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Il voto del 24 agosto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:58

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Il voto del 24 agosto

Per ricordare il giorno in cui Daisaku Ikeda divenne membro della Soka Gakkai, il 24 agosto 1947, riproponiamo in queste pagine un ampio estratto da un saggio del presidente Ikeda pubblicato nel libro L’orgoglio di essere pilastri d’oro, Esperia, pagg. 153-166

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Per ricordare il giorno in cui Daisaku Ikeda divenne membro della Soka Gakkai, il 24 agosto 1947, riproponiamo in queste pagine un ampio estratto da un saggio del presidente Ikeda pubblicato nel libro L’orgoglio di essere pilastri d’oro, Esperia, pagg. 153-166

Insieme a milioni
di compagni di fede
celebro l’anniversario
del giorno in cui mi unii
alla Soka Gakkai.

Nell’agosto del 1947, due anni dopo la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale, partecipai a uno zadankai nel quartiere di Ota a Tokyo, costellato in gran parte di macerie carbonizzate. Fu là che incontrai Josei Toda, che sarebbe diventato il mio maestro eterno.
«Quanti anni hai?» mi chiese.
«Diciannove» risposi.

Anche se era il nostro primo incontro si rivolse a me come se fossimo vecchie conoscenze.
In realtà i miei amici, che erano membri, avevano già parlato di me a Toda.
Sapeva che il mio fratello maggiore era stato ucciso in guerra, che la casa della mia famiglia era stata distrutta durante i bombardamenti e che io studiavo e allo stesso tempo cercavo di dare un sostegno ai miei genitori. Ricordo con gratitudine e affetto quelle persone che parlarono di me a Toda. Adesso ogni volta che sento la buona notizia che un membro ha parlato a qualcuno del Buddismo del Daishonin penso sempre alle preghiere assidue, alla dedizione, alla sincerità di chiunque cerchi di permettere a una persona nuova di iniziare a praticare. I nostri zadankai sono veramente assemblee in cui pulsa lo spirito del Budda. […]

Propagare l’insegnamento corretto per realizzare la pace

Il 24 agosto 1947, dieci giorni dopo la mia riunione con Toda, mi unii alla Soka Gakkai.
A giudicare da ciò che scrissi sul mio diario fu una giornata caldissima, che raggiunse i 35 gradi.
La cerimonia di Gongyo, che allora era molto lunga, procedeva con lentezza e rimanere seduto sulle ginocchia nel modo tradizionale giapponese per tutto quel tempo fu un vero e proprio supplizio.
Ancora oggi ricordo quanto fu dolorosa quell’esperienza. Nonostante questo intrapresi il cammino della fede, fidandomi della personalità di Toda.

In Giappone era un periodo di grande agitazione.
Nel giornale del giorno dopo lessi gli sconfortanti dati di un sondaggio secondo il quale il 90% delle famiglie non riusciva a sostenersi con il solo stipendio. […]
Il paese fu colpito anche da una serie di calamità naturali e sulla scena internazionale cresceva la tensione legata alla Guerra fredda e la minaccia di una catastrofe nucleare sembrava imminente.
A quel primo zadankai Toda stava spiegando il trattato del Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese: come sottolineò in quell’occasione, anche se eravamo pochi di numero, noi membri della Soka Gakkai stavamo seguendo la via di maestro e discepolo e tenevamo alta la bandiera dell’insegnamento buddista corretto per illuminare il caos che imperava nel Giappone post-bellico.
È una coincidenza interessante che, secondo il calendario giuliano in uso in Europa nello stesso periodo, la data giapponese del sedicesimo giorno del settimo mese del 1260 – cioè il giorno in cui Nichiren Daishonin inviò il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese e fece le sue rimostranze al governo – corrisponda al 24 agosto 1260.
Toda disse: «La cosa più importante in una persona sono i suoi princìpi e il suo comportamento. Perciò i giovani della Soka Gakkai, che abbracciano la filosofia suprema del mondo e agiscono per la felicità degli altri, dovrebbero sempre avere il coraggio, la fiducia in se stessi e la convinzione di parlare con tutti della loro fede».
La lotta per l’adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese che intrapresi quel 24 agosto, all’età di diciannove anni, diventò lo scopo della mia giovinezza e di tutta la mia vita. […]

Il 24 agosto 1950, terzo anniversario della mia adesione alla Soka Gakkai, Toda annunciò la sua intenzione di dimettersi da direttore generale dell’organizzazione [per impedire che questa venisse coinvolta nei suoi problemi economici].
Io decisi fermamente che avrei fatto tutto il possibile per superare quell’amara congiuntura e far sì che Toda diventasse assolutamente il secondo presidente.
Fu sempre quel 24 agosto che Toda e io parlammo di fondare un quotidiano della Soka Gakkai. Perciò questa data è anche il punto di partenza del Seikyo Shimbun, la nostra “roccaforte della penna” in grado di aprire la via a kosen-rufu. È sempre nei momenti più duri e difficili che si possono porre le maggiori cause di vittoria. Questo è il potere della Legge mistica che permette di “trasformare il veleno in medicina”, cioè di trasformare in positivo anche le circostanze più negative.

24 agosto, giorno del Gruppo uomini

Nei suoi scritti Nichiren Daishonin descrive la sua lotta per la propagazione dell’insegnamento corretto del Buddismo, anno dopo anno, dicendo: «Non mi sono mai arreso e ho continuato a parlare ancora più forte, come la luna che cresce o la marea che si alza». E noi, anno dopo anno, a partire da quell’importante 24 agosto, abbiamo costruito una rete sempre più grande di validi Bodhisattva della Terra, simile a una galassia che cresce. Questa è la fiera storia dei maestri e dei discepoli Soka.
Fu sempre il 24 agosto, nel 2001, che si svolse la prima cerimonia di apertura dell’anno accademico alla Soka University d’America, una imponente cittadella dedita a formare leader umanistici per il nuovo secolo. […]

Quando il 24 agosto del 1947 decisi di seguire Toda e intraprendere la lotta per la propagazione del Buddismo del Daishonin e la realizzazione della pace per l’umanità avevo diciannove anni e il mio maestro quarantasette. A quell’epoca era nel fiore degli anni, un uomo coraggioso all’apice della sua forza.
Oggi si potrebbe vedere la nostra come la lotta condivisa di un membro del Gruppo uomini e di uno del Gruppo giovani uomini. Toda con tutta la sua esperienza e la sua capacità di guida e io con il mio entusiasmo ed energia giovanile formavamo l’accoppiata che generò la forza invincibile della Soka Gakkai.
Alla luce di ciò è significativo che il 24 agosto sia stato designato come giorno del Gruppo uomini. Con questo giorno come pietra miliare i membri del Gruppo uomini del Giappone e di tutto il mondo stanno avanzando con vigore.
In questi tempi difficili dal punto di vista economico i nostri uomini stanno incontrando spaventose difficoltà. Ogni giorno è fatto di indicibili battaglie e ostacoli. Ma nonostante questo continuano a sostenere e incoraggiare i compagni di fede, incontrandoli regolarmente e dialogando individualmente con ognuno di loro.
Si impegnano anche per far crescere i giovani lavorando al loro fianco per spalancare le porte di una nuova epoca. Vorrei comunicare loro il mio massimo rispetto per questo spirito indomito nello sfidare le difficoltà.
Il poeta americano Walt Whitman (1819-1892) scrisse: «Un uomo, un uomo sicuro, deve avere coraggio». In queste parole c’è lo spirito del Gruppo uomini. […]

Anche i nostri uomini si sforzano un giorno dopo l’altro e in tal modo lucidano la loro vita e dimostrano le loro vere capacità come esseri umani e come buddisti. Whitman cantava le lodi di uno spirito umano infaticabile: «Lo spirito dell’uomo che sempre lotta, risoluto, senza farsi scoraggiare».
Vorrei applaudire con tutto il cuore i membri del Gruppo uomini, campioni di umanità che simboleggiano questo spirito impavido. A quella prima riunione con Toda, sessantaquattro anni fa, recitai una poesia improvvisata sul momento per ringraziarlo.

Conteneva questi versi:

Nel caos dell’oscurità
che precede l’alba,
cercando la luce,
io avanzo…

Kenneth M. Price, uno dei maggiori studiosi di Whitman, mi ha detto che questa poesia esprime chiaramente la speranza di trasformare in meglio la propria condizione interiore.
Quando siamo avvolti dalla nebbia o nel caos, le possibilità sono due: possiamo avere paura oppure fiducia, possiamo immobilizzarci oppure fare un passo avanti, e ciò dipende dalla fede nelle proprie capacità. Se credete che il bene prevarrà sul male, disse, allora farete un passo avanti.

Sono onorato dalla profonda e calorosa comprensione che Price ha dimostrato per i sentimenti che cercavo di comunicare in quella mia poesia giovanile.
La forza interiore
dei Bodhisattva della Terra
Nel Sutra del Loto appaiono i Bodhisattva della Terra.
In un senso più ampio sono persone piene di speranza che emergono vibranti dalla terra delle persone comuni, sono individui che in mezzo al caos e alla confusione più tetra, continuano a credere nel potenziale positivo dell’umanità e nel trionfo finale della verità e della giustizia.
Proprio perché i nostri tempi sono caratterizzati da questa sensazione crescente di impotenza e di immobilismo, dobbiamo risvegliarci e tirar fori la nostra forza interiore di Bodhisattva della Terra.

[…] Nei sessantaquattro anni da quando incontrai Toda e divenni suo discepolo, non ho mai smesso di pensare a lui, nemmeno per un istante.
Sono andato avanti diritto sulla grande strada dell’impegno condiviso di maestro e discepolo, il sentiero della devozione totale e univoca di un discepolo. E adesso, altri discepoli “più blu dell’indaco”, le cui realizzazioni sorpassano di gran lunga le mie, stanno seguendo le mie orme. Questo è il grande e nobile sentiero sul quale camminiamo, un sentiero libero da ogni rimpianto. […]
Con immutata dedizione al voto che formulai a diciannove anni sono determinato a continuare a pregare e agire ogni giorno basandomi sul principio essenziale che “Buddismo significa vincere”, in modo da far crescere ancor più meravigliose persone di valore, in modo che tutti i membri che si dedicano a kosen-rufu possano realizzare tutte le splendide vittorie che desiderano.

La non dualità
di maestro e discepolo
è la chiave della vittoria
nel Buddismo.
Vincete con decisione,
realizzate una vittoria
dopo l’altra!

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