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“Il voto”, puntate 14-22 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:09

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“Il voto”, puntate 14-22

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CONTESTO STORICO

Il 1982 è un anno senza precedenti per le attività per la pace della Soka Gakkai. Vengono organizzati Festival dei giovani, conferenze, mostre. Il 26 gennaio 1983 Shin’ichi Yamamoto presenta la prima Proposta di pace all’Onu e l’8 agosto viene insignito del Premio delle Nazioni Unite per la pace.

Potete leggere le puntate del volume 30 pubblicate su www.sgi-italia.org/riviste/nr/
Nella narrazione l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

[14] Il 18 e il 19 settembre 1982, presso lo Stadio dei Leoni di Seibu a Tokorozawa, nella prefettura di Saitama, si tenne il secondo Festival culturale mondiale della pace, con il titolo “Un Rinascimento della pace”.
Il primo Festival mondiale della pace si era svolto poco più di un anno prima, nel giugno del 1981, alla Rosemont Horizon Arena, vicino a Chicago.
A questa seconda edizione, organizzata all’aperto e di sera, parteciparono quarantamila membri del Gruppo giovani, di cui tremila provenienti da trentasette paesi e tre territori del mondo.
Shin’ichi Yamamoto intervenne nella seconda giornata del festival, il 19 settembre.
Davanti a un pubblico di trentamila persone, tra cui dodicimila ospiti in rappresentanza di ogni ambito della società, fu messa in scena una spettacolare esibizione di luci e suoni, una celebrazione della pace mondiale e un’espressione del voto di trasformare quel sogno in realtà da parte degli interpreti.
Quel giorno, sin dal mattino aveva piovuto a intermittenza, talvolta in modo battente, talvolta in modo leggero.
Poco dopo le 16.30, a un’ora dall’inizio del festival, Shin’ichi scese dagli spalti, in giacca e cravatta, e si diresse sul campo bagnato dalla pioggia. Voleva esprimere tutta la sua gratitudine agli artisti, allo staff dell’evento e agli spettatori riuniti, specialmente ai giovani sugli spalti che partecipavano allo spettacolo componendo scritte con i cartelloni.
Si incamminò lungo il perimetro del campo senza nemmeno ripararsi con un ombrello, sebbene continuasse a piovigginare. Gli applausi si alzarono dallo stadio. Agitò le mani per salutare mentre camminava, fermandosi più volte per inchinarsi profondamente in segno di apprezzamento.
Uno degli addetti all’evento gli consegnò un microfono e Shin’ichi si rivolse ai giovani: «Grazie di cuore a tutti per i vostri sforzi, nonostante la pioggia! Vi prego di non prendere freddo. Grazie mille a tutti!».
Shin’ichi parlava senza formalità, come un padre preoccupato per i suoi figli.
Era importante che il Festival fosse un successo. Tutte le persone coinvolte si esercitavano da mesi in vista di quella giornata; si erano sforzate per tutta la stagione delle piogge e nelle calde giornate estive. Anche Shin’ichi aveva recitato Daimoku con tutto il cuore per il successo dell’evento. Ma era molto più importante che i giovani non si ammalassero o non fossero coinvolti in incidenti, perché erano i preziosi successori e i tesori della Soka Gakkai, gli alfieri della pace nel mondo.

[15] Tra le numerose ed entusiasmanti esibizioni al Festival culturale mondiale per la pace i ragazzi delle scuole medie e superiori rappresentarono un’allegra danza intitolata “Occhi luccicanti” e una manifestazione ginnica intitolata “Battito d’ali”, dando prova della loro energia giovanile protesa verso il futuro; per esprimere la loro dedizione alla costruzione di una pace duratura, sul campo dello stadio i giovani uomini avevano composto su pannelli la scritta “Onde di pace”.
I ragazzi e le ragazze più giovani eseguirono una danza in cui si divertivano a lanciare dei palloni giganti per aria, esprimendo così le loro sconfinate speranze per il futuro. Nella “Danza delle fiaccole” eseguita dalle giovani donne, una fiamma si propagò da una singola torcia a un’altra e poi a un’altra ancora, fino a quando seicento splendide fiammelle di pace danzarono intorno al campo.
Anche i membri della SGI che erano venuti in Giappone da tutto il mondo si esibirono marciando felici e cantando tutti insieme; tra loro c’erano membri che provenivano dall’Irlanda e dal Regno Unito, i cui paesi in quel momento erano coinvolti in un’aspra diatriba sui diritti di pesca.
Una strofa della canzone della SGI Marcia verso il ventunesimo secolo, recita:

Anche se il cammino è lungo,
andiamo avanti con la speranza nel cuore.
Marciamo verso la vittoria
nel ventunesimo secolo.

Anche per questo Festival arrivò un messaggio da parte del segretario generale delle Nazioni Unite Javier Pérez de Cuéllar, che Shin’ichi aveva incontrato il mese precedente, il 24 agosto. In un passaggio diceva: «In un’epoca problematica come la nostra, in cui la divisione e il disordine caratterizzano lo scenario internazionale, è vitale rinnovare la dedizione agli ideali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Abbiamo a nostra disposizione un organismo internazionale in grado di mantenere la sicurezza e di promuovere il disarmo. Ma i meccanismi di questo organismo possono essere efficaci solo se ci impegniamo a farne buon uso e a rafforzarne l’autorevolezza, altrimenti potremmo trovarci sulla via di una catastrofe globale senza poterla prevenire».
Il segretario alle Nazioni Unite sottolineò inoltre l’importanza del ruolo delle ONG come la SGI nel generare sostegno alle Nazioni Unite tra i cittadini comuni e nel promuovere gli obiettivi della pace e del disarmo. Affermò che era sicuro che l’attuale Festival culturale avrebbe contribuito a sostenere lo slancio internazionale verso il disarmo.
Shin’ichi era deciso a espandere la rete internazionale per la pace intessuta dalla SGI e a compiere sforzi ancora maggiori per sostenere le Nazioni Unite, il parlamento dell’umanità.

[16] I Festival culturali per la pace della Soka Gakkai furono organizzati non solo a livello regionale, come nel caso del Kansai e del Chubu, ma anche in ogni prefettura del Giappone, dando vita a un nuovo corso nell’opera di sensibilizzazione sul valore e sull’importanza della pace.
Per la Soka Gakkai il 1982 fu un anno senza precedenti, che vide il lancio di nuove e audaci iniziative per la pace mondiale.
Furono promosse conferenze dei giovani sul tema della pace sia dalla Conferenza dei giovani sia dal Comitato degli studenti per la pace della Soka Gakkai, e anche dal Comitato delle donne per la pace. Furono allestite una seconda edizione della mostra Le donne e la guerra del Pacifico e numerose altre mostre che mettevano in luce le esperienze belliche vissute dalle popolazioni di diverse regioni del Giappone. Tra queste, La popolazione civile e la battaglia di Okinawa e La guerra e la gente di Tokushima.
Nel mese di aprile, la Conferenza dei Giovani per la Pace della Soka Gakkai, insieme all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), promosse e condusse una campagna di raccolta fondi in almeno seicentocinquanta località in tutto il Giappone, a sostegno dei profughi in Asia.
Il Gruppo giovani, insieme al Centro per l’informazione delle Nazioni Unite, allestì una mostra dal titolo Noi e le Nazioni Unite, che fu esposta nel Centro per la pace della città di Nagasaki.
Il 7 giugno, presso la sede delle Nazioni Unite a New York ebbe inizio la seconda sessione speciale sul disarmo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. A sostegno di quell’evento, nel ruolo di ONG affiliata all’ONU, la Soka Gakkai inviò una delegazione di cinquanta rappresentanti. Il gruppo, che comprendeva trenta vittime dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, partecipò a un forum, dove i sopravvissuti condivisero le loro esperienze.
I componenti del gruppo parteciparono inoltre a una riunione di scambio con i rappresentanti delle ONG americane contro il nucleare.
La Soka Gakkai organizzò inoltre la mostra La minaccia nucleare nel mondo contemporaneo (successivamente ribattezzata Le armi nucleari, una minaccia per il mondo contemporaneo) in collaborazione con il Centro per l’informazione delle Nazioni Unite e le città di Hiroshima e Nagasaki. La mostra fu allestita nella sala pubblica del Palazzo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quattro giorni prima dell’apertura dei lavori, fino al termine della sessione sul disarmo.
Gli abitanti della Terra ignorano in gran parte le terribili conseguenze che derivano dall’uso delle armi nucleari. Poiché il Giappone era l’unico paese al mondo ad aver sperimentato direttamente l’orrore e la tragedia del bombardamento atomico e ad aver subito l’immane perdita di vite umane da questo causata, si doveva far carico della missione di liberare il mondo dalle armi nucleari.
Il premio Nobel per la fisica Albert Einstein espresse la sua ferma convinzione pacifista con queste parole: «Se avessimo in prima persona il coraggio di stare dalla parte della pace, avremmo la pace».
Solo la volontà degli esseri umani ha il potere di liberare il mondo dalla guerra.
[17] La mostra La minaccia delle armi nucleari nel mondo contemporaneo era divisa in tre sezioni: “La distruzione atomica a Hiroshima e Nagasaki”, “L’attuale situazione delle armi nucleari nel mondo” e “Disarmo e sviluppo”.
La prima sezione esponeva dei pannelli fotografici che raffiguravano la distruzione di Hiroshima e Nagasaki dopo i bombardamenti atomici, un modellino del Memoriale della Pace di Hiroshima – uno dei pochi edifici a non essere stati rasi al suolo – e circa trenta oggetti tra cui gli indumenti bruciati e ridotti a brandelli delle vittime della bomba e le tegole fuse dall’intenso calore dell’esplosione. In un angolo venne rappresentato lo scenario di cosa sarebbe successo se una bomba nucleare fosse esplosa sulla città di New York.
Niente può far capire alle persone quale sia la terrificante natura delle armi nucleari più delle testimonianze dirette dei sopravvissuti alla bomba atomica che hanno sperimentato in prima persona i suoi terribili effetti collaterali, o del guardare con i loro occhi filmati e oggetti che mostrano la realtà della devastazione. Aiutare le persone a riconoscere questa minaccia non solo a livello teorico, ma anche toccando con mano e maturando una consapevolezza radicata nella propria vita, è essenziale per aumentare la solidarietà nei confronti della pace e l’opposizione alle armi nucleari.
La mostra ottenne grande riscontro. Fu visitata da oltre duecentomila persone, tra cui il segretario generale Javier Pérez de Cuéllar e altri funzionari delle Nazioni Unite, da numerosi ambasciatori, diplomatici e rappresentanti di varie organizzazioni non governative.
La titolare di una libreria del New Jersey, dopo aver visto la mostra, disse che non poteva credere che gli esseri umani potessero aver creato qualcosa di così terrificante e che il solo pensiero la disgustava. Se una bomba nucleare da un megatone fosse esplosa su New York, anche la sua città sarebbe stata spazzata via. La guerra nucleare doveva essere impedita a tutti i costi, aggiunse.
Durante la seconda sessione sul disarmo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di avviare una campagna mondiale per il disarmo. Nell’ambito di questa iniziativa, nel 1983, l’anno successivo, fu allestita la mostra La minaccia delle armi nucleari nel mondo contemporaneo anche presso la sede europea delle Nazioni Unite a Ginevra.
L’esposizione fu poi ospitata in diverse nazioni, tra cui l’India, il Canada, la Cina e l’Unione Sovietica. Quando ebbe luogo la terza sessione speciale sul disarmo, che si aprì il 31 maggio 1988, la mostra era ormai stata presentata in venticinque città di sedici paesi, tra cui sette città del Giappone. Vista da più di un milione e duecentomila persone, svolse un ruolo significativo nel sensibilizzare le persone sull’importanza della pace.
La forza promotrice che aveva portato a questi risultati erano stati i giovani della SGI, il cui impegno era un’espressione della loro coscienza come praticanti del Buddismo del Daishonin.

[18] Un giorno Josei Toda aveva detto a Shin’ichi che era importante avanzare proposte concrete per la pace e agire in prima persona per realizzarle. Aveva aggiunto: «Anche se queste proposte non vengono accettate nell’immediato, potranno servire da “scintille” in grado di propagare il “fuoco della pace”, che alla fine si diffonderà a macchia d’olio. Le speculazioni teoriche che non hanno fondamento nella realtà rimarranno un esercizio sterile. Le proposte concrete invece forniscono un quadro all’interno del quale si può dare inizio alla trasformazione, mettendo al riparo l’intera umanità».
Shin’ichi aveva messo in pratica i consigli del suo maestro.
Nel 1982, infatti, in occasione della seconda sessione speciale sul disarmo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, presentò la sua Proposta per il disarmo e l’abolizione delle armi nucleari. Il 3 giugno, pochi giorni prima dell’inizio della sessione speciale, una delegazione della Soka Gakkai consegnò la proposta al segretario generale delle Nazioni Unite Pérez de Cuéllar, a nome di Shin’ichi.
Nella proposta, Shin’ichi esprimeva la convinzione che le organizzazioni non governative, poiché avevano obiettivi e identità transnazionali, potessero contribuire al disarmo. Proponeva all’Assemblea Generale, con il consenso di tutte le nazioni non detentrici di armi nucleari, di approvare una risoluzione per richiedere un fermo impegno alle potenze nucleari, in particolare Stati Uniti e Unione Sovietica, ad astenersi da qualsiasi utilizzo preventivo delle armi nucleari. Puntando a creare un fronte per la pace a livello mondiale, proponeva inoltre di istituire una commissione speciale per lavorare alla creazione di un organismo che preservasse la pace nelle regioni libere dalle armi atomiche.
Nel maggio del 1978, in occasione della prima sessione speciale sul disarmo dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Shin’ichi aveva presentato una proposta in dieci punti per il disarmo e l’abolizione dell’arsenale nucleare. Non poteva rimanere inattivo mentre le armi atomiche continuavano a costituire una minaccia per gli esseri umani.
Per commemorare l’ottavo anniversario della fondazione della SGI, il 26 gennaio 1983, pubblicò nna nuova Proposta per la pace e il disarmo, la prima delle sue annuali proposte di pace. In essa chiedeva la realizzazione in tempi rapidi di un incontro al vertice tra Stati Uniti e Unione Sovietica e un accordo sugli arsenali nucleari, per arrivare al congelamento dello status quo. Propose anche di istituire un Centro per la prevenzione della guerra nucleare e l’organizzazione, da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, di una conferenza internazionale sul congelamento delle spese militari.
A partire da quel 1983, Shin’ichi pubblicò le sue Proposte di pace ogni anno nel giorno della fondazione della SGI, trasmettendo al mondo la sua speranza di dare nuovo slancio al movimento per la pace.
Facendo sentire la nostra voce possiamo toccare il cuore delle persone e trasformare la società e il mondo, compiendo un nuovo passo in avanti.

[19] Nel maggio del 1983, la SGI fu registrata ufficialmente come organizzazione non governativa con facoltà consultive presso l’ECOSOC, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
L’8 agosto di quello stesso anno fu conferito a Shin’ichi Yamamoto, in qualità di presidente della SGI, il Premio delle Nazioni Unite per la pace. Durante una cerimonia che si svolse presso la Casa dell’amicizia internazionale della Soka Gakkai, nel quartiere Shibuya di Tokyo, Yasushi Akashi, sottosegretario generale dell’ONU e il direttore del Centro per l’informazione delle Nazioni Unite David Exley gli consegnarono la medaglia per la pace delle Nazioni Unite insieme a una lettera di encomio da parte del segretario generale. Oltre al direttore del Centro per l’informazione erano presenti altri funzionari delle Nazioni Unite. Nella lettera, il segretario generale delle Nazioni Unite Javier Pérez de Cuéllar elencava le motivazioni del conferimento dell’onorificenza al presidente della SGI: «Per aver promosso incessantemente, grazie alla sua ampia influenza, la comprensione e l’amicizia tra le nazioni, fedele agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite; per le sue proposte costruttive aventi come fine la soluzione delle tensioni internazionali e il disarmo, in particolare quello nucleare, questione essenziale dei nostri tempi. Il grande contributo dato dalla Soka Gakkai e dalla Soka Gakkai Internazionale sotto la sua guida alle attività di pubbliche relazioni delle Nazioni Unite è stato inoltre di grande aiuto per allargare il consenso dell’opinione pubblica agli scopi e agli ideali dell’Organizzazione mondiale».
La strada che percorriamo è lunga, ma è necessario proseguire il cammino. Gli sforzi tenaci e perseveranti daranno forza alla pace e si diffonderanno in tutto il mondo. Se in tutto il mondo le persone richiedessero a gran voce l’abolizione delle armi nucleari, la nostra epoca subirebbe una trasformazione radicale.
Nel 1989, Shin’ichi ricevette anche il Premio per i Diritti Umani dell’UNHCR, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, in riconoscimento delle attività, protratte per anni, a favore dei rifugiati. Nel discorso di accettazione del premio, Shin’ichi disse: «Questo Premio per i Diritti Umani non appartiene solo a me. Si tratta del risultato degli sforzi intrapresi dai membri della nostra Divisione giovani in quanto buddisti, in seno alle attività dei comitati e delle conferenze per la pace della Soka Gakkai. Accetto questo premio come un segno di riconoscimento globale dei nostri sforzi collettivi».
Le attività per la pace della Soka Gakkai hanno origine nella lotta del suo fondatore Tsunesaburo Makiguchi contro l’oppressione del governo militarista giapponese, che voleva fare dello Shintoismo il pilastro spirituale del paese attraverso il quale motivare la popolazione nello sforzo bellico. Makiguchi si rifiutò categoricamente di accogliere le richieste delle autorità di adottare il talismano shintoista e nel luglio del 1943 fu arrestato insieme al suo discepolo Josei Toda.

