire l’esempio del maestro Ikeda, cercare di fare come lui: dedicarsi agli altri, recitare Daimoku per tutte le persone, per far progredire kosen-rufu, con l’intenzione di realizzare la felicità di tutti. Questa è l’unica via.
Seguendo il suo esempio, pian piano possiamo comprendere il Buddismo. La cosa più importante è essere buoni discepoli.
Per quanto ci diamo da fare, se scegliamo un punto di riferimento sbagliato l’effetto sarà conseguente. Quindi, cerchiamo di non sbagliare!
Il Gosho e le guide di Ikeda sono il nostro unico riferimento, nessun altro. Se prendiamo un altro riferimento, andiamo fuori strada. Se, ad esempio, seguiamo una persona, sicuramente si creano fazioni, e creare fazioni significa distruggere il nostro samgha. Perciò è importante sforzarci di creare unità.
La chiave per realizzare kosen-rufu è il legame maestro-discepolo e il legame tra compagni di fede. Sensei scrive: «Il rapporto maestro-discepolo è necessario per praticare correttamente la Legge e assicurarne la trasmissione. Anche il Daishonin diede sempre particolare importanza alla frase “seguire la Legge, non le persone”. […] Oltre a quella di maestro e discepolo, c’è un’altra relazione umana che si basa sulla Legge: quella tra compagni di fede, espressa idealmente nel principio di itai doshin. […] Finché alla base della Gakkai vi sarà la relazione maestro-discepolo, sarà possibile forgiare uno splendido disegno di solidarietà tra i discepoli» (Il mondo del Gosho, pag. 139).
Il requisito più importante per riuscire ad avanzare insieme nell’unità di itai doshin è che ognuno di noi ponga al centro la non dualità di maestro e discepolo. Attraverso questa unità possiamo attivare il grande potere della Legge mistica (cfr. BS, 189, 43).
Un mese fa, il 5 giugno, a Roma, il premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel e il maestro Daisaku Ikeda hanno lanciato ai giovani di tutto il mondo “un appello per la resilienza e la speranza”. Il giorno dopo circa mille giovani si sono riuniti e hanno preso la decisione di raccogliere il testimone e impegnarsi in prima persona nel diffonderlo il più ampiamente possibile per creare una nuova storia dell’umanità.
Il senso di questo appello è la rivoluzione umana di ognuno. L’importante è fare un piccolo passo ogni giorno, in ogni momento, con il desiderio di migliorare se stessi insieme agli altri. Cerchiamo di comprenderne il messaggio profondo e sosteniamo i giovani nel portarlo avanti, con fiducia totale nelle loro capacità.
Abbiamo il mezzo per farlo, la nostra forza è il Daimoku. Ci vuole una profonda decisione, continuando a recitare Daimoku e ad agire per la felicità nostra e degli altri.

• • •

Cos’è la resilienza?

Il 5 giugno a Roma è stato presentato l’appello alla resilienza e alla speranza di Adolfo Pèrez Esquivel e Daisaku Ikeda, rivolto ai giovani di tutto il mondo, Approfondiamo il significato di “resilienza” in questo estratto dalla Proposta di pace 2014

La resilienza è un termine derivato dalla fisica che descrive l’elasticità o capacità di un materiale di tornare alla sua forma originale dopo essere stato sottoposto a una sollecitazione esterna. Per analogia, il termine resilienza è stato in seguito usato in diversi campi per esprimere la capacità delle società di riprendersi da gravi scosse, come una distruzione ambientale o una crisi economica. Nel caso dei disastri naturali, migliorare la resilienza significa rafforzare le capacità sotto ogni aspetto: dall’impegno per evitare e mitigare il danno alle disposizioni di aiuto verso le persone colpite, al supporto al processo spesso lungo e laborioso della ripresa.
[…] La resilienza, in altre parole, non va intesa semplicemente come la nostra capacità di prepararci e reagire alle minacce, bensì come realizzazione di un futuro pieno di speranza, radicato nel desiderio naturale delle persone di lavorare insieme a obiettivi comuni e di percepire in maniera tangibile il progresso verso tali obiettivi. La resilienza dovrebbe essere vista come un elemento integrante del progetto, condiviso dall’umanità, di creazione del futuro, progetto al quale chiunque in qualunque luogo può partecipare, e che getta basi solide per una società globale sostenibile.
[…] Per me, questa è la sfida della creazione di valore: il processo con cui ogni persona, nel proprio rispettivo ruolo e con le proprie capacità, si impegna a creare quel valore che sta solo a lei realizzare per apportare beneficio ai concittadini, alla società tutta e al futuro.
(D. Ikeda, BS, 164, 7)

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata