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Il vero nemico non è la malattia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:13

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Il vero nemico non è la malattia

Nino La Piana, Torino

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Sono un pianista e grazie al mio lavoro ho viaggiato moltissimo.
A gennaio del 1976 mi trovavo a Tokyo e il bassista inglese con cui suonavo mi fece shakubuku.
Il 29 febbraio ricevetti il Gohonzon. In realtà avevo già sentito il Daimoku e visto il Gohonzon a casa di un amico a giugno del ’75, a Guam, dove cinque mesi prima era stata fondata la SGI.
Ho avuto la fortuna di incontrare il maestro Ikeda tante volte. Durante la storica visita dell’81, a Firenze, alla “riunione generale dell’amicizia e della cultura”, Sensei disse: «Al momento il nostro movimento di rivitalizzazione dell’individuo potrebbe sembrare un ruscelletto di montagna, ma sono sicuro che tra trenta o cinquant’anni sarà diventato un fiume imponente, una nuova e forte corrente di pace che porterà benefici a tutto il genere umano» (NRU, 30, 377).
La visione del futuro di Sensei si è avverata. Negli anni successivi ci fu una crescita straordinaria in Italia. Questo è stato possibile sicuramente per la dedizione di quei giovani, ma soprattutto grazie al cuore e alla grande convinzione del maestro.
Il 4 giugno 1981 andammo ad accogliere il presidente Ikeda alla stazione di Milano, e in quell’occasione ebbi la fortuna di salutarlo. Egli mi incoraggiò con tutto il cuore e, nei pochi istanti in cui i suoi occhi incrociarono i miei, decisi nel mio cuore che sarebbe stato il mio maestro per tutta la vita, e soprattutto che non l’avrei mai deluso.
Ho incontrato Sensei anche nell’83 al Centro culturale di Trets, per la cerimonia di posa della prima pietra per la costruzione degli alloggi.
Nell’85 ho partecipato al Festival mondiale di Hiroshima dove noi italiani abbiamo cantato e ballato una canzone napoletana “Simm ‘e Napule paesà”.
C’era un entusiasmo incredibile quel giorno e ho sentito che i giovani hanno davvero la forza di realizzare il sogno del maestro.
In seguito ho incontrato il maestro Ikeda nell’89 a Londra e nel ’91 a Trets, e poi nel ’92 e nel ‘94 in Italia e nel 2002 in Giappone.
Da tre anni sto lottando contro il demone della malattia.
Sto recitando tanto Daimoku e ogni giorno approfondisco attraverso il Gosho e le guide di Sensei che cosa dice il Daishonin rispetto alla malattia.
Ho capito che questa mia malattia è una grande opportunità per manifestare la mia vera natura di Boshisattva della Terra e diventare sempre più forte e stabile. Recitando Daimoku ho percepito che il mio vero nemico non è la malattia ma la mia mente, che mi spinge a dubitare del potere del Gohonzon e del potenziale incredibile che possiedo dentro di me.
Il punto è diventare padrone della mia mente, è credere al 100% che posso superare qualsiasi ostacolo.
Ogni giorno leggo questa frase: «Questo io affermo. Che gli dèi mi abbandonino. Che tutte le persecuzioni mi assalgano. Io continuerò a dare la mia vita per la Legge» (L’apertura degli occhi, RSND, 1, 253).
In questo periodo mi sto dedicando a condividere il Buddismo con tutte le persone che incontro. L’azione di piantare i semi della Legge mistica nel cuore delle persone ci fa accumulare una grandissima fortuna.
Mi sono sempre impegnato nello shakubuku, ho parlato di Buddismo con centinaia di persone… e posso affermare con orgoglio di aver vinto nella mia famiglia: su 17 persone oggi 12 praticano, e gli altri cinque hanno un atteggiamento di rispetto verso il Buddismo.
Nel 2016 abbiamo realizzato il sogno di poter rinnovare il nostro voto come famiglia al Kosen-rufu Daisedo, in Giappone: eravamo io, mia madre e le mie due sorelle.
Nel 2018 sono andato di nuovo con la mia compagna. Questa volta Sensei lo abbiamo incontrato non fisicamente ma nel nostro cuore e nel comportamento dei membri giapponesi che abbiamo conosciuto.
In questo momento sono felice perché due persone a cui ho parlato del Buddismo stanno praticando, in particolare un mio allievo di pianoforte diciottenne che domenica scorsa ha partecipato alla riunione dei “maturandi” del Gruppo futuro ed è rimasto entusiasta. Vedere un giovane che inizia a praticare il Buddismo è una grande gioia!
A giugno sono stato operato alle corde vocali per l’ennesima volta.
Il medico mi ha comunicato l’esito dell’esame istologico un po’ sorpreso, perché il tumore non c’era e quindi avrei dovuto fare solo dei controlli periodici.
Sono sicuro che il potere del Daimoku è riuscito a bloccare il corso della malattia. Una battaglia l’ho vinta, adesso miro alla vittoria assoluta.
Avere incontrato un maestro così straordinario è la cosa più bella che potesse capitarmi in questa esistenza.
Determino di vivere a lungo e in buona salute per poter incoraggiare tantissimi giovani e trasmettere loro lo spirito “Soka” basato sulla non dualità di maestro e discepolo.
Vorrei concludere con questa frase di Gosho: «Le parole del sutra “le persone che avevano udito la Legge dimorano in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” non possono essere false» (L’eredità della legge fondamentale della vita, RSND, 1, 191).

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