[20] Rifiutarsi di adottare il talismano shintoista, che il governo militarista aveva reso obbligatorio, era un’aperta ribellione contro l’autorità e un’affermazione della propria libertà di culto e di pensiero. Fu letteralmente una lotta per i diritti umani, a costo della vita. Makiguchi morì infatti per le sue convinzioni dietro le mura della prigione nel freddo pungente del tardo autunno poco più di un anno dopo il suo arresto, il 18 novembre 1944.
La libertà di pensiero e di culto è un diritto inalienabile di ogni essere umano e proteggere tali diritti è il fondamento della pace. La filosofia buddista, che considera ogni persona come un Budda, offre una solida base spirituale per garantire i diritti umani.
In quanto praticante del Buddismo di Nichiren, che sostiene tale visione, Makiguchi non aveva altra scelta che prendere posizione contro le autorità militariste che consideravano le persone meri strumenti per raggiungere i loro obiettivi.
Era inevitabile che anche il suo discepolo Josei Toda si sentisse in dovere di chiedere l’abolizione delle armi nucleari l’8 settembre 1957, denunciandole come un “male assoluto” che minacciava il diritto fondamentale alla sopravvivenza degli esseri umani.
Il Buddismo del Daishonin, nel quale si radicano le attività della Soka Gakkai, è un insegnamento che si fonda sul valore supremo della vita umana e non su quello della nazione o dello stato. Per definire le massima autorità del governo del suo tempo, Nichiren Daishonin usò le parole: «padroni di queste isolette» (RSND, 1, 679).
Egli dichiarò inoltre: «Anche se, poiché sono nato nel dominio del governante, sembra che io lo segua nelle azioni, non lo seguirò mai nel mio cuore» (RSND, 1, 520).Queste parole sono state incluse in una pubblicazione dell’UNESCO intitolata I diritti dell’uomo.
Il Daishonin voleva trasmettere il messaggio che le persone non sono assoggettate allo stato o al sistema sociale. Nessuna autorità può incatenare lo spirito degli esseri umani. La sua era una solenne dichiarazione dei diritti umani che affermava il valore universale della vita, un valore che trascende i poteri dello stato.
Le nazioni e gli stati svolgono ovviamente un ruolo indispensabile ed è importante fare del proprio meglio per dare il proprio personale contributo allo stato, perché le condizioni di un paese influenzano enormemente la felicità e il benessere dei suoi cittadini. È essenziale però ricordare che le persone non esistono per il bene dello stato o di un manipolo di politici; lo stato esiste per i cittadini.

[21] Nichiren Daishonin aspirava alla felicità delle persone comuni che lottavano contro le sofferenze e le difficoltà della vita. Ciò che voleva raggiungere era kosen-rufu non solo nel paese del Giappone, ma in tutto il mondo; voleva cioè realizzare la felicità e la pace per tutti gli esseri umani. Quando ci basiamo sullo spirito del Daishonin arriviamo naturalmente a comprendere l’importanza di coesistere in armonia con tutte le altre persone e di adoperarci per il bene comune del genere umano.
Nel febbraio del 1952, in un periodo in cui si stava acuendo la divisione tra Stati Uniti e Unione Sovietica e le tensioni tra Oriente e Occidente stavano aumentando, Josei Toda sostenne il concetto di famiglia umana globale. Anche questa era un’espressione degli ideali del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Come praticanti del Buddismo di Nichiren, i membri della Soka Gakkai abbracciano una filosofia di vita che considera tutti gli esseri umani egualmente preziosi e meritevoli di felicità.
Quando vedono le altre persone soffrire, essi condividono empaticamente le loro sofferenze e, desiderando che diventino felici, le incoraggiano in modo compassionevole. Una condivisione sempre più ampia di questo modo di pensare e di vivere è la chiave per costruire un solido movimento pacifista, che possa unire le persone dell’intero pianeta.
Nell’aprile del 1982 scoppiò la guerra tra il Regno Unito e l’Argentina per il controllo delle Isole Falkland (note in spagnolo come Isole Malvine) nell’Oceano Atlantico meridionale. I combattimenti continuarono per diverse settimane, finché a metà giugno i militari argentini si arresero e la guerra finì. Ma solo nel febbraio del 1990 furono ripristinate le relazioni diplomatiche tra i due paesi. Entrambe le parti subirono pesanti perdite durante quella breve guerra, con più di novecento morti in totale.
I responsabili della SGI del Regno Unito e dell’Argentina, compresi i rispettivi direttori generali, si conobbero in occasione di alcuni corsi di formazione in Giappone. Mentre dilagava il conflitto tra i loro due paesi e cresceva l’ostilità tra i due popoli, i membri della SGI britannici e argentini iniziarono a recitare insieme per la pace. Ciascuno di loro pregava con fervore affinché la guerra finisse, con in mente i compagni di fede dell’altro paese.
L’attivista sociale americana Eleanor Roosevelt (1884-1962) dichiarò: «Se vogliamo realizzare la pace nel mondo, dobbiamo iniziare dal migliorare la comprensione tra individui. Da questo germoglio sboccerà una migliore comprensione reciproca tra i popoli».
La pietra angolare della pace si basa sulla fiducia tra gli esseri umani.

[22] Nel novembre del 1983, l’anno successivo alla guerra delle Falkland, Raymond Gordon, direttore generale della SGI del Regno Unito, parlò di quel periodo in un’intervista al Seikyo Shimbun, il quotidiano della Soka Gakkai: «Tutti i membri del Regno Unito stavano recitando sinceramente davanti al Gohonzon perché la guerra finisse il prima possibile. Quando contattai per telefono il direttore generale della SGI Argentina Kazuya Okida per sapere come stavano, seppi che anche lui e tutti i membri argentini, proprio come noi, stavano recitando per la pace. «Nel sentire questo, capii che sebbene i nostri due paesi fossero separati da una grande distanza e fossero tristemente coinvolti in un conflitto militare, condividevamo lo stesso desiderio di pace. Sentii il meraviglioso legame che ci univa, pervaso dal calore umano e da un sincero impegno per la pace». Gordon pregò affinché il suo paese, la Gran Bretagna, trasformasse il suo karma.
Nel maggio del 1982, mentre la guerra delle Falkland era ancora in corso, Gordon visitò il Giappone e ed ebbe l’occasione di visitare il Parco della Pace di Nagasaki insieme a Shin’ichi Yamamoto. Dopo aver pregato per le vittime della bomba atomica, per la realizzazione di una duratura pace mondiale e per la conclusione della guerra nelle Falkland, depose una ghirlanda di fiori ai piedi del monumento commemorativo della pace.
Fortunatamente, la guerra finì proprio il mese successivo, senza che le ostilità si inasprissero.
Nel marzo del 1983, poco meno di un anno dopo la conclusione del conflitto, la SGI britannica organizzò a Londra l’Esposizione della Pace nel Mondo, una mostra audiovisiva che aveva come tema “Scegliere la vita”. L’iniziativa, cui venne dato grande risalto dai principali giornali e dalle reti televisive e radiofoniche, tra cui la BBC, raccolse giudizi molto positivi.
Quando nei cuori delle persone di tutto il mondo si radicherà profondamente il principio del rispetto per la vita e della sua suprema dignità, gli esseri umani si uniranno in nome della pace. Fondamentalmente, costruire la pace significa diffondere ampiamente questa filosofia e ampliare il cerchio di coloro che la abbracciano e la sostengono.
Nel marzo del 1986, i rappresentanti della SGI britannica e argentina parteciparono a un corso congiunto presso la sede centrale della Soka Gakkai a Tokyo. Tutti loro avevano desiderato la pace e continuato a recitare affinché si realizzasse; qualsiasi tensione iniziale potesse sussistere si sciolse in un istante. Quei compagni di fede si impegnarono a combattere insieme come campioni di pace finché non fossero riusciti a liberare il mondo dalla guerra.

(continua)

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